Perché dobbiamo cambiare il capitalismo

di Joseph Stiglitz - 19/02/2010 Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte] In un estratto del suo nuovo libro, Freefall, l'ex economista capo della Banca mondiale spiega perché le banche dovrebbero essere smembrate e perché l'Occidente dovrebbe ridurre i consumi. Nel corso della Grande recessione cominciata nel 2008 milioni di persone, negli USA e nel resto del mondo, hanno perso casa e lavoro, molti altri hanno temuto di dover subire la stessa sorte, e praticamente tutti quelli che avevano accantonato soldi per la pensione o per l'istruzione dei figli hanno visto i propri risparmi ridursi a una frazione del valore iniziale. Una crisi scoppiata negli Usa è diventata ben presto globale, man mano che in tutto il mondo decine di milioni d'individui – venti nella sola Cina - perdevano il posto di lavoro e altrettanti si scoprivano poveri. Non è così che si pensava sarebbero andate le cose. I moderni economisti, con la loro cieca fede nel libero mercato e nella globalizzazione, avevano promesso prosperità per tutti, e davano per scontato che la tanto decantata "Nuova economia", con le stupefacenti innovazioni (tra l'altro liberalizzazione e ingegneria finanziaria) che avevano marcato la seconda metà del XX secolo, avrebbe consentito una migliore gestione dei rischi e posto fine al susseguirsi dei cicli economici. Se la combinazione di Nuova economia e nuovi strumenti economici non poteva eliminare del tutto le fluttuazioni economiche poteva quanto meno tenerle sotto controllo. O almeno questo ci hanno raccontato. La Grande recessione, il peggior incubo dopo la Grande depressione di 75 anni prima, ha spazzato via tutte le illusioni, e ci sta obbligando a ripensare i nostri tanto amati punti di vista. Per 25 anni alcune dottrine sui liberi mercati hanno dominato incontrastate: i mercati liberi e senza controlli sono efficienti e se sbagliano si autocorreggono rapidamente, il miglior governo è un governo con pochi poteri, le normative non fanno altro che ostacolare l'innovazione, le banche centrali dovrebbero essere indipendenti e concentrarsi sul contenimento dell'inflazione. Oggigiorno anche Alan Greenspan, il grande sacerdote dell'ideologia liberista a capo della FED nel periodo in cui tali opinioni prevalevano, ha dovuto ammettere che in questo modo di pensare c'erano delle falle, ma la sua confessione è arrivata troppo tardi per tutti coloro che ne hanno subito le conseguenze. Col tempo qualsiasi crisi viene superata, ma tutte, in particolare se così drammatiche, lasciano il segno. Quella del 2008 offre nuovi punti di riflessione nella tradizionale disputa sul sistema economico capace di distribuire i massimi benefici. Credo che i mercati siano alla base di qualsiasi economia di successo, ma che non funzionino automaticamente bene. In questo senso seguo la linea del noto economista britannico John Maynard Keynes, la cui influenza domina negli studi dei moderni economisti. I governi hanno un ruolo da svolgere, che non si riduce a salvare l'economia quando i mercati crollano o a regolamentarli per evitare il tipo di problemi che abbiamo appena sperimentato. Le economie esigono un equilibrio tra il ruolo dei mercati e quello del governo, con apporti fondamentali delle istituzioni private e senza fine di lucro; ma negli ultimi 25 anni gli USA non hanno rispettato questo equilibrio e hanno anzi esportato la loro visione distorta in tutto il mondo. La crisi attuale ha messo in luce i difetti fondamentali del capitalismo, o per meglio dire di quella particolare versione del capitalismo (a volte definito capitalismo in stile americano) che ha visto la luce nell'ultima parte del XX secolo negli USA. Non si tratta solo di singole persone, di errori specifici, di problemi di dettaglio da risolvere, o di norme da modificare. È stato difficile scoprire le falle, perché noi americani volevamo assolutamente credere nel nostro sistema economico: i "nostri ragazzi" avevano ottenuto risultati così spettacolari rispetto ai tradizionali arcinemici del blocco sovietico. I numeri rafforzano la delusione. Dopo tutto la nostra economia stava crescendo molto più velocemente di quasi tutte le altre, a eccezione della Cina; e alla luce delle difficoltà che credevamo di scorgere nel sistema bancario cinese, era solo questione di tempo prima che implodesse. Anche adesso, molti negano l'ampiezza dei problemi cui deve far fronte la nostra economia di mercato; una volta usciti dalla situazione attuale, e tutte le recessioni finiscono prima o poi, scommettono su una nuova vigorosa crescita. Ma uno sguardo più attento all'economia statunitense lascia intravedere altri problemi ben più profondi: una società in cui persino la classe media ha visto i propri guadagni stagnare per decenni, caratterizzata da una crescente ineguaglianza, e in cui, anche se vi sono notevoli eccezioni, le probabilità per un americano povero di arrivare al vertice sono inferiori a quelle della "vecchia Europa". Si dice che l'esperienza di premorte obbliga a rivalutare le priorità e la scala di valori, e l'economia globale l'ha appunto provata. La crisi ha portato in luce non solo i difetti del modello economico imperante, ma anche quelli della nostra società: troppa gente ha profittato dei suoi simili. Quasi ogni giorno sono venuti alla luce comportamenti scorretti di coloro che lavorano nel settore finanziario: schema di Ponzi (una sorta di catena di S.Antonio in campo economico. NdT), uso d'informazioni riservate, comportamenti predatori, programmi di concessione di carte di credito per scroccare il più possibile agli sfortunati utilizzatori. Il mio libro, Freefall, si occupa però non di quelli che hanno violato la legge ma di tutti coloro che, pur nel suo rispetto formale, hanno creato, impacchettato, spacchettato, e venduto prodotti tossici, lasciandosi coinvolgere in una spericolata attività che ha rischiato di distruggere l'intero sistema economico e finanziario. Il sistema è stato salvato, ma a un prezzo che è ancora difficile valutare. Dovremmo considerare quello attuale un momento di analisi e riflessione, per pensare al tipo di società in cui vogliamo vivere e per chiederci: stiamo creando un'economia in grado di aiutarci a soddisfare le nostre aspirazioni? Siamo andati ben avanti su una strada alternativa, creando una società in cui il materialismo ha il sopravvento sull'impegno morale, in cui il rapido sviluppo che abbiamo ottenuto non è sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, in cui non operiamo tutti assieme come società civile per far fronte ai bisogni comuni, in parte perché un feroce individualismo e un mercato fondamentalista hanno eroso il senso di appartenenza a un gruppo e hanno reso possibili un violento sfruttamento degl'individui privi di protezione. Senza volerlo, gli economisti hanno offerto una giustificazione a questa mancanza di responsabilità morale. Una lettura superficiale dei suoi scritti ha instillato l'idea che Adam Smith avesse escluso ogni scrupolo morale da parte di chi operava sui mercati. Dopo tutto, se la ricerca dell'interesse personale conduce, come una mano invisibile, al benessere della società, tutto quello che bisogna fare è assicurarsi di star perseguendo al meglio l'interesse personale. Ed è proprio quello che sembrano aver fatto gli operatori del settore finanziario. Ma ovviamente, la ricerca dell'interesse personale, l'ingordigia, non ha condotto al benessere della società. Il modello che combina individualismo esasperato e fondamentalismo di mercato ha modificato non solo il modo in cui i singoli vedono se stessi e le loro preferenze, ma anche il modo in cui si relazionano con gli altri. In un mondo d'individualismo esasperato non c'è bisogno di una comunità di soggetti o di una forma di società civile. Il governo rappresenta un ostacolo; è il problema, non la soluzione. Ma se i difetti del mercato sono pervasivi è necessaria un'azione collettiva; gli accordi volontari non sono sufficienti (semplicemente perché non c'è alcun "obbligo"). Peggio ancora, l'individualismo esasperato e il materialismo rampante hanno finito col minare la fiducia. Anche in un'economia di mercato, la fiducia è il lubrificante che fa funzionare la società. Talvolta la società può funzionare anche in mancanza di fiducia, ma è un'alternativa molto meno interessante.
Nella crisi attuale i banchieri hanno perso la nostra fiducia e quella reciproca. Gli storici dell'economia hanno sottolineato il ruolo della fiducia nello sviluppo del commercio e delle attività bancarie. Se certe comunità si sono sviluppate a livello globale nei settori commerciale e finanziario è proprio perché i suoi membri avevano fiducia gli uni negli altri. La grande lezione di questa crisi è che, nonostante tutti i cambiamenti degli ultimi secoli, il nostro complesso settore finanziario continua a fondarsi sulla fiducia: quando viene meno, il sistema finanziario si blocca. È facile evitare l'assunzione di rischi eccessivi; basta diffidare le banche dal farlo. Impedire alle istituzioni bancarie di usare meccanismi d'incentivazione che incoraggiano l'assunzione di rischi eccessivi e obbligarle ad una maggiore trasparenza richiederà molto tempo. Costringerà tra l'altro quelle che s'ingaggeranno in attività ad alto rischio ad aumentare di molto il capitale e a pagare più elevati premi assicurativi sui depositi. Ma sono necessarie anche altre riforme: sarà necessario limitare i leverage (quoziente d'indebitamento. NdT) e imporre restrizioni su alcuni prodotti particolarmente rischiosi. Visto quello che è accaduto al settore economico, è ovvio che il governo federale dovrà approvare una versione aggiornata del Glass-Steagall Act. Non c'è scelta: bisogna severamente limitare la possibilità di assunzione dei rischi da parte delle istituzioni che sfruttano la posizione di banca commerciale – incluse le reti di protezione governative. Ci sono troppi conflitti d'interesse e troppe difficoltà per consentire che le attività delle banche commerciali si mescolino con quelle delle banche d'investimento. I vantati benefici legati all'abolizione del Glass-Steagall Act si sono rivelati illusori, e i costi di gran lunga maggiori di quelli che anche i più feroci critici avevano temuto. I problemi sono particolarmente gravi nel caso delle banche "troppo grandi per poter fallire". La necessità di rimettere in vigore il più rapidamente possibile il Glass-Steagall Act ci viene suggerita dal recente comportamento di alcune banche d'investimento, per le quali, ancora una volta, la trattazione di titoli si è dimostrata una proficua fonte d'investimenti. La rapidità con cui, nell'autunno 2008, tutte le più importanti banche d'investimento si sono riconvertite in banche commerciali è preoccupante: avevano previsto il regalo del governo federale, ed erano evidentemente sicure che il loro modo di assumere rischi non avrebbe subito serie limitazioni. Adesso possono sfruttare le facilitazione offerte dalla FED e ottenere prestiti a costo zero. Sanno di essere protette da una nuova rete di sicurezza ma di potere al tempo stesso continuare indisturbate le loro operazioni ad alto rischio. È una situazione totalmente inaccettabile. Esiste una ovvia soluzione al problema delle banche "troppo grandi per poter fallire": smembrarle. La sopravvivenza di queste istituzioni sarebbe giustificata solamente se permettessero significative economie di scala o copertura che altrimenti andrebbero perse. Non solo non ho trovato nessuna prova di un tale effetto, ma anzi tutto punta verso la conclusione che queste banche "troppo grandi per poter fallire" e troppo grandi per poter essere smembrate sono anche troppo grandi per poter essere gestite. Il loro vantaggio sul piano della concorrenza deriva dal loro potere monopolistico e dai sussidi governativi. La crisi ha messo in luce, da Wall Street a Main Street, un profondo abisso tra la classe ricca statunitense e il resto della società: mentre i ricchi hanno ottenuto ottimi risultati negli ultimi 30 anni, le entrate della maggior parte dei cittadini sono rimaste stagnanti o si sono ridotte. Le conseguenze sono state celate: quelli della classe inferiore, o anche della classe media, sono stati sollecitati a continuare a spendere come se i loro stipendi aumentassero senza sosta, a prendere soldi in prestito e a vivere al di sopra dei propri mezzi (e le bolle speculative hanno reso la cosa possibile). Le conseguenze del brusco ritorno alla realtà sono semplici: il livello di vita dovrà ridursi. Qualcuno dovrà pagare il conto del salvataggio delle banche. Per la maggior parte degli americani, anche una ripartizione proporzionale sarebbe disastrosa. Con un reddito familiare mediano (reddito medio e reddito mediano non sono la stessa cosa. Il primo è la media dei vari valori della seriazione, il secondo è il suo valore centrale. NdT) che dal 2000 ha perso circa il 4%, non c'è scelta: se vogliamo preservare un barlume di giustizia, i costi devono essere a carico della classe alta, che ha tratto vantaggi sproporzionati negli ultimi 30 anni, e del settore finanziario, che ha scaricato tutti gli oneri sul resto della società. Ma passare ai fatti non sarà facile. Il settore finanziario è riluttante ad ammettere i propri errori. Fa parte del comportamento morale e della responsabilità individuale accettare il biasimo quando è meritato: tutti gli esseri umani sono fallibili, anche i banchieri, che però, come possiamo constatare, si sono dati da fare per scaricarlo sugli altri, anche sulle vittime. Gli USA non sono i soli a dover affrontare un duro riallineamento. Il sistema finanziario britannico è stato ancor più presuntuoso di quello statunitense. Prima del collasso, la Royal Bank of Scotland era la più grande banca europea; nel 2008 ha subito più perdite di qualsiasi altra banca al mondo. Proprio come negli USA, anche nel Regno Unito abbiamo assistito a una bolla speculativa immobiliare che è ora scoppiata. Adattarsi alla nuova realtà può significare una riduzione dei consumi del 10%. Ne ho dedotto che le difficoltà cui devono far fronte il nostro paese e il resto del mondo impongono qualcosa di più di un piccolo riallineamento del sistema finanziario. Alcuni hanno detto che abbiamo avuto un piccolo problema nel nostro impianto idraulico: alcuni tubi si sono ostruiti. E abbiamo chiamato gli stessi idraulici che avevano installato l'impianto: avendo creato il pasticcio erano probabilmente gli unici a sapere come tirarcene fuori. Poco importa se ci hanno fatturato l'impianto e se ora ci fatturano la riparazione: dovremmo essere contenti perché il sistema funziona di nuovo, pagare il conto senza protestare, e sperare che questa volta abbiano fatto un lavoro migliore. Ma si tratta di qualcosa di più grave di un semplice "problema idraulico": i difetti del sistema finanziario sono il segno di difetti ancora più gravi del sistema economico, e i difetti del sistema economico riflettono a loro volta quelli più profondi della nostra società. Abbiamo avviato il salvataggio senza avere le idee chiare sul tipo di sistema finanziario che volevamo, e il risultato è stato manipolato dalle stesse forze politiche che ci avevano messo nei guai. Eppure credevamo che il cambiamento fosse non solo possibile ma necessario. Che alla fine della crisi vi saranno stati dei cambiamenti è sicuro; non possiamo tornare al mondo di prima. Ma le domande da porsi sono: quanto saranno profondi e importanti i cambiamenti? E andranno nella giusta direzione? In varie aree critiche, le cose sono andate ancora peggiorando nel corso della crisi. Abbiamo distorto non solo le nostre istituzioni, incoraggiando una maggiore concentrazione nel settore finanziario, ma le stesse regole del capitalismo. Abbiamo annunciato che le istituzioni privilegiate verranno sottoposte a una disciplina limitata, o nulla. Abbiamo creato un surrogato di capitalismo con regole poco chiare ma con prevedibili risultati: crisi future, assunzione indebita di rischi a spese della comunità (quali che siano le promesse di un nuovo regime normativo), e un'accresciuta inefficienza. Abbiamo sostenuto l'importanza della trasparenza, ma abbiamo aumentato le possibilità delle banche di manipolare i libri contabili. Nelle crisi precedenti ci si preoccupava del rischio morale e degl'incentivi forniti dalle procedure di salvataggio; l'ampiezza di quella attuale ha mutato il significato di tali principi. È diventato un luogo comune sottolineare che i caratteri cinesi della parola "crisi" riflettono "pericolo" e "opportunità". Ci siamo resi conto del pericolo. La domanda è: approfitteremo dell'opportunità per ridar vigore al principio di equilibrio tra mercato e stato, tra individualismo e comunità, tra uomo e natura, tra fine e mezzi? In questo momento abbiamo l'opportunità di dar vita a un nuovo sistema finanziario che faccia ciò che gli essere umani pensano debba fare, di dar vita a un nuovo sistema economico che crei posti di lavoro utili e un lavoro dignitoso per tutti, e nel quale la differenza tra chi ha e chi non ha si riduca invece di allargarsi, e, soprattutto, di dar vita a una nuova società in cui ciascuno sia in grado di realizzare le proprie aspirazioni e potenzialità, in cui i cittadini condividano ideali e valori, in cui il nostro pianeta venga trattato col rispetto che esige. Ecco le vere opportunità. Il vero pericolo è che l'umanità non sia in grado di approfittarne. Joseph Stiglitz Fonte: www.telegraph.co.uk Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/newsbysector/banksandfinance/7061058/Joseph-Stiglitz-Why-we-have-to-change-capitalism.html 23.01.2010 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO PAPPALARDO Estratto da FREEFALL: Free Markets and the Sinking of the Global Economy, di Joseph Stiglitz, edito da Allen Lane il 28 gennaio ( £25). Copyright © Joseph Stiglitz 2010.
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FINANZA/ A chi giova il "caso Grecia"? Provate a chiedere alla Svizzera

venerdì 19 febbraio 2010

Il tempo è galantuomo. I sussidi settimanali di disoccupazione negli Usa salgono a sorpresa di 31 mila unità a quota 473mila, questo nonostante gli analisti si aspettassero un calo di 10mila unità. Ma non basta. I prezzi alla produzione negli Usa salgono dell'1,4% mensile a gennaio, contro un aumento dello 0,4% a dicembre: gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,8%. I prezzi alla produzione core, con l'esclusione dei beni energetici e alimentari, crescono dello 0,3%, contro un atteso +0,1%, mentre a dicembre erano rimasti invariati. Su base annuale i prezzi alla produzione Usa avanzano del 4,6%, il balzo in avanti più grande dall'ottobre 2008, contro un atteso +4,4%: circa tre quarti dell'aumento mensile di gennaio è legato al +5,1% dei prezzi dell'energia.

Ecco il frutto, amaro, del dato record sulla crescita economica che ha infiammato le Borse una decina di giorni fa: ora l’iperinflazione attende alla finestra e tra poco chiederà il conto. Ma se gli Usa, nonostante i dati “alla cinese” che ultimamente forniscono, stanno tutt’altro che bene, l’Europa sprofonda nel ridicolo.

Ciò che era, nei fatti, una decisione meritoria - ovvero chiedere conto alla Grecia e a Goldman Sachs degli swap sul monetario posti in essere allegramente nel 2001, ma proseguiti ancora nel tempo, non più tardi dello scorso novembre - si è trasformata nella solita battaglia di retroguardia politica, con i tedeschi scatenati nel voler coinvolgere Mario Draghi, potenziale successore di Jean-Claude Trichet alla Bce e antagonista del teutonico Alex Weber, nell’operazione ellenica al fine di bruciarne la candidatura.

Complimenti, un’operazione geniale in un momento come questo. E se mercoledì Angela Merkel ha giocato a nascondino con le proprie reali intenzioni chiedendo chiarimenti a Goldman, ieri è stato il turno del ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, per alzare la voce sulle operazioni swap sui derivati della Grecia con la banca d'investimenti Usa chiedendo chiarimenti. «È una questione - dice - su cui dobbiamo avere delle risposte. Dobbiamo sapere - aggiunge - se c'è stato un camuffamento dei conti e se, all'epoca, si è trattato di operazioni lecite».

Sulle operazioni sui derivati della Grecia, la Lagarde ha precisato poi che «se erano legali, allora vogliamo sapere se fossero finalizzate alla stabilità e probabilmente non era così». Mercoledì la cancelliere tedesca aveva detto che «sarebbe uno scandalo se dovesse risultare che le banche hanno aiutato la Grecia a nascondere il suo deficit».

Ma sempre ieri la stessa Merkel è tornata alla carica affermando che la Grecia e altri paesi dell'area euro devono perseguire politiche di bilancio come quelle della Germania: «Proprio come la Germania - dice - deve perseguire una attenta politica di bilancia, ci aspettiamo che altri paesi membri e in particolare la Grecia facciano altrettanto». E brava la nostra maestrina tedesca, parla bene ma razzola molto male.

L’economia della Germania nel 2009 ha infatti attraversato la sua peggiore recessione dalla fine della Seconda Guerra Mondiale perdendo il 5%, stando ai dati che sono stati diffusi dall'Ufficio federale di statistica a Wiesbaden. Per quanto riguarda il Pil, va notato che nel 2009 l'export tedesco è sceso del 14,7%, mentre le importazioni sono calate dell'8,9% e i consumi privati sono cresciuti l'anno scorso dello 0,4%, come nel 2008. Ma questo non basta.

Per i titoli pubblici, ma anche per le obbligazioni societarie, gennaio è stato un mese di fuoco. E l'attenzione del mercato si concentra proprio sulla Germania visto che il governo di Berlino ha programmato quattro aste per un totale di 22 miliardi di euro, oltre un decimo dell'ammontare in emissione per l'intero 2010, escludendo i titoli indicizzati all'inflazione. La Germania si candida a essere uno dei protagonisti del mercato, considerando che l'ammontare nominale complessivo delle emissioni programmate per il prossimo anno sarà superiore del 35% rispetto all'anno in corso a causa dell'esigenza di copertura del maxi-piano di spesa pubblica a sostegno dell'economia, prima che venga iniziata l'opera di rientro del deficit.

Insomma, Berlino tenta la carta della maxi-emissione perché sa che - come diciamo da mesi su ilsussidiario.net - o si dà vita entro marzo alla bad bank o il sistema bancario - con a cascata quello assicurativo - salterà come un tappo di spumante a Capodanno sotto il peso di circa 300 miliardi di euro di titoli tossici da scaricare. Ma non solo, un'altra bomba è all'orizzonte. Ovvero, prestiti e fidi che le banche dovranno scrivere nei loro libri contabili come inesigibili.

A quanto ammontano? Da 70 a 90 miliardi di euro, un livello di svalutazione che sia negli Usa che in Europa toccheranno relativamente il 12% e il 13% del totale. A fare paura è il fatto che una componente molto grande della futura messe di perdite sarà ancora legata ai Cdo, ovvero i subprime che le banche millantavano di non avere in pancia o di avere eliminato e che invece porteranno con sé qualcosa come altri 16 miliardi di dollari di perdite nel primo trimestre.

Nonostante non lo si voglia ammettere, ad esempio, Commerzbank, Hsh Nordbank e Bayern Lb - tutte banche tedesche - sono a forte rischio di nazionalizzazione già entro il primo semestre del prossimo anno, lo ha ammesso la stessa Bundesbank che ha chiaramente fatto capire che la strada maestra sarà quella che portò poche settimane fa al salvataggio di WestLB, scherzetto costato quattro miliardi di euro ai contribuenti tedeschi.

Quindi, Atene e Goldman Sachs non saranno dei santi e siamo noi i primi a dirlo, ma Berlino la smetta con la sua grandeur passata, visto che resta in piedi a stento e ha ben poco da insegnare agli altri. E, forse, sarebbe il caso che Silvio Berlusconi cominciasse ad alzare davvero la voce in sede Ue per far finire questa sorta di pantomima da dittatura politica.

In compenso qualcosa di strano si muove nel mondo delle banche d’affari e guarda caso riguarda proprio Goldman Sachs, la quale ha denunciato sette suoi alti manager che due settimane fa, in fretta e furia, hanno dato le dimissioni per passare armi e bagagli a Credit Suisse, istituto che li ha coperti di milioni di dollari pur di accaparrarsene i servigi.

Normale regola di mercato, direte voi. Molto strana, invero. Poiché si sa che difficilmente si lascia Goldman quando ne si fa parte - e soprattutto a certi livelli - e ancor di più perché la Svizzera sta combattendo una guerra strisciante e silenziosa in difesa delle liste nere e del segreto bancario, oltre a porre le basi al trasferimento a Ginevra degli hedge funds pronti a scappare da Londra per sfuggire alle leggi draconiane del governo Brown.

Inoltre, uno dei sette dipendenti era capo della filiale di Atlanta, sede particolarmente strategica per certi tipi di operazioni finanziarie: David Fox, questo il suo nome, sarebbe stato pagato 11 milioni di dollari per accettare di passare a Credit Suisse, più uno stipendio faraonico e bonus a pioggia.

Qualcosa di strano, molto strano sta bollendo in pentola nella placida Svizzera. Anche perché i segnali di una crisi destinata a proseguire e inasprirsi almeno entro il primo semestre dell’anno ci sono tutti: a New York, infatti, circola un outlook di FXboss.info in base al quale entro i prossimi dodici mesi l’oro toccherà quota millequattrocento dollari l’oncia.

Il bene rifugio per eccellenza, quello che tesaurizza le aspettative di crisi reale, cresce e continuerà a crescere di valore: ecco perché la Cina ne ha fatto man bassa sostituendolo nelle riserve al dollaro e costruendo bunker sotto le piste di alcuni aeroporti del paese per stivarlo. I guai sono davanti a noi, non dietro. E l’effetto Grecia, se continueremo a gestire la situazione in questa maniera, rischia di essere una miccia devastante.

http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2010/2/19/FINANZA-A-chi-giova-il-caso-Grecia-Provate-a-chiedere-alla-Svizzera/67923/

Ripresa economica!

Economia in ripresa! Gentile lettrice e gentile lettore, l'economia é in ripresa. L'economia sta andando alla stragrande, soprattutto in Italia. Le aziende stanno avendo ordini pazzeschi; c'era stato un lieve calo, ma ora gli ordini stanno avendo un'impennata incredibile. La sanità non ha nessun problema. I trasporti vanno che é una meraviglia. Il debito pubblico italiano é sotto controllo; i conti pubblici dell'Italia sono i migliori del mondo. Il territorio é strutturato in maniera fantastica; sì, capita qualche frana, ma non sono mica problemi importanti, eh. Gli insegnanti sono all'apice della forma. Gli operai di tutte le aziende sono estasiati e contenti. Non ci sono problemi di integrazione con gli immigrati. In Italia regna l'onestà. Le banche stanno aiutando le persone e le aziende. Non esiste il problema sicurezza: si possono tenere le porte di casa aperte. I politici, di destra e sinistra, lavorano per te, eh, non sono mica interessati a al potere e ai loro tornaconti personali. E Sanremo é sempre Sanremo. Riepilogando: va tutto alla massima potenza! Marco Calì, consulente finanziario indipendente, nato a Zurigo (Svizzera) il 22 settembre 1970 e residente in provincia di Padova (Veneto, Italia). Visita il mio blog su http://sapienza-finanziaria.blogspot.com/ .... é più facile trovare un ago in un pagliaio che sentire un politico parlare male di una banca!
8 commenti

Doppia Sorpresa

  • 03:11 19/02/10
  • Non so se il cedimento che si è visto dopo la chiusura di Wall Street stasera sarà l'inizio di una slavina, ma è significativo per come è arrivato perchè creato ed accompagnato da due fatti "emblematici" 1) i mercati stavano salendo per il sesto o settimo giorno consecutivo, in modo lento ma continuo, con poco volume, in modo indifferenziato cioè con settori diversi da quelli della settimana scorsa ma con tutte le borse che salivano e il solito "rush" nell'ultima mezzora che faceva chiudere S&P, Nasdaq e DAX sui massimi di giornata (il copione visto da luglio a metà gennnaio) 2) ma un minuto esatto DOPO LA CHIUSURA della borsa, non uno dopo e non uno prima, la Federal Reserve sceglie di aumentare il tasso di sconto, sceglie di farlo oggi benchè si sia riunita solo pochi giorni fa per cui era logico che usasse il suo meetiing quando tutti i governatori sono seduti assieme a discutere e senza che ci siano notizie particolari. Se vogliamo ci sono dati di prezzi all'ingrosso oggi un pochiino elevati, che fanno seguito ad un dato inglese di inflazione del +3.3% qualche giorno fa e il Petrolio stava chiudendo vicino agli 80 dollari al barile stasera e la benzina anche più forte. Perchè il petrolio sia rimbalzato da 70 a 79 dollari in pochi giorni e c'erano anche zinco, rame, nickel che salivano bene e il rame era 3.40$ ?. I dati economici restano deboli specie per l'occupazione per cui era la liquidità che spingeva il petrolio a 80 dollari e il rame a 3.50 dollari 3) Sembra allora che la FED abbia deciso di muoversi oggi per frenare le borse e le materie prime, per "raffreddare i mercati finanziari"! Perchè poteva deciderlo giorni fa in riunzione plenaria e invece SI E' MOSSA OGGI A SORPRESA PER FERMARE IL PETROLIO CHE STAVA PER SFONDARE 80 DOLLARI e altre materie prime e l'S&P che sembrava lanciato a tornare sui massimi. Non c'è altra spiegazione, altrimenti avrebbero usato la loro solita riunione, le uniche notizie oggi erano le borse che erano forti e le materie prime forte, non quelle economiche che erano anzi deboli vedi WalMart. Forse come spiegato qui da un veterano perchè la FED e BCE o Bank of England si rendono conto che se lasciano gonfiare, causa tassi di interesse a zero permanenti, un altra bolla finanziaria poi se scoppia anche questa diventa dura. Inoltre ormai le banche si sono risanate facendo soldi coi tassi a zero e i problemi ora sono la gente incaxxata che le banche fanno troppi soldi (10 mila banchieri inglesi hanno ricevuto un bonus superiore a 1 milione di sterline). Quindi ogni tanto frenano i mercati 4) simultaneamente un americano non pazzo o disturbato, un ingegnere di 53 anni per protesta (di cui ha lasciatoun lungo testo) si è schiantato con un aereo contro un palazzo dell'agenzia dell'entrate USA Da qui in poi avrai altre mosse a sorpresa delle banche centrali che tagliano le gambe ai mercati e altri gesti clamorosi di rivolta violenta
http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=4267&reply_id=216664

l'america è Sulla Buona Strada per Diventare un Paese di Servi Governato da Oligarchi.

  • 05:55 19/02/10
  • Di Paul Craig Roberts, 17 febbraio 2010 Un Paese di servi della gleba diretto da Oligarchi (traduzione) I media hanno citato questo mese la crescita del PIL nel quarto trimestre del 5,7%( "la recessione è finita"), le vendite al dettaglio a gennaio, la produttività nel 4 ° trimestre e il dollaro sta guadagnando forza. C'è qualcosa di vero? Che cosa significa? La figura 5,7% della crescita è un stima rispetto alla pubblicazione del deficit commerciale degli Stati Unit,i ma quando il deficit commerciale è uscito pochi giorni dopo, ha mostrato un peggioramento e ridotti al 4,6 per cento il PIL e la crescita del PIL restante è costituita da accumulo di scorte....I guadagni del dollaro non sono dovuti a punti di forza intrinseca. Il dollaro sta guadagnando perché i disavanzi pubblici in Grecia e in altri paesi dell'Unione europea sono la causa
    "Sventurati americani, non rappresentati e traditi dalla vostra elite, per voi c'è in serbo una crisi molto più pesante".
    I problemi dell'economia americana sono troppo grandi per essere corretti dalle politiche tradizionali. Un gran numero di posti di lavoro della classe media americana sono stati spostati ALL'ESTERO. Quando i posti di lavoro vengono spostati off-shore, i redditi dei consumatori e il PIL degli Stati Uniti se ne vanno con loro. Sono stati spostati all'estero tanti posti di lavoro che non vi è stata alcuna crescita dei redditi reali degli Stati Uniti nel 21 ° secolo, fatta eccezione per i redditi dei super ricchi che raccolgono svariati milioni di dollari di bonus grazie al fatto che spostano i posti di lavoro degli americanii all'estero. Senza una crescita dei redditi dei consumatori, l'economia è ferma. I politici di Washington hanno sostituito la crescita del debito per la crescita del reddito. Invece di diventare più ricchi gradualmente come è stato per 200 anni, le famiglie americane sono solo diventate di più indebitatei. Il Presidente della Federal Reserve Alan Greenspan ha ottenuto questo risultato con la sua politica dei tassi d'interesse bassi, che ha fatto salire i prezzi delle abitazioni, le azioni e le case che i consumatori usavano per rifinanziare il loro debiti, usando la ricchezza finanziaria costituita specialmente dal valore delle case (e in parte azioni) come base per indebitarsi Quando scrivo sulle difficoltà economiche create per gli americani da Wall Street e dall'avidità dell'elite finanziaria che ha corrotto i rappresentanti politici e li ha di fatto traditi a favore di altri paesi per arricchirsi ricevo molte ettere da parte delle ex famiglie della classe media che stanno finendo nella miseria.





    - "Grazie per il continuo commentario sulla "'New Economy della Globalizzazione" di cui la nostra famiglia è una delle vittime. Nove anni fa, quando ci siamo sposati, eravamo ben pagati con posti di lavoro sicuri nel settore della produzione dei semiconduttori. Il nostro reddito complessivo era di 100.000 dollari l'anno. Stavamo vivendo il sogno americano. Poi iniziò l'incubo. Ho perso il mio lavoro nella grande bolla tech del 2003, e ha deciso di prenderni cura di nostro figlio neonato. Abbiamo stretto la cinghia. Poi abbiamo iniziato ad essere spremuti. Le spese specie mediche salivano e abbiamo ridimensionato tutto, ma il lavoro di mio marito stagnava. Dopo diversi anni senza aumenti ha perso il lavoro un anno e mezzo fa. Ma non ha solo perso un lavoro, ha perso una carriera. L'industria dei semiconduttori è praticamente scomparsa in Arizona. Tre mesi più tardi, mio marito, con una laurea tecnica e 20 e più anni di esperienza di lavoro solido, ha ricevuto una offerta di lavoro per fare il secondiino in prigione. Ha dovuto prendere una riduzione dell 40 per cento della retribuzione. Abbbiamo dichiarato bancarotta personale dopo che i nostri risparmi sono stati esauriti. Abbiamo perso la nostra casa, una macchina e il resto. Il suo stipendio l'anno scorso era sotto i 40.000 dollari lordi, a sostegno di una famiglia di quattro persone. Un anno e mezzo dopo, stiamo ancora lottando per riaggiustarci. Non riesco a trovare un lavoro che potrebbe coprire le spese di asilo nido. Siamo bloccati. Ogni salto della benzina e dei prezzi alimentari ci colpisce duro. Senza l'aiuto della mia famiglia, non ce l' avremmo fatta. Quindi, potrei dirvi qui come la 'new economy globale' ha funzionato per noi, ma mi piacerebbe non utilizzare quel tipo di linguaggio "



    - I politici che puntano ora su programmi di "stimolo" fiscale o monetario stanno pensando in termini di un'economia che non esiste più. Dopo la guerra le recessioni degli Stati Uniti e le riprese seguivano le mosse della Federal Reserve. Quando l'economia era surriscaldata e l'inflazione diventatava un problema, la Federal Reserve alzava i tassi di interesse e riduceva la crescita della moneta e del credito e avevi la recessione. Raffreddata l'inflazione, la disoccupazione diventava il problema e la Federal Reserve invertva la rotta. I tassi di interesse venivano ridotti, la moneta e il credito potevano espandersi e dato che le fabbriche e i lavori erano ancora in America, la gente ritrovava subito il lavoro e il processo continuava. Oggi si tratta di una situazione diversa. I licenziamenti sono il risultato di posti di lavoro che sono stati trasferiti america latina e in Asia dalle aziende, che sostituiscono la propria forza lavoro americana con gli stranieri, che vengono portati dentro anche con i visti H-1B, L-1 e visti per altri lavori. La forza lavoro statunitense è stato separata dal reddito connesso con i prodotti e i servizi che consuma. Con l'ascesa della delocalizzazione, immigrazione e globalizzazione i licenziamenti, non avvengono più solo a a causa di una politica monetaria restrittiva come è sempre stato, ma a causa della SCOMPARSA DI INTERE INDUSTRIE. I 10-15 milioni di americani che non trovano lavoro ora sono anche e soprattutto il risultato della sostituzione di mano d'opera straniera tramite immigrazione e delocalizzazione a quella domestica, operata da società "americane" di nome, ma non di fatto. Gli americani non vengono richiamati a lavorare ora con la "ripresa" per lavori che sono stati trasferiti all'estero, è tutto qui. Nella New Economy i licenziamenti possono continuare per anni nonostante i tassi di interesse siano stati tagliati a zero e nonostante i programmi di rilancio del governo. Nella misura in cui politica monetaria e fiscale sono in grado di stimolare la domanda dei consumatori degli Stati Uniti, oggi gran parte della domanda per beni e servizi vanno alle produzioni spostate in Sudamerica ed Asia e ora specialmente in Cina. L'incremento del PIL della Cina è finanziato da un aumento degli oneri del debito pubblico degli Stati Uniti. L'altro ostacolo al successo dei programmi di "stimolo" monetario e fiscale è l'alto livello del debito degli americani. Le banche sono criticati perchè non prestano, ma gran parte del problema è che non ci sono i consumatori in grado di assumere debito che possono gestire. "Sventurati americani, ingannati e traditi, per voi c'è in serbo una crisi più pesante".. in aggiunta Cina, Giappone, e l'OPEC, con il quale gli Stati Uniti ha in questo modo accumulato enormi disavanzi commerciali, hanno utilizzati i loro avanzi commerciali per l'acquisto di titoli del Tesoro degli Stati Uniti e il problema ora è che il deficit di bilancio degli Stati Uniti è cresciuto immensamente per guerre, salvataggi di banchieri-gangster, spesa pubblica parassitaria e collasso delle entrate fiscali I disavanzi di bilancio sono ora tre volte la dimensione del deficit commerciale e pertanto, le eccedenze di Cina, Giappone, e l'OPEC non sono sufficienti per prendere il debito di nuova emissione del governo degli Stati Uniti Se le obbligazioni del Tesoro non può essere venduto agli investitori, fondi pensione, banche e governi stranieri, la Federal Reserve dovrà fare acquisti lei, con la creazione di nuova moneta. Quando il resto del mondo si rende conto delle implicazioni inflazionistiche, il dollaro perderà il suo ruolo di valuta di riserva e quando ciò accade americani esperienza uno shock economico di enormi dimensioni e il loro tenore di vita collasserà ancora. L'America è sulla buona strada per diventare un paese di servi governato da oligarchi.
  • http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=4495&reply_id=216668

Come farà Bertinotti???

Il gelido inverno della Mongolia falcidia milioni di capre cachemire Neve e gelo hanno distrutto le piante, non c’è erba nemmeno sotto la neve, e il bestiame muore per la fame e il freddo. I pastori nomadi sono un terzo della forza lavoro del Paese. Ora molti rischiano di perdere tutto e di dovere andare in città a cercare lavoro.

Ulaan Baatar (AsiaNews/Agenzie) – Un gelido inverno, con pesanti nevicate, tempeste di vento e freddo fino a 35 gradi sottozero, ha già ucciso oltre 2 milioni di capi di bestiame dei pastori mongoli, soprattutto le capre cachemire rinomate per la lana soffice e calda. E’ in pericolo lo stesso tenore di vita dei pastori nomadi, che costituiscono circa un terzo della forza lavoro della Mongolia.

L’estate 2009 è stata molto secca, così che parecchi pastori non hanno potuto costituire grandi scorte di cibo. Ora l’inverno gelido rende più difficile trovare da mangiare per il bestiame.

I pastori mongoli sono abituati a inverni rigidi, ma mai come questo. Khumatai, provincia di Hovd ad occidente, che come molti pastori usa solo un nome, spiega all’agenzia Eurasianet che quando pure ha fatto molto freddo, come nel 2001, almeno “c’era erba sotto la neve. Quest’anno troviamo solo terra”. Nella zona ci sono pochi ripari e stalle, limitati negozi di mangimi e comunque i pastori nomadi non sono abituati ad avere molto denaro con loro. Khumatai tiene le bestie più deboli in un recinto di pietre vicino alla sua casa ma teme che molte non vivranno fino a primavera. In un solo giorno gli sono morte 20 capre, nel recinto coperto dalla nevicata. Gli rimangono 200 animali, ma teme che la gran parte morirà, se il tempo non migliora.

Altri pastori hanno già lasciato al loro destino gli animali più deboli, nel tentativo di salvare almeno i migliori. Vendono la pelle delle bestie morte, ma ne ricavano meno della metà di quanto avrebbe fruttato la lana cachemire a primavera.

Se muoiono molti animali, non ci sarà abbastanza lavoro per tutti i pastori e molti dovranno abbandonare la loro vita nomane e andare nelle città in cerca di lavoro.

Le Nazioni Unite parlano di “disastro umanitario” che ha colpito 19 del 21 province. L’Organizzazione per il Cibo e l’Agricoltura (Fao) stima che moriranno non meno di 4 dei 144 milioni di animali allevati. Le più vulnerabili sono le famiglie con piccoli allevamenti: la Fao ha visitato 8 province e constatato che 21mila famiglie di allevatori hanno perso almeno 50% del bestiame. Vari Paesi, come Cina e Australia, hanno mandato aiuti. Ma i pastori sono sperduti per larghi territori ed è difficile raggiungerli, anche per le ripetute pesanti nevicate che isolano interi villaggi.

Già dopo il gelido inverno del 2001 intere comunità, dopo avere perso tutto il bestiame, sono migrate nella capitale e in altre città. Molti non hanno trovato lavoro né si sono adeguati al modo di vivere e sono caduti in povertà. Il timore è che quest’anno succeda lo stesso.

http://www.asianews.it/notizie-it/Il-gelido-inverno-della-Mongolia-falcidia-milioni-di-capre-cachemire-17671.html

TUTTO GEAB MINUTO PER MINUTO

GEAB N° 42 (I PARTE)

Post n°2659 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da lucarossi82

GEAB N ° 42 è disponibile! Seconda metà del 2010: intensificazione improvvisa della crisi sistemica globale - Rafforzamento di cinque fondamentali tendenze negative

LEAP/E2020 è del parere che l'effetto dei miliardi spesi degli Stati per «contrastare la crisi» sarà un fallimento totale. Tali somme hanno avuto l'effetto di rallentare l'evoluzione della crisi sistemica globale per diversi mesi, ma, come anticipato nelle precedenti relazioni GEAB, questa strategia sarà solamente servita alla fine a trascinare gli Stati in crisi causata dalle istituzioni finanziarie.

Pertanto il nostro gruppo anticipa, in questo numero 42 del GEAB, un improvviso intensificarsi della crisi nella seconda metà del 2010, causata da un doppio effetto di un recupero di eventi che sono stati temporaneamente «congelati» nella seconda metà del 2009 e l'impossibilità di mantenere i rimedi palliativi degli anni passati.

Come un dato di fatto, nel febbraio del 2010, un anno dopo di noi, affermando che la fine del 2009 avrebbe segnato l'inizio della fase di dislocazione geopolitica globale, chiunque può vedere che questo processo è ben consolidato: gli stati sull'orlo del fallimento, implacabile aumenta la disoccupazione, milioni di persone, arrivando alla fine delle loro prestazioni di sicurezza sociale, alla diminuzione dei salari e stipendi, la limitazione dei servizi pubblici e la disintegrazione del sistema di governo globale (fallimento del vertice di Copenaghen, la crescita cinese / scontro Usa, il ritorno del rischio di un Iran / Israele / USA conflitti, le guerre in tutto il mondo ... (1)). Tuttavia, siamo solo all'inizio di questa fase per la quale LEAP/E2020 fornirà probabilmente in un arco di tempo il successivo problema GEAB.

. l'esplosione della bolla dei disavanzi pubblici e un corrispondente aumento delle inadempienze dello Stato . l'impatto fatale del sistema bancario occidentale con default del debito incrementato e il muro di titoli di debito con scadenza . inevitabile l'aumento dei tassi di interesse . l'aumento delle questioni che alimentano le tensioni internazionali . una insicurezza sociale crescente.

In questo numero GEAB il nostro team si espande sulle prime tre tendenze di questi sviluppi, tra cui una anticipazione sulla posizione della Russia nei confronti della crisi, così come, naturalmente, i nostri suggerimenti mensili.

Nel presente bando pubblico, abbiamo scelto di analizzare i « caso greco», da un lato perché sembra indicativo di quello che il 2010 ha in serbo per noi, e dall'altro perché è un esempio perfetto per il modo in cui le notizie e informazioni sulla crisi mondiale si stiano muovendo verso la «finzione delle notizie» tra blocchi e gli interessi che sono sempre in conflitto. Chiaramente si tratta di un «must» per imparare a decifrare le notizie e le informazioni a livello mondiale nei mesi e negli anni a venire, che sarà sempre più un mezzo di attività di manipolazione.

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Progressione della percentuale del debito netto dei nuovi US acquistati dalla Cina, l'indebitamento netto US nel nuovo governo, la percentuale di liquidi del Tesoro degli Stati Uniti di proprietà da parte della Cina (2002-2009) - Fonti: Tesoro Usa, Haver Analytics, New York Times

GEAB n°42 (II PARTE)

Post n°2660 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da lucarossi82

Le cinque caratteristiche che compongono il « caso greco» nella struttura in cui si cerca di nascondere la foresta

Diamo uno sguardo al « caso greco» che ha interessato i media e gli esperti per diverse settimane ormai. Prima di entrare nel dettaglio di ciò che sta accadendo, ci sono cinque i punti chiave della nostra anticipazione sul tema:

  • 1. Come abbiamo affermato nel nostro anticipazioni per il 2010, che è apparso nel numero GEAB scorso (GEAB N ° 41, il problema greca è scomparso dal radar dei media internazionali diverse settimane da ora. E l'albero utilizzato per nascondere una foresta di debiti di molto più pericolosi (per la precisione quella di Washington e Londra) e l'inizio di un ulteriore calo dell'economia mondiale, guidata dagli Stati Uniti (2).
  • 2. Il problema greco è una questione interna per la zona euro e l'UE, e la situazione attuale prevede, infine, un'occasione unica per i leader della zona euro di richiedere alla Grecia (un caso di «fallito allargamento» a partire dal 1982) di lasciare la sua politica feudale e sistema economico alle spalle. Gli altri paesi della zona euro, guidata dalla Germania, faranno il necessario per mantenere i leader greci nel loro paese nel XXI secolo in cambio del loro aiuto, allo stesso tempo avvalendosi del fatto che la Grecia rappresenta solo il 2,5% del PIL della zona euro (3 ) per testare i meccanismi di stabilizzazione che la zona euro ha bisogno in tempi di crisi (4).
  • 3. I leader Anglosassoni e i media stanno utilizzando la situazione attuale (come l'anno scorso con i cosiddetti tsunami bancari provenienti dall'Europa dell'Est, che stavano portando la zona euro a farla franca (5)) per nascondere la progressione catastrofica delle loro economie e del debito pubblico e il tentativo di indebolire l'attrattiva della zona euro in un momento in cui gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno crescenti difficoltà ad attirare i capitali di cui hanno un disperato bisogno. Allo stesso tempo, Washington e Londra (che, dal momento dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona sono completamente escluse da ogni sistema di gestione dell'Euro) sarebbero felici di vedere il FMI, che controllano completamente (6), portarli nella gestione della zona euro.
  • 4. I leader della zona euro sono molto felice di vedere la caduta di Euro a 1,35 contro il dollaro. Essi sanno bene che non durerà, perché il problema attuale è la diminuzione del valore del dollaro (e la sterlina), ma apprezzano questo «odore di ossigeno» per la loro esportazioni.
  • 5. Gli speculatori (hedge funds e altri) e le banche pesantemente coinvolte con la Grecia (7), hanno un interesse comune nel cercare di ottenere il sostegno finanziario della zona euro rapido per la Grecia, poiché, le agenzie di rating che, involontariamente, tentano di tirare velocemente su di loro queste poiché se gli europei rifiutano di scavare nelle loro tasche (come le azioni scandalose di Paulson e Geithner su AIG e Wall Street nel 2008-2009): ci sarebbe infatti un abbassamento del rating della Grecia, si immergeranno in questo piccolo mondo in preda a gravi perdite finanziarie, se, per la le banche, i loro prestiti greci sono svalutati o se la loro scommessa contro l'Euro non funziona a tempo debito (8).

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2008 confronto tra il deficit e PIL della zona euro del Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia e Germania - Fonte: Der Spiegel / Commissione europea, 02/2010

GEAB n°42 (III PARTE)

Post n°2661 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da lucarossi82

Ruolo di Goldman Sachs in questa tragedia greca ... e le impostazioni predefinite della prossima sovranità

Nel "caso greco", proprio come in ogni storia di suspense, è necessario un "cattivo ragazzo" (o, seguendo la logica di una tragedia vecchio-stile, un «deus ex machina»). In questa fase della crisi sistemica globale, il ruolo del «cattivo ragazzo» è di solito svolto da una delle banche di grande investimento di Wall Street, in particolare dal capo della banda, Goldman Sachs. Il «caso greco» non è diverso in quanto tale, infatti, gli investimenti della banca di New York sono direttamente coinvolti nei trucchi di prestigio di bilancio che hanno consentito alla Grecia di qualificarsi per l'ingresso nell'Euro, mentre il suo deficit di bilancio effettivo sarebbe da squalifica. In realtà è Goldman Sachs che, nel 2002, ha creato uno dei suoi modelli di astuzia finanziaria e di cui detiene il segreto (9) e che, quasi sistematicamente riemerge alcuni anni più tardi, per far saltare il cliente. Ma che importa, dal momento che i profitti di GS (Goldman Sachs), sono stati i beneficiati!

Nel caso di greco i propositi della banca di investimento erano molto semplici: raccogliere un prestito che non compaia nel bilancio (un contratto di swap che ha consentito una riduzione fittizia delle dimensioni del disavanzo pubblico greco (10). Il leader greco al tempo era, naturalmente, al 100% responsabile che poteva, secondo il parere LEAP/E2020, essere sottoposto al processo politico e giuridico Greco ed europeo per aver truffato l'Unione europea e i loro cittadini nel quadro di un grande evento storico, la creazione del moneta unica europea.

Ma, diciamolo chiaramente, la responsabilità della banca d'investimento di New York (come complice) è altrettanto grande, soprattutto quando si è consapevoli del fatto che il vicepresidente della Goldman Sachs per l'Europa era, al momento, un certo Mario Draghi (11), attualmente presidente della Banca centrale italiana e di un candidato (12) per la riuscita, Jean-Claude Trichet a capo della Banca centrale europea (13).

Senza voler pregiudicare il ruolo del Signor Draghi nella vicenda del prestito manipolato dalle statistiche della Grecia (14), uno dovrebbe chiedersi se non sarebbe utile mettere in discussione il suo coinvolgimento nella vicenda (15). In una democrazia, la stampa (1), come i parlamenti (in questo caso greca ed europei), si prevede assumano questo compito per se stessi. Considerando l'importanza della GS nelle vicende del mondo finanziario in questi ultimi anni, nulla che questa banca non deve lasciare indifferenti i governi e legislatori. Si tratta di Paul Volcker, attuale capo dei promotori finanziari di Barack Obama, che è diventato uno dei critici più forti nelle attività di Goldman Sachs (17). Abbiamo già avuto occasione di scrivere,che al momento della elezione del Presidente degli Stati Uniti, l'unica persona del suo entourage ad avere l'esperienza e le competenze per far passare provvedimenti duri (18) e che, in questo momento, sa che cosa si parla.

Con questa stessa logica, sulla questione di trasparenza nelle attività finanziarie e dei bilanci dello Stato e con il mal ruolo predestinato di Goldman Sachs e delle grandi banche di investimento in generale ad esempio, LEAP/E2020 ritiene che sarebbe utile per l'Unione europea ei suoi cinquecento milioni di cittadini, di escludere ex dirigenti di queste banche di investimento (19) da qualsiasi posto di controllo finanziario, economico e di bilancio (BCE, Commissione europea, banche centrali nazionali). La miscelazione di questi rapporti può solo portare ad una maggiore confusione tra interessi pubblici e privati, e questo può essere solo a scapito degli interessi pubblici europei. Per cominciare, la zona euro dovrebbe chiedere immediatamente al governo greco di smettere di chiamare i servizi di Goldman Sachs che, secondo il Financial Times del 01/28/2010, sta ancora utilizzando.

Se il capo della Goldman Sachs crede di essere «Dio», come lui stesso ha descritto in una recente intervista (20), sarebbe prudente considerare che la sua banca, e il suo sosia, può seriamente comportarsi come i diavoli, ed è quindi consigliabile trarre tutte le conseguenze. Questo stralcio di consiglio, secondo il nostro team, è valido per tutta l'Europa, così come ogni altro continente. Ci sono «servizi privati» che si scontrano con «l'interesse pubblico»: basta chiedere ai cittadini greci e americani proprietari immobiliari le cui case sono stati recuperate dalle banche!

Per concludere, il nostro gruppo propone un gioco, convincere coloro che cercano la prossima crisi del debito appaia in superficie: basta guardare gli Stati che hanno chiamato servizi di Goldman Sachs in questi ultimi anni e si avranno conseguenze gravi (21)!

GEAB n° 42 (IV PARTE)

Post n°2662 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da lucarossi82

Note:

(1) Le recenti dichiarazioni di GW Bush, il segretario al Tesoro, Hank Paulson, per il fatto che la Russia e la Cina hanno complottato per far cadere Wall Street nell'autunno del 2008 mostra i limiti della paranoia dei grandi giocatori a livello mondiale '. Fonte: Daily Mail, 01/29/2010

(2) Nel corso degli ultimi quattro anni il nostro team ha regolarmente esposto le anomalie nel calcolo del PIL degli Stati Uniti. Non faremo ulteriori commenti qui su questo stesso «aspetto greco» delle statistiche americane. Per quanto riguarda lo sviluppo dell'economia americana nei prossimi mesi, è sufficiente rilevare che l'indice dei camion di stazza è andato in caduta libera nel gennaio 2010, proprio come aveva fatto alla fine del primo semestre del 2008. Fonte: USAToday, 02/11/2010

(3) Si veda la tabella qui sotto, che pone il «problema greco» in parte contro la zona euro PNL.

(4) Per quanto GEAB abbia sottolineato la necessità per quattro anni, così come l'ampio sostegno pubblico (una media di oltre il 90% in base ai sondaggi mensili GlobalEurometre) una governance economica della zona euro potrebbe contare.

(5) Come un ricordo qui, GEAB N ° 33 è stata una delle rare fonti giornalistiche che, nella primavera del 2008, ha rivelato gli aspetti disonesti e manipolativi del grande paura di uno tsunami «bancario» provenienti dall'Europa dell'Est, che avrebbe dovuto portare via il sistema bancario della zona euro. Al momento, l'euro era sceso a livelli molto inferiori da quelli osservati oggi ... per poi aumentare nuovamente alcune settimane più tardi. Per coloro che desiderano comprendere l'attuale posizione di media, si consiglia una ri-lettura del GEAB N ° 33 comunicato pubblico.

(6) Il fatto che un francese ha la sua testa non cambia nulla.

(7) Fonte: Le Figaro, 02/12/2010

(8) Detto questo, la manipolazione dei media in questo settore è notevole. Questi ultimi giorni si è visto / letto / sentito un po' ovunque che ingenti somme sono state scommesse su una caduta dell' euro, circa otto miliardi di dollari. In realtà questa «somma enorme», è solo una goccia nel mare dei mercati valutari mondiali che si trasformano in diverse centinaia di miliardi di dollari al giorno. Fonte: Financial Times, 02/08/2010

(9) Con la stessa relazione molto costruttiva per i paesi in cui opera, come quella che lo ha condotto, negli Stati Uniti nel 2006/2007, a provocare una caduta, a suo favore, il valore immobiliare a base di prodotti finanziari che aveva venduto a propri clienti.

(10) Fonti: Spiegel, 08/02/2010, Le Temps, 13/02/2010, Reuters, 09/02/2010

(11) Durante la preparazione in Italia per l'ingresso nell'Euro, è stato Direttore Generale del Tesoro italiano. Fonti: Banca d'Italia; Wikipedia, Goldman Sachs.

(12) Fortemente sostenuta da Londra e gli ambienti finanziari americani, a cui abbiamo già accennato qualche mese fa in una delle nostre relazioni ... e, naturalmente, da Silvio Berlusconi. Fonte: Sharenet / Reuters, 02/10/2010

(13) Il suo avversario più forte è Axel Weber, attuale capo della Bundesbank.

(14) Quale sorpresa sarebbe che il capo europeo della banca che effettua un prestito destinato a nascondere una parte del disavanzo pubblico di un paese, e lo stesso ex capo del Tesoro di un paese limitrofo, non dovrebbe essere a conoscenza di una simile impresa.

(15) E, considerando le sue posizioni passate, non si può che apprezzare il suo senso dell'umorismo quando si chiede un rafforzamento della gestione economica della zona euro. Fonte: Les Echos, 02/13/2010.

(16) Che, per il momento, si soddisfa dagli articoli copiati dal lancio della stampa anglosassone sul caso greco nel ruolo di distruttore «dei mercati mondiali» ripetendo a lungo che l'euro cadrà ... mentre a un livello che i media lo stesso pensavano che fosse impossibile ottenere solo quattro anni fa.

(17) Fonte: Reuters, 02/12/2010

(18) Egli appartiene a quella generazione di americani che hanno costruito il «post-guerra dell'impero americano», conoscebdi i suoi punti deboli e come funziona esattamente, al contrario di Summers, Geithner e altri come Rubin. Il nostro team di rado fa i complimenti a Barack Obama, ma se continua ad ascoltare artisti del calibro di Paul Volcker, si sta sicuramente muovendo nella giusta direzione.

(19) La nostra squadra sa, dalla conoscenza di prima mano, che un tempo, trenta anni or sono, quando i banchieri di investimento dovettero intervenire con gli interessi a lungo termine dei loro clienti a cuore. Questo lungo periodo è andato e ora agiscono soltanto nei loro interessi a breve termine. Da questo, si dovrebbero trarre le conclusioni inevitabili e escluderli l'accesso ai posti chiave del servizio pubblico, piuttosto che cercare di riformare il loro comportamento. Se non ci fossero le banche d'investimento dei bambini (in quanto vi sono bambini soldato) si potrebbe, forse, nella speranza di salvare un certo numero di essi dalla loro dipendenza da profitti a breve termine, ma per le banche di investimento per adulti, è troppo tardi.

(20) Fonte: Times, 11/08/2009

(21) Per il settore privato, chiedere Lehman Brothers, AIG ... che confermerà la sua accuratezza.

Martedì 16 Febbraio

Traduzione: Bloggo Blogghino, tutti i diritti riservati.

Fonte: GEAB

Link originale: http://www.leap2020.eu/GEAB-N-42-is-available!-Second-half-of-2010-Sudden-intensification-of-the-global-systemic-crisis-Strengthening-of-five_a4294.html

http://blog.libero.it/bigblogworld/view.php?reset=1&id=bigblogworld