Le banche irlandesi avranno bisogni di riserve di capitale significativamente superiori rispetto a quelli attuali. E una partecipazione statale del 50% nei due principali istituti di credito del Paese non è da escludere. A spiegarlo è stato ieri il governatore della banca centrale d’Irlanda, Patrick Honohan, che ha così lanciato un nuovo allarme sul sistema bancario dell’isola, concentrando la propria attenzione, in particolare, su Allied Irish Banks PLC e Bank of Ireland PLC. «Fino a che le banche non saranno in grado di garantirsi reciprocamente i capitali di cui necessitano, il governo dovrà essere pronto ad effettuare gli investimenti che sosterranno il sistema», ha sottolineato il governatore.
Gli istituto di credito irlandesi sono stati colpiti dalla crisi finanziaria globale in modo particolarmente duro, soprattutto a causa del collasso del mercato immobiliare. Per questo il Tesoro possiede già una partecipazione pari al 25% sia in Bank of Ireland che in Allied Irish Banks, acquisita dopo aver iniettato in entrambe 3,5 miliardi di euro. I due istituti, inoltre, trasferiranno alcuni prestiti “tossici” nella nascente “bad bank” che prenderà il nome di National Asset Management Agency: si tratterà di un valore nominale complessivo pari a 77 miliardi di euro (sebbene l’agenzia pagherà solo 54 miliardi).
Honohan, tuttavia, ha anche specificato che «ora le prospettive del sistema bancario sono cambiate: nei prossimi mesi, anche grazie al rinnovamento del management, non sembra possibile attendersi ulteriori crolli».
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