L’infelice Timing del presidente Obama

Bonus! malus? Ieri avevo avvisato via twitter dello strano movimento del dollaro, che sembrava presagire qualche movimento sui mercati e ieri avete assistito ad una giornata di borsa piuttosto pesante; la motivazione proposta dall’orchestra qualunquista è “brutti dati sul settore immobiliare”. E’ vero che sono usciti dei dati poco incoraggianti, ma in fondo succede da mesi, no?

Vi propongo una lettura alternativa: il Presidente USA Obama ha tentato negli ultimi dieci giorni di cavalcare il sentimento popolare di avversione alle banche d’affari, di disgusto per i mega-bonus ai dirigenti bancari ecc… Lo ha fatto per motivi di opportunità politica, ovviamente, c’erano le elezioni in Massachusetts per la sostituzione del defunto Ted Kennedy e la conferma di un seggio democratico era molto importante per l’amministrazione. Di fronte però alla minaccia di una tassazione speciale per le banche ecco che queste rispondono con delle trimestrali pessime, pesantemente sotto le attese, che portano il mercato a temere il “double dip”. Nella partita a scacchi che si sta giocando, le banche hanno un’arma molto forte: la possibilità di valutare molti asset secondo un “fair value” che loro stabiliscono e non più secondo il concetto del “mark to market” (cioè la valorizzazione ai prezzi di mercato). E’ una opzione che l’amministrazione Obama ha dato loro affinché potessero risollevare i loro numeri e evitare che saltasse tutto il sistema. Moltissimi di noi insorsero in quell’occasione; si generava una stortura inaccettabile, un difetto di trasparenza da medioevo. Ora quest’arma viene rivolta verso chi l’ha consegnata alle banche d’affari, ora viene usata per peggiorare i numeri, far ricordare che il destino del mondo è nelle mani di chi fa il mestiere di dio. Nello scegliere il momento in cui inasprire il comportamento con le banche il timing poteva essere migliore, farlo sotto trimestrali espone l’amministrazione al ricatto immediato, rendendo difficile vincere questa partita. Ops… forse in realtà non volevano vincerla… (NdBA: il seggio del Massachusetts l’ha vinto un Repubblicano…)

Parlando di timing non riesco ad evitare di parlare di un emendamento votato oggi dal Parlamento italiano: siamo in una fase di disoccupazione pesante, e forse l’unico modo di prendere positivamente la difficile situazione è -per le persone coinvolte- investire su se stessi il tempo libero dedicandosi alla formazione, cercando di acquisire nuove competenze per potersi riproporre sul mercato del lavoro. Ebbene quel mercato del lavoro (determinato dalle solite dinamiche di domanda e offerta) da oggi ha maggior offerta di lavoratori, perché l’ultimo anno di scuola dell’obbligo (all’età di 15 anni) lo si potrà svolgere in attività lavorativa e sarà valido come anno di ‘istruzione’. Strepitoso. “Invece di sudiare, giovanotto, vai a lavorare!” Una manna per le imprese che potranno persino schifare gli stagisti neo-laureati, che a volte hanno la pretesa di avere anche un rimborso spese. Ora ci sarà disponibile un bel numero di quindicenni pronti a lavorare praticamente gratis per non andare a scuola ed essere comunque promossi, e senza compiti a casa. E naturalmente una fetta di posti di lavoro, nei quali disoccupati veri potrebbero ricollocarsi (magari anche da sotto-occupati, ma pur sempre trovando un reddito), verrà sistemata a costo (finanziario) quasi zero, e a costo (sociale) elevatissimo. Il BelPaese…

PS: Ho appena visto Avatar, ovvero la versione aggiornata di “Balla coi lupi”; non crederete davvero che noi alieni siamo così sprovveduti, vero?

http://bimboalieno.altervista.org/?p=432

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