Sussurri e grida bruxellesi – sulla stampa italiana non hanno trovato alcuna eco – vogliono che dietro il mix dei portafogli Commissione Ue-presidenza Eurogruppo sia partita ufficialmente la gara per la successione a Trichet alla testa della BCE. Con Draghi in prima fila, sostenuto dal governo italiano.
Prima che vi sembri poco affidabile, vi rinvio al sito di Eurointelligence – ottimamente informato riservatamente da prime file della Commissione -, sito che pubblica le indiscrezioni oggi riprese solo da FT Deutschland. I giornali italiani hanno scritto a vanvera per mesi che Tremonti era candidato alla presidenza dell’Eurogruppo per fare le scarpe alla candidatura di Draghi alla BCE. Mi sento di assicurare che Tremonti non è stato mai interessato alla carica, né tanto meno al secondo fine attribuitogli. Diciamo che il suo atteggiamento era di benign neglect, visto che la candidatura Draghi è stata purtroppo rumorosamente lanciata mesi fa dal Wall Street Journal, cosa che non aiuta troppo con la finanza franco-tedesca, tanto meno di questi tempi. Fatto sta che i francesi con Barnier al mercato interno, che comprende banche e finanza, hanno fatto un colpaccio in Commissione, anche perché perderanno con Trichet la leadership BCE. Mentre i tedeschi, nei portafogli della Commissione, hanno spadroneggiato meno di un tempo. La traduzione possibile è che diffidino alla BCE di un Draghi capo del FSB e troppo tosto sui ratios bancari, visto che le banche pubbliche e private tedesche continuano coi loro malcerti attivi patrimoniali ad essere il vero guaio intatto a livello continentale. Ma, dopo aver dettato le regole della BCE e aver commissariato di fatto per anni con Otmar Issing il primo vertice olandese della banca, è giusto pensare che sia un po’ troppo, avere dopo Trichet un Axel Weber (attuale governatore Bundesbank), o un altro candidato ombra dei tedeschi. Per questo Tremonti avrebbe davvero cominciato, aderendo alla soluzione Juncker franco-tedesca per l’Eurogruppo senza fare storie, a tessere le fila per la candidatura Draghi alla BCE. Oltre naturalmente a Tremonti, Gianni Letta per Berlusconi segue personalmente la cosa. Vedere per credere, certo. E la partita è lunga e complessa. Ma l’essenziale è non immiserirsi in letture provinciali, specialità italiana di sempre.
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