Posted on Dicembre 4, 2009 Filed Under Economia globale, Bolle speculative, Mercati Emergenti, Mercati Azionari | Leave a Comment
Più o meno sette giorni fa, si è diffusa la notizia della difficoltà da parte della rete di società statali del Dubai di fronteggiare i loro impegni finanziari. In particolare, le difficoltà sono della Dubai World, una holding company dell’emirato che opera diversi business nella regione (costruzioni, logistica, servizi finanziari, risorse naturali).
La Dubai World ha ottenuto, negli anni scorsi, finanziamenti per circa 34 miliardi di dollari su un totale di 100 miliardi prestati complessivamente alle società dell’emirato. Ed ora che la Dubai World si trova in difficoltà, si teme che la cosa possa riversarsi a cascata anche sulle altre società dell’emirato.
Non solo, ma diversi analisti internazionali ritengono che questo possa poi generare una reazione a catena sui mercati. Alcuni analisti di Bank of America ritengono addirittura che la reazione a catena possa essere simile a quella dell’Argentina nei primi anni 2000 o della Russia a fine anni ‘90.
Per noi piccoli e medi investitori cosa puo’ significare questo? C’è veramente il rischio di una reazione a catena?
Ovviamente, il futuro è ignoto, tuttavia non credo che le dimensioni di questi impegni finanziari siano tali, di per se, da mettere a rischio i mercati finanziari dei paesi occidentali.
Dopo la notizia, gli indici europei la scorsa settimana hanno reagito molto male (l’America era chiusa), ma nel giro di qualche giorno hanno prontamente recuperato i massimi.
In questo momento, gli indici azionari reagiscono maggiormente a notizie di carattere economico. Il livello di disoccupazione, le vendite al dettaglio o la produzione industriale muovono gli indici molto di più delle difficoltà di qualche emirato. E 100 miliardi di dollari a livello complessivo sono ben poca cosa rispetto ad altri tipi di rischi che possono esplodere.
Gli elementi a mio avviso da tenere sotto osservazione nei prossimi mesi o anni che possono muovere gli indici molto di più del Dubai sono questi:
1 - derivati: ancora oggi le banche e i fondi hedge hanno in pancia volumi stratosferici di derivati spesso fuori bilancio. Se dovesse esplodere la bolla dei derivati, 100 miliardi di dollari sembreranno bruscolini;
2 - finanziamenti su carte di credito: sappiamo tutti che i mutui sono stati la miccia che ha generato la crisi del 2008. I finanziamenti tramite carte di credito possono essere, potenzialmente, un’altra miccia;
3 - debiti sovrani: i principali governi occidentali si sono impegnati in interventi e spese che aumenteranno i deficit statali. Saranno sostenibili questi deficit? Difficile dirlo, ma certamente un eventuale impennata dei tassi rappresenta un rischio notevole. Anche in questo caso, le cifre in ballo sono spaventose;
4 - ripresa economica: gli stimoli all’economia durante la crisi sono stati enormi, quasi senza precedenti. Se neanche così l’economia riprenderà a marciare, allora saranno problemi.
Ricapitolando, il caso Dubai puo’ essere motivo per una correzione sui mercati (abbastanza dovuta), ma di per se non sarà, credo, sufficiente per invertire il trend rialzista partito a marzo.
Ci sono, invece, altri rischi molto più rilevanti che andranno monitorati maggiormente in futuro. Questi possono creare molti più problemi rispetto alle difficoltà di un lontano emirato.
http://www.educazionefinanziaria.com/il-caso-dubai-puo-essere-un-peridolo-per-i-nostri-portafogli/
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