mercoledì 17 febbraio 2010
Il mercato teme una ricaduta nella recessione in Europa. I dati, infatti, mostrano una ripresa molto robusta in Cina, zoppicante ma in via di accelerazione in America, e stagnazione nell’eurozona complicata dal crescente rischio percepito di insolvenza dei debiti sovrani di Grecia, Spagna e altri. Qual è il problema? Quale la soluzione di breve-medio termine?
In realtà la lentezza delle economie europee nel riprendersi dopo recessioni globali è osservabile da almeno 20 anni, particolarmente in quelle dei primi anni ’90 e del 2000-02. Dopo quest’ultima ci sono voluti ben tre anni prima che la disoccupazione fosse riassorbita in Germania, e quattro prima che il Pil italiano tornasse a crescere in modo sensibile, nel 2006.
Si aggiungano altri due dati storici. Dai primi anni ’90: (a) l’economia europea tende a crescere circa la metà di quella americana e un quarto di quella cinese, l’italiana circa la metà di quella europea; (b) i debiti pubblici degli Stati europei tendono a crescere, segno che devono finanziare in deficit, per crescita insufficiente, i loro modelli di Stato sociale.
Appare evidente che il problema europeo non sia di contingenza, ma riguardi un modello che non funziona. Gli Stati dell’eurozona sono differenziati per situazioni storiche, più o meno industrializzati, e geografiche, centro o periferia del sistema economico internazionale, ma tendono a essere omogenei sul piano del modello: alta tassazione che finanzia protezioni sociali ed enormi apparati pubblici, molti vincoli burocratici all’attività economica, poca concorrenza e quindi elevati costi sistemici.
L’efficienza gestionale del modello è maggiore o minore nei diversi Stati, ma in tutte le nazioni dell’eurozona mostra di avere un effetto depressivo costante sulla crescita. In particolare, le principali economie dell’eurozona - Germania, Francia e Italia che insieme ne fanno circa i 2/3 del Pil complessivo - mostrano insufficienti consumi e investimenti nel mercato interno e la tendenza a bilanciare questo gap forzando l’export. Nel ciclo economico globale corrente bisognerebbe aumentare la crescita interna per compensare la riduzione delle esportazioni. Ma il tipo di modello detto, combinato con un valore di cambio de-competitivo dell’euro, perché tenuto artificialmente alto da una Bce con la sola missione di contenere l’inflazione e senza responsabilità per la stimolazione della crescita, non lo permette perché soffoca la vitalità del mercato. Così, semplificando, è spiegabile la lentezza europea nel riprendersi dopo botte globali. Ma il problema principale è che almeno da un ventennio il modello inefficiente è finanziato a debito, per questo arrivato in tutte le euronazioni a livelli insostenibili. Quindi gli Stati si trovano intrappolati in un triangolo infernale: modello rigido, alto debito, moneta de-competitiva. Se non si modifica uno dei tre lati la bassa crescita durerà per almeno un lustro, con ricadute in recessione e disoccupazione elevata. Molti invocano un cambio di modello (riforme strutturali). Anche chi scrive. Ma, realisticamente, non si vede come la politica possa ottenere il consenso per ridurre i costi statali e liberalizzare i sistemi in poco tempo, per giunta nella priorità del rigore che inibisce detassazioni. Una riorganizzazione europea del debito è fattibile, va fatta, ma non porterebbe un impulso alla crescita. Quindi l’unica azione che resta, spiace dirlo per il rischio di inflazione connesso, è la svalutazione dell’euro per pompare le esportazioni globali e con queste la crescita dell’eurozona altrimenti non ottenibile nel breve-medio termine.





FONTE: COBRAF.COM
Il "tempismo" del crac è per questa estate al massimo, è quasi matematico che non possa essere oltre, l'incognita è da dove inizi, se dalle borse, dal dollaro o altre valute come la sterlina su cui si crea un panico, dai titoli di stato USA o inglesi o giapponesi. Ma come tempistica da diciamo forse fine aprile per stare sicuri devi fare dei piani precisi perchè può essere un evento traumatico. Il "tempismo" del crac è "da Maggio-Giugno in poi..." per motivi molto semplici:
1) entro Aprile sia la Banca di Inghilterra che la Federal Reserve avranno cessato tutti i loro acquisti di debito pubblico e di debito cartolarizzato lanciato all'inizio dell'anno scorso. La Banca di Inghilterra ha in realtà già finito con la settimana scorsa e non a caso la prima piccola slavina dei mercati ha coinciso con la decisione degli inglesi di terminare il cosiddetto "quantitative easing" (espressione inglese elegante ed intraducibile in italiano in senso letterale che significa: Stampano-Moneta-e-la-Usano-per Comprare-Titoli di stato e titoli del debito cartolarizzato con dentro mutui e altro)
2) tutti i cedimenti di borsa seri sono sempre iniziati tra Maggio e inizio Settembre, le uniche eccezioni le hai quando hai avuto un crollo giù prima così spettacolare, come nel 2008, che per forza di cose se hai perso un -50% nei 12 mesi precedenti un rimbalzo lo fai poi anche "non stagionale". Ma quando il mercato è orso e nei 6-10 mesi precedenti è stato positivo il cedimento è sempre concentrato tra giugno e settembre, a volte si anticipa a maggio.
3) La Cina ha iniziato una prima stretta del credito a metà gennaio e gli effetti si sentiranno tra circa 3-4 mesi con un crollo dell'immobiliare. la Cina ha "toppato" come mercato con i soliti sei mesi di anticipo come nel 2007, il top dell'indice di Shangai è stato il 2 agosto 2009 e il top delle borse occidentali il 10 gennaio scorso 5 mesi e mezzo prima, nel 2007 furono sei mesi pure di distanza. Se tutto va come previsto dovresti vedere Shangai a -50% dal top del 2 agosto entro maggio-giugno, al momento ha fatto -22% dal top del 2 agosto, non sembra ma sta franando veramente assieme alla Spagna e Grecia. Se entro maggio-giugno hai Shangai a -50% dal top del 2 agosto allora hai la conferma
4) In autunno in USA ci sono delle elezioni per Congresso e Senato e dato il trend catastrofico dell'occupazione un due mesi prima circa i politici con seggi contesi ed Obama andranno nel panico e cominceranno a menare colpi a destra e a sinistra
5) l'effetto delle misure straordinarie (tassi di interesse a zero, "quantitative easing", salvataggi diretti di banche, aumenti di spesa sociale e pubblica...) lanciate tra fine 2008 e inizio 2009 comincerà a ridursi dopo un anno circa e i deficit dei singoli stati USA e dei paesi più indebitati sono tutte bombe ad orolegeria che peggiorano già ora di mese in mese, ci sono almeno 10 stati USA, California, Nevada, New Jersey, Wisconsin... che sono messi come la Grecia
6) Come ciliega sulla torta hai la "tensione con l'Iran" che non rimarrà così sempre sospesa in modo indefinito se leggi le dichiarazioni degli ultimi mesi e settimane e troverà un qualche sbocco. Le guerre in Medio Oriente ed altrove sono state sempre in questo periodo che coincide con quello "Orso" per le borse di giugno-settembre: (I Guerra Mondiale: agosto 1914, II Guerra Mondiale: 2 settembre 1939, Operazione Barbarossa: giugno 1941, Guerra dei Sei Giorni: 10 giugno 1967, Guerra dello Yom Kippur: settembre 1974, Guerra del Golfo in Kuwait: 2 agosto 1990, Strage delle Due Torri: 11 settembre 2001...)
Fonte: www.cobraf.com
Link: http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=1162&reply_id=214983
11.02.2010