- “Diario, in edicola l’ultimo numero“, Corriere della Sera (articolo non disponibile on line). Dicembre si sta rivelando un mese particolarmente crudele. Soprattutto per l’editoria italiana. In queste settimane - come ha ricordato anche oggi il “Corriere della Sera”, in un breve trafiletto - è in edicola l’ultimo numero del mensile “Diario”. L’ultimo non in senso cronologico. Ma in senso stretto. Il mensile - nato come supplemento del quotidiano piddino “L’Unità” - chiude. Fondato 13 anni fa su iniziativa del suo direttore storico, Enrico Deaglio (famoso soprattutto per un’inchiesta su presunti - aniz, molto presunti - brogli elettorali a favore di Forza Italia), il settimanale non ha retto il peso della crisi economica e del non entusiasasmante successo in edicola. Anzi, per la precisione e per usare le parole del suo editore, Luca Formenton: “Purtroppo il difficile momento economico e le risorse limitate non ci consentono di proseguire”. Amen.
- “Gli Altri diventa settimanale“, Il Fatto quotidiano (articolo non disponibile on line). E dopo soli 7 mesi e 176 numeri, anche il neonato quotidiano “Gli Altri” si ritrova alle prese con conti non proprio esaltanti. Di qui la decisione - comunicata in un editoriale dal suo direttore, Piero Sansonetti - di trasformare il giornale in un settimanale (a partire dal 18 dicembre). Perchè? Perchè così - come ha scritto Sansonetti, che, prima di fondare “Gli Altri”, per anni e con nonchalance si era diviso tra la guida di “Liberazione”, quotidiano di Rifondazione comunista e il salotto tivù di Bruno Vespa - si diceva: perchè così si risparmia. “Dunque - ha spiegato Sansonetti - le cifre sono queste. Il nostro quotidiano ha un costo di 180mila euro al mese. Di questi 180mila euro, i due terzi se ne vanno per la stampa e la distribuzione. (…) Con la scelta del settimanale abbassiamo radicalmente i costi e questo ci consente di portare i conti in pareggio. Per ora ripartiamo da qui”. Per ora. Poi - e visto l’andazzo è meglio non fare previsioni - si vedrà.
- “Soru cerca un nuovo proprietario per L’Unità”, Il Fatto quotidiano (articolo non disponibile on line). Già, perchè l’andazzo è quello che è. E perfino il quotidiano piddino “L’Unità” non naviga in acque quiete. La scorsa primavera l’editore - Renato Soru, fondatore di Tiscali ed ex governatore della Sardegna - aveva imposto un piano di risanamento stile lacrime e sangue: pensionamenti, prepensionamenti e mancato rinnovo del contratto per ben 23 giornalisti precari (tra l’altro proprio mentre il giornale dava battaglia in nome dei tanti lavoratori precari italiani, con articoli e inchieste una più lacrimevole dell’altra). E i conti - che prima erano in rosso come la storica testata - sono tornati (almeno in parte) in ordine. Ora però, Soru non ha più intenzione di mettere mano al portafoglio per aiutare il giornale a svilupparsi. Anzi: il giornale, lo vorrebbe proprio vendere. Ma causa crisi - così scrive il Fatto, concorrente de L’Unità a sinistra - non trova compratori.
Insomma. Per carità, il 2009 è stato un anno nero per tutti. E anche la grande stampa americana e anglosassone ha patito (e sta paendo) non poco. Ma sta di fatto che nel Belpaese - nell’anno più nero per i fautori del libero mercato e del turbocapitalismo; e mentre rimbomba un coro di critiche contro i media di regime “berlusconiani” e “filoberlusconiani” - a patire sono proprio i giornali della “sinistra storica”. Una cosa che dovrebbe dare da pensare. Soprattutto alla sinistra storica.
http://bamboccioni-alla-riscossa.org/?p=4896
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