BERNASCONI

Questo rapace ha bloccato il suo volo con un'elegante frenata. Dovrebbe ora posarsi ma non possimao dire in quale direzione ripartirà. Dipende dove sono le prede... Ieri il rialzo a corto termine si é bloccato. Noi crediamo che il prossimo sostanziale movimento sarà verso il basso ma non abbiamo evidenze tecniche. Sfruttiamo la pausa per capire le intenzioni del mercato.

Ieri le borse europee hanno iniziato la seduta al rialzo ma i compratori avevano subito esaurito le loro munizioni. In chiusura sono risultate minusvalenze intorno al -0.5%. In America é successo poco. L'S&P500 ha chiuso a 1108 restando sopra i 1100 punti , precedente resistenza ed ora supporto, ma senza essere in grado di continuare a salire. Sembra che la nostra osservazione di domenica sia corretta: "L'unico problema é che strutturalmente il mercato sembra fragile e la partecipazione al rialzo é insufficiente per salire sostenibilmente dal livello attuale. Di conseguenza la nuova settimana deve iniziare con un consolidamento o con una sorpresa negativa. Se l'accelerazione di settimana scorsa é stata una bull trap o una falsa rottura al rialzo nei prossimi giorni vedremo riapparire debolezza. Malgrado che il trend rialzista a corto termine é forte, il ribasso a medio termine non é ancora morto." Noi crediamo che il prossimo sostanziale movimento sarà verso il basso e che i minimi di febbraio dovrebbero essere testati. Non abbiamo però ancora il conforto di conferme tecniche. Il dollaro americano é risalito a 1.3630 dopo che giovedì era sceso fino a 1.3445. Dovremmo ora avere alcuni giorni di consolidamento prima che il dollaro riprenda a rafforzarsi ed il cambio con l'Euro scendere verso l'obiettivo a 1.30. L'oro é praticamente invariato a 1116 USD/oncia. Finalmente sembra che anche il metallo giallo si sia stabilizzato. Noi avevamo previsto l'anno scorso una correzione fino a 1000 USD all'interno di un bull market secolare. Forse questa correzione é già terminata con il minimo a 1043 USD/oncia il 5 febbraio.

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Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) dell'S&P500.

L'S&P500 (-0.10% a 1108 punti) ha perso un punto restando sopra la barriera dei 1100-1104 punti. Pensiamo che nei prossimi giorni l'indice potrebbe ricominciare a scendere e vi abbiamo annunciato questo nostra previsione, che và contro l'opinione generale, già domenica: "Teoricamente la tendenza ribassista a medio termine é stata annullata. Strutturalmente questo movimento sembra una falsa rottura al rialzo e di conseguenza, prima di gettarci ad occhi chiusi per seguire questo giovane trend rialzista, attendiamo conferme. Abbiamo scenari diversi da quello classico seguito dalla maggioranza degli analisti tecnici che prevede ora una salita a 1150-1170 punti per il 6 di marzo." Un primo eventuale segno di debolezza sarebbe un ritorno dell'indice sotto i 1100 punti.

Scenario 2010 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione delle borse dopo il rally di marzo - dicembre 2009. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso di quest'anno un minimo tra i 740 ed i 820 punti. La performance annuale dovrebbe essere negativa e l'S&P500 dovrebbe terminare il 2010 intorno ai 900 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1115 punti di S&P500 raggiunti a fine 2009 corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.

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