Segnale dalla Cina

  • 19:36 24/11/09
  • La Cina stanotte forse ha dato un segnale con questo -7% su notizie accantonamenti per perdite sui crediti delle banche cinesi
    ricordo che anche se non sembra la Cina ha toccato il massimo dell'anno il 1 agosto e non lo ha più superato, la botta in basso di oggi a Shangai assomiglia a quella di allora


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  • http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=5815&reply_id=202521

  • Quando l'usura è legale...

     


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    Tra le questioni più scandalose che investono la nostra società -questioni puntualmente ignorate non solo dai mass media ufficiali, il che non stupisce, ma spesso anche dalla cosiddetta controinformazione, tanto scandalizzata e affacendata in un vuoto quanto sterile moralismo- vi è quella dell'usura bancaria, ossia dei tassi di interesse eccedenti il limite di legge, pretesi dalle banche nei confronti di comuni cittadini, soprattutto piccoli imprenditori e titolari di mutui, che sono costretti quasi sempre a pagare con il sequestro dell'impresa o della casa.
    Tuttavia qualcosa timidamente sta cambiando. Dal 1997 infatti si può applicare anche al sistema bancario la normativa anti-usura, e nei vari tribunali italiani si leggono infatti sempre più di frequente notizie di indagini e di inchieste verso amministratori, dirigenti e funzionari di banche per interessi sproporzionati applicati a cittadini e imprese. In tutta Italia sono ormai decine gli amministratori e centinaia i funzionari sotto processo per usura esercitata da parte di banche di ogni dimensione, dai colossi nazionali fino alle piccole banche di credito cooperativo e alle finanziarie. Nel solo 2009, da nord a sud sono attivi una ventina di processi contro banche implicate in fallimenti di imprenditori, vittime di tassi spropositati. Ma vi sono anche casi assai più gravi di usura nei confronti di comuni cittadini: dai tassi dei mutui, fino ai prestiti al consumo e all’usura riscontrata addirittura nei conti correnti di semplici commercianti!
    Ma come è possibile che interessi che eccedono i limiti imposti dalla legge vengano applicati in modo così frequente -le denunce che portano ai processi rappresentano soltanto la punta dell'iceberg- spesso senza che qualcuno se ne accorga? In fondo, gli interessi delle banche vengono dichiarati pubblicamente...In realtà, ciò che porta ai tassi usurai non sono i tassi ufficiali -ovviamente allineati alla legge- ma tutti quei trucchi contabili e di calcolo che, in modo nascosto, portano il tasso effettivo a livelli ben superiori rispetto a quello nominale.
    Tali trucchi sono stati accertati dai periti del tribunale e dalla guardia di finanza. Essi si basano in primis sulla capitalizzazione indebita degli interessi -il cosiddetto anatocismo- ma anche sui tempi di acquisizione della valuta, sulle molteplici piccole spese di gestione ecc. Va a finire quindi che i reali interessi pagati sul capitale prestato sono spesso assai maggiori di quelli che il cliente crede di pagare. Nonostante questi stratagemmi spesso siano apertamente illegali (come quasi sempre l'anatocismo) le banche -spesso anche le cosiddette Banche etiche- li hanno sempre utilizzati, agevolate anche dall’assenza di qualsiasi tipo di sanzione, portando l'acquisizione illegale di denaro dei cittadini da parte delle banche -secondo alcune stime- a circa settanta/ottanta miliardi di euro all’anno!! Praticamente almeno un paio di finanziarie, mica bruscolini...
    E' bene sapere che il codice civile prevede che se il tasso complessivo è considerato usuraio e gli interessi non debbono essere pagati, nel caso siano già corrisposti, debbono essere restituiti in toto. Si tratta ovviamente di pura teoria, la realtà è ben diversa...La propaganda verso l’opinione pubblica infatti è molto attiva: l’usura sarebbe possibile solo fuori del sistema legale di credito, mentre le operazioni fatte con loro sarebbero sempre legali. In effetti questo è quello che pensa l'uomo comune, che difficilmente arriva a credere di avere a che fare con un vero e proprio sistema criminale organizzato, che poco si differenzia da quello mafioso...
    Certamente non si differenzia per la capacità di coinvolgere la magistratura nella difesa dei propri affari: il 90% dei giudici -vuoi per complicità, vuoi forse anche per paura- tiene nel cassetto le denunce di usura contro le banche o le archivia, e se si arriva al processo, spesso le banche finiscono per essere assolte anche se colpevoli. Ancora pochi sono i giudici che si impegnano in questa direzione. Vista la gravità sociale -e anche l'entità- del problema, vogliamo credere di essere solo agli inizi.
    Massimiliano Viviani

    http://www.giornaledelribelle.com/

    Nelle stazioni ferroviarie si giocherà d'azzardo

     

    Marco Cedolin

    All’interno delle stazioni ferroviarie italiane sta diventando sempre più difficile riuscire ad acquistare in tempo utile il biglietto del treno. In quelle piccole la biglietteria non esiste neppure più ed occorre rivolgersi ad un bar o tabaccheria autorizzati, mentre in quelle grandi bisogna fare i conti con le code spesso interminabili ai pochi sportelli aperti e con lo stato di degrado delle macchinette automatiche che troppe volte risultano fuori servizio.
    In compenso a partire dal 17 novembre (data dell’inaugurazione a Savona della prima stazione – casinò) i viaggiatori il cui treno è stato soppresso o hanno perso la coincidenza a causa dei cronici ritardi, potranno trastullarsi e dimenticare la peripezia, giocando d’azzardo a slot machine, videolotterie e altri intrattenimenti “culturali” di quelli che ogni anno riducono sul lastrico un notevole numero di famiglie italiane.
    Si tratta del risultato di un accordo stipulato fra Centostazioni, società partecipata dalle Ferrovie di Moretti e dalla cordata privata Archimede1 che è attualmente impegnata a “riqualificare” 103 stazioni ferroviarie italiane, ed il colosso Lottomatica. Accordo che prevede appunto l'apertura di spazi all'interno delle stazioni, dedicati a slot machine, videolotterie e giochi di vario genere, con l’obiettivo di offrire possibilità di intrattenimento e tempo libero per gli utenti delle stazioni.
    Dietro al “nobile” intento di rallegrare la via crucis giornaliera di pendolari e viaggiatori, si nasconde naturalmente la volontà di sfruttare un mercato come quello del gioco d’azzardo che in tempi di crisi sta mostrandosi sempre più fiorente e raggiungerà in Italia nel 2009 un volume di 52 miliardi di euro giocati, equivalente ad una media di circa tre euro al giorno per ogni italiano.
    L’iniziativa, giudicata dall’ad di Trenitalia Mauro Moretti semplicemente un “esercizio commerciale”, non ha riscosso il gradimento del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola che invitato alla cerimonia d’inaugurazione della stazione – casinò di Savona ha ribadito come il gioco d’azzardo sia poco educativo, ricordando anche un suo caro amico al quale è costato la vita.

    Alla luce dello stato di degrado e dei disservizi diffusi presenti nelle stazioni italiane, suscita più di qualche perplessità il fatto che Moretti ed i suoi soci, equamente ripartiti fra società immobiliari, cooperative, banche e gestori di aeroporti, abbiano inteso mettere in atto una riqualificazione che privilegia aspetti (come la trasformazione in case da gioco) non proprio consoni alla destinazione d’uso delle stesse, anche se forieri di facili profitti. Guardando alle nuove stazioni, intese dai gestori come “luogo d’intrattenimento e tempo libero”, le perplessità aumentano ulteriormente, dal momento che siamo avvezzi a considerarle semplicemente degli spazi di servizio, funzionali ai viaggiatori che (se le coincidenze e le soppressioni di convogli lo consentono) ambiscono a permanervi il meno possibile. E riteniamo che le dinamiche concernenti la loro riqualificazione avrebbero dovuto privilegiare l’efficienza dei molti servizi attualmente carenti, al fine da rendere più facile la vita dei viaggiatori, anziché trasformarle in sale da gioco dove continuerà a rimanere molto difficile reperire un biglietto per il treno, ma diventerà al contrario facilissimo dilapidare il proprio stipendio nell’attesa che arrivi il prossimo convoglio.

    Pubblicato da marco cedolin a 0.07 6 commenti

    http://ilcorrosivo.blogspot.com/2009/11/nelle-stazioni-ferroviarie-si-giochera.html

    C’era una volta l’America

     

    netdebt

    (Via Paul Krugman’s blog)

    C’erano una volta gli Stati Uniti d’America, unica superpotenza militare, e prima potenza economica mondiale. C’erano per davvero quegli Stati Uniti lì. E ci sono stati a lungo. Per quasi un secolo - il Novecento - che non a caso è stato ribattezzato dagli storici il “secolo americano”. Ma ora non ci sono più. Anche se alcuni cittadini a stelle e strisce di quelli “doc” faticano proprio a raccappezzarsi. E a rendersene conto.

    L’economista Paul Krugman, per esempio.

    Un premio Nobel per l’economia da esibire sulla mensola del caminetto. Una cattedra prestigiosa all’università di Princeton. E un bel contratto da editorialista per il New York Times. Insomma: un signor intellettuale con un bel pedigree da animale accademico. E che ti combina? Pur di sostenere che gli States - per restare “i numeri uno” - devono spendere e spandere fiumi di soldi pubblici per stimolare un’economia in stato comatoso; dicevamo: per sostenere questa sua ricettina facile facile, ti verga un post sul suo blog. E dice: signori e signore, siete preoccupati che il debito pubblico cresca troppo? Non dovete. Perchè se Paesi come Belgio e Italia riescono a gestire un debito pubblico sterminato, chiunque ce la può fare. O meglio, Krugman la mette giù esattamente così:

    La gente si chiede: “Perchè dovremmo paragonarci con Belgio e Italia? Quei due Paesi sono un casino”. Uhm, ragazzi, questo è il punto. Il Belgio è politicamente debole, perchè diviso linguisticamente. L’Italia è politicamente debole, perchè è l’Italia. E se questi Paesi possono gestire il loro debito che è oltre il 100% del Pil (…), so can we (tradotto: anche noi possiamo).

    E chi scrive non sa bene il perchè. Ma ogni volta che rilegge queste righe, non può fare a meno di immaginare il premio Nobel che finisce di scrivere. Si leva un cappellone da cowboy per massaggiarsi la testa. E si fa una grassa risata a bocca spalancata. Stile pistolero che ride alle sue battute in un film western di serie “Z”, diciamo.

    Ma torniamo alle parole di Krugman. E alla realtà. Che oggi come oggi - a differenza della saga della conquista dell’Ovest - ha ben poco di epico.

    Non vale la pena soffermarsi sull’assunto che se Belgio e Italia possono gestire enormi debiti pubblici, allora per gli Stati Uniti affrontare un problema così sarebbe un gioco da ragazzi. Se non per dire che si tratta di un assunto, non di un ragionamento, perchè non ha basi. Non uno straccio di numero. Non un abbozzo di modello econometrico. Ma - come dicevo - lasciamo perdere. No, quello che mi interessa è la frase: “L’Italia è politicamente debole, perchè è l’Italia”. Che - lo confesso - mi ha smosso qualcosa dentro.

    Ecco. Qualcuno potrebbe ricordare che la gran parte del debito pubblico italiano è stata accumulata negli anni Ottanta. Che è stata fatta da una classe dirigente poi accusata, processata e (spesso e volentieri) condannata per corruzione. E che quella classe dirigente scandalosa - il fu Pentapartito (Diccì, Prì, Plì, Psdì e gli indimenticati e indimenticabili socialisti) - è rimasta per decenni incollata alle poltrone che contavano, causa guerra fredda. E una strana forma di democrazia che lo storico Guido Crainz ha definito democrazia “congelata”. Tutto questo per dire che forse gli Stati Uniti -  e gli amici-nemici della Russia allora comunista - del “casino” politico italiano ne sapevano e ne sanno qualcosa. Ma non perdiamoci in ricostruzioni storiche complicate, dolorose e discutibili. Perchè il punto è un altro. Il punto è che dire che “l’Italia è politicamente debole, perchè è l’Italia” è come dire che i “tedeschi sono precisi perchè sono tedeschi”. Che “i francesi sanno cucinare perchè sono francesi”. E che, la sai l’ultima?, “c’erano un tedesco, un francese e un italiano…”. Un giudizio poco da premio Nobel e poco accademico, insomma. Che invece sa molto di luogo comune. E soprattutto di una buona dose di spocchia.

    Spocchia che - per una infinita serie di ragioni - non ha più alcuna ragion d’essere.

    Gli Stati Uniti - oggi come oggi - sono impantanati in due guerre fallimentari che non riescono a vincere (Iraq e soprattutto Afghanistan). Hanno un tasso di disoccupazione al 10 e passa per cento. Un tasso di sottoccupazione (dato dalla somma di disoccupati; persone costrette a lavorare part time perchè non trovano niente di meglio; e altri che il lavoro non lo cercano manco più) al 17,5%. E come se non bastasse: più di dieci milioni di famiglie hanno perso o rischiano di perdere casa. E ci sono intere aree del Paese - come Detroit, l’ex capitale dell’auto - che pullulano di case disabitate e quartieri fantasma come neanche in “The day after”. E poi sì: il debito pubblico sta esplodendo come neppure in Belgio e in Italia. E viaggia - secondo le stime del Fondo monetario internazionale - verso il 100% del Prodotto interno lordo. Tanto che non il corrierino dei piccoli, ma proprio il giornale su cui scrive Krugman, cioè il “New York Times” - giusto ieri - si chiedeva come faranno mai gli Usa a pagare gli interessi. Che di qui a una decina d’anni potrebbero ammontare, secondo i numeri citati dal “New York Times”, a 700 miliardi di dollari all’anno. Ovvero più di quanto l’attuale amministrazione Obama spenda per educazione, energia, polizia e guerre in Iraq e Afghanistan, messe insieme.

    Un bel punto interrogativo, non c’è che dire. Cui Krugman ha risposto in perfetto stile Obama: “Yes, we can”. Ovvero: con una botta di ottimismo su cui sarebbe lecito nutrire più di qualche dubbio. Sia come sia. Una cosa è certa: i luoghi comuni e i (pre)giudizi se li poteva e doveva evitare. Perchè dal basso del baratro dove è sprofondato il suo di Paese, non si possono più tranciare giudizi da primi della classe. Accademici e tanto meno non accademici.

    Certo. E’ dura accettarlo. Ma sicuramente anche il premio nobel Paul Krugman - se volesse fare lo sforzo di mollare per un paio di giorni gli amati libri; si facesse un giro a Detroit; e vedesse che lì non hanno più i soldi manco per seppelire i morti - se ne farebbe una ragione.

    http://bamboccioni-alla-riscossa.org/?p=4712

    Long-Term Bonds and the End of Our World


    John Rubino

    Nouriel Roubini warns that an asset bubble is building as money chases commodities. Asian countries are considering capital controls to stem the inflow of hot money. The Wall Street Journal reports that rare coins are soaring at auctions, with a single penny recently breaking the $1 million barrier. U.S. stocks and crude oil are up 60% and 105%, respectively, from their post-crash lows. And of course gold is at a record high.

    Looks like the stimulus orgy worked: Speculators are back and scooping up pretty much everything in sight.

    Yet long-term bonds are just sitting there, which isn't what you'd expect at the beginning of another inflationary boom. Because bonds trade on inflationary expectations their yields should be rising and their prices falling. Why aren't they?
    One possible explanation is that the bond market doesn't believe the new commodity bubble is for real, and expects a double-dip recession to send long-term rates even lower. That's not unreasonable, given the bad recent U.S. housing news and the widely-anticipated commercial real estate bloodbath. So next year stocks tank, the economy contracts, and bonds are the place to be. Here's blogger Mike Shedlock's take on the coming deflation.

    Another possibility is that some of the newly-created currency that's not chasing commodities is being used to buy bonds. The following chart from Housing Doom shows that central banks have recently stepped up their purchases of U.S. Treasuries, while the Fed is loading up on mortgage backed securities (the Fed MBS line). Government paper is buying government and private sector paper, which is to say that the world's central banks are monetizing their countries' debt on an unprecedented scale. Historically this sort of thing has led to inflation.

    For short-term traders this debate is not academic; choosing between these two polar-opposite outcomes is crucial. But in the long run it hardly matters: bonds -- and the system that makes them so numerous -- are toast.

    If we get a double-dip recession, then calls for new, bigger stimulus plans from economists like Paul Krugman and James Galbraith will become impossible to ignore. $10 trillion didn't work, so we'll do $20 trillion. $8,000 for each new home buyer wasn't enough, so we'll make it $20,000. Since it's all just bits in a database that can be moved with a mouse click, the politicians and their bankers will keep upping the ante as long as the currency markets allow it. If this batch of incipient bubbles isn't real, the next batch -- or the next -- will be.

    As for what this means for bonds: Gold and oil (and rare coins and farmland) exist in limited quantities and can't be created by governments, so they benefit from excessive money creation. But bonds are just pieces of paper that can be issued in ever-rising quantities by desperate governments. AND bonds pay a fixed amount of fiat currency each year, so the value of their payments falls along with the value of the currency in which they pay. Since the U.S. in particular has financed its recent deficits with mostly short-term paper that has to be rolled over frequently, the supply of new bonds will soar going forward.

    At some point in the next year or two, long-term Treasuries thus become the short of the decade. Falling bond prices will push up interest rates on all loans tied to Treasuries. Home mortgages, business loans, even credit cards will go up, while consumer borrowing and spending will shrink.

    And then it gets interesting. With bond yields spiking and currency values plunging, the Fed and other central banks will, for the first time since their creation, be impotent. Lowering short term rates (already near zero) will be ineffective, while buying more bonds with newly-created dollars will force the dollar lower, making bonds even less attractive to private sector buyers. At some point along the way it will dawn on not just the smart money but on everyone that the falcon can't hear the falconer, that events are beyond the control of monetary authorities. And everyone will head for the exits at once.
    That's when the world as we know it -- powerful central government, fiat currency, fractional reserve banking, global military empire, cradle-to-grave welfare -- ends, and the debate over its replacement begins. As always, money will talk, which means those with gold and other real assets will have a seat at the table, and for the first time in a century Constitutional principals will get a fair hearing. Time to start re-reading the Federalist Papers.

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    http://www.dollarcollapse.com

    Is it Time to Abolish the Federal Reserve?


    Chris Pirillo

    The economic pundits are out in full force this week discussing subprime lending's imminent (if not present) collapse. I've heard 'em on ABC, NPR, Fox, CNN - they're everywhere, and some of them are smart enough to realize that the problem stems from America being a host to the disease known as the Federal Reserve (read: we're not controlled so much by government as we are by a central bank).

    I wanted to call your attention to one person in particular. Catherine Austin Fitts:

    Catherine Austin Fitts offers a unique perspective on the global financial system and on the political economy. Her background includes: Wall Street: Managing Director and member of the Board, Dillon Read & Co. Inc.; Government: Assistant Secretary of Housing - Federal Housing Commissioner; Entrepreneur: President and founder of Hamilton Securities investment bank. Catherine has designed and closed over $25 billion of transactions and investments to-date and has led portfolio strategy for $300 billion of financial assets and liabilities.

    Okay, credibility established - right? I hope you're sitting down. This is part of what she shared last night on the radio:

    Fitts spoke on black budgets - money used by the federal government which is not reported in their financial statements - and how they are used to fund (on a non-transparent basis) corporations performing secret military and intelligence functions. She said the people who control these 'covert' cash flows end up manipulating the 'overt' world.

    She described how money can be laundered through publicly traded companies, using the European Union's lawsuit against RJR Nabisco as a case study. Fitts explained stock 'pump and dump' schemes, pointing out that not only can stocks be pumped up and dumped but so can real estate, countries (Iraq), and even the planet. Fitts noted problems with the central banking warfare model, which she said helped make America successful but is not sustainable and no longer works. She also explained what she calls the 'tapeworm economy,' in which a small group of insiders centralize political and economic power to make money in a way that actually destroys wealth.

    Fitts discussed the US Department of Housing and Urban Development (HUD), which she said is being run as a “criminal enterprise.” According to Fitts, HUD reported $17 billion missing in fiscal 1998 as well as $59 billion in undocumented adjustments the following year. The HUD inspector general refused to produce financial statements, she said, noting that it is illegal to spend money that has not been appropriated by Congress. Fitts also talked about the last housing bubble, the current crisis in the housing and mortgage markets and how it was engineered.

    I'm still trying to sift through Noam Chomsky's latest: Failed States: The Abuse of Power and the Assault on Democracy. I'd imagine it's right up Catherine's alley, too. I'm sure the Ron Paul'ites will come out of the woodwork to state that he's the only presidential candidate who wants to abolish the Fed - which may be true, but I'm more concerned about the other candidates who either (a) don't have a clue, or (b) are a part of the problem.

    chris.pirillo.com

    The Second Wave of The Financial Tsunami


    Matthias Chang

    Since the last quarter of 2008, unrelenting currency warfare has been waged by the key global economies and while this competition thus far has been non-antagonistic, it will soon be antagonistic because the inherent differences are irreconcilable. The consequences to the global economy will be devastating and for the ordinary people, massive unemployment and social unrest are assured.

    The policy-makers of these countries faced with the total collapse of the international financial architecture have concluded that the solution, the only solution is quantitative easing (i.e. massive injection of liquidity) to salvage the "too big to fail" banks and reflate their depressed economies. This is best reflected in Bernanke's candid remark that, "the US government has a technology, called the printing press (or today, its electronic equivalent), that allows it to produce as many US dollars as it wishes at essentially no cost".

    This is the crux of the problem!

    The Irreconcilable Differences

    Some two decades ago, it was decided by the global financial elites that the framework for the global economy shall consist of:

    1) A global derivative-based financial system, controlled by the US Federal Reserve Bank and its associate global banks in the developed countries.

    2) The re-location from the West to the East in the production of goods, principally to China and India to "feed" the developed economies.

    The entire system was built on a simple principle, that of a FED-controlled global reserve currency which will be the engine for growth for the global economy. It is essentially an imperialist economic principle.

    Once we grasp this fundamental truth, Bernanke's boast that the "US can produce as many US dollars as it wishes at no cost" takes on a different dimension.

    I have talked to so many economists and when asked what is the crux of the present financial problem, they all respond in unison, "it is the global imbalances... the West consumes too much while the East saves too much and consumes not enough". This is exemplified by the huge US trade deficits on the one part and China's massive surpluses on the other.

    Incredible wisdom and almost everyone echoes this mantra. The recent concluded APEC Summit was no different. This mantra was repeated as well as the call for freer trade between trading nations.

    This is a grand hoax. All the current leaders on the world's stage are corrupted to the rotten core and as such have no interest to call a spade a spade and expose the inherent contradictions within the existing financial system.

    The call for a multi-polar world is meaningless when the entire global financial system is based on the unipolar US dollar reserve currency. This is the inherent contradiction within the present system and the problems associated with it cannot be resolved by another global reserve currency based on the IMF's Special Drawing Rights as advocated by some countries. It was stillborn, the very moment it was conceived!

    The leaders of China, Japan and the oil producing countries of the Middle East are all cursing and pissing about the current situation, but they don't have the courage of their convictions to spell it out to their countrymen that they have been conned by the financial spin masters from the Fed acting on the instructions from Goldman Sachs.

    Tell me which leader would dare admit that they have exchanged the nation's wealth for toilet papers?

    The toilet paper currency pantomime continues.

    We have now reached a stalemate in the current currency war, not unlike the situation of the Cold War between the NATO pact countries and the Warsaw pact countries. Both sides were deterred by the MAD (Mutually Assured Destruction) doctrine of nuclear wars. The costs to both sides were horrendous and it was only when the Soviet Union could not continue with the pace and cost of maintaining a nuclear deterrent and was forced into bankruptcy that the balance tilted in favour of the NATO alliance.

    But it was a pyrrhic victory for the US and it allies. What kept the ability of the US to maintain its military might and outspend the Soviet Union was the right to print toilet paper currency and the acceptance of the US dollar by her allies as the world's reserve currency.

    But why did the countries allied to the US during the Cold War accepted the status quo?

    Simple! They were all conned into believing that without the protection of Big Brother and its military outreach, they would be swallowed up by the communist menace. They agreed to march to the tune of the US Pied-Piper.

    The next big question - why did the so-called "liberated" former communist allies of the Soviet bloc jump on the bandwagon?

    Simple! They all believed in the illusion that was fostered by the global banks, led by Goldman Sachs that trading and selling their goods and services for the toilet paper US reserve currency would ensure untold wealth and prosperity.

    But the biggest game in town was the Asia gambit. Japan, after a decade of recession following the burst of her property bubble did not have the means and the capacity to bring the game to the next level as envisaged by the financial architects in Goldman Sachs.

    And China was the biggest beneficiary. The senior management of Goldman Sachs brokered a secret pact with China's leaders that in exchange for orchestrating the most massive injection of US dollar capital and wholesale re-location of manufacturing capacity in the history of the global economy, China would recycle their hard-earned US toilet paper reserve currency wealth into US treasuries and other US debt instruments.

    This was the necessary condition precedent for the global financial casino to rise to the next level of play.

    Why?

    The New Game

    The financial architects at Goldman Sachs had a master plan - to dominate the global financial system. The means to achieve this financial power was the Shadow Banking System, the lynchpin being the derivative market and the securitization of assets, real and synthetic. The stakes would be huge, in the hundreds of US$ trillions and the way to transform the market was through massive leverage at all levels of the financial game.

    But there was an inherent weakness in the overall scheme - the threat of inflation, more precisely hyperinflation. Such huge amounts of liquidity in the system would invariably trigger the depreciation of the reserve currency and the confidence in the system.

    Hence the need for a system to keep in check price inflation and the illusion that the purchasing power of the toilet paper reserve currency could be maintained.

    This is where China came in. Once China became the world's factory, the problem would be resolved. When a suit which previously cost US$600 could be had for less than US$100, and a pair of shoes for less than US$5, the scam masterminds concluded that there would be no foreseeable threat to the largest casino operation in history.

    China agreed to the exchange as it has over a billion mouths to feed and jobs for hundreds of millions needed to be secured, without which the system could not be maintained. But China was pragmatic enough to have two "economic systems" - a Yuan based domestic economy and a US$ based export economy, in the hope that the profits and benefits of the export economy would enable China to transform and establish a viable and dynamic domestic market which in time would replace the export dependent economy. It was a deal made with the devil, but there were no viable alternative options at the material time, more so after the collapse of the Soviet Union.

    The Next Level of the Game

    The next level of the game was reached when the toilet paper reserve currency literally went virtual - through the simple operation of a click of the mouse in the computers of the global banks.

    The big boys at Goldman Sachs and other global banks were more than content to leave Las Vegas for the mafia and their miserable billions in turnover. The profits were considered dimes when compared to the hundreds of trillions generated by the virtual casino. It was a financial conquest beyond their wildest dreams. They even called themselves, "Master of the Universe". Creating massive debts was the new game, and the big boys could even leverage more than 40 times capital! Asset values soared with so much liquidity chasing so few good assets.

    However, the financial wizards failed to appreciate and or underestimate the amount of financial products that were needed to keep the game in play. They resorted to financial engineering - the securitization of assets. And when real assets were insufficient for securitization, synthetic assets were created. Soon enough, toxic waste was even considered as legitimate instruments for the game so long as it could be unloaded to greedy suckers with no recourse to the originators of these so-called investments.

    For a time, it looked as if the financial wizards have solved the problem of how to feed the global casino monster.

    Unfortunately, the music stopped and the bubble burst! And as they say the rest is history.

    The Goldman Sachs Remedy

    When losses are in the US$ trillions and whatever assets / capital remaining are in the US$ billions, we have a huge problem - a financial black-hole.

    The preferred remedy by the financial masterminds at Goldman Sachs was to create another hoax - that if the big global banks were to fail triggering a systemic collapse, there would be Armageddon. These "too big to fail" banks must be injected with massive amount of virtual monies to recapitalize and get rid of the toxic assets on their balance sheet. The major central banks in the developed countries in cahoots with Goldman Sachs sang the same tune. All sorts of schemes were conjured to legitimize this bailout.

    In essence, what transpired was the mere transfer of monies from the left pocket to the right pocket, with the twist that the banks were in fact helping the Government to overcome the financial crisis.

    The Fed and key central banks agreed to lend "virtual monies" to the "too big to fail" global banks at zero or near zero interest rate and these banks in turn would "deposit" these monies with the Fed and other central banks at agreed interest rates. These transactions are all mere book entries. Other "loans" from the Fed and central banks (again at zero or near zero interest rates) are used to purchase government debts, these debts being the stimulus monies needed to revive the real economy and create jobs for the growing unemployed. So in essence, these banks are given "free money" to lend to the government at prior agreed interest rates with no risks at all. It is a hoax!

    These "monies" are not even the dollar bills, but mere book entries created out of thin air.

    So when the Fed injects US$ trillions into the banking system, it merely credits the amount in the accounts of the "too big to fail" banks at the Fed.

    When the system is applied to international trade, the same modus operandi is used to pay for the goods imported from China, Japan etc.

    For the rest of world, when buying goods denominated in US$, these countries must produce goods and services, sell them for dollars in order to purchase goods needed in their country. Simply put, they have to earn an income to purchase whatever goods and services needed. In contrast, all that the US needs to do is to create monies out of thin air and use them to pay for their imports!

    The US can get away with this scam because it has the military muscle to compel and enforce this hoax. As stated earlier, this status quo was accepted especially during the Cold War and with some reluctance post the collapse of the Soviet Union, but with a proviso - that the US agrees to be the consumer of last resort. This arrangement provided some comfort because countries which have sold their goods to the US, can now use the dollars to buy goods from other countries as more than 80 per cent of world trade is denominated in dollars especially crude oil, the lifeline of the global economy.

    But with the US in full bankruptcy and its citizens (the largest consumers in the world) being unable to borrow further monies to buy fancy goods from China, Japan and the rest of the world, the demand for dollar has evaporated. The dollar status as a reserve currency and its usefulness is being questioned more vocally.

    The End Game

    The present fallout can be summarized in simple terms:

    Should a bankrupt country (the US) be allowed to use money created out of thin air to pay for goods produced with the sweat and tears of hardworking citizens of exporting countries? Adding insult to injury, the same dollars are now purchasing a lot less than before. So what is the use of being paid in a currency that is losing rapidly its value?

    On the other hand, the US is telling the whole world, especially the Chinese that if they are not happy with the status quo, there is nothing to stop them from selling to the other countries and accepting their currencies. But if they want to sell to the mighty USA, they must accept US toilet paper reserve currency and its right to create monies out of thin air!

    This is the ultimate poker game and whosoever blinks first loses and will suffer irreparable financial consequences. But who has the winning hand?

    The US does not have the winning hand. Neither has China the winning hand.

    This state of affairs cannot continue for long, for whatever cards the US or China may be contemplating to throw at the table to gain strategic advantage, any short term gains will be pyrrhic, for it will not be able to address the underlying antagonistic contradictions.

    When the survival of the system is dependent on the availability of credit (i.e. accumulating more debts) it is only a matter of time before both the debtor and creditor come to the inevitable conclusion that the debt will never be paid. And unless the creditor is willing to write off the debt, resorting to drastic means to collect the outstanding debt is inevitable.

    It would be naive to think that the US would quietly allow itself to be foreclosed! When we reach that stage, war will be inevitable. It will be the US-UK-Israel Axis against the rest of the world.

    The Prelude to the End Game

    The US economy will be spiraling out of control in the coming months and will reach critical point by the end of the 1st quarter 2010 and implode by the 2nd quarter.

    The massive US$ trillions of dollars stimulus has failed to turn the economy around. The massive blood transfusion may have kept the patient alive, but there are numerous signs of multi-organ failure.

    There will be another wave of foreclosures of residential and more importantly commercial properties by end December and early 2010. And the foreclosed properties in 2009 will lead to depressed prices once they come through the pipeline. Home and commercial property values will plunge. Banks' balance sheets will turn ugly and whatever "record profits" in the last two quarters of 2009 will not cover the additional red ink.

    Given the above situation, will the Fed continue to buy mortgage-backed securities to prop up the markets? The Fed has already spent trillions buying Fannie Mae and Freddie Mac mortgages with no potential substitute buyer in sight. Therefore, the Fed's balance sheet is as toxic as the "too big to fail" banks that it rescued.

    In the circumstances, it makes no sense for anyone to assert that the worst is over and that the global economy is on the road to recovery.

    And the surest sign that all is not well with the big banks is the recent speech by the President of the Federal Reserve Bank of New York, William Dudley at Princeton, New Jersey when he said that the Fed would curtail the risk of future liquidity crisis by providing a "backstop" to solvent firms with sufficient collateral.

    This warning and assurance deserves further consideration. Firstly, it is a contradiction to state that a solvent firm with sufficient collateral would in fact encounter a liquidity crisis to warrant the need for a fall back on the Fed. It is in fact an admission that banks are not sufficiently capitalized and when the second wave of the tsunami hits them again, confidence will be sorely lacking.

    Dudley actually said that, "the central bank could commit to being the lender of last resort... [and this would reduce] the risk of panics sparked by uncertainty among lenders about what other creditors think".

    To put it bluntly what he is saying is that the Fed will endeavour to avoid the repeat of the collapse of Bear Stearns, Lehman Bros and AIG. It is also an indication that the remaining big banks are in trouble.

    It is interesting to note that a Bloomberg report in early November revealed that Citigroup Inc and JP Morgan Chase have been hoarding cash. The former has almost doubled its cash holdings to US$244.2 billion. In the case of the latter, the cash hoard amounted to US$453.6 billion. Yet, given this hoarding by the leading banks, the New York Federal Reserve Bank had to reassure the financial community that it is ready to inject massive liquidity to prop up the system.

    It should come as no surprise that the value of the dollar is heading south.

    When currencies are being debased, volatility in the stock market increases. But the gains are not worth the risks and if anyone is still in the market, they will be wiped out by the 1st quarter of 2010. The S&P may have shot up since the beginning of the year by over 25 per cent but it has been out-performed by gold. The gains have also lagged behind the official US inflation rate. It has in fact delivered a total return after inflation of approximately minus 25 per cent. When Meredith Whitney remarked that, "I don't know what's going on in the market right now, because it makes no sense to me", it is time to get out of the market fast.

    In a report to its clients, Societe Generale warned that public debt would be massive in the next two years - 105 per cent of GDP in the UK, 125 per cent in the US and in Europe and 270 per cent in Japan. Global debt would reach US$45 trillion.

    At some point in time, all these debts must be repaid. How will these debts be repaid?

    If we go by what Bernanke has been preaching and practising, it means more toilet paper currency will be created to repay the debts.

    As a result, debasement of currencies will continue and this will further aggravate existing tensions between the competing economies. And when creditors have enough of this toilet paper scam, expect violent reactions!

    http://www.globalresearch.ca

    USA-INDIA: CENA STATO; IN TAVOLA LA RUGHETTA DI MICHELLE


    (ANSA) - NEW YORK, 24 NOV - Per la sua prima cena di Stato
    oggi in onore del premier indiano Manmohan Singh, Michelle Obama
    ha portato in tavola la rughetta della Casa Bianca.
    Il cerimoniale della First Lady ha anticipato il menu'
    vegetariano curato dallo chef etiope-svedese Marcus Samuelsson
    che prevede anche una insalatat di melanzane e patate come
    antipasto, minestra di lenticchie rosse con formaggio fresco,
    scampi al curry verde, gelati e crostate come dessert.
    Vini americani dall'Oregon, la California, la Virginia. Il
    tutto sara' servito su tavoli circolari apparecchiati con
    tovaglie verde smeraldo, piatti bordati d'oro e posate dorate.
    (ANSA).

    Come ti drogo il dato sulla vendita delle case

     

    Il dato sulla vendita delle case esistenti è risalito alla grande, oltre il 10%. E la ripresa del settore immobiliare è determinante per la ripartenza dell’economia. Peccato che anche qui i conti non tornano.

    24 Novembre 2009, ore 15:27

    6 Commenti »

    statua-della-liberta-new-york

    Il settore immobiliare, e nella fattispecie il mercato immobiliare, sono assolutamente fondamentali per poter analizzare lo stato della ripresa economica e per capire se effettivamente si può parlare di semplice rimbalzo oppure no.

    Il dato di ieri sulla vendita di nuove case ha innescato l’euforia a Wall Street.

    Evviva! Ripartono le vendite delle nuove case! La crisi è finita!.
    Che tremenda bufala. Se poi andiamo a vedere il perché di questo rialzo, mi vien da piangere, perchè è l’ennesimo dato drogato da fattori esogeni che vanno a taroccare i dati in modo artificioso e non sostenibile. Andiamo con ordine.

    RPX 28- Daily Index

    Il prezzo delle case, come ben sapete, è sceso, durante la crisi in modo verticale. E se non fosse intervenuto il Governo USA, chissà dove si sarebbe finiti. E su questo, credo, siamo tutti d’accordo.
    Qui sopra potete vedere l’indice RPX 28-Daily Index, un indice compilato dalla società Radar Logic Inc. che si basa sui dati di vendita delle case in 25 aree metropolitane USA. Un dato decisamente interessante e statisticamente importante.
    Come potete vedere, negli ultimi tempi, il RPX Index è salito in modo importante. Ma solo dopo che il Governo USA ha deciso di regalare un credito d’imposta pari a 8.000 $ per gli acquisti “prima casa”. Quindi si tratta di un “una tantum” che ha drogato e sta drogando il mercato ed i dati sul settore immobiliare.

    us-home-price-index

    Domanda: che succederà quando finiranno questi incentivi? Che succederà quando il sostegno dello Stato verrà meno? Cosa succederà quando le imprese e l’economia in generale proverà o dovrà (per forza di cose) provare a “camminare da sola”?

    Lo Stato non può continuare a salvare e a sostenere tutto all’infinito.

    La cuccagna è quasi finita. E il mercato dovrà non solo rendersene conto, ma dovrà anche pagarne le conseguenze.

    STAY TUNED!

    http://intermarketandmore.investireoggi.it/come-ti-drogo-il-dato-sulla-vendita-delle-case-8214.html

    Contrordine compagni (di merende)

     

    Come c'era da aspettarsi, il dato della crescita nel terzo trimestre negli Stati Uniti è stato rivisto al ribasso, e non di poco. Alla fine di ottobre il Bureau of Economic Analysis (BEA), aveva dato il Pil americano in crescita del 3,5%, ma oggi ci fanno sapere che avevano scherzato: la crescita è del 2,8%. Magra consolazione, gli economisti avevano previsto un 2,7%, così, tanto per poter dire che la revisione è al di sopra delle attese.
    Quali le cause della prevedibile defaillance? Un più ampio deficit commerciale e una più bassa spesa dei consumatori rispetto a quanto precedentemente previsto. Ormai l'argomento è trito e ritrito ed io non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto scritto qui e soprattutto qui: quale ripresa se aumentano i disoccupati, diminuiscono i consumi e la crescita si basa in massima parte sugli stimoli del governo?
    Quando venne fuori il precedente dato del 3,5%, accolto dall'entusiasmo scomposto degli inguaribili ottimisti, Paul Krugman ammonì che anche se la crescita fosse continuata a quel tasso non avremmo visto niente di simile alla piena occupazione se non alla fine del secondo mandato di Sarah Palin.... Con i nuovi numeri, dice oggi Krugman, la data alla quale potremo vedere il ritorno della piena occupazione è... mai.
    Intanto Wall Street piange lacrime di coccodrillo, ma vedrete che domani, digerito l'amaro boccone, riprenderà a correre come se niente fosse. Tanto ci sarà sempre qualche dato al di sopra delle attese da propagandare per continuare a gonfiare la bolla.

    Pubblicato da Perestroika 1 commenti

    Link a questo post Etichette: BEA, paul krugman, Pil, wall street

    http://ildiariodiperestroika.blogspot.com/2009/11/contrordine-compagni-di-merende.html

    FAQ Cerca Gruppi utenti Profilo Messaggi Privati Login Gaeta, base Usa non paga la bolletta

    la privatizzata Acqualatina taglia l'acqua ai morosi neoliberisti
    CASO DIPLOMATICO
    Gaeta, base Usa non paga la bolletta
    a secco la storica VI flotta
    Il gestore Acqualatina stacca l'acqua agli americani
    interviene il prefetto e ristabilisce l'approvvigionamento
    GAETA - La base militare americana di stanza a Gaeta non paga la bolletta, ed il gestore del servizio idrico, di tutta risposta, taglia la fornitura lasciando la storica VI Flotta praticamente a secco.
    UN CASO DIPLOMATICO - La società che gestisce il servizio idrico in provincia di Latina non guarda in faccia proprio a nessuno, anche a costo di scatenare un vero e proprio incidente diplomatico che un vertice in prefettura - convocato per mercoledì pomeriggio - cercherà di sanare. Se la situazione non dovesse risolversi in breve tempo, i militari Usa si rivolgeranno direttamente alla propria ambasciata, mentre lo stato maggiore della Difesa italiano sta seguendo l'evolversi della vicenda.
    BOLLETTE 'TORTUOSE' - Chiamati d'emergenza il sindaco di Gaeta Antonio Raimondi, l rappresentanti di Acqualatina, autorità Portuale e Capitaneria insieme ad un altra società coinvolta, quella che materialmente trasporta l'acqua alle navi americane. Al prefetto Bruno Frattasi il compito di sbrogliare l'intricata matassa burocratica per consentire l'agevole percorso dei soldi per le bollette dalle casse statali a quelle del gestore del servizio idrico per non incappare in spiacevoli inconvenienti. La prima azione, comunque, è stata quella di ristabilire l'approvvigionamento idrico alla base per ovvi motivi di sicurezza militare.
    Michele Marangon
    http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_novembre_24/latina_base_Usa_morosa-1602055604197.shtml

    S&P, nuovo allarme sulle grandi banche globali

    24 novembre 2009

     

    S&P, nuovo allarme sulle grandi banche globali

    Uno studio dell’agenzia di rating Standard & Poor’s ha lanciato un nuovo allarme sulle condizioni del sistema finanziario globale...

    Uno studio dell’agenzia di rating Standard & Poor’s ha lanciato un nuovo allarme sulle condizioni del sistema finanziario globale. In particolare, oggetto dell’analisi sono state le più grandi banche del mondo, e la loro capacità di soddisfare i nuovi requisiti che potrebbero essere richiesti in termini di patrimonializzazione.

    Secondo il rapporto di S&P l’istituto di credito che può vantare la migliore capitalizzazione è HSBC, mentre a contendersi l’ultimo posto nella speciale classifica sono la svizzera UBS, l’americana Citigroup e numerose tra le grandi banche giapponesi. Complessivamente, lo studio ha analizzato le condizioni di 45 gruppi e la conclusione a cui si è giunti è che la maggior parte di loro dovranno probabilmente rastrellare ulteriori fondi nei prossimi anni.

    Per calcolare il grado di patrimonializzazione delle banche - riferisce il Financial Times - l’agenzia di rating ha utilizzato una misura della solidità dei bilanci aziendali, il risk-adjusted capital (Rac) ratio, che ricalca le nuove regole che probabilmente saranno introdotte dal Comitato di Basilea all’inizio del 2010. HSBC ha raggiunto un ratio del 9,2%, mentre UBS, Citigroup e Mizuho hanno raggiunto a malapena il 2%.

    http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=1801

    Usa, la Fed chiede a 9 banche di restituire i fondi del Tarp

    24 novembre 2009

     

    Usa, la Fed chiede a 9 banche di restituire i fondi del Tarp

    Usa, la Fed chiede a 9 banche di restituire i fondi del Tarp - 24/11/2009
    La Federal Reserve ha chiesto a nove delle banche americane che lo scorso anno presero parte agli stress test di fornire un piano per restituire i fondi pubblici ricevuti nei mesi della crisi...

    La Federal Reserve ha chiesto a nove delle banche americane che lo scorso anno presero parte agli stress test di fornire un piano per restituire i fondi pubblici ricevuti nei mesi della crisi. A riferirlo è l’agenzia Bloomberg, che cita una fonte anonima vicina alla banca centrale statunitense.

    A ricevere la richiesta, nel corso del mese di novembre, è stata anche Bank of America, che dovrà dunque preparare un piano di rientro, comprensivo di scadenze precise, per ripianare il debito contratto nell’ambito del Trouble Asset Relief Program (Tarp). Con essa, le altre otto banche - PNC, Citigroup Inc., Fifth Third Bancorp, GMAC Inc., KeyCorp, Regions Financial Corp., SunTrust Banks Inc. e Wells Fargo & Co. - sono state selezionate perché si sono dimostrate capaci di effettuare determinate tipologie di operazioni sul mercato, e hanno superato i requisiti di capitalizzazione fissati dagli stress test.

    Complessivamente, i nove istituti di credito hanno ricevuto dal Tesoro Usa circa 142 miliardi di dollari: una buona parte dei 700 miliardi messi a disposizione dal Congresso nel 2008.

    http://www.valori.it/italian/mondo.php?idnews=1798

    Etica a frammentazione

     

    explosive-investmentsE’ in atto da tempo nel mondo una campagna per togliere dalla circolazione le famigerate cluster bombs (bombe a frammentazione) che tanto devastanti si sono rivelate sino ad oggi  per le vite umane e in particolare per i civili indifesi. In effetti, la grande maggioranza delle persone colpite da tali ordigni lo sono mentre attendono alle loro ordinarie occupazioni quotidiane. Si prevede che milioni di persone saranno per lo meno ferite  nei prossimi anni dallo scoppio delle decine di milioni di tali bombe che sono state lanciate e non sono ancora esplose e  si trovano ancora sui terreni di molti paesi.

    Tali ordigni sono stati usati di recente, tra l’altro, dalla Georgia e dalla Russia durante la, per fortuna, brevissima guerra combattuta per il possesso dell’Ossezia del Sud, nonché dagli israeliani durante la guerra in Libano di tre anni fa. Essi sono stati anche utilizzati dagli americani durante l’invasione dell’Iraq e dell’Afganistan. Un articolo del Guardian di fine ottobre ci aggiorna su alcuni sviluppi politici e finanziari recenti della questione. Intanto nel dicembre del 2008 ben 90 paesi si sono impegnati, con una convenzione, a bandire tale tipo di bombe a partire dal prossimo anno; ma gli Stati Uniti - tra gli altri - non hanno purtroppo sottoscritto tale  impegno. Peraltro soltanto 23 paesi avevano ratificato la convenzione, anche se molti altri si dichiaravano pronti a farlo.
    Sul fronte finanziario, intanto, i fondi pensione di alcuni paesi, della Nuova Zelanda, dell’Irlanda, dell’Olanda, si sono sbarazzati delle azioni in loro possesso relative ad imprese che producono tali armi letali. Nonostante tali lodevoli sforzi, comunque sul fronte delle banche la situazione appare in generale molto meno rosea. Il commercio internazionale di tale tipo di  ordigni è, in effetti,  ancora oggi finanziato in maniera molto importante da  diverse tra le più grandi banche del mondo.

    La britannica HSBC, che è pure guidata da un prete anglicano, appare in testa nella non eccitante classifica di tali istituti “armati”. Essa  ha così ottenuto commissioni per un importo di circa 660 milioni di sterline assistendo,  nell’emissione sul mercato di azioni e di obbligazioni, il gruppo statunitense Textron, che afferma nei suoi messaggi pubblicitari che i suoi prodotti lasciano alla fine un campo di battaglia “pulito”. Seguono a ruota la  Goldman Sachs e la JP Morgan, considerate le due più “brillanti” banche statunitensi – che sono anche tra le più redditive- e che hanno finanziato diversi produttori di morte e poi un altro grande istituto britannico, la Barclays.

    Questa speciale classifica si trova in un rapporto (qui in pdf) preparato di recente da un’ organizzazione belga e da una olandese e precisamente da  IKV Pax Christy e da Network Vlaanderen.

    http://www.finansol.it/?p=2996

    AIUTIAMO I DIPENDENTI EUTELIA!!!

    Inoltro come ricevuto. Saluti. .................... .................... .................... >Cari Amici, >scusate se vi chiedo un piccolo aiuto; >io a altri 1191 colleghi della ditta Agile ex Eutelia una sede è anche a Pregnana Milanese (tutti derivanti da aziende come Olivetti e Bull): a fine anno saremo tutti licenziati probabilmente senza poter usufruire degli ammortizzatori sociali. >Ben presto a noi si uniranno altri 6600 colleghi di Phonomedia uno dei più grandi call-center in Italia. > >Tutto ciò grazie a degli imprenditori che qualcuno, con un eufemismo, ha definito "diversamente onesti". >Questo sta accadendo nel silenzio più totale, nonostante varie manifestazione anche eclatanti (incatenamenti davanti a Ministeri competenti, salite sui tetti delle sedi, >occupazioni delle sedi), sembra che nessuno si accorga di noi. >Il Governo ci ignora, sembra che il destino di quasi 9000 famiglie non lo interessi nemmeno! > >Non stiamo percependo alcun stipendio nè rimborsi spese ormai da 3 (tre) mesi !!!!!!!!!! (conosco colleghi cinquantenni, con mutui e/o affitti, che per mantenere la famiglia chiedono soldi a genitori e suoceri!!!!!!!!). > >Vista la situazione qualcuno ha pensato di usare il tam-tam delle mail come la vecchia "catena di S. Antonio" per fare conoscere la nostra situazione al più alto numero di persone possibile, sperando che arrivi alle orecchie di qualcuno...."in alto". > >Tutto quello che vi chiedo è inviare al più presto una mail con l'allegato al maggior numero di amici possibile con la preghiera che loro lo inviino al maggior numero di amici possibile. >In questo modo in pochi giorni migliaia, forse,milioni di persone saranno al corrente di quanto ci sta succedendo e chissà che la voce non arrivi a chi è in grado di farsi sentire. >Per cortesia, fate capire ai vostri amici che NON è la solita catena di S. Antonio, NON è uno scherzo si tratta di 9000 famiglie che non sapranno come arrivare a fine mese !. > >Vi ringrazio di cuore fin d'ora > >gianfranco > >p.s. >se qualcuno vuole dei chiarimenti divulgate pure il mio ind.mail e i miei >numeri di telefono, mi fido di voi. > >Gianfranco Fusaz >Montereale Valcellina >tel 0427-79306 >cell 347-4688960 >mail http://mail.google.com/mail/h/1kjo1n5gh9egt/?v=b&cs=wh&to=gfusaz@alice.it

    DIAMO UNA MANO AI DIPENDENTI EUTELIA!!!

    Inoltro come ricevuto.
    Saluti.
    ....................
    ....................
    ....................
    >Cari Amici,
    >scusate se vi chiedo un piccolo aiuto;
    >io a altri 1191 colleghi della ditta Agile ex Eutelia una sede è anche a
    Pregnana Milanese (tutti derivanti da aziende come Olivetti e Bull): a fine
    anno saremo tutti licenziati probabilmente senza poter usufruire degli
    ammortizzatori sociali.
    >Ben presto a noi si uniranno altri 6600 colleghi di Phonomedia uno dei più
    grandi call-center in Italia.
    >
    >Tutto ciò grazie a degli imprenditori che qualcuno, con un eufemismo, ha
    definito "diversamente onesti".
    >Questo sta accadendo nel silenzio più totale, nonostante varie
    manifestazione anche eclatanti (incatenamenti davanti a Ministeri competenti,
    salite sui tetti delle sedi,
    >occupazioni delle sedi), sembra che nessuno si accorga di noi.
    >Il Governo ci ignora, sembra che il destino di quasi 9000 famiglie non lo
    interessi nemmeno!
    >
    >Non stiamo percependo alcun stipendio nè rimborsi spese ormai da 3 (tre)
    mesi !!!!!!!!!! (conosco colleghi cinquantenni, con mutui e/o affitti, che per
    mantenere la famiglia chiedono soldi a genitori e suoceri!!!!!!!!).
    >
    >Vista la situazione qualcuno ha pensato di usare il tam-tam delle mail come
    la vecchia "catena di S. Antonio" per fare conoscere la nostra situazione al
    più alto numero di persone possibile, sperando che arrivi alle orecchie di
    qualcuno...."in alto".
    >
    >Tutto quello che vi chiedo è inviare al più presto una mail con l'allegato
    al maggior numero di amici possibile con la preghiera che loro lo inviino al
    maggior numero di amici possibile.
    >In questo modo in pochi giorni migliaia, forse,milioni di persone saranno al
    corrente di quanto ci sta succedendo e chissà che la voce non arrivi a chi è in
    grado di farsi sentire.
    >Per cortesia, fate capire ai vostri amici che NON è la solita catena di S.
    Antonio, NON è uno scherzo si tratta di 9000 famiglie che non sapranno come
    arrivare a fine mese !.
    >
    >Vi ringrazio di cuore fin d'ora
    >
    >gianfranco
    >
    >p.s.
    >se qualcuno vuole dei chiarimenti divulgate pure il mio ind.mail e i miei
    >numeri di telefono, mi fido di voi.
    >
    >Gianfranco Fusaz
    >Montereale Valcellina
    >tel 0427-79306
    >cell 347-4688960
    >mail http://mail.google.com/mail/h/1kjo1n5gh9egt/?v=b&cs=wh&to=gfusaz@alice.it

    Banche Banche delle mie brame...chi è la "messa peggio" del Reame?

     


    Standard & Poor’s, la più importante società di rating al mondo, in un suo studio ha lanciato l'allarme: la maggior parte delle più grandi banche del globo è sotto-capitalizzata ed entro i prossimi 18 mesi potrebbe subire una bella bocciatura nel giudizio di affidabilità (downgrade).
    Delle 45 banche messe sotto esame, la maggior parte sono SOTTO al livello di sicurezza dell'8% di risk-adjusted capital (RAC) ratio, un nuovo parametro messo a punto da S&P per anticipare le nuove e più severe normative di capitalizzazione bancaria che entreranno in vigore ad inizio 2010.
    Alcune Big Banks sono AMPIAMENTE SOTTO al livello di guardia.
    Vedi qui di seguito le ULTIME DELLA CLASSE, quelle più sottocapitalizzate e dunque MENO SICURE di fronte alle possibili Tempeste che la Grande Crisi può ancora riservare.

    ...Every single bank in Japan, the US, Germany, Spain, and Italy included in S&P's list of 45 global lenders fails the 8pc safety level under the agency's risk-adjusted capital (RAC) ratio. Most fall woefully short.
    The most vulnerable are (N.d.R. 8 è il livello minimo di sicurezza)
    Mizuho Financial (2.0), Citigroup (2.1), UBS (2.2), Sumitomo Mitsui (3.5), Mitsubishi (4.9), Allied Irish (5.0), DZ Deutsche Zentral (5.3), Danske Bank (5.4), BBVA (5.4), Bank of Ireland (6.2), Bank of America (5.8), Deutsche Bank (6.1), Caja de Ahorros Barcelona (6.2), and UniCredit (6.3)....

    Il parametro del RAC cerca di sopperire alla dimostrata inadeguatezza di altri vecchi parametri di giudizio come il Tier1 secondo il quale la maggior parte delle banche oggi sarebbero in salute...e secondo il quale, prima del quasi-collasso dell'intero sistema bancario mondiale, le banche risultavano essere sempre in salute....
    Infatti questi vecchi parametri sono più quantitativi che qualitativi e dunque non distinguono tra il leverage bancario high-risk e quello low-risk.
    La "spazzatura" dunque riesce ad essere ben mimetizzata nelle pieghe dei bilanci bancari ed all'improvviso...pafff...ci si trova sull'orlo del collasso...
    Vedi in questo Blog Come ti trasformo una catapecchia in una villa a Portofino

    Secondo le nuove normative, le banche dovranno in molti casi addirittura quadruplicare il capitale per coprirsi dai rischi del trading, dei crediti deteriorati, degli investimenti a rischio: questo vorrà dire maggiore sicurezza in futuro MA oggi vuole dire UN SUPER CREDIT CRUNCH, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.
    Del resto il concetto è semplice: è stato fatto il passo molto più lungo della gamba ed adesso questo passo va accorciato. Punto a capo.
    Scordatevi dunque di cambiare l'Iphone ogni 6 mesi solo perchè è uscito di un colore nuovo...
    Se invece avevate qualche problemino MENO VOLUTTUARIO...beh temo che diventerà un problema più grosso.

    Interessante ancora notare come le banche "peggiori" siano le Giapponesi perchè sono banche molto Hedge-funds, molto esposte su capitali ibridi (ovvero poco trasparenti sul rischio) e sui portafogli azionari, spesso oltre il 50% del loro capitale.
    Ed anche le banche Tedesche sono tra le "peggiori della classe" perchè molto esposte sugli asset-backed securities (ABS) ovvero su uno degli assets tossici per eccellenza.

    Una curiosità: le banche Cinesi (attualmente le maggiori del mondo) non sono state incluse nello studio di S&P....Dati non pervenuti?
    Se le nostre banche posso essere definite OPACHE, quelle cinesi non trovano definizione....
    Anche perchè sostanzialmente sono banche STATALI che vogliono giocare AL CAPITALISMO...

    La conclusione dello studio di S&P viene riassunta con queste parole:
    Concentrarsi nel passato solo sul leverage bancario è stata la ricetta per finire nelle grane.
    In questo modo le banche sono state incoraggiate ad optare per assets rischiosi – trattandoli alla stregua di titoli di stato di prima qualità - assets che in ogni caso potevano essere dissimulati “fuori bilancio”.
    Le regole hanno creato solo UN'ILLUSIONE DI SICUREZZA.

    In ogni caso...che sia il RAC, il Tier1, il Core Tier1, il il Piff od il Paff...a me non interessa.
    Ed il mio giudizio sulle famigerate AGENZIE DI RATING è meglio censurarlo...
    Però...gira e rigira il concetto è sempre lo stesso: le banche sono sotto-capitalizzate, fanno più da Hedge-funds speculativi che da banca tradizionale, sono poco trasparenti od addirittura OPACHE, si fanno totalmente gli affaracci loro anche se cercano di passare come delle istituzioni "ad utilità sociale".
    Una cosa è certa: HANNO PERSO LA NOSTRA FIDUCIA (se mai ce l'avessero avuta...).
    E tutto questo accade anche se gli Stati le hanno riempite di soldi nostri, accade anche se si è fatto un gran parlare di riforme del sistema e nuove regole, accade anche se le Istituzioni ed i mass-media hanno messo in piedi una "ipnosi di massa" per ristabilire la confidence psicologica senza che ancora sussistano le basi REALI della fiducia (come dimostra anche S&P).
    Vedi in questo Blog Ipnosi di Massa
    Prima di tutto va ricordato che LE BANCHE non sono istituti di beneficienza con un primario obiettivo di utilità sociale ma sono aziende private che mirano primariamente al profitto dei loro azionisti: fin qui nulla di male, anzi è assolutamente LECITO.
    L'utilità sociale della banca si manifesta SOLO SE COINCIDE con il profitto per gli azionisti: non dimentichiamolo MAI.
    Il VERO problema come sempre è di MENTALITA' perchè le banche sono diventate troppo speculative, troppo tirate, troppo orientate ad un profitto estremo a qualunque costo ed all'inseguimento di target stellari.
    Un anno faccio +10%, l'anno dopo DEVO fare +20% e quello ancora dopo +30%: se il manager responsabile ce la fa si becca un super-bonus e se non ce la fa finisce fuori dai giochi.
    Naturalmente con una mentalità di questo genere (a livello gobale) SONO COSTRETTO A RISCHIARE, ad alzare la posta, a giocare pesante....ed il rischio che il banco salti AUMENTA ESPONENZIALMENTE.
    Ed ecco che se il banco rischia di saltare...allora sbuca fuori l'utilità sociale della banca, il rischio sistemico e quindi DEVE INTERVENIRE LO STATO con i soldi nostri...
    Ed a questo punto C'E' QUALCOSA CHE NON TORNA: leggete il mio articolo Antica Filosofia Bancaria e capirete...

    MORALE DELLA FAVOLA

    "Non conosco il bilancio di una società che non sia falso"...
    La leggenda metropolitana narra che questa frase sia da attribuirsi nientepopodimeno che ad Enrico Cuccia, il mitico Presidente di Mediobanca, il fulcro per 40 anni della finanza e dell'economia italiane, l'eminenza grigia più potente della Penisola, la "vecchia volpe"...
    A FORTIORI un bilancio bancario io non lo prendo nemmeno in mano: quasi inutile analizzarlo e credo che nessuno realmente ci capisca qualcosa...a parte quello che ci sta scritto...
    Meglio procedere per via indiretta: si analizza cosa succede nella realtà e si deduce lo stato di salute del sistema bancario...

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    Pubblicato da Beatotrader a 9:54 AM 0 commenti

    Etichette: banche, sottocapitalizzato, Standard Poor's

    http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/2009/11/banche-banche-delle-mie-bramechi-e-la.html

    OCCORRE CAPIRE I MONDI ALTERNATIVI DI MAZZALAI, LO SCIOPERO DI BARRAI,LE PROVOCAZIONI DI BENETAZZO,GLI ARTICOLI DI BARNARD E..

     

    Cari amici,

    noi condividiamo le azioni di coloro che in questi mesi ci hanno insegnato cosa c'era e cosa ancora c'è dietro questa crisi,quali erano i motivi per cui é scoppiata e quelli che permangono irrisolti.Le persone citate nel titolo hanno messo in rete, a disposizione di tutti, gratuitamente,il loro "sapere" le loro conoscenze,le loro analisi, hanno solo chiesto dei contributi per coprire le spese a cui andavano incontro, poiché per entrare e fare  ricerche su siti e/o blog internazionali si  deve anche pagare. Questo lo sanno bene i frequentatori dei blogs di economia e finanza!

    Amici, noi pensiamo che lo sciopero di Barrai sia semplicemente per arrivare a contarci, per capire quanti di noi hanno veramente voglia di cambiare e quindi di mettersi in gioco, quanti di noi credono che sia nostro dovere "alzare la testa" per non farci schiacciare dal sistema.

    Stesso dicasi per Mazzalai, sono mesi e mesi che cerca di "educarci" ma siamo duri di cervice ,non tutti comunque, fatto sta che ad Assisi ci sarà un nutrito gruppo dei simpatizzanti di Andrea e di Paolo, due persone splendide, ognuno con la propria personalità e che insieme saranno una forza per noi che crediamo nella possibilità di cambiare seppur a piccoli passi.

    Amici, noi nel nostro piccolo, abbiamo fatti nostri i problemi di molti con l'obiettivo di conoscerci di  fare gruppo perchè abbiamo capito che da soli non saremmo andati da nessuna parte. Unirsi per dibattere, confrontarsi e poi cercare di dare delle soluzioni e non delle false speranze senza avere la pretesa di possedere la risoluzione a portata di mano.

    Coloro che hanno questa spinta interna,questa nuova coscienza, sono invitati a "svegliarsi" a posare le pantofole e sopratutto a deporre l'egoismo  per lasciare lo spazio alla cooperazione spontanea,non burocratizzata, quella semplice che nasce dal cuore, quella che ti fa toccare con mano quanto contano gli amici nel momento del bisogno, sono un tesoro inestimabile..............

    Buona giornata a tutti

    PS. fatevi un giro nei post al tag "controllo globale"

    scritto da: FRUIMEX alle ore 10:20 | link | commenti
    categorie: economia, crisi, debito pubblico, controllo globale, finanziario, acqua privatizzata

    http://fruimex.splinder.com/post/21754677/OCCORRE+CAPIRE+I+MONDI+ALTERNA

    Acqua privata: ci costerà dal 30 al 40 per cento in più.

     

    Post n°1895 pubblicato da lucarossi82

    Tag: ambiente, curiosità, politica, società

    Acqua privata: ci costerà dal 30 al 40 per cento in più.

    Posted by Winston Smith in novembre 22nd 2009 

    Acqua-privata

    Però sarà un’acqua ottimista.

    Emilio Molinari spiega i probabili effetti futuri sulle bollette dell’acqua, e non solo. Il video è diviso in tre parti, seguiti i link all’interno del filmato:

    Maggiori informazioni su acquabenecomune.org

    http://www.youblob.org/2009/11/22/acuqa-privata-ci-costera-dal-30-al-40-per-cento-in-piu/

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    http://blog.libero.it/bigblogworld/8035674.html

    E se ci riscaldassimo tutti a legna? (breve trattato per annichilire rapidamente i nostri boschi)

     

    posted by Frank Galvagno

    Nell'immaginario collettivo è piuttosto diffusa l'idea che, un giorno, torneremo tutti a riscaldarci con la cara vecchia legna. Questo, soprattutto a causa dell'aumento dei prezzi della bolletta del gas (o del GPL, o del gasolio, con poche differenze), accompagnato anche dalle cattive notizie di "disponibilità strategica" del gas russo che arriva all'Europa via gasdotti che attraversano Stati "politicamente instabili" (uno su tutti, l'Ucraina).

    Personalmente, trovo l'idea particolarmente affascinante e pittoresca; questo, da un punto di vista psicologico. Proviamo, invece, ad approcciare il problema sotto una visuale un po' più scientifica.

    La domanda è: abbiamo abbastanza legna? Gettando un'occhiata di massima alle riprese aeree televisive domenicali delle trasmissioni dedicate al verde, verrebbe da rispondere affermativamente. In realtà, le cose non sono così semplici. Prendiamo ad esempio una regione come il Piemonte, che non è sicuramente povera di boschi (per rapporto ad altre regioni italiane). L'analisi va però fatta relazionando la superficie boschiva con il n° di persone (meglio: unità abitative) e con il fabbisogno unitario, quest'ultimo legato al grado medio di isolamento termico delle abitazioni. Non solo: occorre considerare un "flusso" legnoso compatibile con la velocità di rinnovamento dei boschi, pena il loro impoverimento (intaccamento della biomassa "capitalizzata") e il rischio reale di overshooting della risorsa.

    Bene, questo studio è stato effettuato dall'IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente), ed è stato presentato in ottobre 2007, in sede di convegno ad Alpi expo. Tra le altre cose, è stato calcolato che la ricrescita in tutto il Piemonte sarebbe sufficiente per il riscaldamento di circa 40.000 abitazioni  su circa 1.700.000 (ipotizzati 100 m2 medi per abitazione). Vale a dire, meno del 3% delle famiglie piemontesi.

    Se ci si volesse ostinare a sostituire "militarmente" gli altri combustibili fossili per riscaldamento con la legna, l'ovvia conseguenza sarebbe il rapido impoverimento dei boschi, con tutti i problemi conseguenti di ricrescita vegetale e di erosione dei suoli.

    In realtà, da questo documento-studio si evince (alla slide "consumi di biomassa solida") che il contributo energetico al riscaldamento in Piemonte è di circa l'11%, circa 4 volte superiore al tasso di ricrescita dei boschi locali.

    La realtà è che abbiamo già iniziato a intaccare il patrimonio boschivo. Molto istruttivo è questo documento, dove si vede (pag. 35) che il minimo prelievo dai boschi è stato nel 1973, quando il petrolio era a 4,7 $/barile.

    La biomassa avrà senz'altro un ruolo importantissimo nel futuro, sia in termini di materia prima per intermedi chimici, che di reservoir energetico per la combustione. Ma un conto è utilizzare un po' di legno per integrare un riscaldamento efficiente durante le due-tre settimane/anno di minimo termico, altro conto è affidarsi interamente alla biomassa come fonte energetica di rimpiazzo per i combustibili fossili, lasciando inalterati i nostri obsoleti (mediamente) impianti di riscaldamento e sistemi di coimbentazione.

    Come ha ricordato in lista Massimo Ippolito, concettore del Kitegen, riporre grandi speranze in un ciclo energetico a basso EROEI (circa 2,5 per la combustione di biomassa legnosa) potrebbe rivelarsi un boomerang, e potremmo non avere diritto a un secondo lancio.

    PS 1: non stiamo qui ad approfondire la "leggera" differenza in termini di polveri emesse nella combustione tra la legna e metano (o il GPL), amplificata in città con abitanti dell'ordine delle centinaia di migliaia di persone

    PS 2: ringrazio Massimo Ippolito e Luca Mercalli per l'ispirazione e per il supporto documentale fornito

    Etichette: biomasse, EROEI, limiti dello sviluppo

    # posted by Frank Galvagno : 10:06 AM  9 comments links to this post

    http://aspoitalia.blogspot.com/2009/11/e-se-ci-riscaldassimo-tutti-legna-breve.html#links

    Socializzazione. Unica via

     

    di Fabrizio Fiorini -
    Fonte: mirorenzaglia [scheda fonte]

    socializzazioneNel dominio delle scelte economiche che lo Stato – il vero Stato – ha il diritto e il dovere di compiere, così come in tutte le scelte indotte che consistono nelle sue ricadute sociali e territoriali (fisco, tributi, politiche abitative, partecipazione del settore economico alla determinazione della politica nazionale) è necessario escludere ogni sorta di frazionismo.

    L’opzione “riformista”, al pari delle manovre di solidarietà (che spesso si configurano come una vera e propria elemosina concessa al popolo in nome del mantenimento della c.d. “pace sociale”[1]), si inseriscono storicamente nel filone dei sistemi politici capitalisti nei termini di assenza di soluzioni ai problemi che inevitabilmente, a causa della loro stessa natura, vengono a crearsi all’interno delle società rette dai sistemi capitalisti stessi e di quelle a loro vincolate da rapporti vetero o neo-coloniali. In tale settore si inseriscono i “bonus”, i provvedimenti di sostegno al reddito, le misure a favore degli incapienti; ma anche la tassazione dei redditi elevati, le concessioni e le agevolazioni sociali (case popolari, asili nido, etc.), se non estrapolate dal contesto politico liberista, si configurano come fumo negli occhi utile solo a offuscare le responsabilità e le colpe che ricadono sulla gestione predatoria della cosa pubblica, sul sistema liberale capitalista di mercato.

    Le stesse teorie economiche alternative volte, nelle intenzioni, alla ricerca di soluzioni basate sull’equità e sulla giustizia, improntate sulla collettivizzazione, sul dirigismo d’apparato e sul protezionismo, sono state storicamente condannate proprio in quanto manifestatesi nei termini di “capitalismo di Stato” e si sono auto-distrutte configurandosi in apparati burocratici e antipopolari che sono stati espressione delle loro stesse teorizzazioni socioeconomiche. Sono quindi state condannate dalla storia politica ed economica, ma soprattutto sono state risucchiate dal vuoto pneumatico in cui consisteva il loro fondamento dottrinario, quello cioè che delineava – ricalcando lo schema adottato dall’economia di mercato – la tragica figura dell’homo oeconomicus, l’uomo concepito come tubo digerente. Di questi uomini, di questi esofagi antropomorfi, avrebbero voluto – nella loro critica al sistema capitalista – appianare e uniformare universalmente il diametro. Ma lo schema, la visione del mondo, restavano gli stessi.

    L’unica risposta sensata alla crisi del capitalismo[2] e alla sterilità delle dottrine che, dall’Ottobre bolscevico in poi, hanno nominalmente tentato di contrastarlo, risiede nella socializzazione. Essa ha la sua forza proprio nell’essere istanza totalitaria, nel comprendere quindi la totalità degli aspetti socio-politici – e non solo economici – della vita dell’uomo all’interno delle strutture sociali e produttive in cui è inserito, che dovranno di conseguenza (e totalitariamente) essere ricondotte allo Stato.

    La socializzazione, unica economia possibile, unica forma in cui può inverarsi la sostanza dell’amministrazione della cosa pubblica relativamente alla gestione dei beni materiali e dell’influenza che il patrimonio spirituale, intellettivo e scientifico di una comunità su questi può esercitare, ha trovato il proprio fondamento in tutte le organizzazioni comunitarie, sociali e nazionali che – fuori da ogni metafora – definiamo “tradizionali”.

    Dalla dottrina distributista cristiana all’ordinamento socioeconomico feudale, dal più genuino sindacalismo e anarchismo rivoluzionario europeo fino alle migliori espressioni delle rivoluzioni nazionali, sociali e fasciste del secolo scorso, si è sviluppata quindi una secolare dottrina economica che prevedeva la rottura del vincolo individualista che ha legato l’uomo alla merce rendendolo – negli ordinamenti liberal-capitalisti – oggetto dello sfruttamento senza il quale non sarebbe possibile la tesaurizzazione e l’accumulo di ricchezza nelle mani di pochi[3], ovvero – negli ordinamenti burocratico-marxisti – oggetto della mercificazione e della riduzione a mero indice produttivo del proprio lavoro e della propria vita.

    La dottrina economica della socializzazione non può e non deve essere disgiunta dall’istanza nazionale; socializzazione e nazionalizzazione devono marciare su binari paralleli, binari che porteranno, senza equivoci di sorta, l’uomo alla riappropriazione dei destini delle propria comunità attraverso l’identificazione lavoro-nazione. Fuori da questo schema ogni cosa perderebbe di senso: senza il patrocinio dello Stato, in cui la Nazione ha il proprio compimento materiale e spirituale, è impossibile imprimere una simile politica economica (se non in una fase rivoluzionaria). Socializzare le imprese e la produzione, rendendone i lavoratori ‘proprietari’, significa e comporta nazionalizzarle: se la socializzazione è un movimento che parte dal basso percorrendo la direttrice lavoratore-impresa, la nazionalizzazione ne è il completamento verso l’alto, lungo la direttrice impresa-Stato.    Ed è dalla congiunzione di queste due direttrici che necessariamente prende forma una prassi politica che non può che definirsi socialista nazionale.

    La dottrina economica della socializzazione non può e non deve altresì essere disgiunta dalla proprietà popolare della moneta. L’economia socializzata sta alla predazione capitalista come la moneta di popolo sta al signoraggio. L’azione usuraia delle banche sarebbe infatti insormontabile ostacolo alla delineazione dello schema sopra citato: la nazionalizzazione socialista del lavoro creerebbe un circolo virtuoso che relegherebbe la struttura bancaria a sottostare alle direttive dello Stato in quanto gestore delle sfera monetaria dell’economia. E’ uno degli aspetti più rilevanti della natura totalitaria della vera economia che, oltre a non prevedere una entità superiore allo Stato nella determinazione delle scelte inerenti la propria amministrazione, prevede un equo concetto di fiscalità non imposta sul reddito da lavoro che troverà compensazione – ai fini del reperimento dei fondi necessari alla spesa pubblica – nell’assorbimento del debito pubblico causato dal signoraggio delle banche.

    Volutamente ricusiamo, nel definire la socializzazione nazionale, l’espressione “terza via”, che presume l’esistenza di altre due, o che a molti addirittura trasmetterebbe un significato di compromesso. Essa è infatti “unica via” o, come si è già detto, unica economia possibile. Profondamente differenziata dalle isterie del capitalismo e del conseguente sfruttamento di uomini e popoli. Profondamente differenziata dal marxismo burocratico, economicistico e mercificante. Un’unica via, più umana, più alta.


    [1] Zbigniew Brzezinski ha creato un neologismo inglese per descrivere il fenomeno: tittytainment (composto di “titty”, capezzolo, ed “entertainment”, intrattenimento. Tale termine sta ad indicare il senso di sedazione, simile a quello del poppante che si nutre al seno materno, da trasmettere al popolo attraverso il condizionamento propagandistico rafforzato da misure apparentemente volte a garantirne il benessere.

    [2] La stessa dicitura “crisi del capitalismo” è ridondante. E’ lo stesso capitalismo a essere crisi, non a generarla; e l’ingiustizia sociale e la iniquità economica non risiedono in una cattiva gestione del sistema-capitalismo, ma sono la caratteristica primaria del sistema stesso.

    [3] Ciò vale ovviamente per la stragrande maggioranza degli uomini; per chi, nell’ambito della legge della giungla capitalista, ha la proprietà del lavoro e delle vite altrui le cose stanno diversamente. Non è vero infatti che il capitalismo “non funziona”: per i capitalisti funziona benissimo, come la rivoltella funziona per il ladro.

    Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it