BERNASCONI

Questa bambina preferisce guardare il fotografo ed ignorare il ponte alle sue spalle e la splendida balaustra ondeggiante a forma di serpente. L'ha vista talmente spesso che ora non attira più la sua attenzione. Cominciamo ad essere stufi del movimento laterale delle borse. Gli indici ondeggiano in un ridotto trading range e l'appiattirsi degli indicatori non ci offre nuovi argomenti d'analisi.

Ieri le borse sono rimaste tranquille fino alle 14.30 quando sono stati pubblicati i soliti dati economici negli Stati Uniti. Questi sono stati interpretati negativamente dagli investitori che hanno spedito gli indici azionari verso il basso e il dollaro al rialzo. Si é trattato però di un fuoco di paglia. Alla fine le borse europee hanno recuperato per una chiusura in positivo mentre Wall Street ha lasciato un -0.5% sul terreno. Tecnicamente non ci sono cambiamenti - la nostra valutazione di inizio settimana é invariata: "Le borse sono bloccate in un movimento laterale di cui non si vede la fine. Gli indici europei sono sui livelli toccati a metà settembre mentre l'S&P500 si muove da ormai un mese in un stretto canale delimitato dal supporto a 1085 punti e dalla resistenza e massimo annuale a 1120 punti. Gli indicatori mandano segnali confusi e contradittori, le medie mobili a 50 giorni si appiattiscono. A questo punto fare delle previsioni diventa una speculazione basata su poche ed insufficienti evidenze tecnica. Fino a prova contraria il trend di base é quello che domina da marzo e quindi rialzista. Unicamente la forza del dollaro americano e la relativa sovravalutazione fondamentale delle borse parlano per una dovuta correzione." Ieri l'S&P500 ha terminato la seduta a 1108 punti (-0.55%) tornando quindi al centro del trading range 1085 - 1120. A livello strutturale abbiamo avuto una sorpresa positiva. I nuovi massimi a 20 giorni (1296) sono aumentati e superano decisamente i nuovi minimi (478) fatto che, considerando la giornata negativa ed il movimento laterale che dura da più di 20 giorni, é decisamente costruttivo. Possiamo quindi mantenere l'opinione espressa ieri mattina: "In mancanza di segnali decisamente negativi é quindi più probabile che il trend rialzista iniziato a marzo trovi un completamente con un breve balzo verso la fine dell'anno." Il nostro scenario futuro resta moderatamente positivo rispettando quanto scritto ad inizio settimana: "Al momento attuale però l'analisi grafica non ci offre nessuno spunto per una previsione attendibile e dobbiamo aspettare che una rottura nell'una o nell'altra direzione ci indichi la via da seguire. L'alternativa sarebbe un miglioramento o un deterioramento della situazione strutturale - per ora non si delinea nessuna delle due variati. L'ultimo aspetto da considerare é quello stagionale. In un'anno come questo, statisticamente le ultime settimane di contrattazioni e la prima settimana di gennaio si concludono positivamente. Un rally di fine d'anno é più probabile che una correzione. Siamo però già a metà dicembre e non é successo ancora niente."

Ieri l'USD Index é balzato a 76.96 (+0.78%) con un massimo a 77.09. Il cambio EUR/USD é sceso a 1.4555. Nella fase di rialzo delle borse il dollaro era strettamente correlato agli indici azionari. Dollaro debole corrispondeva a borse forti. Ora l'USD Index sta attaccando la forte ed importante resistenza a 76.50-77 punti. Se la supera abbiamo la conferma che il trend sul dollaro é cambiato e la moneta americana ha iniziato l'attesa fase di rivalutazione. Questo fatto non é però al momento in grado di scatenare una correzione sulle borse. Per ora il rialzo degli indici azionari si é bloccato ma la correlazione dollaro-borse non sembra funzionare bene nella direzione opposta. L'oro é stabile a 1125 USD/l'oncia. Per quel che riguarda la correlazione tra USD e borse leggete il nostro articolo d'analisi fondamentale dal titolo "Carry Trade".

Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) sui singoli mercati.

L'S&P500 (-0.55% a 1108 punti) ha perso terreno restando però nel conosciuto trading range 1085-1120. Lunedì abbiamo concluso con questa frase: "Fino a quando l'indice non esce (o fa un serio tentativo in questo senso) da questo range non é possibile dire in quale direzione si svilupperà." Malgrado il calo di ieri manteniamo l'ottimismo: "L'indice sale verso la resistenza e sembra sostenuto da trasporti e aziende elettriche (utilities). Il dollaro non vuole frenare il movimento. A questo punto abbiamo l'impressione che nelle prossime settimane un nuovo massimo marginale é possibile (1140-1150 punti) - non abbiamo però ancora nessuna conferma tecnica."

Il Nasdaq100 (-0.60% a 1798 punti) ha perso parte dei guadagni del giorno prima tornando sotto la soglia psicologica dei 1800 punti. Conoscete la nostra valutazione: "Nei prossimi giorni si decide l'andamento dell'indice fino a fine anno. Un superamento dell'ovvia resistenza a 1815 punti aprirebbe la strada ad una continuazione moderata del rialzo. Un ritorno sotto i 1740 punti unito ad un'ulteriore rafforzamento dell'USD potrebbe far ridiscendere l'indice sui 1650 punti." Finora eravamo piuttosto negativi basandoci su considerazioni legate al dollaro. Ora però pensiamo che l'aspetto stagionale diventa più importante e prevediamo che per fine anno un nuovo massimo annuale sia possibile.

L'Eurostoxx50 (+0.12% a 2888 punti) é sceso fino a 2855 punti prima di risollevarsi e chiudere in positivo. Tecnicamente non vediamo ragioni per un forte movimento in una o nell'altra direzione (trading range tra i 2800 ed i 2900 punti). Viste le nostre considerazioni riguardanti gli indici americani e la buona reazione di ieri é però possibile che nelle prossime settimane l'Eurostoxx50 riesca a muoversi sopra il massimo annuale a 2962 punti e toccare i 3000 punti. L'apertura stamattina é nuovamente prevista sui 2890 punti - una chiusura sopra i 2900 punti potrebbe essere il segnale d'inizio del mini rally di fine anno.

Il DAX (+0.16% a 5811 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50 restando in chiusura sopra la barriera intermedia (e psicologica) a 5800 punti. L'indice oscilla da settimane tra i 5600 ed i 5800 (5820) punti senza una tendenza e senza che rialzisti o ribassisti riescano definitivamente ad imporsi. Stamattina l'indice inizia le contrattazioni sui 5805 punti - se riuscisse finalmente ad allontanarsi verso l'alto da questo livello, il massimo annuale a 5888 punti potrebbe venir raggiunto e superato nel corso della settimana.

L'SMI (+0.10% a 6439 punti) si é comportato come il resto dell'Europa. Il nostro scenario per questo indice é invariato da settimane: "Cominciamo a sentirci ridicoli a dover parlare di ribasso o rialzo guardando il grafico di un'indice che praticamente non si muove da due mesi. Fino a quando l'SMI non esce con decisione dal range 6200 - 6470 preferiamo stare zitti e lasciare l'indice oscillare lateralmente senza tendenza." Osserviamo che il trading range si é ampliato a 6200 - 6500 punti grazie al nuovo massimo annuale di dieci giorni fà (6506) ma tendenzialmente l'indice é ancora in un movimento laterale. Come per le altre piazze finanziarie prevediamo ora un test della resistenza - nuovi massimi per fine anno, rispettivamente per la tradizionalmente positiva prima settimana di gennaio sono possibili.

Scenario fine 2009 - 2010 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione. Il minimo a 666 punti di S&P500 raggiunti il 6 di marzo deve essere confermato. Un nuovo minimo sotto questo livello é ormai da escludere. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso dell'anno prossimo un minimo ascendente tra i 740 ed i 820 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1100 punti di S&P500 raggiunti a novembre corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.

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