L' INFLUENZA POLITICA E CORRUTTRICE DELLE BANCHE NELLE "SOLUZIONI" ALLA CRISI

di Vincenç Navarro Il Congresso degli USA lo scorso 1 settembre ha istituito una Commissione (composta da 6 democratici e 4 repubblicani) con lo scopo di analizzare le cause della crisi finanziaria, dare responsabilità e proporre misure legislative per prevenire l'emergere di nuove crisi. Questa Commissione è dotata di un team di tecnici diretti da Thomas Greene, che fu il pubblico ministero dello Stato della California quando s’investigò sul caso Enron, tra gli altri. Il Presidente ( in inglese Chairman) della Commissione, il democratico Phil Angelides, dimostra che l’impatto di questa Commissione sarà simile a quello che ha avuto la commissione Pecora (che deve il suo nome al suo presidente, Fernandin Pecora) nominata nel New Deal quando il Presidente Franklin D. Roosevelt ha diretto il recupero dell’economia statunitense durante la Grande Depressione. Tale Commissione del Congresso ha proposto tutta una serie di leggi che, una volta approvate dal Congresso, passarono a formare l’architettura regolatore del sistema finanziario statunitense. Un punto centrale di questa architettura è stata la legge Glass-Steagall Act, che separò le banche di deposito (commercial banks) dalle banche d’investimento (investiment banks), con lo scopo di proteggere la banca commerciale dai rischi che comportano le attività (molte volte speculative) delle banche d’investimenti. Questa legge fu annullata dal Presidente Clinton seguendo il consiglio del suo Segretario del Tesoro (e dell’ economia) Larry Summers, ed è ampiamente riconosciuto che il suo annullamento è una delle cause più importanti dello sviluppo della crisi finanziaria. Oltre a questa Commissione, nella Camera Bassa del Congresso esiste un Comitato, il Comitato della Riforma e della Supervisione del Governo (House Committee on Oversight and Government Reform), preseduto da Edolphus Towns, democratico di Brroklyn, che si sta anche lui occupando di analizzare le cause della crisi. Questo Comitato ha il potere di chiamare qualsiasi membro dell’ Amministrazione Pubblica come testimone, inclusi i membri della Banca Centrale Statunitense (The Federal Reserve, FED), mettendo in una situazione scomoda i rappresentanti della Banca. Questo Comitato è stato molto critico con il comportamento della FED, non solo sulla genesi della crisi, ma anche nel modo in cui si è portato avanti il salvataggio della Banca degli USA (centrato su Wall Street). Quattro sono le conclusioni che derivano da queste ricerche. Una è che l’eliminazione della citata legge Glass-Steagall ha facilitato l’apparizione di enormi mega banche che hanno goduto di un’enorme influenza sul Ministero dell’ Economia, del Tesoro e sulla FED. La maggiore preoccupazione dell’ Amministrazione Bush e Obama è stata quella di salvare queste mega banche ad ogni costo argomentando che sono troppo grandi per permettere che falliscano. Hanno ritenuto che il loro collasso avrebbe danneggiato l’economia statunitense e mondiale. Le misure di sostegno a tali banche siano state intese a mantenere le dimensioni attuali, e questo a scapito di permettere loro di continuare con le loro pratiche normali. Un elemento importante per il suo mantenimento era quello di salvare la compagnia di assicurazioni AIG (che era quella che assicurava gli strumenti con maggiori rischi o derivati, che quelle mega banche possedevano). L’aiuto che ha rappresentato il controllo dell’ AIG da parte del Governo Federale ha permesso di canalizzare un gran numero di prodotti tossici verso questa assicurazione, così come verso le compagnie federalizzate come Fannie Mae e la Federal Reserve Look. Tale canalizzazione di tali prodotti tossici si è fatto in modo opaco senza che la cittadinanza lo sapesse, dato che il Ministero dell’ Economia era pienamente cosciente che si stavano salvando le mega banche con l’assorbimento da parte delle istituzioni finanziarie federale dei prodotti tossici. Una seconda conclusione è che c’era una frode generalizzata nelle pratiche delle mega banche, frodi che erano conosciute dalle agenzie di regolamentazione federale che hanno avuto un atteggiamento blando nella loro responsabilità regolatrice. La Commissione e il Comitato spiegano questo comportamento con l’enorme influenza che le mega banche hanno sul governo federale, sia a livello dell’esecutivo che a livello legislativo, influenza che si traduce nelle connessioni esistenti tra la classe politica e l’amministrazione pubblica da una parte e le megabanche dall’altra. Una terza conclusione importante da segnalare è che la crisi finanziaria ha, in realtà, cause politiche. Anche se i repubblicani sono stati quelli che hanno enfatizzato di più la non regolazione della banca e siano stati i maggiori responsabili della creazione di una cultura di lassismo nel comportamento delle agenzie pubbliche regolatrici (conseguenza dei loro credo liberali), i democratici sono stati determinanti nello sviluppo di tali comportamenti. La fine della GlassSteagall Act è del 1999, sotto l’Amministrazione Clinton, informato dell’esistenza di pratiche fraudolente, dato che erano conosciute dal Ministro dell’Economia molti anni prima, dall’inizio della sua Amministrazione. Una quarta conclusione è che l’istituzione con maggior responsabilità su questa collezione di “irresponsabilità” è stata la FED, che ha completamente fallito nella sua funzione regolatrice del sistema bancario, il fallimento è attribuito all' essere animati da una "ideologia liberale" che sistematicamente ha favorito il capitale finanziario sul capitale produttivo e il mondo del capitale al di sopra del mondo del lavoro, contribuendo ad un’enorme crescita della polarizzazione del reddito, una delle cause della crisi (leggere il mio articolo “La silenziosa causa della crisi” Publico, 19-03-2009) Il guru di tali politiche è stato il governatore Alan Greenspan, che era stato canonizzato dall' establishment finanziario, politico, mediatico di quel paese, riferendosi a lui come il Maestro. Le politiche creditizie della FED hanno giocato un ruolo centrale nella creazione delle bolle, delle quali, quella degli immobili è stata l’ultima e la più distruttiva. Da queste conclusioni si traggono varie riflessioni. Una di esse, menzionata nelle conclusioni citate precedentemente, è chela causa della crisi è politica e tocca un problema che non deve essere ignorato se si vuole risolvere il problema. Ed è l’enorme influenza che il potere finanziario ha sulla democrazia statunitense (e nella maggior parte delle democrazie, inclusa la Spagna). Il finanziamento delle campagne elettorali degli USA da parte del capitale finanziario (con milioni di dollari assegnati ai membri dei Comitati che visionano il capitale finanziario) sta corrompendo il sistema politico. E 'una contraddizione enorme che anche gli scrittori che si definiscono progressisti in Spagna, difendono il fatto che poteri economici possano dare fondi ai partiti e ai candidati. Questa pratica corrompe la democrazia. E l’esempio degli USA è convincente. Le proposte che si stanno considerando nel Comitato della Camera Bassa (proibire che le banche possano contribuire alle campagne elettorali dei membri dei Comitati che supervisionano la banca) sono necessarie, ma drammaticamente insufficienti. L’influenza delle banche e delle compagnie assicuratrici va oltre la finanziazione delle campagne elettorali dei politici. Include altri modi di esercitare la propria influenza, come il fatto che la maggior parte dei lobbisti che difendono gli interessi della Banca hanno lavorato prima in quei Comitati che supervisionano la Banca. Queste reti di influenza corrompono anche la democrazia. Oltre ai lobbisti, vi è una porta girevole di posizioni politiche che provengono dal settore bancario e incarichi bancari che provengono dal mondo politico. Geithner (l’attuale Ministro d’Economia dell’ Amministrazione Obama, incaricato di riscattare la banca) ha come capo di gabinetto quello che era stato capo del gruppo di lobbisti della Goldman Sachs (una delle banche che più hanno beneficiato del recupero finanziario federale). Il segretario generale del Ministero era stato il delegato di City Group (un’altra banca aiutata). Un altro delegato del City Group lavora alla Casa Bianca come consigliere del Presidente Obama, che ha anche nominato un economista che ha diretto l’ UBS (oggi in tribunale per aver consigliato i ricchi su come commettere frode fiscale) come membro del gruppo di lavoro che lavora per il recupero economico. Un simile matrimonio (sotto l’amministrazione Obama) del governo federale con Wall Street, continua l'attuale quadro delle amministrazioni precedenti. Il Ministero d’Economia dell’ Amministrazione Bush jr. è stato Henry Paulson, presidente della Goldman Sachs, e uno dei più grandi sostenitori della deregulation, avendo finito la normativa della Securities and Exchange Commissions, che vietava alcune pratiche creditizie di tipo speculativo. E lo stesso attuale Ministro d’Economia, il Sr. Geithner, quando era direttore dell’ FBR di NY, è stato tra i principali fautori della deregulation bancaria, stringendo amicizia con i massimi dirigenti di Wall Street. Tutti questi dati e altri spiegano l’intervista, rilasciata da chi fu il principale economista del Fondo Monetario Internazionale, Mr Simon Johnson, presente in un articolo sull’ Athlantic Monthly (maggio 2009), nel quale diceva che quanto era successo negli Stati Uniti era un colpo di stato “silenzioso e taciuto” del capitale finanziario che aveva preso il governo federale. Il neoliberismo ha facilitato questa corruzione E’ importante sottolineare che tali connessioni hanno rappresentato la matrice materiale sulla quale si è basato il progetto neoliberale. La fortezza di questo ultimo è il sintomo del potere del capitale finanziario. Questo neoliberismo è stato la giustificazione di politiche enormemente corrotte, sviluppate principalmente per beneficiare gli interessi del capitale finanziario. Credo che coloro che promuovono il neoliberismo stanno sbagliando e si suppone che non sanno quello che fanno. Loro sanno e gli sta andando proprio bene. Come sempre qualsiasi classe o èlite dominante ha identificato i suoi interessi con gli interessi del paese. Un esempio è il Sig. Summers, uno dei progettisti delle politiche di salvataggio delle banche. Summers è il principale consigliere economico del presidente Obama, che non ha avuto nessun dubbio nel creare il più grande programma di beneficienza assistenziale che si sia conosciuto nella storia di qualsiasi paese, assistenza sociale, non ai poveri, ma alle banche. Il Sr Summers, che fu uno degli architetti del programma delle privatizzazioni nei paesi dell’ Est Europa (responsabile che l'aspettativa di vita della Russia è diminuito drasticamente) ha difeso le sue politiche argomentando che difendeva gli interessi del paese. In realtà, gli unici che ne hanno beneficiato sono stati gli interessi bancari (e aziendali) degli USA, per i quali lavorava, includendo il City Group e gli hedge founds (dai quali ha ricevuto, in questi ultimi anni, cinque milioni di dollari) La domanda che si sono fatti i settori progressisti che hanno sostenuto Obama, è come il presidente Obama abbia potuto nominare queste persone così vicine a Wall Street, alcune delle quali erano responsabili delle misure di non regolamentazione che avevano scatenato la crisi. La risposta che ha dato Obama è che aveva bisogno di nominare persone che conoscevano bene il sistema finanziario per poter risolvere la crisi, sottolineando che sarebbe stato lui ha dettare le politiche da seguire. Obama, però, aveva accettato la cornice ideologica, il neoliberismo, che aveva promosso le cause della crisi. Da lì il risultato è stato lo sviluppo di politiche che hanno rinforzato le megabanche. Potrebbe aver nominato altri economisti, conoscitori anche loro del sistema finanziario, che potevano seguire politiche diverse. Ma ha scelto quegli economisti liberali perché s’incastravano con la sua percezione di quello che era necessario per risolvere la crisi. Ha identificato gli interessi della banca con gli interessi del paese. L’importanza di questi fatti in Spagna Nel leggere questo articolo, il lettore avrà potuto vedere alcune analogie con il caso spagnolo. L’enorme sbaglio della Banca Di Spagna nella supervisione e regolazione della banca, nel suo lassismo normativo, nella sua incapacità di prevenire la bolla immobiliare (la maggior responsabile della crisi finanziaria in Spagna), la sua eccessiva complicità con la banca, il suo liberismo finanziario ed economico, la sua mancanza di trasparenza e responsabilità pubblica, sono tutti dati che dovrebbero esigere che una commissione parlamentare venisse formata per fare un’ analisi di quali sono state le cause della crisi in Spagna, includendo anche lo studio dei rapporti tra l’ Amministrazione Pubblica da una parte e gli interessi economici e finanziari dall’altra. La grande tolleranza verso l’esistenza di questi rapporti (come nel caso di David Taguas, che veniva dalla Banca e cominciò a lavorare nella La Moncloa disegnando politiche economiche e finanziare, e dirigere la lobby immobiliare della costruzioni) è anche un sintomo che questa politica corrotta sta danneggiando enormemente la democrazia spagnola. Dall’altra parte, la stessa domanda che le forze progressiste statunitensi fanno ad Obama, dovrebbero farsi al Presidente Zapatero. Come è possibile che molti degli economisti della squadra economica del governo socialista sono appartenuti alla sensibilità liberale (Taguas ha favorito la privatizzazione della Sicurezza Sociale, come è successo in Cile), provenienti da molti centri di ricerca della Banca o della Banca di Spagna? Come fa il governo a nominare Fernandez Ordoñez, noto liberale, Governatore della Banca di Spagna, istituzione che ha confuso gli interessi della Banca con gli interessi della Spagna e che è stato uno degli agenti che più hanno sbagliato in questa crisi? Una risposta a queste domande è che il Governo ha accettato per troppo tempo le premesse liberali che hanno causato la crisi e che adesso stanno ostacolando la ripresa economica. Sarebbe da sperare che il Governo recuperi pienamente la sua vocazione trasformatrice che era riflessa nel suo programma e che ha ancora bisogno di svilupparsi pienamente. Per questo dovrebbe allearsi con le forze della sinistra che permetteranno di neutralizzare le forze conservatrici e liberali promosse dal capitale finanziario in Spagna. Fonte:http://www.vnavarro.org/?p=3640#more-3640 Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Vanesa

Gli Stati Uniti stanno uscendo dalla recessione?

Thanks to mintlife

Lost decade Americana

Per le azioni siamo già al Giappone. E da un bel pezzo. Lo S&P 500 nell'ultimo decennio per la prima volta dalla Grande Depressione ha fatto registrare un risultato negativo. Nel grafico qui sotto sono espressi, divisi per decadi, i profitti totali (compresi i dividendi) al loro valore nominale. Considerando anche la svalutazione del dollaro e l'inflazione, investire in azioni in base alla filosofia del "buy and hold" è risultato un pessimo affare soprattutto per i risparmiatori e i fondi pensione. Invece a leccarsi i baffi speculatori e insider. Thanks to EconomPic

WSJ: la Cina risponde alla bolla speculativa?

 

WSJ: la Cina risponde alla bolla speculativa?

I regolatori bancari cinesi hanno risposto alle pressioni, non solo interne, circa la possibili conseguenze di un eccesso di liquidità immessa nel sistema finanziario locale...

I regolatori bancari cinesi hanno risposto alle pressioni, non solo interne, circa la possibili conseguenze di un eccesso di liquidità immessa nel sistema finanziario locale. Secondo una notizia apparsa su Dow Jones Newswires, le autorità di Pechino avrebbero ordinato per la prima volta ad una banca commerciale di limitare i crediti erogati negli ultimi due mesi del 2009.

Si tratta di un istituto controllato dallo Stato, i cui dirigenti avrebbero ricevuto un memo classificato come “urgente” dalla commissione che supervisiona il sistema bancario cinese. Quest’ultima, in realtà, non ha confermato l’invio della richiesta, né è chiaro se si sia trattato di un ordine formale giunto in forma scritta. Ma, riferisce lil Wall Street Journal, ciò che pare certo dalle informazioni raccolte fino ad ora è il tono perentorio utilizzato dalle autorità, che avrebbero informato il board della banca circa la “non negoziabilità” della decisione. In particolare, la richiesta sarebbe stata quella di non superare, a novembre e dicembre di quest’anno, il livello di capitali erogati ad ottobre sotto forma di prestiti. Alla banca, infine, sarebbe stato chiesto anche di centrare gli obiettivi prefissati sui ratio di capitalizzazione (che non dovranno scendere al di sotto del 10%).

Qualora la notizia fosse confermata, costituirebbe un’ulteriore conferma dei timori sulla possibilità di nuove speculazioni in Cina, soprattutto nel mercato immobiliare, con tutti i rischi che ciò potrebbe comportare anche nel sistema bancario.

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=1797