LE SCOPE PIPPO?????

INDUSTRIA: LE SCOPE PIPPO VANNO ALL'ASTA, VERSO SPEZZATINO (2) (ANSA) - MILANO, 22 MAR - Si tratta di tre lotti che complessivamente vengono valutati ad una base d'asta di 9 milioni di euro. Il termine per presentare le offerte d'acquisto e' stato fissato al prossimo 28 aprile. All'asta vanno il complesso immobiliare di Castronno (Varese) composto da quattro fabbricati su un'area di oltre 41 mila metri quadri per una prezzo iniziale di 7,6 milioni di euro. Nel secondo lotto invece, minimo 55 mila euro, rientrano tutti gli arredi e le attrezzature pertinenti all'immobile in questione. Mentre nell'ultima unita' in vendita ci sono una serie di marchi delle famose scope Pippo (da 'Pippo con Stella' a 'Pippo Piuma' ecc.) e alcuni brevetti industriali dell'azienda. Il tutto a un prezzo di partenza di 1,3 milioni di euro. Nell'avviso pubblico apparso su alcuni organi di stampa viene precisato che sono gia' pervenute delle offerte d'acquisto. La Fratelli Salviato dallo scorso luglio e' in concordato preventivo e ha ottenuto la cassa integrazione straordinaria per i suoi 160 lavoratori. Ad oggi circa 60 dipendenti sono riusciti ad lasciare l'azienda attraverso la mobilita' volontaria, mentre per i restanti cento si sta valutando la possibilita' di ottenere una proroga della Cig per altri sei mesi. (ANSA).

Buone notizie.

Buonissime notizie sul piano economico finanziario. (di Obama e dei resti della sua riforma che sono passati oggi ne parlo piu' avanti, ma la cialtroneria dell'uomo ormai e' nota) , perche' si pongono le basi di un futuro migliore: se non per noi almeno per i nostri figli. Rimane solo un pericolo che intravedo all'orizzonte, ma non e' detto che a Soros & co il trucco riesca.
Iniziamo con calma.
L'ultimo ostacolo per gli aiuti europei alla grecia, l'acquisto da parte dei greci di un sommergibile U214, e' stato superato. La Grecia, pur nella merda, ha trovato i soldi per dotarsi di un modernissimo U214, di produzione tedesca, e quindi in Germania hanno smesso di essere critici verso la gestione delle finanze del governo greco.
Non so se ho chiarito il concetto: se i greci gestiscono la finanza pubblica come la gestiscono, i soloni tedeschi si indignano e sono indecisi se concedere gli aiuti o meno. Se la gestiscono esattamente allo stesso modo MA allo stesso tempo comprano un inutile U214, sprecando una paccata di soldi, allora le riserve circa la gestione dei conti pubblici cadono. Se sprechi soldi comprando dall'industria tedesca, sono tutti soldi spesi bene.
Ovviamente adesso le riserve ce le ha la Francia, perche' ha perso la gara per il suppostone d'acciaio, e questo fa capire come vadano prese le rimostranze europee per la gestione dei conti pubblici: gli compri qualcosa, e sono felici. In fondo, Germania e Francia sono semplicemente due vecchie bagasce: gli dai dei soldi e sollevano la gonna.
Stabilito che l' FMI non mettera' piede in Grecia, cosa buona, c'e' da ricordare che in totale il piano europeo e' di 30 miliardi di euro. Se consideriamo che il debito consolidato della citta' di Roma e' di 9 miliardi di euro, e che quello italiano sta sui 2000 miliardi di euro, capirete che tutto il cancan sul default greco fosse una minchiata bella e buona creata montando ad arte la stampa finanziaria anglosassone. Finche' non ci abitueremo a capire che la "stampa finanziaria" e' un'arma per la guerra finanziaria, non ci libereremo mai dalla fisima del "partito del times".
Buone notizie anche dall' Italia. Avevo temuto, per via della filiazione della borsa di Milano con gli angli, che l'avrebbero usata per scaricarci un pochino della loro merda. Temevo cioe' il momento in cui si sarebbero rifatti gli indici: il mio timore era di avere degli indici farlocchi che gli inglesi potessero far cadere a piacimento, allo scopo di far giocare al ribasso i loro criminali della City.
Vedo invece che ci sono bellissime, ottime notizie proprio dalla borsa. E il solo fatto che Repubblica, giornale del "partito del Times" , ne sia rattristata testimonia che sia un bene per l"italia.
Che cosa succede di bello? Esattamente quello per il quale la voce del partito del times e' rattristata. Sia chiaro: in teoria, se vivessimo in un mondo perfetto, la borsa sarebbe il posto ove si finanziano le aziende, per cui dovremmo dare ragione ai servi del casino' di Wall Street.
Invece no: oggi come oggi i mercati finanziari sono degli enormi casino', solo che i soldi giocati sono (purtroppo) i soldi dell'industria , i soldi dei lavoratori, le pensioni. Di conseguenza, le societa' quotate in borsa sanno benissimo che si trovano a navigare in un acquario pieno di squali. Metti che si quoti in borsa una societa' italiana che ha 10.000 dipendenti: da quel momento i 10.000 dipendenti sono in balia dei capricci dei vari Soros, i quali amano giocare a dadi con le economie , e non si fanno problemi a ridurre sul lastrico 10.000 persone per guadagnare un milioncino di dollari in piu'.
Cosi', sapere che nella nostra borsa c'e' poca industria mi rallegra, perche' significa sapere che quel poco che rimane del manufatturiero italiano non e' esposto al casino' di Wall Street , che le imprese sono si' in balia della finanza perche' possono venire colpite da una crisi, ma almeno non sono in balia di personaggi come Soros, De Benedetti, e tutti gli altri distruttori di industrie nel nome del "fare valore per gli azionisti".
Soffro, anzi, nel sapere che un gioiello come Eni sia ancora quotato in borsa, alla merce' di quei criminali: che cosa aspetta il governo ad intervenire e a mettere un (altro) bel piede dentro Eni, in modo da proteggerla?
Sia chiaro, non ho nulla contro i casino'. Se tutti giocano solo e soltanto coi propri soldi, non ci vedo nulla di male. Il problema e' che quei due casino' chiamati "City" e "Wall Street" seguono l'ideologia del parco buoi, e sono soltanto un fattore di rischi impredicibili e del tutto immorali. Finche' non ci saranno riforme serie, di quelle che NON abbiamo visto dopo che sono state annunciate una decina di volte tra Davos, G8, G20 e nonsocche', "borsa" e "finanza" sono i nomi di tumori maligni, di infezioni pericolosissime da tenere lontane.
Certo, cosi' facendo si cresce meno: 0.5-1%. Ma crescere dell' 1% con poca finanza vale immensamente di piu' di crescere del 5% con molta finanza.
Chi e' rimasto, allora, a scommettere il culo nel casino' italiano?
Innanzitutto, se la stanno giocando tra loro: un club di ricconi che si giocano il culo a poker, ogni tanto uno deve darlselo all'altro, e viceversa. Le 40 del Ftse/Mib rappresentano l'87% della capitalizzazione totale della borsa. Meraviglioso. In pratica, quaranta personaggi che si giocano tra loro la biada del giorno.
Questo e' un bene, perche' significa che se domani facessimo una bella porcheria come quelle che fanno Soros e soci, gia' faticheremmo a raggiungere le PMI, che in borsa ci sono poco. Bene: molto ma molto bene. I porci stiano rinchiusi nel proprio porcile e si fottano tra loro.
Fino a quando continueranno ad essere attivi i due casino' di Wall Street e di Londra, NON auspico l'entrata di nuove imprese in borsa, e anzi auspico che il manufatturiero trovi il modo di uscirne il prima possibile: "starve the beast". Sapere che il bieco mietitore non puo' mietere come vuole passando per la borsa e' fondamentale, perche' solo in borsa ha valore quella cartaccia prodotta usando leva finanziaria , nella quale Soros & co sono artisti. Fuori fa test il denaro contante, ed e' piu' difficile speculare su quello. Se Soros volesse drogare le PMI che non sono in borsa col suo denaro fasullo e tossico, dovrebbe convertirlo in denaro buono e passare porta a porta a fare prestiti. Cosa che non fara' mai.
Seconda notizia meravigliosa: Dei primi 150 titoli del listino, la metà ha una capitalizzazione inferiore ai 696 milioni. Il numero delle società quotate è limitato, non molto distante da quello di 25 anni fa. L'intero mercato azionario italiano vale, ai prezzi attuali, solo il 30% del Pil 2009
Il che e' fantastico: significa che in definitiva la leva dei bastardi finanzieri sull'economia reale e' limitata. Una bellissima notizia, se pensiamo in confronto che negli USA, anche dopo la crisi, il rapporto tra valore della Borsa e Pil è al 103%! I finanzieri possono mangiarsi l'intera economia semplicemente trasformando in cartaccia quella roba, in pratica hanno il controllo di tutto. Delle merde subumane come quelle che abbiamo visto all'opera col credit crunch controllano l'intera economia. Perche' non eleggevano Brusca come presidente degli USA, allora? Sul piano morale ci avrebbero guadagnato; il peggiore tra i mafiosi e' migliore del migliore tra i finanzieri; dovessi scegliere chi buttare da una torre, non avrei esitazioni.
Certo, anche una botta da 30% non e' male, ma se pensiamo che i finanzieri possano accettare una perdita del 10% per ottenere un guadagno futuro, in Italia al massimo possono farci un -3% del PIL, in USA possono fare un bel -10,3%. Finanzieri meno potenti, paese piu' sicuro.
Meno possono giocarsi al casino' della borsa il paese reale, piu' siamo al sicuro.
Una buona notizia per chi, come me, ha quasi 40 anni e ricorda mezza dozzina di "crisi da Casino'"di Wall Street": venerdi' neri, lunedi' neri, credit crunch, sboom della new economy, e cosi' via. Se siete stufi di sentirvi dire, ogni 10 anni, che qualcuno si e' giocato il vostro posto di lavoro a Wall Street e adesso "ci sono da fare dei sacrifici per uscire dalla crisi" perche' c'e' una crisi di borsa (venerdi' neri, lunedi' neri, credit crunch, sboom della new economy, e cosi' via), questa e' una buona notizia. Meno grande e' il campo ove vivono, meno casino possono fare. Giocassero coi soldi del monopoli, sarebbe meglio per tutti.
Sia chiaro: una borsa che svolgesse il proprio lavoro sarebbe una cosa buonissima. Ma io vivo nel paese che c'e', e non in quello che vorrei. E la borsa del paese che c'e' , sarebbe meglio non esistesse. La finanza sarebbe il modo di finanziare le attivita' produttive. Ma questo casino' immorale e disumano sarebbe meglio non esistesse.
Altro dato meraviglioso: il 41% delle aziende nel Ftse/Mib ha un'azionista di riferimento pubblico, Stato o Ente locale (tra le banche ho considerato il solo Monte Paschi). Se a queste aggiungiamo le società interamente cedute dallo Stato ai privati (come Autostrade, Sme, Telecom o le genco dell'Enel), si arriva al DATO MERAVIGLIOSO che il 69% delle nostre grandi aziende quotate è pubblica o nata dalla mano pubblica.
Fantastico, a dir poco. Significa che gia' nella borsa italiana la vita dei giocatori d'azzardo anglosassoni era difficile per via della poca acqua nella quale sguazzare: come se non bastasse c'e' in gioco uno squalo piu' grande di loro, che e' lo stato. Il quale non si fa problemi ad intervenire , piu' o meno pubblicamente, per evitare casini. Molto, molto, molto bene.Perche' il libero mercato non ha problemi a sbattere 500.000 persone a casa perche' "c'e' il credit crunch". Preferisco allora lo stato, che con tutti i suoi difetti almeno tende ad evitare disastri che coinvolgano masse elettoralmente pesanti.
Perche' questo significa, visto che sia la destra che la sinistra hanno colonizzato le partecipazioni statali, che nessuno se le voglia giocare al casino' di Wall Street, e di conseguenza il partito del Times rimane ristretto all' IDV di Di Pietro e qualche frangia simpatizzante di area dalemiana. Poca roba, perche' non e' gente che ha un grande portafogli (che c'e', Massimo, ti hanno tagliato i viveri ultimamente, eh? Amara la tua minestra, quando la devi mangiare tu?) , e alla fine in politica vince chi finanzia.
MA andiamo avanti con le notizie meravigliose. Scrive Repubblica, che "Invece, il mercato dei corporate bond è stato ucciso sul nascere da Cirio e Parmalat. Possono emettere un bond solo le poche aziende private che hanno accesso ai mercati esteri. E la crisi ha affossato anche quel poco di cartolarizzazioni non bancarie che c'erano in Italia."
Dico, se c'era modo di iniziare bene una nuova era, l'abbiamo fatto: abbiamo espulso il meccanismo mostruoso e satanico che ha portato al credit crunch, ovvero il meccanismo delle cartolarizzazioni, e le mazzate di Cirio e Parmalat hanno insegnato al "parco buoi" piu' di qualsiasi campagna di sensibilizzazione. Adesso, chi va ad emettere bond, fotte gente in inghilterra e america, e non fotte piu' nessuno in Italia. Un risultato a dir poco meraviglioso, senza ombra di dubbio.
E infine, la ciliegina sulla torta: " non solo tecnologia, informatica e farmaceutica (39% negli Stati Uniti) ma anche settori tradizionali che incorporano innovazione tecnologica e manageriale come i beni di largo consumo per il tempo libero e la grande distribuzione. In questo, anche il resto dell'Europa non tiene il passo degli Usa, e non sembra capace di sfruttare la crisi per cambiare il modello produttivo. In Italia il gap sembra incolmabile."
Fantastico: il gap non e' incolmabile, e' colmato dalle PMI. E' vero che nessuna PMI sara' mai una Cisco, ma e' anche vero che alla fine dei conti la loro bella "innovazione manageriale" si e' rivelata essere lo studio di nuovi modi per fottere meglio il cittadino comune, e l'innovazione tecnologica delle aziende americane ci sta dando twitter e il prossimo nuovo paradigma del webbe due punto zero, cioe' il supefrluo: mentre sta mancando il lavoro e sta salendo il prezzo dei bisogni di di base: pasta, cibo, case, vestiti, medicine, tutto quello che serve DAVVERO aumenta di prezzo, e tutto quello che abbiamo ottenuto dalla "nuove tecnologie "e' che twitter e' gratis, google e' gratis, facebook e' gratis. E vaffanculo, non sono gratis: vivono di pubblicita'. Pubblicita' che paghiamo quando ci aumenta la pasta, il cibo, le case, i vestiti, le medicine. E' questa la vostra "innovazione".
Certo, la VERA innovazione sarebbe bellissima. Ma se si intende quella cialtroneria fatta di buzzword e vuoto spinto a peso d'oro che abbiamo visto, ve la lascio tutta.
E no, allora fermiamo questa baracca, facciamo che potremmo anche fare a meno del nuovo cellulare con 85 GB di Ram e il 19G , e preferiremmo non dover rinunciare ad un taglio migliore di carne di bovino da mettere a tavola, se dobbiamo rinunciare perche' e' troppo caro, mentre il nuovo cellulare ce lo date a 2 euro al mese senza interessi.
In Italia sempre piu' famiglie faticano a tirare fine mese. Hanno la difficolta' a fare la spesa, a comprare cibo di qualita' migliore, a curarsi bene (il dentista e' un miraggio per molti) , a trovare una casa a prezzo ragionevole. Qual'e' la risposta dell' "innovazione manageriale" a tutto questo? E' stata "fate debiti, se avete una casa vi diamo una nuova carta di credito" (tanto poi vi toglieremo tutto piu' avanti). Dobbiamo davvero piangere perche' manca "innovazione manageriale"?
E qual'e' la risposta dell' "innovazione tecnologica" di cui si va cianciando? Che twitter ha ingrandito la serverfarm? Che le piattaforme di blog hanno utili? Che Facebook ha superato Google? Fregassai. Nessuno dei 7 milioni di italiani che hanno varcato la soglia della poverta' potrebbe beneficiare di un google italiano, ne' di un facebook italiano: comunque si tratterebbe di un olimpo di aziende alle quali si accede solo dai piani alti della piramide sociale sono professioni che sono aperte solo a chi ha un adeguato "networking sociale", che non ti fai certo tornando a casa la sera a mangiare caffelatte , o passando i weekend a casa in ciabatte per risparmiare le scarpe.
Ma chi volete prendere in giro? Certo che sarebbe bello se avessimo un sacco di aziende ad alto contenuto tecnologico in Italia. Ma per che cosa? Per vedere il De Benedetti che si avventa su Olivetti e la distrugge, in nome del "valore per gli azionisti"? Per vedere l'indotto beneficiare sempre e solo i soliti? L'indotto di professionisti che ha accesso al mondo scintillante di questa economy che sognate e' fatto di persone che possono perdere la vita a farsi un networking di amicizie (1) , a questa scintillante economia ha accesso chi passa la vita tra Netcamp e Afterhours, se anche esistesse questa merda in Italia avremmo sistemato un pochino di figli di papa'. Come se avessero problemi a sistemarsi comunque.
No, signori, ormai ci stiamo disincantando. La vostra illusione, il vostro scintillante fumo fritto non attira piu' nessuno. Quarant'anni passati tra crisi petrolifere, lunedi' neri, venerdi' neri, sboom, credit crunch, crack parmalat e cirio, hanno insegnato e stanno insegnando agli italiani che cosa conti davvero.
E si', il blog e' bello, twitter e' bello, ma se domani avessimo tanti sarti e i vestiti buoni costassero meno, se avessimo piu' idraulici e costassero meno, se avessimo case meno costose, se il cibo buono costasse meno per via di un maggior numero di contadini, beh... alla fine queste sono le cose che contano davvero. Ed e' quello che sta venendo a mancare. Voi siete il leone che ha iniziato a correrci dietro negli anni '70. Quando abbiamo avuto paura, una voce ci ha detto "se vuoi sfuggire al leone, corri piu' in fretta". Ma a parlare era proprio la voce del leone. Oggi siamo sfiniti a furia di correre, e correndo abbiamo solo reso piu' vorace il leone. Che ci dice di correre ancora.
Ma la cultura sta cambiando, e ora sappiamo come fare: un calcio nei denti al leone, e finisce il problema. Un popolo di donne stanche di arrivare a cinquant'anni, guardarsi allo specchio e vedere un ventre palestrato e abbronzato, ma vuoto e freddo come una rana d'inverno, di vedere bellissime tette che non hanno mai toccato un figlio, un popolo di uomini che corrono senza ferie, che resistono alla malattia andando al lavoro doloranti come tanti stoici soldati , e nessuno che possa piu' spiegare quale felicita' dovrebbe venire da una simile follia!
Nella nuova composizione dei listini di borsa italiani ci vedo solo saggezza e giustizia. Se avete sogni di new economy, di silicon valley e di soldi facili, andate a giocare al casino' di Wall Street con le vite di qualche altro popolo, please. Qui abbiamo gia' dato.
Infine, l'ultima scemenza.
Stanno compiendo una minchiata sul debito pubblico italiano. Da qualche tempo il nostro debito pubblico e' fico, e sembra addirittura che ci facciano i complimenti per come lo stiamo consolidando. Palle. Ci sono state operazioni di consolidamento migliori che hanno fatto stracciare le vesti a tanti soloni. Addirittura Bernanke dichiara che oggi PIGS non e' piu' PIIGS perche' non c'e' piu' l'Italia. Palle.
La verita' e' che stanno solo facendo calare di prezzo i CDS per il debito italiano. A questo volume di giochi al ribasso, tra due/tre settimane saranno pronti avendo in cassa un bel pochino di CDS a prezzo piu' basso. Dopodiche' attiveranno la loro "stampa finanziaria" e inizieranno a sparare sul debito italiano come hanno fatto con quello greco. Ottenuto un pochino di terrore, rivenderanno i CDS a prezzo piu' alto. Almeno i primi giorni.
Non credo, personalmente, che il trucco funzionera'. Se questa ricomposizione dei listini e' il segnale di forza dei mercati anglosassoni, chi sta facendo questo gioco crede di essere forte ma e' debolissimo. Bastera' resistere un pelino, senza fare niente, cioe' "tirare innanzi" per una settimana, e si mangeranno da soli.
Niente sommergibili, Frau Merkel. Sara' per la prossima volta.
Uriel
(1) Come suona bene se anziche' dire "raccomandati" si parla di "professional networking", e come suona bene se anziche' raccomandazione diciamo "endorsement", vero? Sembra quasi una cosa diversa. Un po' come dire "ass creampie": e' diverso da prenderlo in culo, suppongo, sa quasi di crostata della nonna.

Greenspan nega, Paulson pure. Sta a vedere che è colpa nostra

L’ultimo segretario al Tesoro di Bush figlio, Henry Paulson, ha scritto un libro. Alan Greenspan ha scritto un paper. Due delusioni cocenti, per quanto mi riguarda, per le ricostruzioni che danno della crisi. Non voglio dire che sono due delusioni egual, perchè un libro è molto più ampio di un paper, e perché quest’ultimo comunque va letto, al di là della tesi di fondo che non mi convince per nulla. Il libro no, decisamente secondo me potete fare anche a meno di leggerlo, a meno che non siate comunqe interessati a capire meglio di che pasta fosse, il segretario al Tesoro che si è trovato in carica allorché è scoppiata la peggior crisi dal dopoguerra.

Non un granché, vien da dire a me. Il libro di Paulson ha costituito per me una delusione completa. Non una parola o quasi, se non di pura circostanza, sui suoi trent’anni a Goldman Sachs di cui era capo, quando nella primavera 2006 George Bush jr gli offrì il Tesoro. Non una sola spiegazione credibile, del perché accettasse di servire un presidente in caduta libera. Né una piena né una mezza ammissisone, dell’aver pienamente sottostimato cause e portata della crisi incipiente sui mercati finanziari per oltre un anno, da luglio 2007 a settembre 2008. Anzi, leggendo si capisce che davvero al Tesoro paulson no se ne rndeva conto, visto che erano le chiamate allarmate di tutti i maggiori capi della finanza americana a fargli venire insonnia e mal di testa. Quanto alla massiccia ondata di aiuti e salvataggi pubblici, assunti smentendo tutto quanto aveva detto come capo della maggior investment bank mondiale per una vita intera, la spiegazione è solo di due tipi: “bisognava farlo”, e “sarebbe stato peggio se non l’avessimo fatto”. Sul perché Lehman non salvata e tutte le altre sì, la colpa è data solo al capo di Lehman Dick Fuld e alla sua squadra, con unamezza ammissione del tutto di sfuggita, che cioè Paulson sperava così di forzarne il salvataggio privato. Se è andata davvero così, è un’autocertificazione di pura idiozia. L’unica cosa davvero degna di nota è la sua difesa di Bush come presidente saggio e partecipe: non proprio l’immagine sin qui prevalsa della sua seconda presidenza.

Il paper di Greenspan è molto più interessante, secco nel suo titolo, “la crisi”, come nelle sue 47 pagine di testo e 18 tra grafici e tabelle. Il succo dello scritto sta tutto – da pagina 39 a 43 – nella difesa asperrima contro l’attacco portatogli dal “nostro” John Taylor, che Greenspan tenta di metter contro Milton Friedman, per il giudizio favorevole che questi espresse nel febbraio 2006 su come la Fed si era mossa dal 1997 al 2005. Chi legge il nostro blog sa che l’accusa mossa a Greenspan da Taylor è di aver praticato dal 2002 al 2005 tassi d’interesse troppo bassi, che nel punto massimo del discostamento dalla prudenziale Taylor Rule giunsero a risultare di 400 punti base inferiori rispetto a quanto sarebbe stato più opportuno. I bassi tassi della FED e la conseguente liquidità oceanica a basso costo alimentarono la bolla immobiliare, impieghi e strumenti finanziari speculativi: è questa l’accusa di Taylor che qui molte volte abbiamo condiviso. Greenspan replica duramente che Taylor scambia lucciole per lanterne, ma lo fa in maniera del tutto non convincente. Nega la correlazione tra tassi sui Fed Funds e tassi di rendimento immobiliare, sulla base però di serie storiche precedenti alla bolla. Greenspan sostiene all’inizio del suo saggio che i bassi tassi furono praticati per tre ordini di ragioni. La prima era geopolitica, cioè finanziaria sì ma “globale”: con l’ingresso nel circuito mondiale del commercio da parte della Cina il mnondo si trovato in pchi anni ad esser gravato da un eccesso di risparmio rispetto alla capacità e convenienza d’investimento, e questo spingeva i tassi verso il basso. La seconda ragione era l’ottimismo sistemico con cui si era usciti sia dalle crisi “locali” che nella seconda metà degli anni Novanta erano avvenute nei Paesi in via di sviluppo, come dalla crisi del 97 e dalla stessa bolla delle dot.com. Mai si erano determinate crisi del mercato monetario dell’interbancario a breve, come quella che invece in poche ore dal fallimento Lehman paralizzò l’intermediazione finanziaria mondiale. facendo salire i CDS bancari in media di 400 punti in due o tre sedute di Borsa. La terza ragione è quella che rende interessante la lettura del saggio, e le proposte-conclusioni che Greenspan ne deduce: riguarda i requisiti di capitale delle banche.

L’ex presidente della FED ammette che i requisiti di capitale erano stati del tutto sottostimati, rispetto alle tecniche di abbattimento del rischio degli emittenti e di controparte che da 15 anni erano invalse nella finanza ad alta leva e bassa congruità patrimoniale. Se storicamente era stato considerato bastevole un rapporto tra il 6 e il 10% tra equity e asset, sulla bse degli abbattimenti dei CDS bancari a seguito dei 650 miliardi di dollari posti dalla FED nella crisi come equity bancario aggiuntivo, pari più o meno a un innalzamento del ratio di circa due ounti percentuali, Greenspan deduce che dall’11% che stima il rapporto attuale bisognerà ancora salire, verso se non oltre il 14%. Di qui le proposte di riforma, sulle quali Greenspan è comunque molto ipotetico tanto è vero che parla cdi ciò che si “può” fare, non di ciò che si deve, scettico com’è sul fatto che davvero crisi secolari e grandi recessioni possano essere evitate ex ante (questo, per inciso, è il Greenspan migliore, secondo me, come quello di alcuni capitoletti teorici sulle finalità stesse della finanza, e sui limiti della supervisione)

IV. 3. What Regulation Can Do

What, in my experience, supervision and examination can do as back-up to capital requirements and counterparty surveillance is promulgate rules that are preventative and do not require anticipating an uncertain future. Supervision:

can audit and enforce collateral and capital requirements
can require the issuance of some debt of financial institutions that will become equity, should equity capital become impaired
can, and has, put limits or prohibitions on certain types of concentrated bank lending
• can prohibit a complex affiliate and subsidiary structure whose sole purpose is tax avoidance or regulatory arbitrage
can inhibit the reconsolidation of affiliates previously sold to investors, especially structured investment vehicles (SIVs). When such assets appeared about to fail, sponsoring companies, fearful of reputation risk (a new insight?), reabsorbed legally detached affiliates at subsequent great loss
can require “living wills” that mandate a financial intermediary to indicate on an ongoing basis how it can be liquidated expeditiously with minimum impact on counterparties and markets
Ipunti due e tre sono anche la soluzione di Greenspan al problema Too Big To Fail. Nessuna concessione alla tesi Volcker del ritorno alla separazione tra banche d’investimento e commerciali, e un duro giudizio sui propositi giudicati “ill advised” di regolatori sistemici, con tanto di consiglio finale a Obama a soprassedere. Chi cercasse ammisisoni di colpa, di certo nel paper non ne trova.

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22 marzo 2010 Stati Uniti, credito, finanza, macroeconomia, monete , ,

http://www.chicago-blog.it/2010/03/22/greenspan-nega-paulson-pure-sta-a-vedere-che-e-colpa-nostra/

LA DOPAMINA, WALL STREET E IL CROLLO FINANZIARIO

Data: Domenica, 21 marzo @ 17:10:00 CDT Argomento: Psiche A CURA DEL GEORGE WASHINGTON'S BLOG I neuroscienziati sanno da diversi anni che il neurotrasmettitore dopamina gioca un ruolo importante nella tossicodipendenza. Più recentemente gli scienziati hanno scoperto che la dopamina riveste una notevole importanza anche nel comportamento di chi si trova in situazioni di pericolo. Nel 2007, per esempio, Time scriveva:
Tutti possono imparare dai propri errori, ma alcuni hanno dei geni che potrebbero rendere la cosa più difficile. Questo è il messaggio di alcuni ricercatori tedeschi che scrivono nel prossimo numero della rivista Science e che hanno dimostrato quanto una comune variante genetica influisca sulla capacità di alcuni di reagire alle ripercussioni negative delle loro azioni e di imparare da esse… Questi individui, si scopre, avevano una particolare variante genetica, o allele, che riduce la densità dei recettori per la dopamina – un neurotrasmettitore che gioca un ruolo fondamentale nella motivazione, nel piacere e nella dipendenza – in alcune aree del cervello… Si tratta della prima, forte prova fisiologica che la densità dei recettori di dopamina potrebbe influenzare il modo in cui rispondiamo a input negativi. Studi precedenti hanno stabilito un forte legame tra una bassa densità di recettori di dopamina e la dipendenza, l’obesità ed il gioco d’azzardo compulsivo – condizioni che indicano una limitata capacità di imparare dalle conseguenze derivanti da decisioni sbagliate.
Nel 2008 Time osservava:
Un nuovo studio condotto da ricercatori della Vanderbilt University a Nashville e dell’Albert Einstein College of Medicine a New York suggerisce una spiegazione biologica al fatto che alcuni individui tendono a vivere la vita in una condizione di rischio e precarietà – si tratta della dopamina, la sostanza chimica cerebrale del benessere… La dopamina è la sostanza che ci fa sentire soddisfatti dopo un pasto abbondante, felici quando la nostra squadra di calcio vince o davvero felici quando facciamo uso di droghe stimolanti come le anfetamine o la cocaina, che sono in grado di spremere dalle cellule nervose del nostro cervello una maggiore quantità di dopamina. E’ anche la sostanza che ci fa sentire eccitati quando facciamo qualcosa di rischioso, come sciare su una pista nera o fare paracadutismo. Secondo quanto riportato dai ricercatori nel Journal of Neuroscience, nel cervello degli individui intrepidi sembrano esserci meno recettori inibitori della dopamina. Ciò significa che i cervelli di questi spericolati sono più saturi di questa sostanza chimica, che li predispone a continuare a correre rischi e a inseguire il momento di sovraeccitazione successivo: correndo troppo veloce, bevendo troppo, spendendo troppo o addirittura facendo uso di stupefacenti. David Zald, docente di psicologia e psichiatria alla Vanderbilt, ha studiato se, per quanto riguardava la dopamina, il cervello di questi assetati di emozioni si distingueva in qualche modo da quello dei meno avventurosi. Ha somministrato un questionario a 34 uomini e donne per valutare le loro tendenze rispetto alla ricerca di novità, poi ha effettuato una scansione del loro cervello usando una tecnica chiamata tomografia a emissione di positroni per scoprire quanti recettori di dopamina avessero i volontari. Zald ed il suo team erano alla ricerca di un particolare recettore regolatore della dopamina, che monitora i livelli del neurotrasmettitore e segnala alle cellule nervose di smettere di produrne in abbondanza quando ce n’è abbastanza. Studi precedenti svolti sui topi avevano dimostrato che gli animali che tendono ad esplorare e a correre più rischi in ambienti nuovi tendono anche ad avere una quantità minore di questi recettori inibitori, e Zald voleva scoprire se lo stesso valeva anche per gli uomini. “Questa è stata una di quelle situazioni in cui i dati ottenuti sono stati praticamente perfetti”, dice. “I risultati sono stati esattamente quelli che erano stati previsti sulla base dei dati raccolti con gli animali”. Cioè gli uomini, come i topi, che erano più spontanei e impazienti di correre rischi avevano meno recettori regolatori di dopamina rispetto a quelli che erano più cauti. Le scoperte sostengono la teoria di Zald secondo la quale coloro che corrono rischi ricevono un’“iniezione” insolitamente forte di dopamina ogni volta che vivono una nuova esperienza, poiché il loro cervello non è in grado di inibire il neurotrasmettitore in modo adeguato. L’enorme quantità di dopamina rilasciata li fa sentire bene e così essi continuano a tornare alla carica dopo comportamenti rischiosi o nuovi proprio come il tossicodipendente cerca l’eccitazione successiva. “Questa scoperta è davvero interessante”, afferma il Dott. Bruce Cohen, direttore del Frazier Research Institute al McLean Hospital di Boston e professore di psichiatria presso la Harvard Medical School. “E’ un pezzo del puzzle che ci permette di capire il motivo per cui ci piace la novità e per cui diventiamo dipendenti dalle sostanze d’abuso… La dopamina è un pezzo importante della ricompensa”.
L’Università di Vanderbilt ora ha portato più avanti questa ricerca. In particolare i ricercatori di Vanderbilt hanno scoperto che il cervello degli psicopatici presenta questa anormalità della dopamina, che crea in loro una spinta verso la ricompensa a tutti i costi e li porta ad ignorare i rischi. Come scrive PhysOrg:
Le anormalità nel modo in cui il nucleus accumbens, qui sottolineato, processa la dopamina sono state trovate in individui che presentano tratti psicopatici e potrebbero essere legate a un comportamento violento e criminale. Autori: Gregory R.Samanez-Larkin e Joshua W. Buckholtz Il cervello degli psicopatici sembra essere legato ad una costante ricerca della ricompensa a tutti i costi, ha scoperto un nuovo studio dell’Università di Vanderbilt. Lo studio svela il ruolo del sistema cerebrale della ricompensa nella psicopatia e apre una nuova area di ricerca per la comprensione di ciò che spinge questi individui. “Questo studio sottolinea l’importanza della ricerca neurologica che coinvolge il comportamento”, afferma il dottor Francis S. Collins, direttore del National Institute of Health. “Queste scoperte potrebbero aiutarci a trovare nuovi modi di intervenire prima che un tratto della personalità diventi un comportamento antisociale”. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Nature Neuroscience il 14 marzo 2010. “Si pensa spesso agli psicopatici come a dei criminali dal sangue freddo che prendono quello che vogliono senza pensare alle conseguenze”, afferma Joshua Buckholtz, dottorando al dipartimento di psicologia e autore principale del nuovo studio. “Abbiamo scoperto che un sistema della ricompensa della dopamina iper-reattivo potrebbe essere all’origine di alcuni dei comportamenti più problematici associati alla psicopatia, come i crimini violenti, la recidività e l’abuso di sostanze stupefacenti. Ricerche precedenti sulla psicopatia si sono concentrate su quello che manca a questi individui: paura, empatia e capacità interpersonali. La nuova ricerca, tuttavia, esamina quello che essi hanno in abbondanza: impulsività, una maggiore attrazione per la ricompensa e per il rischio. Ciò che è importante è che queste ultime caratteristiche sono le più strettamente legate agli aspetti violenti e criminali della psicopatia. “C’è una lunga tradizione di studi sulla psicopatia che si sono concentrati sulla mancanza di sensibilità alle punizioni e su una mancanza di paura, ma queste caratteristiche non sono segnali particolarmente attendibili di violenza o comportamento criminale”, ha aggiunto David Zald, professore associato di psicologia e psichiatria e coautore dello studio. “I nostri dati suggeriscono che qualcosa potrebbe essere in atto da un’altra parte. Sembra che questi individui abbiano un’attrazione per la ricompensa – la carota – così forte che essa supera il senso di rischio o di preoccupazione per il bastone”. Al fine di esaminare il legame tra la dopamina e la psicopatia, i ricercatori hanno usato le immagini della tomografia a emissione di positroni, o PET, per misurare il rilascio di dopamina e quelle della risonanza magnetica funzionale, o fMRI, per indagare sul sistema cerebrale della ricompensa. “Il fatto davvero sorprendente è che attraverso queste due tecniche tanto diverse abbiamo visto un pattern molto simile: entrambe erano accentuate negli individui con tratti psicopatici”, afferma Zald. Ai volontari che hanno partecipato allo studio è stato somministrato un test di personalità che ha permesso di determinare il loro livello di tratti psicopatici. Questi tratti si collocano su uno spettro alla cui estremità si trovano i criminali violenti. Tuttavia anche una persona normale può avere tali caratteristiche, che comprendono la manipolatività, l’egocentrismo, l’aggressività e la spericolatezza. Nella prima parte dell’esperimento i ricercatori hanno dato ai volontari una dose di anfetamina o uno stimolante, e hanno poi eseguito una scansione del loro cervello usando il PET per osservare il rilascio di dopamina dovuto allo stimolante. In passato è stato dimostrato che l’abuso di sostanze stupefacenti è legato alle alterazioni nella reazione alla dopamina. La psicopatia è strettamente legata all’abuso di droghe. “La nostra ipotesi era che le caratteristiche psicopatiche fossero legate anche ad una disfunzione nello schema della ricompensa della dopamina”, ha detto Buckholzt. “Coerentemente a quanto avevamo pensato, abbiamo scoperto che gli individui che avevano alti livelli di tratti psicopatici rilasciavano una quantità quasi quadrupla di dopamina in risposta all’anfetamina”. Nella seconda parte dell’esperimento ai volontari è stato detto che avrebbero ricevuto una ricompensa economica se avessero svolto un semplice compito. Il loro cervello è stato esaminato con la fMRI mentre svolgevano il loro compito. I ricercatori hanno scoperto che, mentre anticipavano la ricompensa economica, negli individui che presentavano elevati tratti psicopatici il nucleus accumbens, l’area cerebrale della ricompensa della dopamina, era molto più attivo rispetto a quello degli altri volontari. “Potrebbe darsi che, a causa di questa risposta esagerata della dopamina, una volta che essi si concentrano sulla possibilità di avere una ricompensa, gli psicopatici non sono in grado di cambiare il loro interesse finché non ottengono quello che desiderano”, afferma Buckholtz. Zald aggiunge:”Non è che non si rendano conto della potenziale minaccia, ma l’anticipazione o la motivazione della ricompensa travolge le preoccupazioni”.
Qualcuno ha fatto un test su questa anormalità della dopamina ai cervelli dei too big to fail? Quante probabilità ci sono che ce l’abbiano? E se ce l’hanno, quante probabilità ci sono che cominceranno volontariamente ad agire in modo responsabile, visto soprattutto il difettoso sistema degli incentivi? Titolo originale: "Dopamine, Wall Street and the Financial Meltdown " Fonte: http://www.washingtonsblog.com Link 15.03.2010 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SOPHIE BLOOM
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Cds, le regole in Ue e Usa «sposterebbero il problema in Asia»

Cds, le regole in Ue e Usa «sposterebbero il problema in Asia» Limitare le compravendite di credit-default swaps (Cds) legati ai debiti sovrani dei Paesi europei potrebbe non ottenere tutti gli effetti sperati...

Limitare le compravendite di credit-default swaps (Cds) legati ai debiti sovrani dei Paesi europei potrebbe non ottenere tutti gli effetti sperati. Se l’intenzione dei legislatori fosse infatti quella di evitare il proliferare della finanza alternativa, e rendere in questo modo più stabili e sicuri i mercati, occorre fare i conti con le strategie di “risposta” del mercato. E i contratti Cds potrebbero semplicemente cambiare aria. Meta preferita, l’Asia.

A riferirlo - riporta l’agenzia Bloomberg - è uno studio dell’International Swaps and Derivatives Association (Isda): il continente asiatico è «uscito dalla crisi finanziaria globale in modo migliore rispetto a Stati Uniti ed Europa, per cui in quell’area non si sta verificando la stessa pressione politica per cambiare le regole della finanza», ha spiegato Keith Noyes, direttore regionale dell’istituto. I legislatori, da Bruxelles a Washington, stanno invece insistendo (anche se spesso senza essere riusciti a trovare un accordo) per nuove regole, specialmente sui derivati. La scorsa settimana anche il commissario europeo ai Servizi finanziari, Michel Barnier, ha sottolineato l’importanza di una riforma. E il primo ministro della martoriata Grecia, George Papandreou ha dichiarato che i trader “alternativi” hanno esacerbato il debito dello Stato.

«In mancanza di standard regolatori globali - prosegue Noyes - è naturale che i prodotti si muovano dove c’è maggiore domanda». Inoltre, nell’area asiatica, gli sforzi per ridurre i rischi legati al commercio di derivati nelle piattaforme di scambio off-exchange, attraverso il passaggio per le casse di compensazione, potrebbero non riuscire a superare i confini delle singole nazioni. Ciò, spiega Philippe Dirckx dirigente di Euroclear Bank, anche a causa della mancanzanella regione di una moneta unica.

Nel frattempo, le compravendite di swaps sui debiti sovrani sono aumentate quest’anno: dai dati dell’indice Markit iTraxx SovX Western Europe emerge come i volumi netti siano raddoppiati a marzo (a 10,3 miliardi di dollari), rispetto a quelli registrati il primo gennaio (5,5 miliardi).

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=2167