L’onda sta acquistando forza e potrebbe abbattersi tra il primo e il secondo quarto del 2010
A partire dall’ultimo quadrimestre del 2008, si è scatenata una guerra monetaria senza quartiere, tra le economie chiave a livello globale, e durante questo scontro, anche quelle che prima non lo erano, si sono trasformate in forze antagoniste, perché le differenze tra loro risultano inconciliabili. Le sue conseguenze sull’economia mondiale saranno devastanti e per le persone comuni, una disoccupazione di massa e una forte insicurezza sociale saranno inevitabili. I politici di questi paesi, che si trovano di fronte al collasso totale dell’architettura finanziaria internazionale, hanno concluso che l’unica soluzione possibile sia una massiccia “iniezione di denaro” per salvare le banche “troppo grandi per fallire” e dare una boccata d’ossigeno alle loro economie in depressione. Questo atteggiamento si riflette perfettamente nell’affermazione di Bernanke, secondo la quale «il governo degli Stati Uniti possiede la tecnologia, chiamata “capacità di emissione” (oppure oggi, la sua equivalente elettronica), che ci permette di mettere in circolazione la quantità di dollari che desideriamo, praticamente a costo zero”.
Questo è il cuore del problema!
Le differenze inconciliabili
Circa due decenni fa, venne deciso, dalle elite finanziarie globali, che le caratteristiche del sistema economico globale, fossero le seguenti:
1) Un sistema finanziario basato sugli strumenti derivati, controllato dalla Federal Reserve, e dalle sue banche associate, situate nei paesi sviluppati; 2) La rilocalizzazione in Oriente, a discapito dell’Occidente, della produzione di beni, in particolar modo in Cina e in India, per “alimentare” le economie di quei paesi.
Venne basato l’intero sistema su un’unica base; cioè, sulla riserva di moneta gestita dalla FED, la quale avrebbe guidato la crescita dell’economia globale. Di fatto, questa è l’idea base dell’imperialismo economico. Una volta appurata questa semplice verità, l’affermazione di Bernanke, «gli Stati Uniti possono mettere in circolazione tutti i dollari che vogliono, praticamente a costo zero», assume un altro aspetto. Ho parlato con moltissimi economisti e quando ho chiesto loro quale fosse il cuore dell’attuale crisi finanziaria, tutti mi hanno risposto all’unisono che «si tratta dello squilibrio globale…l’Occidente consuma troppo; mentre, l’Oriente risparmia troppo, senza consumare a sufficienza». Questo concetto appare chiaro se si guarda all’enorme deficit nella bilancia commerciale degli Stati Uniti, da una parte, e al gigantesco surplus della Cina, dall’altro. Tutti citano questa massima, ripetendola all’infinito, come un mantra. Le conclusioni del recente vertice APEC non sono state molto differenti. Insieme a questo, un altro mantra viene recitato all’infinito: maggiore liberalizzazione degli scambi commerciali tra le varie nazioni. Si tratta di un’enorme bufala. Tutti i leaders dei principali paesi del mondo sono corrotti fino al midollo, e per questo non hanno alcuna intenzione di chiamare le cose col loro nome, e di smascherare le contraddizioni insite nell’attuale sistema finanziario globale. I tentativi di creare un sistema geopolitico multipolare sono inutili, se l’intero sistema finanziario globale rimane basato sulla riserva monetaria unipolare di dollari statunitensi. Questa è la vera contraddizione interna all’attuale sistema, e i problemi che ne derivano non possono essere risolti con i Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale, come auspicato da diversi Paesi. Tale progetto è nato morto. I leaders della Cina, del Giappone, e dei Paesi produttori di petrolio del Medio Oriente maledicono continuamente l’attuale situazione; ma, non hanno il coraggio di spiegare ai propri cittadini che sono stati truffati dagli stregoni finanziari della FED, i quali agiscono secondo le direttive della Goldman Sachs. Ditemi quale leader politico ammetterebbe mai di aver svenduto la ricchezza della propria nazione, in cambio di carta igienica? Così, la pantomima della carta igienica spacciata per denaro continua… Attualmente, ci troviamo in una situazione di tregua, nella guerra monetaria globale, non molto diversa da quella in cui eravamo durante la Guerra Fredda, tra i paesi della NATO e quelli del Patto di Varsavia. Entrambe le parti in causa erano terrorizzate dalla MAD (Paura della Distruzione Reciproca), figlia della minaccia di una guerra nucleare. I costi per entrambi erano enormi e fu solo dopo che l’Unione Sovietica non fu più in grado di sostenere i costi necessari a rappresentare un deterrente nucleare, e finì in bancarotta, che l’equilibrio si spezzò a favore dei paesi della NATO. In realtà, si trattò di una vittoria di Pirro, per gli Stati Uniti e i loro alleati. Quello che ha consentito loro di mantenere il predominio militare ed economico sull’Unione Sovietica, è stato il diritto di stampare “moneta- carta igienica”, e l’accettazione da parte degli alleati di Washington del dollaro come valuta di riserva globale. Ma la domanda è: perché questi paesi hanno accettato lo status quo, durante la Guerra Fredda? La risposta è semplice! Sono tutti stati ingannati dalla propaganda che diceva loro che senza la protezione del Grande Fratello, e della sua potenza militare, sarebbero stati distrutti dalla minaccia comunista; così, sono stati ammaliati dalla melodia suonata da Washington. La grande domanda successiva è: come mai i cosiddetti paesi “liberati” dall’ex alleato sovietico, sono saliti sul carro del vincitore? La risposta è altrettanto semplice! Hanno tutti creduto all’illusione, creata dalle grandi banche internazionali, con la Goldman Sachs in prima linea, secondo la quale, scambiando le proprie merci e i propri servizi, in cambio della “valuta di riserva-carta igienica” statunitense, si sarebbero assicurati una ricchezza e una prosperità senza precedenti. La mossa strategica più importante si è, però, svolta in Asia. Il Giappone, dopo un decennio di recessione, a seguito dell’esplosione della bolla immobiliare, non era in grado di competere al nuovo gioco, come era stato previsto dagli strateghi finanziari della Goldman Sachs. La maggiore beneficiaria di tale situazione fu la Cina. Il gruppo dirigente della Goldman Sachs negoziò un accordo segreto con i leader cinesi, per il quale, in cambio della maggiore iniezione di dollari e una gigantesca rilocalizzazione di produzione di beni industriali, Pechino avrebbe investito il suo consistente surplus finanziario in “valuta-carta igienica” statunitense, in forma di fondi pensionistici e di altri strumenti del debito americani. Questa è stata la necessaria condizione per la creazione del casinò finanziario globale, che ha portato il gioco a un livello superiore. Perché?
Il Nuovo Gioco
Gli strateghi finanziari della Goldman Sachs avevano un progetto ambizioso – assumere il controllo del sistema finanziario mondiale. Lo strumento utilizzato per ottenere questo enorme potere finanziario è stato il “Sistema Bancario Ombra”, che ha dato vita al mercato degli strumenti finanziari derivati e la cartolarizzazione degli assetes, reali o virtuali. I guadagni ottenuti in questa maniera furono enormi, stimabili in centinaia di trilioni di dollari, e il modo in cui i mercati vennero trasformati fu possibile solamente alzando il livello del gioco, in tutti i settori finanziari. Il fatto è che esiste un fattore di debolezza insito in questo progetto - la minaccia di inflazione, più precisamente dell’iperinflazione. Questa enorme quantità di liquidità nel sistema, causa inevitabilmente la svalutazione della riserva monetaria, e di conseguenza, fa crollare la fiducia nell’intero sistema. Di qui, la necessità di ideare un metodo per tenere sotto controllo l’inflazione dei prezzi e creare l’illusione che sia possibile continuare a mantenere saldo il potere d’acquisto della “valuta- carta igienica” di riserva. E’ qui che entra in gioco Cina; una volta che essa è diventata la “fabbrica del mondo”, il problema è risolto. Quando per produrre una giacca prima era necessario spendere 600 dollari, ora bastano meno di 100 dollari, e un paio di scarpe meno di 5 dollari, i registi occulti conclusero che non vi erano più ostacoli alla più grossa speculazione finanziaria della storia. La Cina acconsentì allo scambio, avendo miliardi di bocche da sfamare e centinaia di milioni di posti di lavoro da trovare, per far sì che il sistema potesse reggere. La differenza è che Pechino è stata abbastanza pragmatica da creare due “sistemi economici” – uno interno basato sullo yuan e uno per le esportazioni basato sul dollaro – con la speranza che i profitti e i benefici ottenuti dall’economia per l’esportazione avrebbe permesso di trasformare il mercato interno, rendendo stabile, in modo che, nel tempo, possa sostituire un’economia ormai totalmente dipendente dalle esportazioni. Si trattò di un patto col diavolo; ma, in quel momento storico non vi erano alternative concrete; soprattutto, dopo il collasso dell’Unione Sovietica.
Il successivo livello del gioco
Il livello successivo del gioco coincise con la trasformazione della “riserva monetaria- carta igienica” in realtà letteralmente virtuale – attraverso un semplice click di un mouse dei computer delle banche internazionali. I grandi capi della Goldman Sachs, e delle altre grandi banche, erano ben contenti di lasciare il sistema precedente, degno di Las Vegas, per sposarne uno degno della mafia, e trasformare i loro miliardi in utili. Si trattò di una manovra finanziaria che andò ogni oltre ogni loro più audace desiderio. Tra di loro si autodefiniscono anche i “Signori dell’Universo”. Creare un’ enorme massa di debito fu il nuovo gioco, che permise a questi signori di aumentare i loro guadagni di oltre 40 volte. Gli assets vennero foraggiati da enormi quantità di liquidità. Il problema è che gli stregoni finanziari hanno fallito nel calcolare, o forse hanno sottostimato, i capitali necessari per partecipare a questo gioco. Hanno resuscitato l’ingegneria finanziaria – la cartolarizzazione dei capitali. E quando i capitali reali erano insufficienti, ne crearono dei virtuali. Molto presto, titoli tossici vennero considerati come strumenti legittimi per partecipare al gioco, tanto che diventò presto possibile utilizzarli, senza riuscire a risalire ai loro originali creatori. Per un certo periodo sembrò che gli stregoni finanziari avessero trovato il modo di finanziare adeguatamente il casinò finanziario globale. Purtroppo, la giostra si è fermata e la bolla è esplosa! E come si suol dire il resto è storia.
Il rimedio della Goldman Sachs
Quando le perdite sono calcolabili in trilioni di dollari, e quando i capitali rimasti ammontano invece a milioni di dollari, si ha un enorme problema – un buco nero finanziario. Il rimedio preferito dai padroni della Goldman Sachs fu quello di creare un’altra illusione – se le banche internazionali crollassero, causando il collasso dell’attuale sistema finanziario, ci sarà una vera e propria Apocalisse. Queste banche “troppo grandi per poter fallire” hanno avuto bisogno di ingenti iniezioni di denaro virtuale per ricapitolarizzarsi e per far scomparire i titoli tossici dai loro bilanci. Tutte le banche centrali dei principali paesi sviluppati si sono accodati al coro della Goldman Sachs, sostenendo qualunque teoria, pur di legittimare questo piano di salvataggio. In sostanza, quello che è accaduto è un semplice trasferimento di denaro dalla tasca sinistra a quella destra, con un’evidente torsione della realtà, cioè sostenendo che erano le banche in realtà a salvare i governi dalla crisi. La FED e le altre più importanti banche centrali, decisero di prestare “denaro virtuale” a queste banche “troppo grandi per fallire”, a tasso zero, o quasi zero, ottenendo in cambio che questi istituti lo depositassero presso i loro forzieri, a tassi concordati. Queste transazioni avvengono, ovviamente, puramente sulla carta. Altri “prestiti” da parte della FED e delle maggiori banche centrali (nuovamente a tasso zero, o quasi zero) sono stati elargiti a fronte dei debiti pubblici dei vari stati, i quali li hanno utilizzati da stimolo per rilanciare l’economia reale e creare posti di lavoro, a fronte di una disoccupazione in continua crescita. In sostanza, queste banche hanno prestato denaro, a costo zero, ai governi, a fronte di tassi concordati in precedenza, senza alcun rischio. E’ un inganno! Non si tratta di denaro “reale”; bensì, di movimenti virtuali. Quindi, quando la FED inietta nel sistema bancario trilioni di dollari, in realtà, non fa altro che addebitare tale cifra sui conti che queste banche “troppo grandi per fallire” hanno presso di essa. Quando questo sistema viene applicato al commercio internazionale, lo stesso avviene per pagare le merci che vengono prodotte in Cina, in Giappone, ecc. Per il resto del mondo, quando si acquistano beni commerciati in dollari, quei paesi devono produrre beni e servizi, venderli in cambio di dollari, allo scopo di poter acquistare materie necessarie alle loro economie; quindi, devono produrre beni concreti, per ottenere ciò di cui necessitano. Di contro, tutto quello che gli Stati Uniti devono fare è creare denaro dal nulla e utilizzarlo per pagare le loro importazioni. Washington può utilizzare tale strategia perché ha una capacità militare tale da poter creare e rafforzare tale inganno. Come affermato in precedenza, tale status quo è stato accettato passivamente, specialmente durante la Guerra Fredda, e con qualche riluttanza dopo il crollo dell’Unione Sovietica; ma con la previsione che gli Stati Uniti sarebbero diventati i “consumatori finali del mondo”. Questa idea era di conforto a molti paesi produttori; infatti, coloro che avevano venduto le loro merci agli Stati Uniti, sarebbero stati in grado di utilizzare i dollari così guadagnati per comprare altri beni dagli altri paesi, soprattutto per il fatto che l’ 80% delle merci mondiali viene commerciato in dollari, compreso il petrolio greggio, la linfa vitale del sistema economico globale. Con gli Stati Uniti in bancarotta, e i loro cittadini (i maggiori consumatori al mondo) incapaci di reperire ulteriore denaro per acquistare beni di consumo dalla Cina, dal Giappone, e dal resto del pianeta, la domanda di dollari è evaporata. Lo status di dollaro come valuta di riserva mondiale, e, di conseguenza, la sua indispensabilità, è stato seriamente messo in discussione.
La mano finale
Gli effetti dell’attuale crisi possono semplicemente essere così riassunti: Un Paese in bancarotta (gli Stati Uniti) dovrebbe essere in grado di utilizzare denaro creato dal nulla per pagare beni prodotti con sudore e lacrime da parte dei cittadini dei paesi esportatori? Aggiungendo il danno alla beffa, gli stessi dollari sono ora richiesti molto meno di prima; quindi, qual è a questo punto il vantaggio di venire pagati con valuta che si svaluta continuamente e a grande velocità? D’altra parte, gli Stati Uniti stanno dicendo al mondo, specialmente ai cinesi, che se non piace lo status quo, niente impedisce loro di vendere agli altri paesi, accettando le loro valute; ma, se vogliono vendere i loro beni agli statunitensi, devono per forza accettare la loro “valuta-carta igienica”, e il loro diritto a creare denaro dal nulla! Si tratta della mano di poker definitiva, al termine della quale i perdenti subiranno gravi perde e terribili conseguenze finanziarie. Ma chi ha in mano le carte vincenti? Sicuramente non gli Stati Uniti; ma, nemmeno la Cina le ha. Questa situazione commerciale a livello internazionale non potrà durare ancora a lungo; di conseguenza, qualunque carta, Washington o Pechino, mettano sul tavolo, per godere di vantaggi strategici, qualunque risultato otterranno, produrrà benefici solo sul breve periodo e sarà vano, in quanto, sul lungo periodo non saranno in grado di risolvere positivamente le contraddizioni sistemiche di fondo. Quando la sopravvivenza dell’intero sistema dipende dalla disponibilità del credito (cioè, dalla possibilità di accumulare sempre maggiori debiti) è solo una questione di tempo, prima che sia i creditori che i debitori giungano alla conclusione inevitabile che quel debito non potrà mai essere pagato; di conseguenza, se il creditore vuole incassare comunque il suo avere, deve obbligatoriamente ricorrere a strumenti drastici. Sarebbe curioso ritenere che gli Stati Uniti accettino senza fare una piega di essere esclusi dalla partita. Quando arriveremo a quel punto, la guerra mondiale sarà inevitabile, e gli schieramenti saranno: USA- Gran Bretagna- Israele contro il resto del mondo.
Il preludio alla partita finale
L’economia statunitense entrerà in una spirale fuori controllo, nei prossimi mesi, raggiungerà il punto critico alla fine del primo quadrimestre del 2010, per implodere nel secondo quadrimestre. Le iniezioni da trilioni di dollari hanno mancato l’obiettivo di rilanciare l’economia reale. Pur tenendo il paziente in vita, ci sono diversi segnali che molti organi vitali stanno smettendo di funzionare. Ci sarà un’altra ondata di sfratti e requisizioni di appartamenti e di attività commerciali, tra dicembre di quest’anno e l’inizio del 2010; inoltre, le proprietà espropriate nel 2009 faranno crollare il valore degli immobili, una volta messe all’asta. I bilanci delle banche segneranno pesanti deficit, che i “guadagni record” degli ultimi due quadrimestri del 2009 non riusciranno a coprire. Data questa situazione, la FED sarà in grato di continuare ad acquistare titoli garantiti da mutui, allo scopo di sostenere i mercati? La FED ha già speso trilioni di dollari per acquisire i mutui di Fannie Mae e di Freddie Mac, senza acquirenti potenziali all’orizzonte. Al momento, il suo bilancio contiene titoli “tossici”, proprio come quelli delle banche “troppo grandi per fallire”, che ha salvato. In questa situazione, non ha alcun senso affermare che il peggio è passato, e che l’economia globale è sulla strada per uscire dal tunnel. Il chiaro segnale che non stia andando tutto per il meglio, è rappresentato dal recente discorso del presidente della Federal Reserve di New York, William Dudley, tenuto a Princeton, nel New Jersey, nel corso del quale ha affermato che la FED fronteggerà il rischio futuro di mancanzad i liquidità, fornendo una “moratoria” per quelle aziende insolventi, che siano in grado di esibire sufficienti garanzie. Questo avvertimento, che è al contempo una rassicurazione, merita qualche riflessione. Primo, è un’evidente contraddizione affermare che aziende insolventi, con sufficienti garanzie, possano imbattersi in una crisi di liquidità tale da aver bisogno del soccorso della FED; infatti, rappresenta un’ammissione del fatto che le banche non sono sufficientemente capitalizzate, e che quando la seconda ondata dello tsunami finanziario le colpirà nuovamente, saranno incapaci di reagire. Dudley ha anche affermato che «la banca centrale potrebbe trasformarsi nel prestatore finale…(cosa che ridurrebbe) il rischio di diffusione del panico, che colpisce gli istituti di credito, a causa dell’incertezza di ciò in cui credono gli altri creditori». Per tradurre “alla brutta” queste parole, sta dicendo che la FED si adopererà per evitare nuovi episodi come il crollo della Bear Sterns, della Lehman Bros. e della AIG; inoltre, significa che le altre grandi banche sopravvissute sono in grossa difficoltà. E’ altresì da rilevare che un’indagine di Bloomberg riportava, a inizio novembre, che la Citigroup Inc. e la JP Morgan Chase hanno attivi di cassa. La prima ha quasi raddoppiato la propria liquidità di cassa, fino a 244,20 miliardi di dollari; per la seconda, la cifra è di 453,60 miliardi. Tuttavia, nonostante questo aumento di liquidità, da parte delle principali banche, la Federal Reserve di New York ha dovuto rassicurare la comunità finanziaria, circa il fatto che sarà pronta a iniettare liquidità in modo massiccio, per sostenere il sistema. A questo punto, non dovrebbe sorprendere il fatto che il dollaro si stia rapidamente svalutando. Quando una moneta si svaluta, la volatilità dei mercati cresce; ma, i guadagni non valgono i rischi, e coloro che sono ancora sul mercato, verranno spazzati via durante il primo quadrimestre del 2010. Il tasso S&P è effettivamente salito di oltre il 25%; ma, tale incremento è quasi interamente dovuto alla salita del prezzo dell’oro. I guadagni sono rimasti al di sotto dell’aumento del tasso di inflazione negli Stati Uniti; cioè, un rendimento al netto dell’inflazione, al di sotto del 25%. Quando Meredith Whitney osserva che «non capisco cosa stia succedendo sui mercati; tutto ciò non ha senso, secondo me», questo significa che è il momento di uscire rapidamente dai mercati. In un rapporto, inviato ai propri clienti, la Societè Generale ha avvertito che il debito pubblico sarà enorme, nei prossimi due anni – il 105% in Gran Bretagna, il 125% negli USA e in Europa, e il 270% in Giappone. Il debito globale raggiungerà l’impressionante cifra di 45 trilioni di dollari. Ad un certo punto, questo debito dovrà essere ripagato. Come sarà possibile? Se la strategia di Bernanke proseguirà, la soluzione sarà quella di stampare ulteriore “valuta-carta igienica” per ripagarlo. Come risultato, la svalutazione della moneta continuerà ad aumentare, e questo non farà altro che alimentare ulteriormente le tensioni tra le economie antagoniste, e quando i creditori saranno stanchi di accettare questa “spazzatura”, aspettatevi reazioni estremamente violente!
Fonte: www.globalresearch.ca Traduzione: Manuel Zanarini
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