Cds, le regole in Ue e Usa «sposterebbero il problema in Asia»

Cds, le regole in Ue e Usa «sposterebbero il problema in Asia» Limitare le compravendite di credit-default swaps (Cds) legati ai debiti sovrani dei Paesi europei potrebbe non ottenere tutti gli effetti sperati...

Limitare le compravendite di credit-default swaps (Cds) legati ai debiti sovrani dei Paesi europei potrebbe non ottenere tutti gli effetti sperati. Se l’intenzione dei legislatori fosse infatti quella di evitare il proliferare della finanza alternativa, e rendere in questo modo più stabili e sicuri i mercati, occorre fare i conti con le strategie di “risposta” del mercato. E i contratti Cds potrebbero semplicemente cambiare aria. Meta preferita, l’Asia.

A riferirlo - riporta l’agenzia Bloomberg - è uno studio dell’International Swaps and Derivatives Association (Isda): il continente asiatico è «uscito dalla crisi finanziaria globale in modo migliore rispetto a Stati Uniti ed Europa, per cui in quell’area non si sta verificando la stessa pressione politica per cambiare le regole della finanza», ha spiegato Keith Noyes, direttore regionale dell’istituto. I legislatori, da Bruxelles a Washington, stanno invece insistendo (anche se spesso senza essere riusciti a trovare un accordo) per nuove regole, specialmente sui derivati. La scorsa settimana anche il commissario europeo ai Servizi finanziari, Michel Barnier, ha sottolineato l’importanza di una riforma. E il primo ministro della martoriata Grecia, George Papandreou ha dichiarato che i trader “alternativi” hanno esacerbato il debito dello Stato.

«In mancanza di standard regolatori globali - prosegue Noyes - è naturale che i prodotti si muovano dove c’è maggiore domanda». Inoltre, nell’area asiatica, gli sforzi per ridurre i rischi legati al commercio di derivati nelle piattaforme di scambio off-exchange, attraverso il passaggio per le casse di compensazione, potrebbero non riuscire a superare i confini delle singole nazioni. Ciò, spiega Philippe Dirckx dirigente di Euroclear Bank, anche a causa della mancanzanella regione di una moneta unica.

Nel frattempo, le compravendite di swaps sui debiti sovrani sono aumentate quest’anno: dai dati dell’indice Markit iTraxx SovX Western Europe emerge come i volumi netti siano raddoppiati a marzo (a 10,3 miliardi di dollari), rispetto a quelli registrati il primo gennaio (5,5 miliardi).

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=2167

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