Spaventano le spinte speculative nel mercato argentino. La moneta locale (il peso) ha infatti toccato un ribasso record ieri, causato soprattutto dalla scelta degli investitori di acquistare grandi quantitativi di dollari. L’obiettivo è quello di prevenire una possibile svalutazione delle moneta, alla quale il governo di Buenos Aires potrebbe ricorrere per aumentare il flusso fiscale proveniente dalle esportazioni di materie prime e migliorare i conti pubblici.
Così la valuta dell’Argentina ha toccato quota 3,8648 sul dollaro (il precedente record era del giugno del 2002). «Stiamo osservando un trend chiaro di acquisto di dollari, come del resto accaduto nei giorni scorsi. Gli investitori si aspettano un deprezzamento a breve», ha spiegato Gustavo Quintana, trader della Lopez Leon Brokers di Buenos Aires.
Negli ultimi dodici mesi, il peso ha perso il 9,4%: si tratta dell’unico caso di valuta che si è deprezzata rispetto al dollaro tra le sei maggiori economie dell’America Latina. Il declino è spinto anche dalle difficoltà che il presidente argentino, Cristina Fernandez de Kirchner sta incontrando sul fronte del deficit: il fabbisogno statale è infatti stato pari a 10,7 miliardi di dollari nel 2009, ed è previsto in crescita a 11,4 miliardi quest’anno.
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