La patria dei servi

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Giovedì 10 Dicembre 2009 – 10:06 – Carmelo R. Viola stampa

Ancora mille inservienti gratuiti in assetto di guerra alla casta dell’imperialismo statunitense e all’industria militare che ci sta dietro! Confesso di avere riposta anch’io una qualche speranza di meglio su Barack Obama, il quale mi ha ben presto e totalmente deluso. Mi riesce difficile credere che l’uomo nuovo – che richiamava per associazione di… pelle il grande Martin Luther King – sia in buona fede. Parimenti mi riesce difficile – anzi impossibile – credere che lo sia l’ineffabile Frattini, il nostro ministro degli Esteri, così felice di essere il primo dei servi contenti dei Paesi atlantici, considerati alla stregua di colonie europee. Probabilmente si tratta di una spugna d’ipocrisia che, se appena spremuta, spruzza maleodorante sudditanza clericale e filo-yankee. L’impostura plateale della suddetta casta è ormai troppo scoperta per proseguire disinvolta la prestidigitazione illusionistica con la sicumera di provetti operatori da palcoscenico davanti ad un pubblico spettatore stupefatto e divertito. Non credo che ci sia di che divertirsi. Il terrorismo è materia prima degli Usa: se ne sono serviti per il sistematico genocidio del popolo indigeno a cui hanno rubato tutto: dall’aria all’identità etnica alla salute. L’hanno usato abbondantemente nella vergognosa aggressione al Vietnam; l’hanno insegnato a rinnegati di Paesi latino-americani; l’hanno sperimentato nell’olocausto totalmente inutile quanto ignobile di Hiroshima e Nagasaki (donde il titolo-gogna di “barbari di Nagasaki”); l’hanno simulato in corpore vili nel tristemente famoso 11 settembre per inventarsi una legittima ragione di una “guerra senza fine” a quanti Stati (“canaglia”) resistano al “sogno criminale” di un impero mondiale a stelle e strisce (o, il che è la stessa cosa, “a croci e casse da morto”). Terrorismo e menzogna vanno di pari passo nella politica estera degli Usa. Con la menzogna hanno aggredito l’Iraq, contravvenendo ad ogni norma del diritto internazionale e, una volta tanto, alla stessa Onu provocando milioni di orfani, vedove e mutilati e montagne di distruzioni e di rovine, senza contare gli episodi di inaudita barbarie sanguinaria tipo Falluja travolgendo anche civili e bambini. Tutto in nome dell’antiterrorismo e della democrazia! Sono gli Usa ad avere provocato il terrorismo islamico fatto di attentatori suicidi in nome di Allah. Probabilmente i musulmani non si sarebbero mai sognato di competere con la superpotenza della Casa Bianca se non fossero stati sistematicamente aggrediti a casa propria. Che gli Usa intendano i liberare i paesi arabi da certo fondamentalismo, che nuoce alla saggezza di un pur maschilista Corano, che sfocia nell’offesa dei diritti dell’uomo e che non ha più alcuna ragion d’essere davanti alla scienza, è una menzogna grossolana. Se così fosse, avrebbero dovuto cominciare con il debellare l’Arabia Saudita, che ancora applica alla lettera la “sharia” o legge islamica fino alla crudeltà. Ma l’Arabia Saudita è uno Stato forte e un ottimo partner commerciale degli Usa e quindi un loro amico. Non basta. Avrebbero dovuto , per la stessa ragione liberatrice, dichiarare guerra al “fondamentalismo cattolico” che, espressione millenaria dell’imperialismo dei papi, pretende ancora imporre, anche a chi non ne vuole sentire, modalità di vita convenienti all’esercizio del potere e del dominio clericale su tutto e tutti, anche qui in barba alla scienza e alla ragione giuridica del rispetto dei diritti naturali, che sono pertinenza di ogni essere ragionevole e moralmente responsabile. E’ ben chiaro che il terrorismo di risposta degli islamici è la disperata “arma dei poveri” esattamente quella che, documenti storici alla mano, convinsero la Francia di de Gaulle a sollevare il tallone dalla terra di Algeria. Arma, che seppure ad obiettivo indiscriminato (donde la qualifica di terrorismo), si aureola del sacrificio eroico dei soggetti, il che non ha precedenti nella storia, se si escludono i nipponici, che erano indotti a farlo con motivazioni esclusivamente marziali. A dispetto di una storia e di una cultura sociologica e giuridica, che condannano il sogno di un dominio mondiale da medioevo primordiale, campeggia la figura di un ben pettinato Frattini che, ignorando perfino l’esistenza di una Costituzione, è felice di rispondere al Capo dell’impero del Pentagono, come un robot, che non discute, ed è pago degli elogi come un segugio delle carezze del padrone. Io scoppio di pena e di vergogna. Quando dico Costituzione, penso al nobilissimo articolo 11 che, in termini assolutamente non equivocabili, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” ovviamente salvo il caso dell’autodifesa. Non è il caso nostro. Mi chiedo come mai i vari Frattini e quanti siano convinti della legittimità-doverosità dell’essere servili per una causa giusta, se ancora giovani e abbastanza forti e gagliardi, non si arruolino volontari per l’Afghanistan facendosi assegnare a postazioni il più avanzate e rischiose possibili: chissà che non ne riporterebbero magari una medaglia d’oro alla memoria e meriterebbero perfino un monumento passando davanti al quale il semplice uomo della strada possa affermare: quello sì che se ne intendeva di grandezza della patria! In verità, non so quanto grande possa essere la patria di un servo, volontario e contento, so per certo che se dipendesse da me, manderei sotto processo lo stato maggiore del nostro pubblico potere per alto tradimento della Costituzione e della sovranità nazionale. E meno male che vantiamo un primo cittadino, custode della legge costituzionale, nel pieno vigore di una logorrea esibizionistica senile, che non gli ha dato ancora il tempo di accorgersi del vuoto civile che ci sta inghiottendo per una destinazione ignota.

http://www.rinascita.info/

1 commento:

diego1956 ha detto...

e ho detto tutto!!!!!!
GRAZIE.