BERNASCONI

Inizia l'inverno, calano le nebbie e cade la prima neve. In queste condizioni é difficile distinguere chiaramente i contorni del paesaggio e la guida sulle strade coperte da un manto nevoso diventa pericolosa.
Ieri le borse sono ripartite al rialzo. Non avevamo previsto questo intenso movimento che ci ha sorpreso. Non ci sembra di aver interpretato male i grafici e riteniamo questa forte reazione un'incidente di percorso.

Stamattina devo uscire presto e mi devo limitare ad un breve aggiornamento.
Ieri le borse europee sono ripartite verso l'alto in un movimento che ci ha sorpreso nella sua intensità. Prevedavamo una reazione ed un tentativo dell'S&P500 di tornare verso i 1100 punti ma non una risalita degli indici così netta e decisa. Le borse europee hanno terminato la giornata con plusvalenze superiori al 2% - l'Eurostoxx50 é cresciuto del 2.44%. Grazie ad un dollaro debole il movimento al rialzo é continuato in America.
Ieri sera l'S&P500 ha chiuso a 1006.24 (+1.36%), lontano dal massimo giornaliero a 1112.38 ma nettamente sopra la barriera dei 1100 punti. Questa seduta é stata una sorpresa ma non ha sconvolto il quadro tecnico.  Sembra che in mancanza di argomenti gli investitori si sono basati sul comportamento del dollaro per giocare al rialzo. L'USD ha perso terreno ma non é crollato a nuovi minimi. L'USD Index é sceso fino a 74.94 per chiudere in recupero a 75.20 mentre il cambio con l'Euro resta sotto gli 1.50 (stamattina 1.4930). Strutturalmente abbiamo visto una buona seduta ma non particolarmente forte. Il numero dei nuovi massimi a 20 giorni si é fermato a 1074, valore insufficiente visto che l'S&P500 si é avvicinato di un punto al massimo annuale. Non vediamo ragioni per una continuazione del rialzo.
I mercati asiatici stamattina sono deboli e quindi é probabile che l'Europa dovrebbe iniziare le contrattazioni in calo. L'Eurostoxx50 dovrebbe aprire sui 2880 punti e tornare sui livelli di venerdì mattina.
Non abbiamo elementi per cambiare opinione e rimaniamo con lo scenario di una moderata correzione con obiettivo 1050 punti di S&P500.
La probabilità di un'accelerazione al ribasso suggerita dalla costellazioni tecniche distributive e ribassiste é sempre valida fino a quando l'S&P500 non chiude su un nuovo massimo sopra i 1113 punti. Per ora non sembra il caso.
Aggiorniamo le chart e vi rimandiamo a domani per un commento esteso.

La coccinella é su un filo d'erba in leggera discesa. Questo insetto potrebbe anche volare via ma l'impressione é che voglia camminare verso il basso.
Le borse hanno iniziato un periodo di debolezza e dovrebbero calare per i prossimi dieci giorni ripetendo un ritracciamento già visto in precedenza. Escludiamo che gli indici si involino verso nuovi massimi mentre una forte caduta é possibile ma improbabile.

Settimana scorsa le borse sono balzate lunedì e l'S&P500 ha raggiunto un nuovo massimo a 1113 punti verso le nostre previsioni che davano un potenziale massimo di rialzo a 1120 punti. Gli indici azionari hanno resistito ad alto livello ancora per alcuni giorni per poi essere respinti verso il basso nella seconda parte della settimana. Per saldo le performances settimanale sono state negative specialmente per l'Eurostoxx50 che ha perso il -1.73%. Per la cronaca ecco i dati per gli altri indici che solitamente esaminiamo: DAX -0.42%, S&P500 -1.73%, Nasdaq100 -1.35%. Una sorpresa é costituita dal Dow Jones che ha guadagnato il +0.46% - questo grazie al balzo dei farmaceutici (Merck +10.15% e Pfizer +4.38%) poiché se guardiamo le A/D a 15 su 15 vediamo un perfetto equilibrio. In Asia abbiamo una situazione particolare con la Cina in uno spettacolare bull market senza limiti (Shanghai B +4.63%) ed un Giappone in un triste trend ribassista (Nikkei -2.79%) dovuto al ritorno della deflazione.
In generale sembra che i mercati hanno nuovamente raggiunto la cresta di un'onda di rialzo ed ora devono ritracciare per una decina di giorni. Se così fosse il caso e lo svolgimento segue quello delle tre precedenti occasioni registrate da agosto, dobbiamo ora avere un calo del -3 fino ad un -5% a seconda dell'indice. Per l'S&P500 abbiamo un'obiettivo a 1050 punti mentre l'Eurostoxx50 dovrebbe ridiscendere sui 2700-2750 punti. È probabile che in questa fase il trend di base resti rialzista e lasci intatte le possibilità per un rally natalizio. Vediamo però numerose costellazioni tecniche di tipo distributivo (testa e spalle in Europa, cuneo ascendente in America, triplo massimo sul Transportation) che potrebbero sfociare in un ribasso ed apliare la correzione. Vedremo nelle prossime sedute se i venditori prendono slancio e le formazioni grafiche negative vengono confermate dalla rottura dei minimi di novembre.

Il trend rialzista sugli indici azionari é strettamente correlato alla debolezza del dollaro americano. Questo a sua volta influenza i prezzi delle materie prime e dell'oro. Noi siamo convinti che il dollaro stia terminando questa fase di debolezza e stia iniziando, contro le indicazioni fornite dall'analisi fondamentale, un perido di rivalutazione. Se questa nostra teoria é corretta e l'USD Index sta formando un bottom, é probabile che gli indici azionari stiano formando un largo top a medio termine. Sembra però che questa fase prenda più tempo del previsto.
Venerdì l'USD Index ha si é leggermente rafforzato salendo a 75.66. Anche il cambio EUR/USD é sceso (1.4860). Abbiamo l'impressione che il dollaro stia formando un bottom prima di risalire. Continuiamo a seguire il dollaro con attenzione in cerca di segnali e conferme di un cambiamento di tendenza. Il comportamento del dollaro americano é cruciale e decide la differenza tra ritracciamento e correzione sui mercati azionari. L'USD Index deve superare la forte ed importante resistenza a 76.50-77 punti in maniera che il ritracciamento in atto sui mercati azionari possa diventare un ribasso sostenibile e di ampie proporzioni.
L'oro ha chiuso a 1149 USD/l'oncia dopo il record storico di 1153 USD/l'oncia raggiunto mercoledì. Crediamo che l'oro stia compiendo un'accelerazione finale di tipo esaustivo per formare un top ma come per il dollaro abbiamo bisogno di conferme.

Giovedì in America é giornata di festa: Thanksgiving. Questo potrebbe influenzare e falsare l'andamento della settimana visto che mercoledì pomeriggio gli operatori cominceranno a sparire per prendere libero venerdì e fare alcuni giorni di vacanza. Oggi gli indici dovrebbero risalire e l'S&P500 potrebbe tentare un'improbabile recupero dei 1100 punti (lo vediamo dai futures ora in netto rialzo!). Il resto della settimana gli indici dovrebbero poi scivolare con bassi volumi e volatilità per una chiusura settimanale con una minusvalenza.

Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) sui singoli mercati.

L'S&P500 (-0.32% a 1091 punti) ha avuto una seduta molto tranquilla. L'indice non é riuscito a recuperare le perdite del giorno precedente ad ha chiuso in leggera perdita confermando la rottura del supporto a 1110 punti. Notiamo uno strano calo della volatilità VIX a 22.19 (contro i 23.36 della settimana precedente). È come se gli investitori fossero troppo ottimistici e stessero sottovalutando i problemi del mercato... Prevediamo ora una fase di debolezza ed un calo dell'S&P500 fino ai 1050 punti. Questo ritracciamento dovrebbe seguire l'esempio dei tre precedenti e lasciare intatta la linea di trend ascendente dal minimo di agosto. A livello grafico abbiamo un cuneo ascendente che in due casi su tre si tramuta in un ribasso. La conferma arriverebbe solo con una rottura del minimo di novembre a 1029 punti, cosa che per ora non sembra possibile.

Il Nasdaq100 (-0.50% a 1764 punti) ha avuto un'altra seduta in calo allontanandosi ulteriormente dai 1800 punti. L'indice sembra aver iniziato un sano ritracciamento e dovrebbe ridiscendere sui 1650-1700 punti. Questa discesa potrebbe trasformarsi in un ribasso nel caso che l'indice rompesse il supporto a 1650 punti toccando un minimo discendente. Le probabilità non sembrano però molto alte e teniamo quindi questo scenario molto negativo in riserva.

L'Eurostoxx50 (-0.95% a 2833 punti) la mattina sembrava in grado di recuperare ma poi i venditori hanno ripreso il controllo della situazione spingendo l'indice in negativo. Si sta formando una testa e spalla ribassista che verrebbe confermata dalla rottura del minimo di novembre sui 2700 punti. Strutturalmente non vediamo molta debolezza e quindi ci aspettiamo ora una lenta ed irregolare discesa fino a questo supporto che dovrebbe reggere. Stamattina si profila una reazione dei compratori ed un'apertura con una trentina di punti di guadagno. Sarà questa l'occasione per giudicare le forze residue dei rialzisti.

Il DAX (-0.68% a 5663 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. Vediamo la formazione di una testa e spalle ribassiste ma pensiamo che l'indice non dovrebbe crollare ma scivolare nei prossimi dieci giorni solo verso il supporto a 5350-5400 punti. Stamattina l'indice riapre sui 5720 punti e se questo ritracciamento si sviluppa come previsto la chiusura stasera dovebbe essere sotto questo livello.

L'SMI (-0.15% a 6277 punti) ha perso solo alcuni punti grazie all'ovvio buon comportamento dei farmaceutici (Roche +0.99%).
Logicamente anche l'SMI dovrebbe ora ritracciare ma facciamo fatica a determinare un'obiettivo. Il supporto a 6200 punti dovrebbe cadere in settimana. La formazione a testa e spalle é meno chiara che nel resto dell'Europa e pensiamo che l'indice potrebbe ridiscendere ora fino ai 6000 punti lasciando il trend di base rialzista intatto.
In fondo però é dalla fine di agosto che questo indice non combina più molto...

Scenario 2009

Per quest'anno prevediamo in autunno una sostanziale correzione. Il minimo a 666 punti di S&P500 raggiunti il 6 di marzo deve essere confermato. Un nuovo minimo sotto questo livello ancora quest'anno é ormai da escludere. Probabilmento
l'S&P500 toccherà un minimo ascendente tra i 740 ed i 820 punti. 
Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 22 ottobre 2009) sono risalite a 54.07 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 72.79 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 850 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD.
Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1050 punti di S&P500 raggiunti a fine settembre corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.

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