Oggi, 19 gennaio 2020…

futuro sereno

Sono ormai quasi undici anni che scrivo su questo blog, e vorrei tornare insieme a voi con la memoria a 10 anni fa, nel gennaio 2010. Ricordate com’era diverso il mondo? Quanto rapidamente sono cambiate le cose? Pensate che nel 2010 chiamavamo il Brasile e l’India “Paesi emergenti” e parlavamo di Gran Bretagna, Spagna, Grecia, Italia, e altre nei termini di “economie sviluppate”.

Come passa il tempo e come cambiano in fretta le cose.

Dieci anni fa guardavamo al futuro con la stessa incertezza di sempre, la stessa di oggi. Però sappiamo quanto il mondo sia cambiato nell’ultimo decennio, raramente nella Storia le cose sono cambiate così rapidamente: tutto cominciò quando, in seguito alla prima fase della Grande Crisi (quella che oggi tutti chiamano “il giro di boa”) le finanze di alcuni Stati entrarono in profonda crisi; avevano la necessità di tassare dei cittadini impoveriti ai quali avevano dovuto ridurre pesantemente i servizi come pensioni, sanità, istruzione… il tutto condito con quelle famose “privatizzazioni” con cui gli Stati tentarono di far cassa, lasciando i cittadini in balia di investitori privati anche per servizi essenziali. La “carta dei diritti del cittadino” che oggi conosciamo bene, allora non esisteva, non dimenticatelo.

La prima ad avere problemi non superabili fu la Grecia, stipendi tagliati del 30%, pensioni ridotte e posticipate, e aliquote di tassazione elevatissime avevano portato la gente in piazza, il Paese era in costante allarme sommossa. L’uscita della Grecia dall’Euro era imminente. La necessità nazionale era di poter tornare a batter moneta, svalutandola, per poter far fronte al debito; infatti, dopo l’ennesimo taglio di rating, i titoli di stato greci non potevano più essere consegnati alla BCE per avere liquidità e vennero perciò scaricati dai portafogli delle banche, portando i loro prezzi molto in basso e dunque i rendimenti molto più in alto di qualunque altro paese in europa, generando un costo del debito insostenibile.

Una Grecia con una Nuova Dracma faceva però paura agli altri paesi del mediterraneo, perché l’unico businness di valore rimasto loro era il turismo, e la Grecia con una valuta autonoma e svalutata avrebbe rappresentato un concorrente troppo scomodo, li avrebbe strangolati. Dunque il primo ministro italiano si fece portavoce del gruppo dei PIIGS (per similitudine con un’altra sigla molto di moda in quegli anni, cioé BRIC) ovvero Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, e ottenne dal consiglio europeo il diritto per questi paesi di staccarsi dall’euro insieme, adottando una nuova moneta comune il “mediteuro” la moneta del Mediterraneo. In questo modo speravano, i PIIGS, di risollevare la loro situazione: il mediteuro venne svalutato contro l’euro poche ore dopo la sua nascita, al cambio fisso di 1,55 mediteuro per ogni euro.

I cittadini dei PIIGS non capirono subito cosa stava succedendo, alcuni erano ancora confusi dall’ultimo changeover dalla moneta locale all’euro, un nuovo cambiamento dall’euro al mediteuro fu per alcuni un problema innanzitutto di comprendere cosa stesse succedendo. La realtà era semplicemente che la loro ricchezza era stata falcidiata, attraverso la svalutazione ed un’imposta patrimoniale che colpì duramente i loro risparmi. Si salvò qualcuno che aveva operato in modo alternativo, ad esempio chi si era tenuto vecchi euro in contanti, chi aveva depositato soldi in paesi non PIIGS ecc..

Succedeva che i PIIGS riuscivano ad attrarre turisti, certo, ma avendo ormai quasi svuotato il loro apparato indistriale-produttivo (persino la Fiat -per fare un esempio- ormai produceva per il 90% fuori dall’Italia), si trovavano nella condizione di importare buona parte dei beni di cui necessitavano, con due risultati: sui cittadini piovve un’inflazione crescente, che raggiunse il suo picco nel 2016, mentre gli Stati si trovarono con una bilancia commerciale pesantemente negativa e generarono nuovo debito. Nel 2015 il cambio mediteuro/euro era ormai 2,20 e per chi ancora aveva i vecchi mutui in euro pagare la rata alla banca era diventato impossibile.

Il fatto che il Regno Unito avesse nel frattempo fatto default, aveva ingenerato in tutti la consapevolezza che il fallimento può arrivare davvero. E non molti Paesi hanno un re appena insediato come re Carlo, che accetta la confisca totale del patrimonio da parte dei creditori esteri e se ne va a vivere nell’isola di Man con la consorte come niente fosse. In passato per molto meno si son fatte delle guerre…

Intanto gli USA, guardando cos’era successo in UK, cercavano in ogni modo di allontanare lo spettro del fallimento. Avevano dovuto usare le portaerei per difendere il ruolo del dollaro come moneta di scambio internazionale, fu una mezza sconfitta: il dollaro non fu rimpiazzato, ma affiancato ad altre valute nella formazione di un paniere. Una volta ceduto quel ruolo chiave il dollaro perse una parte importante del suo valore, generando problemi simili a quelli dei PIIGS. La guerra delle valute aveva consumato ulteriormente le risorse pubbliche e clamorosamente gli USA furono costretti a richiamare le truppe dai Paesi mediorentali per restringere le spese.

L’esatta catena di eventi andrebbe ora ricostruita, ma la sostanza fu che questa manovra “di bilancio” americana, offrì lo spazio per lo scellerato attacco iraniano ad Israele con le conseguenze che conosciamo tutti troppo bene ormai. Oggi, che è tutto finito, sappiamo quanto è stata dura questa guerra. E siamo pronti a ricominciare, guardando al futuro con fiducia.

Oggi esistono la “carta dei diritti del cittadino” e i CREL, i crediti da lavoro, che ci permettono di non ‘monetizzare’ ogni concetto ed ogni bene, ma valutare anche quanto ‘lavoro’ vale.

Un signore anziano, nel 2018, ricordo che mi disse: “nel 1950 tutta la produzione agricola era sostanzialmente biologica, l’introduzione della chimica e dei fertilizzanti ha consentito a tutti di continuare a consumare cibo a prezzi stabili. Ma quando nella seconda metà degli anni ‘00 iniziarono a tornare in auge i prodotti biologici, a prezzi molto più alti del prodotto abituale, nessuno sembrò capire che quello era il prezzo ‘vero’. Gli stipendi dei lavoratori avrebbero dovuto mantenere il potere d’acquisto per pari prodotti biologici dagli anni ‘50 agli anni ‘00 invece l’inganno dell’inflazione permise di tenere a prezzi più bassi i cibi e gli stipendi impoverendone la qualità degli uni e il valore reale del lavoro degli altri.”

Chissà chi saremo tra dieci anni, nel 2030, di certo sappiamo chi eravamo dieci anni fa, nel 2010, e chi siamo oggi nel 2020: speriamo in un decennio all’insegna della serenità, quello appena chiuso è stato turbolento a sufficienza.

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