All'interno del cosidetto ciclo economico, quell'alternanza continua di fasi che caratterizza le dinamiche macroeconomiche dell'attività economica di un paese, assisistiamo ormai da tempo ai cosidetti fenomeni monetari, siano essi deflazione o inflazione. Gli economisti della scuola "austriaca" sostengono che le banche centrali sono la causa principale dell'alternarsi dei cicli economici, in seguito al costante aumento dell'offerta di moneta, con politiche monetarie espansive che alterano il normale evolversi della dinamica dei mercati, ovvero la dinamica costituita dall'equilibrio tra domanda e offerta.
La storia del secolo scorso e quella del primo decennio del nuovo secolo, sembra sussurrare il fallimento della politica monetaria; come direbbe oggi Galbraith...
"la perniciosa inutilità della politica monetaria e i rischi che derivano dal fare affidamento su di essa,” sono un’evidenza empirica aggiungo io. “Dopo la prima guerra mondiale ha aggravato sia il boom sia la depressione. Negli anni Venti ha favorito le grandi speculazioni in borsa, durante la Grande Depressione è fallita come strumento di espansione economica. Quando invece, durante la seconda guerra mondiale e negli anni buoni ad essa seguiti, essa è stata relegata a un ruolo di secondario rilievo, l’economia a parere generale è andata molto meglio. L’averla riesumata come strumento importante della gestione economica alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta è servito solo ad affiancare a una pesante inflazione una grave recessione.
In un recente omaggio alla scoparsa del premio nobel Samuelson, Paul Krugman, ricorda come dal 1980 la stragrande parte degli economisti sia stata convinta delle teori di Milton Friedman, secondo la quali, un'espansione monetaria aggressiva potrebbe aver impedito la Grande Depressione. Alcun di noi, prosegue Krugman, hanno iniziato ad avere dubbi dopo aver contemplato i problemi del Giappone nel 1990, ma non più tardi del 2002, Bernanke ha dichiarato a nome della Federal Reserve:
«Avete ragione, fu colpa nostra. Ci dispiace molto, ma grazie a voi non lo faremo più» disse Bernanke, rivolgendosi a Fridman, parlando nel novembre 2002 alla celebrazione dei suoi 90 anni.
Inutile ricordare che per Friedman, la Grande Depressione fu originata dall'errore strategico di aspirare liquidità invece che immetterne nel mercato.
Basterebbero solo le parole dei genitori del monetarismo per stroncare definitivamente ogni veleità del monetarismo, ma si sa, quando un'ideologia impera è difficile osservarne il mutamento sino alla caduta dell'impero stesso.
In un post all'inizio dell'anno, dal titolo, E' la deflazione bellezza...la deflazione! ho ricordato come nel giugno del 2006, il Financial Times, in una intervista con lo stesso Friedman, padre del monetarismo, espresse dei dubbi sull'efficacia dello stesso monetarismo.: "The use of quantity of money as a target has not been a success," concedes the grand old man of conservative economics. "I'm not sure I would as of today push it as hard as I once did. ... ovvero l'uso della quantità di moneta come obiettivo non è stato un successo...
La stessa Anna Schwartz verso al fine dello scorso anno, in un'intervista a WSJ sostenne che il problema non è quello della liquidità, ma come sostengo da mesi è un problema di fiducia, fiducia in queste istituzioni, incertezza nei bilanci, bilanci che siano credibili.
Questa incertezza dice Ms.Schwartz è il problema fondamentale del mercato del credito, quindi la liquidità è insufficiente, non è in grado di andare al di la dei problemi reali, che oggi sono la fiducia e la solvibilità.
Ma nonostante questo la Federal Reserve ieri chi dice...
Il Comitato manterra’ il target sui fed funds nel range 0.00%-0.25% e continua ad anticipare che le condizioni economiche, inclusi i bassi tassi di utilizzazione delle risorse, i contenuti trend inflativi, e le aspettative di un’inflazione stabile, probabilmente contribuiranno a mantenere i tassi a livelli eccezionalmente bassi per un lungo periodo. ( Wall Street Italia ) Come scrive Krugman a proposito di alcune osservazioni fatte dal premio nobel Samuelson....recentemente scomparso in un suo testo del 1948: Oggi pochi economisti guardano alla politica monetaria della Federal reserve come una sorta di panacea per controllare il ciclo economico. Fattori puramente monetari sono considerati più sintomi che cause anche se i sintomi con effetti aggravati non dovrebbero essere completamente trascurati. Nella sostanza la Federal Reserve può incoraggiare ma non obbligare le banche a favorire un aumento dell'offerta di moneta.
E qui Samuelson usa l'espressione " For in the middle of a deep depression ..." nel mezzo di una profonda depressione le banche difficilmente favoriranno nuovi investimenti ed accesso al credito. Il motivo è chiaro, l'ambiente è potenzialmente insolvente e nella realtà le insolvenze aumentano con il passare del tempo, in un circolo vizioso che si autoalimenta. Come abbiamo più volte osservato se le banche con la liquidità comprano titoli di stato che destinano alle riserve l'effetto liquidità è nullo anche grazie al fatto che la Federal Reserve in via eccezionale remunera con un interesse per la prima volta queste riserve.
Date un'occhiata al grafico qui sotto proveniente dalla Fed di St.Louis:
Anche se le autorità monetarie riescono a manovrare i tassi a breve tenendoli schiacciati a zero, potrebbe risultare difficile far credere agli investitori che i tassi a lungo termine resteranno bassi prosegue Samuelson. Nella sostanza una politica espansiva più solo aiutare a rendere il mercato liquido. In termini di teoria quantitativa della moneta, si può dire che la velocità di circolazione della moneta non rimane costante. Come abbiamo osservato spesso si può portare il cavallo alla fonte ma diverso è riuscire a farlo bere. E' possibile cercare di rendere economica la sottoscrizione di un mutuo a breve termine, aggiungo io, ma non si può obbligare nessuno ad aprire un prestito da destinare ad un investimento qualsiasi.
Date inoltre un'occhiata anche a questo grafico anch'esso proveniente dalla Fed di St. Louis.
Per moltiplicatore monetario, si intende, come scritto su Wikipedia, Il moltiplicatore monetario è il rapporto tra l'offerta di moneta e la base monetaria esistenti in un determinato momento nel sistema economico.
I dati al riguardo risalgono purtroppo solo sino a quelli successivi alla doppia recessione degli anni '80 ma mai vi fu nelle due precedenti recessioni un crollo simile del moltiplicatore monetario, mai.
Recentemente su Wall Street Italia è apparso questo passaggio:
"Cio' che e' accaduto negli ultimi due anni, per colpa della Fed, fa da preliminare a un Grande Collasso, una Grande Depressione iper-inflazionistica" scrive John Williams di ShadowStats. Nulla sara' come prima.
Grande Depressione, addirittura iperinflazionistica, meraviglioso!
Abbiamo avuto due grandi depressioni, una nel 1873 e una negli anni trenta e sono state seguite da violente fasi deflative, nel 1873 dalla cosidetta deflazione "buona" nel 1929 da una violenta deflazione. Il Giappone nel 1990 ha subito l'onta di una profonda deflazione tuttora persistente e oggi si guarda addirittura ad una depressione iperinflazionistica.
Probabilmente la memoria storica degli iperinflazionisti va sempre e solo alla repubblica di Weimar, dimenticando la realtà di due grandi depressioni e una simile evitata solo perchè nel frattempo il mondo continuava a crescere.
Solo il tempo ci dirà quale sarà il destino della storia economica mondiale, ma se siamo onesti oggi, l'inflazione è solo un ectoplasma, relegato ai ricordi di paure mai sopite, che probabilmente solo con il tempo, potrà riproporsi in un futuro probabilmente non certo vicino.
Icebergfinanza come un cantastorie che si esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!
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Postato da: icebergfinanza a dicembre 17, 2009 06:36 | link | commenti (5)
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