Speculazione: ai confini della realtà

Quante volte l'opinione pubblica si sfoga contro i "potenti" che controllano i prezzi, muovono le pedine ai danni di una moltitudine di cittadini ininfluenti, che altro non possono fare se non subire gli effetti di queste "decisioni", pagando in ultima analisi con il loro portafoglio.
Moratti alza il prezzo dei carburanti come il petrolio fa bau, salvo poi mantenerli se c'è un calo del greggio; il prezzo dei cereali scende, e il costo al dettaglio della pasta sale; e via di questo passo.
Allora, se si vogliono vedere le cose "o bianche o nere", si rischia di rimanere intrappolati nei classici discorsi da bar, in una visione banalizzata di una realtà che è invece complessa.
Sicuramente, i "potenti" di turno (industriali, banchieri, politici...) sono in una posizione di forza e prendono delle decisioni a volte discutibili.
Sicuramente, non fa piacere vedere il lavoro degli agricoltori sempre meno remunerato, con gli intermediari che creano una lievitazione dei prezzi che tra non molto sarà difficile da sostenere per una certa parte della popolazione.
Sicuramente, nella storica escalation del prezzo del petrolio dell'estate scorsa fino a quasi 150 $/barile la speculazione ha avuto un ruolo molto importante.
Ma l'errore che a mio modesto parere dovremmo evitare di fare è pensare che se la causa è "solo" la speculazione, allora non dobbiamo preoccuparci, trattandosi di una motivazione fittizia. Invece, dobbiamo avere ben presente il concetto che la speculazione avviene laddove c'è un terreno a lei favorevole: il mondo delle risorse minerarie, idrocarburi ma non solo. In modo particolare, tutto ciò che è "fossile" è destinato inesorabilmente a entrare nel perverso turbine della speculazione (che altro non è che accumulazione di capitale in "accelerazione", nelle mani di pochi); è solo questione di tempo. Le ondate speculative si manifesteranno esattamente in concomitanza (e dopo) al picco di produzione di tale risorsa, quando cioè i punti fisici di estrazione saranno diventati molto più poveri e "rari".
La speculazione, allora, non nega il problema della scarsità. Al contrario, ne conferma l'esistenza. Matematicamente.

Etichette: , ,

http://aspoitalia.blogspot.com/

Speculazione: ai confini della realtà

Quante volte l'opinione pubblica si sfoga contro i "potenti" che controllano i prezzi, muovono le pedine ai danni di una moltitudine di cittadini ininfluenti, che altro non possono fare se non subire gli effetti di queste "decisioni", pagando in ultima analisi con il loro portafoglio.
Moratti alza il prezzo dei carburanti come il petrolio fa bau, salvo poi mantenerli se c'è un calo del greggio; il prezzo dei cereali scende, e il costo al dettaglio della pasta sale; e via di questo passo.
Allora, se si vogliono vedere le cose "o bianche o nere", si rischia di rimanere intrappolati nei classici discorsi da bar, in una visione banalizzata di una realtà che è invece complessa.
Sicuramente, i "potenti" di turno (industriali, banchieri, politici...) sono in una posizione di forza e prendono delle decisioni a volte discutibili.
Sicuramente, non fa piacere vedere il lavoro degli agricoltori sempre meno remunerato, con gli intermediari che creano una lievitazione dei prezzi che tra non molto sarà difficile da sostenere per una certa parte della popolazione.
Sicuramente, nella storica escalation del prezzo del petrolio dell'estate scorsa fino a quasi 150 $/barile la speculazione ha avuto un ruolo molto importante.
Ma l'errore che a mio modesto parere dovremmo evitare di fare è pensare che se la causa è "solo" la speculazione, allora non dobbiamo preoccuparci, trattandosi di una motivazione fittizia. Invece, dobbiamo avere ben presente il concetto che la speculazione avviene laddove c'è un terreno a lei favorevole: il mondo delle risorse minerarie, idrocarburi ma non solo. In modo particolare, tutto ciò che è "fossile" è destinato inesorabilmente a entrare nel perverso turbine della speculazione (che altro non è che accumulazione di capitale in "accelerazione", nelle mani di pochi); è solo questione di tempo. Le ondate speculative si manifesteranno esattamente in concomitanza (e dopo) al picco di produzione di tale risorsa, quando cioè i punti fisici di estrazione saranno diventati molto più poveri e "rari".
La speculazione, allora, non nega il problema della scarsità. Al contrario, ne conferma l'esistenza. Matematicamente.

Etichette: , ,

http://aspoitalia.blogspot.com/

Speculazione: ai confini della realtà

Quante volte l'opinione pubblica si sfoga contro i "potenti" che controllano i prezzi, muovono le pedine ai danni di una moltitudine di cittadini ininfluenti, che altro non possono fare se non subire gli effetti di queste "decisioni", pagando in ultima analisi con il loro portafoglio.
Moratti alza il prezzo dei carburanti come il petrolio fa bau, salvo poi mantenerli se c'è un calo del greggio; il prezzo dei cereali scende, e il costo al dettaglio della pasta sale; e via di questo passo.
Allora, se si vogliono vedere le cose "o bianche o nere", si rischia di rimanere intrappolati nei classici discorsi da bar, in una visione banalizzata di una realtà che è invece complessa.
Sicuramente, i "potenti" di turno (industriali, banchieri, politici...) sono in una posizione di forza e prendono delle decisioni a volte discutibili.
Sicuramente, non fa piacere vedere il lavoro degli agricoltori sempre meno remunerato, con gli intermediari che creano una lievitazione dei prezzi che tra non molto sarà difficile da sostenere per una certa parte della popolazione.
Sicuramente, nella storica escalation del prezzo del petrolio dell'estate scorsa fino a quasi 150 $/barile la speculazione ha avuto un ruolo molto importante.
Ma l'errore che a mio modesto parere dovremmo evitare di fare è pensare che se la causa è "solo" la speculazione, allora non dobbiamo preoccuparci, trattandosi di una motivazione fittizia. Invece, dobbiamo avere ben presente il concetto che la speculazione avviene laddove c'è un terreno a lei favorevole: il mondo delle risorse minerarie, idrocarburi ma non solo. In modo particolare, tutto ciò che è "fossile" è destinato inesorabilmente a entrare nel perverso turbine della speculazione (che altro non è che accumulazione di capitale in "accelerazione", nelle mani di pochi); è solo questione di tempo. Le ondate speculative si manifesteranno esattamente in concomitanza (e dopo) al picco di produzione di tale risorsa, quando cioè i punti fisici di estrazione saranno diventati molto più poveri e "rari".
La speculazione, allora, non nega il problema della scarsità. Al contrario, ne conferma l'esistenza. Matematicamente.

Etichette: , ,

http://aspoitalia.blogspot.com/

Speculazione: ai confini della realtà

Quante volte l'opinione pubblica si sfoga contro i "potenti" che controllano i prezzi, muovono le pedine ai danni di una moltitudine di cittadini ininfluenti, che altro non possono fare se non subire gli effetti di queste "decisioni", pagando in ultima analisi con il loro portafoglio.
Moratti alza il prezzo dei carburanti come il petrolio fa bau, salvo poi mantenerli se c'è un calo del greggio; il prezzo dei cereali scende, e il costo al dettaglio della pasta sale; e via di questo passo.
Allora, se si vogliono vedere le cose "o bianche o nere", si rischia di rimanere intrappolati nei classici discorsi da bar, in una visione banalizzata di una realtà che è invece complessa.
Sicuramente, i "potenti" di turno (industriali, banchieri, politici...) sono in una posizione di forza e prendono delle decisioni a volte discutibili.
Sicuramente, non fa piacere vedere il lavoro degli agricoltori sempre meno remunerato, con gli intermediari che creano una lievitazione dei prezzi che tra non molto sarà difficile da sostenere per una certa parte della popolazione.
Sicuramente, nella storica escalation del prezzo del petrolio dell'estate scorsa fino a quasi 150 $/barile la speculazione ha avuto un ruolo molto importante.
Ma l'errore che a mio modesto parere dovremmo evitare di fare è pensare che se la causa è "solo" la speculazione, allora non dobbiamo preoccuparci, trattandosi di una motivazione fittizia. Invece, dobbiamo avere ben presente il concetto che la speculazione avviene laddove c'è un terreno a lei favorevole: il mondo delle risorse minerarie, idrocarburi ma non solo. In modo particolare, tutto ciò che è "fossile" è destinato inesorabilmente a entrare nel perverso turbine della speculazione (che altro non è che accumulazione di capitale in "accelerazione", nelle mani di pochi); è solo questione di tempo. Le ondate speculative si manifesteranno esattamente in concomitanza (e dopo) al picco di produzione di tale risorsa, quando cioè i punti fisici di estrazione saranno diventati molto più poveri e "rari".
La speculazione, allora, non nega il problema della scarsità. Al contrario, ne conferma l'esistenza. Matematicamente.

Etichette: , ,

http://aspoitalia.blogspot.com/

Speculazione: ai confini della realtà

Quante volte l'opinione pubblica si sfoga contro i "potenti" che controllano i prezzi, muovono le pedine ai danni di una moltitudine di cittadini ininfluenti, che altro non possono fare se non subire gli effetti di queste "decisioni", pagando in ultima analisi con il loro portafoglio.
Moratti alza il prezzo dei carburanti come il petrolio fa bau, salvo poi mantenerli se c'è un calo del greggio; il prezzo dei cereali scende, e il costo al dettaglio della pasta sale; e via di questo passo.
Allora, se si vogliono vedere le cose "o bianche o nere", si rischia di rimanere intrappolati nei classici discorsi da bar, in una visione banalizzata di una realtà che è invece complessa.
Sicuramente, i "potenti" di turno (industriali, banchieri, politici...) sono in una posizione di forza e prendono delle decisioni a volte discutibili.
Sicuramente, non fa piacere vedere il lavoro degli agricoltori sempre meno remunerato, con gli intermediari che creano una lievitazione dei prezzi che tra non molto sarà difficile da sostenere per una certa parte della popolazione.
Sicuramente, nella storica escalation del prezzo del petrolio dell'estate scorsa fino a quasi 150 $/barile la speculazione ha avuto un ruolo molto importante.
Ma l'errore che a mio modesto parere dovremmo evitare di fare è pensare che se la causa è "solo" la speculazione, allora non dobbiamo preoccuparci, trattandosi di una motivazione fittizia. Invece, dobbiamo avere ben presente il concetto che la speculazione avviene laddove c'è un terreno a lei favorevole: il mondo delle risorse minerarie, idrocarburi ma non solo. In modo particolare, tutto ciò che è "fossile" è destinato inesorabilmente a entrare nel perverso turbine della speculazione (che altro non è che accumulazione di capitale in "accelerazione", nelle mani di pochi); è solo questione di tempo. Le ondate speculative si manifesteranno esattamente in concomitanza (e dopo) al picco di produzione di tale risorsa, quando cioè i punti fisici di estrazione saranno diventati molto più poveri e "rari".
La speculazione, allora, non nega il problema della scarsità. Al contrario, ne conferma l'esistenza. Matematicamente.

Etichette: , ,

http://aspoitalia.blogspot.com/

Hanno Occupato loro la Presidenza degli Stati Uniti

  • 02:12 17/12/09
  • Un altro pesante e lungo articolo di MATT TAIBBI appena uscito che sta facendo rumore dopo quello su "Goldman Sachs come una piovra che succhia il sangue dell'economia". Come mai ho messo tutti questi pezzi storici sui "clan", le cabale, la "nuova elite" in America, l'influenza della lobby (spiace usare il termine) ebraica ? Perchè mi sto chiedendo come sia stata possibile la rapina del secolo che porterà all'inevitabile bancarotta degli Stati Uniti nel prossimo futuro. Questo lungo reportage documenta come un gruppo di banchieri di Goldman Sachs e Citigroup tutti connessi tra loro tramite anche tramite il Tesoro sotto Clinton, abbia occupato ora completamente la Casa Bianca (nel senso fisico, nel senso che il team economico di Obama è composto solo dai loro uomini)
    (traduzione)
    ----------- MATT TAIBBI Obama's Big Sellout The president has packed his economic team with Wall Street insiders intent on turning the bailout into an all-out giveaway Dec 09, 2009 2:35 Il più drammatico voltafaccia della storia politica americana oppure un candidato inesperto scelto dall'elite finanziaria come burattino per portare a termine la rapina del secolo ? Eletto nel bel mezzo di una crisi economica Barack Obama aveva un chiaro mandato per tenere a freno a Wall Street e per un "cambiamento in cui possiamo credere" che ha suscitato entusiasmo in tutto il mondo, pari solo a quello creato da John Kennedy prima di lui. Ciò che ha fatto invece è stato avvallare una delle più grandi rapine della storia e anche dopo i mega salvataggi delle banche non è ancora finita, continua anche questo mese. Alcune parti della nuova riforma finanziaria in discussione sfiorano la follia, minacciando di amplificare enormemente il potere politico di Wall Street perchè i consiglieri di Obama hanno chiesto la settimana scorsa, nel disegno di legge in esame al Senato, il potere di ottenere che i piani di salvataggio da 700 miliardi passino senza nemmeno andare al Congresso per l'approvazione come l'anno scorso, e senza fornire ai contribuenti un centesimo di equity delle banche Come siamo arrivati fino a questo punto ? E' iniziato pochi istanti dopo le elezioni e quasi nessuno ne ha parlato finora. Ma basta guardare la sequenza del salvataggio di Citigroup (grafico), dice un consulente democratico." E' f-u-c-k-i-n-ging stupefacente. stupefacente! E nessuno ha detto una niente!". Barack Obama era ancora solo il presidente eletto non ancora dentro la Casa Bianca, ma il piano di salvataggio per 306 miliardi dollari totali incluse le garanzie di Citigroup (grafico) era già stato il primo atto importante della sua presidenza. Al fine di cogliere l'orrore di ciò che è avvenuto, tuttavia, torniamo a poche settimane prima, 5 novembre 2008, il giorno dopo l'elezione di Obama. Questo è stato il giorno in cui Obama ha annunciato il suo team. Sebbene molti dei nomi fossero noti, l'ex capo del personale di Bill Clinton, John Podesta, la confidente di Obama Valerie Jarrett, l'elenco è stato rilevante per gli esclusi sul versante economico: Austan Goolsbee, economista dell'Università di Chicago consigliere di Obama durante la campagna e Karen Kornbluh, che aveva scritto la piattaforma del Partito Democratico. Entrambi avevano sottolineato i temi populisti durante la campagna: Kornbluh era nota per la spinta a concentrarsi sulla situazione della classe media e lavoratrice, mentre Goolsbee è stato un critico aggressivo di Wall Street, dichiarava che i dirigenti AIG dovrebbero ricevere una " Premio Nobel, per il Male " Ma il 5 novembre entrambi sono stati banditi dal team economico che durante la campagna elettorale e sostituiti con un gruppo di banchieri di Wall Street. A guidare la ricerca del nuovo team del presidente Obama ha nominato un ex conoscente di Harvard, Michael Froman, diventato top manager a Citigroup, uno dei maggiori organizzatori della sua raccolta di fondi elettorali per l'elezione, che lo aveva introdotto come candidato ai pezzi grossi, primo fra tutti il suo mentore Bob Rubin, il ex presidente di Goldman Sachs (grafico) Sachs^ che era stato segretario del Tesoro sotto Bill Clinton. Froman aveva prestato servizio come capo del personale di Bob Rubin al Tesoro e aveva seguito il suo capo, quando ha lasciato l'amministrazione Clinton, per fungere da consulente senior a Citigroup (un massiccio nuovo conglomerato finanziario creato da iniziative di deregolamentazione spinte attraverso Rubin da se stesso nel 1996-1997). Incredibilmente Froman non si dimette da Citigroup quando passa alla Casa Bianca con Obama per altri due mesi. Per aiutare Obama a scegliere la squadra economica Froman porta... Jamie Rubin, il figlio di Bob Rubin. Il papà di Jamie era passato da Ministro del Tesoro nel 1999 a guadagnare $ 15 milioni con Citigroup (grafico) che nel 2008 è appena crollata ed è praticamente fallita (dopo che papà Rubin l'aveva spinta ad investire massicciamente in "mortgage-backed" CDO e altro debito esotico sui mutui...) Sotto George W. Bush, ancora formalmente in carica, negli ultimi mesi chi conta è solo il Ministro del Tesoro Henry Paulson, un ex capo di Goldman Sachs, e il capo della Fed di New York Timothy Geithner (che aveva servito sotto Bob Rubin nella Casa Bianca di Clinton fino al 1999). Il 23 novembre 2008, viene annunciato un accordo in cui il governo che salva Citigroup (grafico) di cui è presidente Bob Rubin con un massiccio intervento fatto di miliardi in contanti e garanzie per i suoi debiti. Si tratta di un terribile accordo per il governo, quasi universalmente stroncato dagli economisti, un oltraggio a chi paga le tasse. Secondo l'accordo, la banca riceve 20 miliardi dollari in contanti, oltre ai 25 miliardi dollari che aveva già ricevuto poche settimane prima come parte del Troubled Asset Relief Program. (TARP) Ma questo è solo l'antipasto. Il governo si impegna a carico dei contribuenti per un massimo di 277 miliardi dollari in perdite eventuali sulle attività a bilancio di Citi, molto del quale è in CDO tossici che Rubin aveva aveva spinto negli anni precedenti. Nessun dirigente di Citi viene sostituito e pochi restrizione vengono messe sui miliardi iniettati. "Se c'erano dubbi circa il primato di Wall Street ", l'ex segretario al lavoro Robert Reich, dichiara quando il salvataggio è annunciato ", i dubbi sono stati eliminati" Uno dei protetti di Bob Rubin degli anni di Clinton, il capo della Fed di New York Geithner, è intimamente coinvolto nei negoziati per Citigroup. Quando a dicembre la squadra di transizione di Obama viene annunciata il Segretario del Tesoro di Obama risulta essere: Timothy Geithner Geithner, in altre parole, viene assunto a capo del Tesoro degli Stati Uniti da un dirigente di Citigroup - Michael Froman - mentre sta concededendo un regalo enorme a Citigroup coi soldi pubblici (quelli che Geithner ha appena negoziato coi capi di Citi come Bob Rubin) Il Dow Jones quel giorno immediatamente in borsa esplode e la borsa fa 11,8 per cento il giorno dell'annuncio del salvataggio. Citi salta su del +58 per cento in un singolo giorno e JP Morgan Chase, Merrill Lynch e Morgan Stanley del 20 per cento. Nel gennaio 2009, poco più di un mese dopo il salvataggio, Citigroup paga a Froman un bonus di fine rapporto di 2,2 milioni dollari. Ma come scandaloso, come è stato, che si sarebbe dimostrato payoff da cambiare scamone per la folla banchiere, che stavano per arrivare tutto quello che volevano - e più - dal nuovo Presidente. Bob Rubin, come Segretario del Tesoro sotto Clinton, è stato la forza trainante dietro due infami azioni che sono la causa primaria della crisi finanziaria dello scorso anno: l'abrogazione della Glass-Steagall Act (approvato specificamente per legalizzare la Citigroup megamerger) e la deregolamentazione del mercato dei derivati esotici OTC sul debito che risulta in pratica un mercato oscuro, dove nessuno può sapere cosa viene trattato tra le banche. Avendo innescato la bomba a orologeria, Rubin passa nel 2000 a Citigroup, che esprime la sua gratitudine dandogli 126 milioni dollari per i prossimi otto anni fino al 2008, durante i quali Rubin sollecitando una strategia di investimento in derivati sui mutui che ha quasi distrutto la società nel 2008 Dopodichè, pura avendo contribuito prima come Segretario del Tesoro sotto Clinton allla deregolamentazione totale dei derivti esotici OTC (che Warren Buffett definisce "armi di distruzione finanziaria di massa") e poi come presidente a Citigroup più di ogni altro individuo singolarmente alla crisi, Bob Rubin diventa l'uomo che Barack Obama sceglie per costruire il suo tema economico, che risulta composto da tutti i collaboratori di Rubin precedenti Ci sono quattro modi principali per essere collegato a Bob Rubin: attraverso Goldman Sachs, l'amministrazione Clinton, Citigroup e, infine, il Progetto Hamilton, un think tank di Rubin che promuove la Globalizzazione e la Deregolamentazione Finanziaria a 360 gradi. Al Tesoro ora infatti va Tim Geithner, che ha lavorato sotto Rubin negli anni di Clinton e come suo consigliere" arriva Lewis Alexander, l'ex capo economista di Citigroup, uno che consiglia Citi ancora nel 2007, che "il crollo imminente dell'immobiliare non è una cosa di cui preoccuparsi....". Altri due top "consiglieri" di Geithner sono Gene Sperling e Lael Brainard , incredibile ma vero, hanno lavorato con Rubin al National Economic Council quando era Ministro del Tesoro Come direttore del National Economic Council di Obama, nel frattempo, Obama installa il suo "czar economico" Larry Summers, che era stato il protetto di Bob Rubin al Tesoro e poi nell'ultimo anno con Clinton lo aveva sostituito come Ministro del Tesoro quando Rubin era passato a Citigroup. Summers è stato poi presidente di Harvard a cui ha fatto perdere 1.8 miliardi spingendola ad investire sui derivati. Appena al di sotto Summers è Jason Furman, che ha lavorato per Rubin nella Casa Bianca di Clinton ed è stato uno dei primi direttori del "Hamilton Project" la fondazione di (chi altro ?) Bob Rubin. La nomina di Furman porta un sostenitore accanito degli accordi di "libero scambio" come il NAFTA e fanatico pro-globalizzazione, che scrive rapporti come "Wal-Mart: una Success Story" e fornisce uno dei primi indizi che Obama aveva solo fatto propaganda durante la campagna elettorale dicendo che avrebbe rinegoziato NAFTA. Gli accordi NAFTA hanno spinto la distruzione di milioni di posti di lavoro di colletti blu, tutti spostati in Asia. Dopo l'assunzione di Furman la Casa Bianca tranquillamente smette di parlare i rinegoziare l'accordo commerciale. "Il presidente ha detto prenderemo in esame tutte le nostre opzioni, ma penso che possa essere affrontate senza dover riaprire l'accordo..." Anche perchè Obama ha ingaggiato per servire a fianco di Furman al NEC la consulente aziendale Diana Farrell, che ha lavorato sotto Rubin a Goldman Sachs (ovviamente, dove altro si può lavorare se si vuole andare alla Casa Bianca?). Nel 2003, la Farrell è stata l'autore di un report in cui sosteneva che l'invio di posti di lavoro americani all'estero potrebbe essere vantaggioso per gli Stati Uniti quanto per il al paese di destinazione, probabilmente di più. " Assieme a Summers, Furman e Farrell al NEC c'è anche il Froman citato prima, Froman ha un filo diretto doppio con il presidente e avrà l'aiuto di David Lipton, un altro che ha lavorato con Rubin al Tesoro e a Citigroup (grafico) e Jacob Lew, un ex collega a Citigroup (non stiamo scherzando) di Rubin che Obama nominato come vice direttore presso il Dipartimento di Stato sulla finanza internazionale. Alla Commodity Futures Trading Commission, che dovrebbe regolamentare i derivati esotici sul debito che hanno distrutto le banche, Obama ha nominato Gary Gensler, un ex banchiere di Goldman Sachs (grafico), che lavorava sotto Rubin nel Casa Bianca di Clinton (non stiamo scherzando, è tutto vero, non è un film). Gensler era stato determinante a far passare il famigerato Commodity Futures Modernization Act del 2000, che ha impedito la regolamentazone degli strumenti derivati esotici sul debito, come CDO e credit-default swap che hanno giocato un ruolo decisivo nell'aprire voragini nell'economia. E come capo del potente Office of Management e bilancio, Obama nomina Peter Orszag, che è stato il primo direttore del Hamilton Project (la fondazione di Bob Rubin ovviamente di cui si è parlato sopra...lo so che ormai sembra ridicolo, ma non stiamo scherzando, è vero). Considerate nel loro insieme queste nomine economiche con legami a Bob Rubin rappresentano l'influenza maggiore di un unico "Insider" di Wall Street nella storia del governo americano. Mentre gli alleati di Rubin e accoliti hanno ora tutti i posti di lavoro importanti economici dell'Amministrazione Obama, gli accademici e i progressisti della campagna elettorale sono esiliati in ruoli comici. Kornbluh viene premiata per essere il capo architetto della politica economica della campagna elettorale di Obama diventando ambasciatore presso l'OCDE a Parigi così nessuno la sente più. Gooldsbee nel frattempo viene stato nominato direttore dell'"Advisoru Board per la Ripresa Economica", un ufficio che alcuni del partito Democratico chiamano la "Siberia". Assieme a Goolsbee come presidente del "gulag" viene confinato l'ex capo della Fed, l'onesto Paul Volcker, che in campagna elettorale aveva attaccato "un'etica della l'avidità, l abuso di informazioni privilegiate, i derivati.... " tra gli applausi portando voti con la sue enorme credibilità di Capo della FED che aveva sconfitto l'inflazione. L'unico populista, l'economista Jared Bernstein, detiene il titolo altisonante di capo economista e consulente politico nazionale - tranne che il l'uomo è consulenza del vice Joe Biden, che sembra più interessato a politica estera di una riforma finanziaria. Il significato di tutti queste nomine offrono un microcosmo di ciò che il Partito Democratico ora e la sua filosofia politica attentamente articolata per anni dal Progetto Hamilton: Espandere il welfare per per proteggere le minoranze, ma permettere a Wall Street fare quello che vuole. "Bob Rubin e gli altri sono "radical chic", dice David Sirota, un ex stratega democratica. "... fanno miliardi con l'economia speculativa, ma vogliono di chiamarsi democratici bene perché sono disposti a dare un poco di più per i poveri. Questo è il modello per questo democratica Partito: Lasciate che i ricchi fanno la loro cosa, ma dare un po 'più alla fasce più derelitte. " Intanto va notato che anche i membri del team economico di Obama che hanno trascorso gran parte della loro vita al governo hanno intascato milioni, lo "CZar" economico del presidente, Larry Summers ha avuto 5,2 milioni dollari solo nel 2008 come consigliere del hedge fund D.E. Shaw e intasca un ulteriore $ 2,7 milioni solo per tenere alcuni discorsi ai managersi di Goldman Sachs e Citigroup. Summers è notoriamente amico di George Soro, che è venuto alla Casa Bianca a trovarlo da inizio anno quattro volte come risulta dai verbali della Casa Bianca e che se lo porta dietro a Davos ogni anno. Al Tesoro, Geithner ha come aiuto Sperling che ha guadagnato $887mila da Goldman Sachs l'anno prima per "consulenza in materia di carità ai poveri" e Mark Patterson, che ha ricevuto 637mila dollari come un lobbista full-time per Goldman Sachs e un altro aiutante Geithner top, Lee Sachs, che ha fatto più di 3 dollari milioni per un nuovo fondo hedge York chiamato Mariner. L'elenco potrebbe continuare all'infinito. Anche il capo dello staff di Obama, Rahm Emanuel, che è stato fuori del governo per soli 30 mesi della sua vita adulta e ha studiato solo balletto e scienze politiche e a livello "undergradate", è riuscito ad intascare 18 milioni dollari in soli tre anni entrando come partner della società di Wall Street chiamata Wasserstein Perella, di fusioni ed acquisizioni. NESSUNO DI LORO HA MAI LAVORATO AD ALTRO CHE NON SIA SPECULAZIONE O AFFARI FINANZIARI. Il punto è che si tratta di una squadra economica costituita esclusivamente da milionari-insider di Wall Street o da politici che fanno milioni appena escono dal governo presso le banche e gli hedge funds e non hanno assolutamente, hanno zero interesse per una riforma del sistema che li ha resi ricchi. "Non puoi aspettarti che questa gente di fare qualcosa di diverso da proteggere Wall Street ", dice Rep. Cliff Stearns, un repubblicano della Florida. Pensiero chiarito dal primo discorso di Obama al Congresso, quando ha sottolineato l'importanza che gli americani continuino a prendere in prestito sempre per consumare. "Il credito è la linfa vitale dell'economia", ha dichiarato Obama, promettendo "la forza del governo federale per garantire che le grandi banche, da cui gli americani dipendono per il credito che necessitano, mantengano la loro fiducia e abbiano abbastanza soldi per estendere credito.... " Leggi il resto in inglese qui Obama's Big Sellout The president has packed his economic team with Wall Street insiders intent on turning the bailout into an all-out giveaway MATT TAIBBI 09, 2009 2:35
    -- Contributi elettorali personali dei managers
    ---- Goldman Sachs Obama $743,371 McCain $220,045 Lehman Brothers Obama $391,624 McCain $115,707 Citigroup Obama $499,598 McCain $290,101 Morgan Stanley Obama $344,130 McCain $249,377 JPMorgan & Chase Co. Obama $478,462 McCain $210,992
http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=6261&reply_id=206229

Hanno Occupato loro la Presidenza degli Stati Uniti

  • 02:12 17/12/09
  • Un altro pesante e lungo articolo di MATT TAIBBI appena uscito che sta facendo rumore dopo quello su "Goldman Sachs come una piovra che succhia il sangue dell'economia". Come mai ho messo tutti questi pezzi storici sui "clan", le cabale, la "nuova elite" in America, l'influenza della lobby (spiace usare il termine) ebraica ? Perchè mi sto chiedendo come sia stata possibile la rapina del secolo che porterà all'inevitabile bancarotta degli Stati Uniti nel prossimo futuro. Questo lungo reportage documenta come un gruppo di banchieri di Goldman Sachs e Citigroup tutti connessi tra loro tramite anche tramite il Tesoro sotto Clinton, abbia occupato ora completamente la Casa Bianca (nel senso fisico, nel senso che il team economico di Obama è composto solo dai loro uomini)
    (traduzione)
    ----------- MATT TAIBBI Obama's Big Sellout The president has packed his economic team with Wall Street insiders intent on turning the bailout into an all-out giveaway Dec 09, 2009 2:35 Il più drammatico voltafaccia della storia politica americana oppure un candidato inesperto scelto dall'elite finanziaria come burattino per portare a termine la rapina del secolo ? Eletto nel bel mezzo di una crisi economica Barack Obama aveva un chiaro mandato per tenere a freno a Wall Street e per un "cambiamento in cui possiamo credere" che ha suscitato entusiasmo in tutto il mondo, pari solo a quello creato da John Kennedy prima di lui. Ciò che ha fatto invece è stato avvallare una delle più grandi rapine della storia e anche dopo i mega salvataggi delle banche non è ancora finita, continua anche questo mese. Alcune parti della nuova riforma finanziaria in discussione sfiorano la follia, minacciando di amplificare enormemente il potere politico di Wall Street perchè i consiglieri di Obama hanno chiesto la settimana scorsa, nel disegno di legge in esame al Senato, il potere di ottenere che i piani di salvataggio da 700 miliardi passino senza nemmeno andare al Congresso per l'approvazione come l'anno scorso, e senza fornire ai contribuenti un centesimo di equity delle banche Come siamo arrivati fino a questo punto ? E' iniziato pochi istanti dopo le elezioni e quasi nessuno ne ha parlato finora. Ma basta guardare la sequenza del salvataggio di Citigroup (grafico), dice un consulente democratico." E' f-u-c-k-i-n-ging stupefacente. stupefacente! E nessuno ha detto una niente!". Barack Obama era ancora solo il presidente eletto non ancora dentro la Casa Bianca, ma il piano di salvataggio per 306 miliardi dollari totali incluse le garanzie di Citigroup (grafico) era già stato il primo atto importante della sua presidenza. Al fine di cogliere l'orrore di ciò che è avvenuto, tuttavia, torniamo a poche settimane prima, 5 novembre 2008, il giorno dopo l'elezione di Obama. Questo è stato il giorno in cui Obama ha annunciato il suo team. Sebbene molti dei nomi fossero noti, l'ex capo del personale di Bill Clinton, John Podesta, la confidente di Obama Valerie Jarrett, l'elenco è stato rilevante per gli esclusi sul versante economico: Austan Goolsbee, economista dell'Università di Chicago consigliere di Obama durante la campagna e Karen Kornbluh, che aveva scritto la piattaforma del Partito Democratico. Entrambi avevano sottolineato i temi populisti durante la campagna: Kornbluh era nota per la spinta a concentrarsi sulla situazione della classe media e lavoratrice, mentre Goolsbee è stato un critico aggressivo di Wall Street, dichiarava che i dirigenti AIG dovrebbero ricevere una " Premio Nobel, per il Male " Ma il 5 novembre entrambi sono stati banditi dal team economico che durante la campagna elettorale e sostituiti con un gruppo di banchieri di Wall Street. A guidare la ricerca del nuovo team del presidente Obama ha nominato un ex conoscente di Harvard, Michael Froman, diventato top manager a Citigroup, uno dei maggiori organizzatori della sua raccolta di fondi elettorali per l'elezione, che lo aveva introdotto come candidato ai pezzi grossi, primo fra tutti il suo mentore Bob Rubin, il ex presidente di Goldman Sachs (grafico) Sachs^ che era stato segretario del Tesoro sotto Bill Clinton. Froman aveva prestato servizio come capo del personale di Bob Rubin al Tesoro e aveva seguito il suo capo, quando ha lasciato l'amministrazione Clinton, per fungere da consulente senior a Citigroup (un massiccio nuovo conglomerato finanziario creato da iniziative di deregolamentazione spinte attraverso Rubin da se stesso nel 1996-1997). Incredibilmente Froman non si dimette da Citigroup quando passa alla Casa Bianca con Obama per altri due mesi. Per aiutare Obama a scegliere la squadra economica Froman porta... Jamie Rubin, il figlio di Bob Rubin. Il papà di Jamie era passato da Ministro del Tesoro nel 1999 a guadagnare $ 15 milioni con Citigroup (grafico) che nel 2008 è appena crollata ed è praticamente fallita (dopo che papà Rubin l'aveva spinta ad investire massicciamente in "mortgage-backed" CDO e altro debito esotico sui mutui...) Sotto George W. Bush, ancora formalmente in carica, negli ultimi mesi chi conta è solo il Ministro del Tesoro Henry Paulson, un ex capo di Goldman Sachs, e il capo della Fed di New York Timothy Geithner (che aveva servito sotto Bob Rubin nella Casa Bianca di Clinton fino al 1999). Il 23 novembre 2008, viene annunciato un accordo in cui il governo che salva Citigroup (grafico) di cui è presidente Bob Rubin con un massiccio intervento fatto di miliardi in contanti e garanzie per i suoi debiti. Si tratta di un terribile accordo per il governo, quasi universalmente stroncato dagli economisti, un oltraggio a chi paga le tasse. Secondo l'accordo, la banca riceve 20 miliardi dollari in contanti, oltre ai 25 miliardi dollari che aveva già ricevuto poche settimane prima come parte del Troubled Asset Relief Program. (TARP) Ma questo è solo l'antipasto. Il governo si impegna a carico dei contribuenti per un massimo di 277 miliardi dollari in perdite eventuali sulle attività a bilancio di Citi, molto del quale è in CDO tossici che Rubin aveva aveva spinto negli anni precedenti. Nessun dirigente di Citi viene sostituito e pochi restrizione vengono messe sui miliardi iniettati. "Se c'erano dubbi circa il primato di Wall Street ", l'ex segretario al lavoro Robert Reich, dichiara quando il salvataggio è annunciato ", i dubbi sono stati eliminati" Uno dei protetti di Bob Rubin degli anni di Clinton, il capo della Fed di New York Geithner, è intimamente coinvolto nei negoziati per Citigroup. Quando a dicembre la squadra di transizione di Obama viene annunciata il Segretario del Tesoro di Obama risulta essere: Timothy Geithner Geithner, in altre parole, viene assunto a capo del Tesoro degli Stati Uniti da un dirigente di Citigroup - Michael Froman - mentre sta concededendo un regalo enorme a Citigroup coi soldi pubblici (quelli che Geithner ha appena negoziato coi capi di Citi come Bob Rubin) Il Dow Jones quel giorno immediatamente in borsa esplode e la borsa fa 11,8 per cento il giorno dell'annuncio del salvataggio. Citi salta su del +58 per cento in un singolo giorno e JP Morgan Chase, Merrill Lynch e Morgan Stanley del 20 per cento. Nel gennaio 2009, poco più di un mese dopo il salvataggio, Citigroup paga a Froman un bonus di fine rapporto di 2,2 milioni dollari. Ma come scandaloso, come è stato, che si sarebbe dimostrato payoff da cambiare scamone per la folla banchiere, che stavano per arrivare tutto quello che volevano - e più - dal nuovo Presidente. Bob Rubin, come Segretario del Tesoro sotto Clinton, è stato la forza trainante dietro due infami azioni che sono la causa primaria della crisi finanziaria dello scorso anno: l'abrogazione della Glass-Steagall Act (approvato specificamente per legalizzare la Citigroup megamerger) e la deregolamentazione del mercato dei derivati esotici OTC sul debito che risulta in pratica un mercato oscuro, dove nessuno può sapere cosa viene trattato tra le banche. Avendo innescato la bomba a orologeria, Rubin passa nel 2000 a Citigroup, che esprime la sua gratitudine dandogli 126 milioni dollari per i prossimi otto anni fino al 2008, durante i quali Rubin sollecitando una strategia di investimento in derivati sui mutui che ha quasi distrutto la società nel 2008 Dopodichè, pura avendo contribuito prima come Segretario del Tesoro sotto Clinton allla deregolamentazione totale dei derivti esotici OTC (che Warren Buffett definisce "armi di distruzione finanziaria di massa") e poi come presidente a Citigroup più di ogni altro individuo singolarmente alla crisi, Bob Rubin diventa l'uomo che Barack Obama sceglie per costruire il suo tema economico, che risulta composto da tutti i collaboratori di Rubin precedenti Ci sono quattro modi principali per essere collegato a Bob Rubin: attraverso Goldman Sachs, l'amministrazione Clinton, Citigroup e, infine, il Progetto Hamilton, un think tank di Rubin che promuove la Globalizzazione e la Deregolamentazione Finanziaria a 360 gradi. Al Tesoro ora infatti va Tim Geithner, che ha lavorato sotto Rubin negli anni di Clinton e come suo consigliere" arriva Lewis Alexander, l'ex capo economista di Citigroup, uno che consiglia Citi ancora nel 2007, che "il crollo imminente dell'immobiliare non è una cosa di cui preoccuparsi....". Altri due top "consiglieri" di Geithner sono Gene Sperling e Lael Brainard , incredibile ma vero, hanno lavorato con Rubin al National Economic Council quando era Ministro del Tesoro Come direttore del National Economic Council di Obama, nel frattempo, Obama installa il suo "czar economico" Larry Summers, che era stato il protetto di Bob Rubin al Tesoro e poi nell'ultimo anno con Clinton lo aveva sostituito come Ministro del Tesoro quando Rubin era passato a Citigroup. Summers è stato poi presidente di Harvard a cui ha fatto perdere 1.8 miliardi spingendola ad investire sui derivati. Appena al di sotto Summers è Jason Furman, che ha lavorato per Rubin nella Casa Bianca di Clinton ed è stato uno dei primi direttori del "Hamilton Project" la fondazione di (chi altro ?) Bob Rubin. La nomina di Furman porta un sostenitore accanito degli accordi di "libero scambio" come il NAFTA e fanatico pro-globalizzazione, che scrive rapporti come "Wal-Mart: una Success Story" e fornisce uno dei primi indizi che Obama aveva solo fatto propaganda durante la campagna elettorale dicendo che avrebbe rinegoziato NAFTA. Gli accordi NAFTA hanno spinto la distruzione di milioni di posti di lavoro di colletti blu, tutti spostati in Asia. Dopo l'assunzione di Furman la Casa Bianca tranquillamente smette di parlare i rinegoziare l'accordo commerciale. "Il presidente ha detto prenderemo in esame tutte le nostre opzioni, ma penso che possa essere affrontate senza dover riaprire l'accordo..." Anche perchè Obama ha ingaggiato per servire a fianco di Furman al NEC la consulente aziendale Diana Farrell, che ha lavorato sotto Rubin a Goldman Sachs (ovviamente, dove altro si può lavorare se si vuole andare alla Casa Bianca?). Nel 2003, la Farrell è stata l'autore di un report in cui sosteneva che l'invio di posti di lavoro americani all'estero potrebbe essere vantaggioso per gli Stati Uniti quanto per il al paese di destinazione, probabilmente di più. " Assieme a Summers, Furman e Farrell al NEC c'è anche il Froman citato prima, Froman ha un filo diretto doppio con il presidente e avrà l'aiuto di David Lipton, un altro che ha lavorato con Rubin al Tesoro e a Citigroup (grafico) e Jacob Lew, un ex collega a Citigroup (non stiamo scherzando) di Rubin che Obama nominato come vice direttore presso il Dipartimento di Stato sulla finanza internazionale. Alla Commodity Futures Trading Commission, che dovrebbe regolamentare i derivati esotici sul debito che hanno distrutto le banche, Obama ha nominato Gary Gensler, un ex banchiere di Goldman Sachs (grafico), che lavorava sotto Rubin nel Casa Bianca di Clinton (non stiamo scherzando, è tutto vero, non è un film). Gensler era stato determinante a far passare il famigerato Commodity Futures Modernization Act del 2000, che ha impedito la regolamentazone degli strumenti derivati esotici sul debito, come CDO e credit-default swap che hanno giocato un ruolo decisivo nell'aprire voragini nell'economia. E come capo del potente Office of Management e bilancio, Obama nomina Peter Orszag, che è stato il primo direttore del Hamilton Project (la fondazione di Bob Rubin ovviamente di cui si è parlato sopra...lo so che ormai sembra ridicolo, ma non stiamo scherzando, è vero). Considerate nel loro insieme queste nomine economiche con legami a Bob Rubin rappresentano l'influenza maggiore di un unico "Insider" di Wall Street nella storia del governo americano. Mentre gli alleati di Rubin e accoliti hanno ora tutti i posti di lavoro importanti economici dell'Amministrazione Obama, gli accademici e i progressisti della campagna elettorale sono esiliati in ruoli comici. Kornbluh viene premiata per essere il capo architetto della politica economica della campagna elettorale di Obama diventando ambasciatore presso l'OCDE a Parigi così nessuno la sente più. Gooldsbee nel frattempo viene stato nominato direttore dell'"Advisoru Board per la Ripresa Economica", un ufficio che alcuni del partito Democratico chiamano la "Siberia". Assieme a Goolsbee come presidente del "gulag" viene confinato l'ex capo della Fed, l'onesto Paul Volcker, che in campagna elettorale aveva attaccato "un'etica della l'avidità, l abuso di informazioni privilegiate, i derivati.... " tra gli applausi portando voti con la sue enorme credibilità di Capo della FED che aveva sconfitto l'inflazione. L'unico populista, l'economista Jared Bernstein, detiene il titolo altisonante di capo economista e consulente politico nazionale - tranne che il l'uomo è consulenza del vice Joe Biden, che sembra più interessato a politica estera di una riforma finanziaria. Il significato di tutti queste nomine offrono un microcosmo di ciò che il Partito Democratico ora e la sua filosofia politica attentamente articolata per anni dal Progetto Hamilton: Espandere il welfare per per proteggere le minoranze, ma permettere a Wall Street fare quello che vuole. "Bob Rubin e gli altri sono "radical chic", dice David Sirota, un ex stratega democratica. "... fanno miliardi con l'economia speculativa, ma vogliono di chiamarsi democratici bene perché sono disposti a dare un poco di più per i poveri. Questo è il modello per questo democratica Partito: Lasciate che i ricchi fanno la loro cosa, ma dare un po 'più alla fasce più derelitte. " Intanto va notato che anche i membri del team economico di Obama che hanno trascorso gran parte della loro vita al governo hanno intascato milioni, lo "CZar" economico del presidente, Larry Summers ha avuto 5,2 milioni dollari solo nel 2008 come consigliere del hedge fund D.E. Shaw e intasca un ulteriore $ 2,7 milioni solo per tenere alcuni discorsi ai managersi di Goldman Sachs e Citigroup. Summers è notoriamente amico di George Soro, che è venuto alla Casa Bianca a trovarlo da inizio anno quattro volte come risulta dai verbali della Casa Bianca e che se lo porta dietro a Davos ogni anno. Al Tesoro, Geithner ha come aiuto Sperling che ha guadagnato $887mila da Goldman Sachs l'anno prima per "consulenza in materia di carità ai poveri" e Mark Patterson, che ha ricevuto 637mila dollari come un lobbista full-time per Goldman Sachs e un altro aiutante Geithner top, Lee Sachs, che ha fatto più di 3 dollari milioni per un nuovo fondo hedge York chiamato Mariner. L'elenco potrebbe continuare all'infinito. Anche il capo dello staff di Obama, Rahm Emanuel, che è stato fuori del governo per soli 30 mesi della sua vita adulta e ha studiato solo balletto e scienze politiche e a livello "undergradate", è riuscito ad intascare 18 milioni dollari in soli tre anni entrando come partner della società di Wall Street chiamata Wasserstein Perella, di fusioni ed acquisizioni. NESSUNO DI LORO HA MAI LAVORATO AD ALTRO CHE NON SIA SPECULAZIONE O AFFARI FINANZIARI. Il punto è che si tratta di una squadra economica costituita esclusivamente da milionari-insider di Wall Street o da politici che fanno milioni appena escono dal governo presso le banche e gli hedge funds e non hanno assolutamente, hanno zero interesse per una riforma del sistema che li ha resi ricchi. "Non puoi aspettarti che questa gente di fare qualcosa di diverso da proteggere Wall Street ", dice Rep. Cliff Stearns, un repubblicano della Florida. Pensiero chiarito dal primo discorso di Obama al Congresso, quando ha sottolineato l'importanza che gli americani continuino a prendere in prestito sempre per consumare. "Il credito è la linfa vitale dell'economia", ha dichiarato Obama, promettendo "la forza del governo federale per garantire che le grandi banche, da cui gli americani dipendono per il credito che necessitano, mantengano la loro fiducia e abbiano abbastanza soldi per estendere credito.... " Leggi il resto in inglese qui Obama's Big Sellout The president has packed his economic team with Wall Street insiders intent on turning the bailout into an all-out giveaway MATT TAIBBI 09, 2009 2:35
    -- Contributi elettorali personali dei managers
    ---- Goldman Sachs Obama $743,371 McCain $220,045 Lehman Brothers Obama $391,624 McCain $115,707 Citigroup Obama $499,598 McCain $290,101 Morgan Stanley Obama $344,130 McCain $249,377 JPMorgan & Chase Co. Obama $478,462 McCain $210,992
http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=6261&reply_id=206229

Personaggio dell'Anno?

La rivista Time ha nominato Ben Bernanke "Personaggio dell'Anno". Forse anche questo è un premio dato, come certi Nobel, alla speranza, la speranza che il presidente della Fed mantenga i tassi vicini allo zero il più a lungo possibile anche nel 2010? Ma bando alle battute....il commento più "serio" e convincente l'ha dato forse Paul Krugman, il quale avverte di fare molta attenzione perchè la storia ci insegna che è bene andare "short" con le azioni di una società il cui CEO compare sulla copertina patinata di un grande magazine. In più c'è lo specifico effetto Time. E ricorda i precedenti, come quando nel 1985, dovendo scegliere tra Madonna e Cyndi Lauper, la rivista americana concluse che Cyndi Lauper sarebbe stata quella destinata a rimanere una star. Ma soprattutto, non bisogna dimenticare questo: Krugman dice si tratti di un ben noto fenomeno ma senza dargli un nome. Che intenda abbia qualcosa a che fare con la iella?
Bookmark and Share http://ildiariodiperestroika.blogspot.com/2009/12/personaggio-dellanno.html

Quando la Cgil ostacola le aziende che resistono…

Stampa E-mail
Scritto da Marcello Foa
giovedì 17 dicembre 2009
Image
...
In un Paese moderno, quando le cose vanno male, tutti dovrebbero dare prova di buon senso e aiutarsi reciprocamente, superando schemi e barriere ideologiche. Tremonti, ad esempio, proponendo una tassa sui petrolieri e la speculazione fa un discorso che non è certo di destra, l’altro giorno la Camera, come già scritto su questo blog, ha approvato all’unanimità la legge sul Made in Italy, eppure nella nostra società permangono resistenze anacronistiche, come quelle di un certo sindacato.

Sul Giornale di ieri racconto la storia emblematica di un imprenditore di origine francese, Alain Houli, che vive e lavora da 30 anni in Italia, il quale sebbene abbia retto benissimo alla crisi senza mandare in cassa integrazione neanche un lavoratore, è ostacolato dalla Cgil che anzichè aiutarlo a risolvere i problemi con un manipolo di operai assenteisti cronici, li protegge, chiudendo gli occhi di fronte a minacce gravi in fabbrica. Anzi, fa di tutto per boicottare l’azienda e lo gratifica di un linguaggio da anni Settanta: lo accusa di “trattare gli operai come bestie”, i quali invece hanno stipendi superiori alla media e condizioni ineccepibili, di essere “un padrone che sfrutta i lavoratori” e via dicendo

Sia chiaro: io credo che il sindacato abbia un’utilità sociale e che certe lotte in presenza di soprusi. Non lo demonizzo, ma ho l’impressione che le organizzazioni più estreme, come la Cgil, anziché proteggere i lavoratoi onesti e meritevoli, sovente tuteli soprattutto quelli disonesti, gli assenteisti i fubri che, nelle aziende private e in quelle pubbliche, abusano dei diritti e delle protezioni garantite dalla legge.

Sarà forse per questo che sempre più persone decidono di non iscriversi al sindacato? Mi chiedo: quando avremo anche in Italia un sindacato moderno,capace di difendere i lavoratori senza danneggiare le aziende che danno ricchezza a questo Paese?

PS Se conoscete o siete stati protagonisti di storie come quelle di Houli inviatemele sul blog o al mio indirizzo di email, le considererò volentieri…

Da:http://blog.ilgiornale.it/foa

Quando la Cgil ostacola le aziende che resistono…

Stampa E-mail
Scritto da Marcello Foa
giovedì 17 dicembre 2009
Image
...
In un Paese moderno, quando le cose vanno male, tutti dovrebbero dare prova di buon senso e aiutarsi reciprocamente, superando schemi e barriere ideologiche. Tremonti, ad esempio, proponendo una tassa sui petrolieri e la speculazione fa un discorso che non è certo di destra, l’altro giorno la Camera, come già scritto su questo blog, ha approvato all’unanimità la legge sul Made in Italy, eppure nella nostra società permangono resistenze anacronistiche, come quelle di un certo sindacato.

Sul Giornale di ieri racconto la storia emblematica di un imprenditore di origine francese, Alain Houli, che vive e lavora da 30 anni in Italia, il quale sebbene abbia retto benissimo alla crisi senza mandare in cassa integrazione neanche un lavoratore, è ostacolato dalla Cgil che anzichè aiutarlo a risolvere i problemi con un manipolo di operai assenteisti cronici, li protegge, chiudendo gli occhi di fronte a minacce gravi in fabbrica. Anzi, fa di tutto per boicottare l’azienda e lo gratifica di un linguaggio da anni Settanta: lo accusa di “trattare gli operai come bestie”, i quali invece hanno stipendi superiori alla media e condizioni ineccepibili, di essere “un padrone che sfrutta i lavoratori” e via dicendo

Sia chiaro: io credo che il sindacato abbia un’utilità sociale e che certe lotte in presenza di soprusi. Non lo demonizzo, ma ho l’impressione che le organizzazioni più estreme, come la Cgil, anziché proteggere i lavoratoi onesti e meritevoli, sovente tuteli soprattutto quelli disonesti, gli assenteisti i fubri che, nelle aziende private e in quelle pubbliche, abusano dei diritti e delle protezioni garantite dalla legge.

Sarà forse per questo che sempre più persone decidono di non iscriversi al sindacato? Mi chiedo: quando avremo anche in Italia un sindacato moderno,capace di difendere i lavoratori senza danneggiare le aziende che danno ricchezza a questo Paese?

PS Se conoscete o siete stati protagonisti di storie come quelle di Houli inviatemele sul blog o al mio indirizzo di email, le considererò volentieri…

Da:http://blog.ilgiornale.it/foa

Al vertice di Copenhagen, il movimento di LaRouche assume la guida nel denunciare gli schemi di riduzione demografica

16 dicembre 2009 (MoviSol) - Il movimento di LaRouche ha dato voce agli oppositori della truffa del riscaldamento globale facendo circolare al vertice di Copenhagen un appello che attacca la politica economica genocida ivi discussa e chiede di sostituirla con il Piano LaRouche per un nuovo sistema creditizio internazionale che garantisca lo sviluppo economico reale in tutto il mondo.

Anche se ai giornalisti dell'EIR sono state negate le credenziali stampa col pretesto che non ci fosse spazio sufficiente all'interno, un gruppo di attivisti del movimento di LaRouche sul posto è intervenuto con forza distribuendo migliaia di volantini, discutendo coi delegati e concedendo interviste alle TV di tutto il mondo, nonché creando un apposito sito per l'occasione (www.copenhagenscandal.org), partecipando alla conferenza alternativa anti-riscaldamento globale ed informando il corpo diplomatico in Danimarca. Dissipando la folta nebbia di lavaggio del cervello anti-crescita che permea la conferenza, gli attivisti del movimento di LaRouche sono stati un fattore importante che si è inserito nella esistente polarizzazione al vertice, aumentando le probabilità che fallisca il tentativo di imporre un accordo vincolante suicida sulle emissioni di CO2.

Denunciando apertamente le vere intenzioni degli oligarchi che si celano dietro la frode del riscaldamento globale, il movimento di LaRouche ha creato il podio per altri che hanno messo in dubbio l'ordine del giorno della conferenza. Questo si nota nelle dichiarazioni dell'attuale capo del G77, il sudanese Lumumba Stanislaus Di-Aping, che ha denunciato "l'Impero" che cerca di "colonizzare l'atmosfera". I 10 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo proposti nella bozza di accordo danese, ha detto "non saranno neanche sufficienti a comprare le bare" per questi paesi.

Gli attivisti del movimento di LaRouche hanno distribuito migliaia di copie di due volantini, "La frode del riscaldamento globale significa genocidio: adottare il piano LaRouche per lo sviluppo!" e "La frode del riscaldamento antropico: vuoi davvero una dittatura mondiale?". Dopo aver letto il volantino molti delegati di diversi paesi hanno invitato i rappresentanti di LaRouche a discutere con loro la questione dello sviluppo economico. Un delegato africano è tornato dopo aver letto il volantino per dire "sono affermazioni forti, ma probabilmente vere". Ha aggiunto che all'interno della conferenza tutti stavano parlando dell'intervento dello Schiller Institut.

Molte TV e media internazionali, tra cui la TV russa, un quotidiano cinese, ABC Radio dall'Australia, la TV del Kenya, un settimanale francese, diverse TV web, soprattutto dalla Gran Bretagna, hanno registrato brevi interviste coi rappresentanti di LaRouche.

In un servizio dal titolo "gli scettici sfidano il vertice sul riscaldamento globale di Copenhagen" Russia Today, un programma in lingua inglese della TV russa che in precedenza aveva intervisto anche Lyndon LaRouche, ha mandato in onda una breve intervista all'attivista larouchiano Sebastian Perimony (vedi www.movisol.org) che afferma: "Abbiamo discusso con molte persone qui. Sembra che facciano parte di una setta, che dice che il pianeta si disintegrerà se non facciamo qualcosa subito, subito, subito. E ritengo che sia solo propaganda".

Lo Schiller Institut ha avuto anche un forte impatto sui cosiddetti "clima-scettici", partecipando alla Contro-Conferenza sul Cambiamento Climatico dell'8-9 dicembre, organizzata da Climate-Sense (www.climate-sense.com), CFACT (Comitato per un Domani Costruttivo) e NIPCC (NGO sul cambiamento climatico). Gli interventi degli scienziati hanno documentato la frode della teoria del riscaldamento globale.

Il movimento di LaRouche in Danimarca ha in serbo altre iniziative per la seconda ed ultima settimana del vertice.

http://www.movisol.org/09news246.htm

Al vertice di Copenhagen, il movimento di LaRouche assume la guida nel denunciare gli schemi di riduzione demografica

16 dicembre 2009 (MoviSol) - Il movimento di LaRouche ha dato voce agli oppositori della truffa del riscaldamento globale facendo circolare al vertice di Copenhagen un appello che attacca la politica economica genocida ivi discussa e chiede di sostituirla con il Piano LaRouche per un nuovo sistema creditizio internazionale che garantisca lo sviluppo economico reale in tutto il mondo.

Anche se ai giornalisti dell'EIR sono state negate le credenziali stampa col pretesto che non ci fosse spazio sufficiente all'interno, un gruppo di attivisti del movimento di LaRouche sul posto è intervenuto con forza distribuendo migliaia di volantini, discutendo coi delegati e concedendo interviste alle TV di tutto il mondo, nonché creando un apposito sito per l'occasione (www.copenhagenscandal.org), partecipando alla conferenza alternativa anti-riscaldamento globale ed informando il corpo diplomatico in Danimarca. Dissipando la folta nebbia di lavaggio del cervello anti-crescita che permea la conferenza, gli attivisti del movimento di LaRouche sono stati un fattore importante che si è inserito nella esistente polarizzazione al vertice, aumentando le probabilità che fallisca il tentativo di imporre un accordo vincolante suicida sulle emissioni di CO2.

Denunciando apertamente le vere intenzioni degli oligarchi che si celano dietro la frode del riscaldamento globale, il movimento di LaRouche ha creato il podio per altri che hanno messo in dubbio l'ordine del giorno della conferenza. Questo si nota nelle dichiarazioni dell'attuale capo del G77, il sudanese Lumumba Stanislaus Di-Aping, che ha denunciato "l'Impero" che cerca di "colonizzare l'atmosfera". I 10 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo proposti nella bozza di accordo danese, ha detto "non saranno neanche sufficienti a comprare le bare" per questi paesi.

Gli attivisti del movimento di LaRouche hanno distribuito migliaia di copie di due volantini, "La frode del riscaldamento globale significa genocidio: adottare il piano LaRouche per lo sviluppo!" e "La frode del riscaldamento antropico: vuoi davvero una dittatura mondiale?". Dopo aver letto il volantino molti delegati di diversi paesi hanno invitato i rappresentanti di LaRouche a discutere con loro la questione dello sviluppo economico. Un delegato africano è tornato dopo aver letto il volantino per dire "sono affermazioni forti, ma probabilmente vere". Ha aggiunto che all'interno della conferenza tutti stavano parlando dell'intervento dello Schiller Institut.

Molte TV e media internazionali, tra cui la TV russa, un quotidiano cinese, ABC Radio dall'Australia, la TV del Kenya, un settimanale francese, diverse TV web, soprattutto dalla Gran Bretagna, hanno registrato brevi interviste coi rappresentanti di LaRouche.

In un servizio dal titolo "gli scettici sfidano il vertice sul riscaldamento globale di Copenhagen" Russia Today, un programma in lingua inglese della TV russa che in precedenza aveva intervisto anche Lyndon LaRouche, ha mandato in onda una breve intervista all'attivista larouchiano Sebastian Perimony (vedi www.movisol.org) che afferma: "Abbiamo discusso con molte persone qui. Sembra che facciano parte di una setta, che dice che il pianeta si disintegrerà se non facciamo qualcosa subito, subito, subito. E ritengo che sia solo propaganda".

Lo Schiller Institut ha avuto anche un forte impatto sui cosiddetti "clima-scettici", partecipando alla Contro-Conferenza sul Cambiamento Climatico dell'8-9 dicembre, organizzata da Climate-Sense (www.climate-sense.com), CFACT (Comitato per un Domani Costruttivo) e NIPCC (NGO sul cambiamento climatico). Gli interventi degli scienziati hanno documentato la frode della teoria del riscaldamento globale.

Il movimento di LaRouche in Danimarca ha in serbo altre iniziative per la seconda ed ultima settimana del vertice.

http://www.movisol.org/09news246.htm

Duemila miliardi di ragioni per essere preoccupati

Economiadi Pietro Salvato
pubblicato il 17 dicembre 2009 alle 11:00 dallo stesso autore - torna alla home

1.800mila miliardi di Euro, è il nuovo record toccato dal nostro debito pubblico. Questo mentre proprio in questi giorni la Grecia ha sfiorato il “default” del suo. Perché in pochi parlano di questo enorme fardello che grava su ognuno di noi e, soprattutto, peserà sulle future generazioni?

Ieri su Giornalettismo, sia Carlo Cipiciani nel suo editoriale, sia Luca Conforti nella sua inchiesta, si sono occupati del nostro Debito pubblico. L’editoriale di Cipiciani, in particolare, mi è parso più allarmato rispetto alla pur puntuale e precisa inchiesta di Conforti. Cipiciani, in sostanza auspica una decisa presa d’atto della gravità della situazione italiana. “E’ bene – scrive Cipiciani nel suo articolo – che il paese cominci a rendersene conto. E che qualcuno cominci a prendere dei provvedimenti, prima che sia davvero troppo tardi”. Io sono d’accordo con lui. Il debito pubblico italiano ha superato soglia 1.800mila miliardi di euro. Un cifra impressionante. L’Italia ha in valore assoluto – ossia non in relazione al Pil, su cui viene calcolato rispetto al parametro di Maastricht che, comunque, si avvia verso il picco del 120% – uno dei debiti più alti al mondo. La crescita del debito su base mensile è stata di ben 14,7 miliardi ed è imputabile, secondo il bollettino di Bankitalia, per la maggior parte alle spese delle amministrazioni pubbliche. Forse pochi lo sanno, ma se non avessimo questo macigno sulle spalle, frutto dei deficit accumulati ogni anno, lo Stato potrebbe indirizzare le sue risorse per ammodernare l’apparato pubblico, potenziare la rete delle sue infrastrutture, rendere efficienti i servizi sociali, promuovere programmi di sviluppo in settori strategici dell’economia come quello delle nuove tecnologie e della conoscenza, creando così nuova occupazione. Insomma, come ci insegnano al corso di economia, potrebbe praticare quel ruolo del buon padre di famiglia che, liberatosi dopo lunghi sacrifici di tutti i debiti contratti nel passato, comincia finalmente a guardare con ottimismo al futuro suo e della sua famiglia.

RERUM CONOSCERE CAUSAS – Il debito pubblico italiano è di gran lunga più consistente dell’insieme dei beni e dei servizi che il nostro paese è in grado di produrre in un anno (il cosiddetto Prodotto interno lordo, Pil). In particolare, alla fine di quest’anno si prevede che il rapporto tra debito pubblico e reddito nazionale (Pil) supererà quota 115%, per salire ancora l’anno prossimo addirittura al 120% (record negativo, peraltro, già raggiunto nel lontano 1995). Per cogliere l’esatta dimensione del problema basta ricordare che il “famoso” Trattato di Maastricht prevedeva che tale valore non dovesse eccedere il 60%. Quanto poi al disavanzo annuale, il limite è del 3% del Pil. Quest’anno l’Italia quasi lo raddoppierà superando largamente il 5%. Poco male si obietterà, del resto anche altri paesi europei (per non parlare degli stessi Usa) hanno visto crescere il loro debito e il loro deficit, dopo la congiuntura negativa legata alla crisi economica del 2009. Vero, sta di fatto però, che negli altri paesi si sono largamente praticate politiche di “deficit spending”, ovvero di spesa in deficit per tutelare il welfare dei cittadini e proteggere meglio i settori economici più esposti (quello finanziario e quello manifatturiero, in particolare). In Italia, viceversa, si è speso relativamente poco e soprattutto si è speso male. Nonostante ciò, il nostro debito pubblico è il più alto del continente. L’antico motto della London School of Economics, Rerum conoscere causas (prima occorre conoscere le cause dei problemi), per poi giudicarli e valutarli criticamente, oggi dovrebbe valere più che mai. Purtroppo, dubito che questa capacità d’analisi ed eventualmente di critica sia nelle “corde” di questo governo. Quando le entrate, che affluiscono sotto forma di tasse e contributi, non sono sufficienti a coprire sia le spese correnti che gli interessi sul debito accumulato in precedenza si crea, come detto, un disavanzo nei conti pubblici. Lo Stato, in pratica, è costretto a ricorrere ai prestiti dei risparmiatori e soprattutto agli investitori esteri, offrendo ai sottoscrittori dei suoi titoli un rendimento appetibile e, quindi, indebitandosi ulteriormente. Il debito pubblico, quindi, non è altro che l’insieme dei debiti contratti all’interno e all’estero dallo Stato, per finanziare i deficit annuali. In sostanza, è il totale del passivo accumulato nel corso del tempo, per far fronte al fabbisogno finanziario dello Stato.

UN CASO CONCRETO: LA GRECIA - Proprio in questi giorni la Grecia ha sfiorato il cosiddetto “default”, ovvero la “bancarotta” finanziaria del suo sistema economico. Oltre alla Grecia, altri paesi europei sono considerati a rischio insolvenza del debito da mercati e agenzie di rating. L’Italia, al di là dei giudizi spesso ballerini delle agenzie di rating, resta uno di questi. Ma quali sono differenze e analogie tra la nostra situazione e quella greca? In Grecia lo squilibrio è dato da un disavanzo primario molto elevato. Nel nostro Paese, invece, è la fortissima recessione seguita alla crisi a creare problemi. L’agenzia di rating Standard&Poors ha messo in “negative watch” il debito greco, attualmente classificato A-, preludendo a un probabile declassamento; il giorno dopo Moody’s lo ha declassato a BBB+, con un “outlook” negativo. Nel frattempo, sul mercato sono aumentati vertiginosamente gli spread sui Cds greci, ossia i premi pagati per assicurarsi contro l’insolvenza. Le ripercussioni, ovviamente, si sono riverberate su tutte le piazze economiche europee, ma il vero terremoto economico-finanziario, come è facile immaginare, ha interessato soprattutto Atene. Quasi certamente il premier greco, George Papandreou, in questi giorni, si starà pentendo di aver vinto le recenti elezioni politiche. Quello che ha trovato nel bilancio dello Stato è un buco gigantesco: un deficit per il 2009 del 13%, contro il dato del 5% che veniva diffuso dal vecchio governo, che aveva quindi taroccato i dati. La fuga dal debito pubblico greco, come detto avallata dalle varie agenzie di rating, però è ingiustificata e il governo greco non ha nessuna necessità di dichiarare bancarotta. Ma è anche vero che per più di trent’anni l’indisciplina fiscale è stata la regola dell’azione dei vari governi che si sono succeduti. La pressione dei mercati finanziari dovrebbe ora essere interpretata come il segnale di un ritorno alla serietà e al rigore. Per procedere a tagli immediati e radicali della spesa pubblica e a una riforma delle procedure di bilancio. Interventi politicamente dolorosi, ma inevitabili.

QUANTO SIAMO A RISCHIO? – Nel breve termine, diciamolo subito, come del resto sostiene Conforti nella sua inchiesta, è certamente vero l’Italia non corre il rischio di finire come la Grecia o peggio ancora come l’Argentina di qualche anno fa. Però elementi di preoccupazione nel medio, lungo termine ce ne sono, eccome. L’Italia è sicuramente un Paese con molti problemi, fra i quali il fardello pesantissimo di detenere il terzo debito pubblico al mondo. La conseguenza più dirompente è un’iniqua ed inefficiente redistribuzione della ricchezza, poiché abbiamo il fardello di dover devolvere una parte crescente del gettito fiscale (peraltro, quest’anno in calo per via della crisi e delle stesse politiche fiscali attuate dal governo) al pagamento degli interessi e, nel contempo, si distolgono risorse dagli investimenti produttivi sia pubblici che privati. E’ proprio di ieri la notizia che le disuguaglianze economiche nel nostro Paese stanno aumentando. I “pochi” ricchi, in sostanza, risultano sempre più ricchi e i “molti” poveri sempre più poveri. Il problema principale sarà soprattutto per le prossime generazioni – e non è cosa da poco – che dovranno fare i conti con il minore capitale produttivo ereditato dai loro padri e quindi con una quantità di risorse destinate agli investimenti notevolmente ridotta. Inutile dire che nel nostro Paese sarebbe necessario aprire, quanto prima, un serio dibattito su questo tema. Ma dato l’aria che tira, specie negli ultimi giorni, è facile immaginare che per molto tempo saremo inchiodati a parlare solo di opposti estremismi e mandati morali.

http://www.giornalettismo.com/archives/44655/1milione-e-800mila-miliardi-di-ragioni-per-essere-preoccupati/

L'H1N1 NON E' IL VERO PROBLEMA DELL'UCRAINA

Data: Mercoled�, 16 dicembre @ 17:20:00 CST Argomento: Medicina DI F. WILLIAM ENGDAHL Global Research La catastrofe economica porta ad un deterioramento delle condizioni sanitarie I decessi attribuiti in Ucraina dall'OMS (Organizzazione mondiale della sanita') e dalle autorita' ad una epidemia incontrollata di influenza suina, non sono le conseguenze dell'H1N1, un virus la cui esistenza non e' mai stata dimostrata dall'OMS. La mortalita' sembra essere una conseguenza del crollo dello stato di salute generale, cosi' come degli approvvigionamenti di cereali base. E' nelle condizioni preliminari di stabilita' imposti dall'FMI all'Ucraina e non nella influenza suina, che dovremmo ricercare le cause. Fatto decisamente rivelatore, da quando in seno all'Organizzazione Mondiale della Sanita' a Ginevra l'estate scorsa, e' stata presa la decisione politica di dichiarare il livello di pandemia dell'influenza A del virus H1N1 come una minaccia, non comprovata, contro l'umanita', gli avvertimenti precedenti dell'OMS riguardanti l'epidemia di tubercolosi e i ceppi tubercolosi farmacoresistenti in Ucraina, sono misteriosamente spariti. E' forse perche' l'OMS, e la Big Pharma dietro di lei, preferiscono chiamare questa, influenza suina e vendere nuovi vaccini pericolosi, non testati, addizionati di coadiuvanti possibilmente mortali o invalidanti? Nella foto: il Primo Ministro ucraino Yulia Tymoshenko Nelle definizioni recentemente aggiornate delle �cause di decesso� dell'OMS, la morte per tubercolosi o per disturbi polmonari si trova nella stessa categoria dei decessi per influenza. Il WHO (World Health Organization) International classification of diseas, ICD-10, capitolo 10, � Malattie del sistema respiratorio�, codice J09-18, raggruppa sotto un solo titolo: Influenza e Polmonite. La causa di decesso per tubercolosi non trattata e' registrata come una polmonite e classificata negligentemente sotto la dicitura J09-18. Il sospetto e' che questo sia avvenuto per ragioni politiche e che tutte le morti segnalate dall'aprile 2009, attribuite all'H1N1 dell'influenza A, siano di fatto dei decessi di pazienti che soffrivano di malattie polmonari gravi, come la tubercolosi non curata che si e' trasformata in una polmonite mortale.[1] Un numero record di tubercolosi Nel febbraio 2008, l'OMS aveva pubblicato un avvertimento sulla propagazione mortale della tubercolosi in Ucraina. Secondo un dispaccio della Reuters del 26 febbraio 2008, l'OMS aveva dichiarato che, �I casi di tubercolosi farmacoresistenti esistenti sono registrati complessivamente ai tassi piu' elevati mai visti, in zone particolarmente vulnerabili della vecchia Unione Sovietica�. Il rapporto dell'agenzia della sanita' dell'ONU continua, � Sulla base dei dati provenienti da 81 paesi , l'OMS ha stimato che, ogni anno, quasi mezzo milione di persone nel mondo sono colpite da una forma di tubercolosi resistente a due o piu' dei principali farmaci utilizzati per il suo trattamento. Questo numero giustifica circa il 5 % dei 9 milioni di nuovi casi di tubercolosi ogni anno. Molto resistente alle cure, la forma di tubercolosi piu' difficile da curare e' stata individuata in 45 paesi, e potrebbe essere presente in altri, dal momento che i dati disponibili dall'Africa erano estremamente limitati.�[2] Il dottor Mario Raviglione, direttore dello Stop TB Department, dell'OMS ha dichiarato durante un colloquio telefonico , �Ecco da dove e' nata la mia frustrazione: il mondo non prende seriamente questa epidemia. Cio' che mostra il rapporto e' semplicemente che siamo in grande difficolta' in numerose regioni del mondo.� L'OMS aveva riferito poi che Russia, Azerbaijan , Moldavia e Ucraina sono tra i paesi piu' duramente colpiti dalla tubercolosi farmacoresistente. Raviglione ha attribuito questo fenomeno ad anni di deterioramento socio-economico, allo smantellamento dei sistemi di sanita' pubblica, alle condizioni di vita mediocri e ad altri fattori. Secondo gli studi dell'OMS nel 2008, il piu' alto tasso di quella che viene chiamata tubercolosi multi-resistente, o TB-RMR, e' stato registrato nella capitale dell'Azerbaijan, Bakou, dove il 22 % di tutti i nuovi casi di tubercolosi sono stati segnalati in questa categoria. E' il tasso piu' alto mai segnalato in una popolazione. Il rapporto dell'OMS ha mostrato che si era notato che la TB-RMR era stata eccezionalmente frequente in Moldavia (19% di nuovi casi di tubercolosi) oltre che in certe regioni dell'Ucraina, della Russia e dell'Uzbekistan. Questo studio era il primo corposo rapporto dell'OMS sulla tubercolosi dal 2004.Le Americhe, l'Europa centrale e l'Africa hanno dichiarato le proporzioni piu' basse di TB-RMR, fatta eccezione per Peru' , Ruanda e Guatemala.[3] Nel Novembre 2008, come condizione preliminare per il un prestito per la stabilizzazione d'urgenza , il Fondo monetario internazionale (FMI) ha preteso e continua ad esigere che il governo ucraino tagli i pagamenti delle pensioni come anche le spese pubbliche della sanita' e di altri servizi, creando un terreno di poverta' di massa per l'epidemia attuale dei decessi, provocati non dall'H1N1, come si crede, ma dalla tubercolosi virulenta. Sfruttare il disastro Ad aggravare la crisi , una penuria del raccolto minaccia l'Ucraina, la terra una volta considerata il �granaio d'Europa�. Secondo l' SGS Services Agricoles de Gen�ve, la societa' di ispezione agricola ufficiale, i danni degli insetti sono un problema grave in questa stagione del raccolto del grano nella regione del Mar Nero. Si segnalano che i danni degli insetti nei raccolti in Ucraina saranno in media molto elevati, del 4,6% e che in certe regioni dell'Ucraina, si attestano a non meno dell'80%.[4] La ragione, secondo l' SGS, e' che oltre alle considerazioni di ordine climatico, c'e' il fatto che gli agricoltori non hanno i soldi per comprare i pesticidi a causa della crisi economica del paese. Gli Stati Uniti e i fornitori di grano dell'UE non si preoccuperebbero di certo per le perdite dell'Ucraina. Eppure ci sono conseguenze potenzialmente disastrose per i prezzi in Ucraina, per il pane, alla base dell'alimentazione, e in piu' per la riduzione del livello nutrizionale di una popolazione gia' vulnerabile. Forse la GlaxoSmithKline [multinazionale farmaceutica N.d.t.] farebbe meglio a spendere le proprie energie nella ricerca di un vaccino contro il FMI. NOTE [1] OMS, Classificazione Statistica Internazionale delle malattie, versione 2007: apps.who.int/classifications/apps/icd/icd10online [2] Will Dunham, Drug-resistant TB seen at record levels globally, Reuters, 26 febbraio 2008. [3] Ibid. [4] J. Borejan, Presentation at Global Grain 2009, 25 novembre 2009: www.sgs.com/j_boerjan_presentation_at_global_grain_2009?viewId=641 Titolo originale: "Ukraine: H1N1 is not the Problem. Economic Catastrophe Conducive to Deterioration of Health Conditions " Fonte: http://www.globalresearch.ca Link 04.12.2009 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICOL BARBA
Questo Articolo proviene da ComeDonChisciotte http://www.comedonchisciotte.org/site L'URL per questa storia è: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6582