Bradi-economia

 

posted by Frank Galvagno


Nell'immagine, un bradipo tridattilo. E' ancora più lento del suo cugino-antagonista, il bradipo didattilo (che ha un' "unghia" in meno)

Bradys- : prefisso di origine greca, che indica lentezza. Molto usato nelle scienze naturali e in medicina. Ad esempio: bradipo, bradicardia, bradilalia.

L'economia, in una delle sue molteplici definizioni, è detta scienza delle scarsità*. Ossia, studio della gestione e dei meccanismi di scambio di beni "scarsi". Nel mondo del materiale, praticamente tutto ha un prezzo: che si parli di materie prime, semilavorati, prodotti finiti, macchinari, edifici, infrastrutture, veicoli etc. Assiomaticamente, tutto ha un prezzo perchè tutto è scarso, ossia "finito". Mi vengono in mente ben poche cose che non hanno prezzo: ad esempio, l'aria che respiriamo, e l'acqua di mare. Entro certi limiti che oggi non siamo ancora in grado di superare, possiamo utilizzarle gratuitamente per i nostri bisogni "ordinari", in virtù del fatto che la loro quantità è talmente grande rispetto a tali bisogni, che il problema non si pone. Siamo avvolti dall'aria che respiriamo, e siamo circondati dagli oceani.

Proviamo invece a pensare all'acqua dolce: si tratta di una risorsa estremamente più nobile dell'acqua di mare, in quanto molto più scarsa. Ecco che, allora, a seconda dell'abbondanza o meno in certe zone abbiamo una differenziazione nei prezzi dell'acqua imbottigliata, e nelle tariffe delle aziende-consorzi di gestione dell'acqua.

Il prezzo, a mio modo di vedere, è un "potenziale aritmetico" associato a una quantità definita di un bene ad un certo tempo, che in caso di trasferimento dello stesso da un proprietario a un altro, deve generare un cash flow equivalente.
Ora, uno dei meccanismi più "collaudati" e noti dell'economia classica, è senz'altro la "legge della domanda e dell'offerta", che si accorda molto bene con il concetto di "scienza dei beni scarsi". Più un bene è disponibile e accessibile, meno costa. Al limite, non costa nulla. [e a questo limite si sperava di arrivare con l'energia quando nei primi anni '50 cominciavano a diffondersi i reattori nucleari].

Se un bene è scarso, avrà associato un prezzo. Se è molto scarso, il prezzo sarà più alto. Al limite, pochi potranno accedervi. Se la risorsa in gioco è vitale ed è in depletion incontrollata, scoppieranno guerre, più o meno estese, accompagnate da problemi alimentari e sanitari di massa, in un feedback circolare reciproco.

Cercando di "giocare" lontano dai limiti, per non incappare in patologie (che conducono a poco fruttuose utopie, o peggio a disastri, entrambi ampiamente verificati nella storia) : un bene che diventa sempre più scarso, come ad esempio il petrolio, il gas e il legno, vedrà aumentare il prezzo a posteriori. Il problema è proprio questo: se ce ne infischiamo di quello che siamo capaci di fare da un trentennio a questa parte, ossia realizzare previsioni-proiezioni con i modelli dinamici e le serie storiche, continueremo a perseverare con quello che è stato fatto fino allo scorso secolo, il più cruento (o fra i più cruenti) della storia. Ossia, constatare le scarsità e gli overshooting a giochi fatti, quando i sistemi sono nel pieno dell'instabilità.

L'economia classica è tremendamente lenta nella reazione (ad esempio, ma non solo, per mezzo di correzioni sui prezzi) rispetto alla velocità di cambiamento dello stato fisico dei sistemi complessi. Non è escluso che, se aspettiamo evidenti feedback sui prezzi degli idrocarburi, allora la transizione al rinnovabile non potrà avere luogo in modo completo e autosostentante, per cui potrebbe rivelarsi un disperato tentativo verso un qualcosa di fisicamente non più raggiungibile. Una sorta di precipitare in una "buca di potenziale", per dirla nel linguaggio dei chimici-fisici, che sarà troppo profonda per poter essere risalita con i mezzi a disposizione (energia stoccata residua, infrastrutture obsolescenti...). Questo avrebbe effetti devastanti sull'intera civiltà umana.

* con una certa irriverenza, ho definito in più post passati l'economia politica classica come la scienza della comodità e della constatazione

Etichette: collasso, economia, limiti dello sviluppo, sistemi complessi

# posted by Frank Galvagno : 6:16 PM  1 comments links to this post

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