CRISI: GRECIA, NO RISCHI BANCAROTTA,MA SITUAZIONE SERIA/ANSA

(di Giulio Gelibter) (ANSA) - ATENE, 4 DIC - ''Nessun pericolo di bancarotta'' per la Grecia, assicura il premier Giorgio Papandreou, e il suo ministro delle Finanze dice che e' stata riguadagnata la fiducia dell'Europa. Ma la situazione economica del Paese resta seria e preoccupa governo e mercati. In un'intervista alla Cnn, ripresa stamane con evidenza dai media ellenici, Papandreou nega con decisione l'ipotesi di un default greco e definisce improprio qualsiasi paragone con la situazione determinatasi a Dubai, ricordando che la Grecia ''e' un membro della zona euro''. Il premier aggiunge che l'Ue appoggia il piano del governo per ridurre deficit e debito e stabilizzare l'economia. Ieri il ministro delle finanze Giorgio Papaconstantinou aveva detto in Parlamento, all'indomani della riunione dell'Ecofin a Bruxelles, che l'esecutivo socialista ha ''rimosso la sfiducia'' dell'Europa dovuta alla cattiva politica economica e agli inattendibili dati statistici del precedente governo. Le affermazioni del ministro coincidono con l'opinione della maggioranza dei principali analisti economici secondo cui i timori di un ipotetico default a breve della Grecia non sono giustificati, anche se restano dubbi sul medio termine, soprattutto perche' le profonde riforme strutturali necessarie rischiano di scontrarsi con una forte opposizione in un momento in cui il Paese e' gia' attraversato da spasmi sociali. Su questa linea anche la societa' di rating Moody's, e il governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, pur dicendosi ''preoccupato'' da' fiducia al governo socialista. La Borsa non sembra pero' fiduciosa, dopo analisi non ottimistiche da Goldman Sachs e Ubs, e continua a scendere in modo preoccupante, soprattutto nel comparto finanziario. Il fatto e' che in meno di 11 mesi il deficit di bilancio e' passato, secondo i dati ufficiali, dal 3,7% al 12,7% del Pil, oltre quattro volte il tetto fissato dall'Ue. L'ultima informazione fornita dal precedente governo di Costas Karamanlis parlava a inizio ottobre del 6%, con un'indicazione preelettorale secondo cui il deficit avrebbe potuto toccare l'8% del Pil. Dopo la vittoria socialista la percentuale aveva continuato a crescere, attestandosi al 10%, per poi schizzare infine al 12,7%. L'indebitamento pubblico si prepara a superare il 120% del Pil, mentre l'economia, dopo anni di alta crescita, e' in recessione e lo restera' nel 2010, grazie a una crisi che colpisce tutto: marina mercantile, turismo, costruzioni. La disoccupazione reale e' al 15%, secondo i sindacati. Nel mese di novembre il clima economico e' peggiorato significativamente, con l'indicatore passato da 71,7 punti a 66,4 secondo l'osservatorio Iobe, per la caduta della fiducia dei consumatori e delle aspettative industriali e commerciali. Il governo greco conta di riportare il deficit sotto il 10% del Pil nel 2010 grazie a riduzione della spesa, incluso un congelamento limitato dei salari, riforme del sistema previdenziale e impositivo, con la tassazione dei latifondi anche della chiesa, e la lotta alla gigantesca evasione fiscale. In base a un piano triennale, Atene punta infine ad ottenere dall'Ue tempo fino al 2012 per portare il deficit sotto il 3%. (ANSA).

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