Debiti dei paesi europei in difficoltà. Fonte: Bank for International Settlements
Secondo le statistiche della Banca dei regolamenti internazionali, se si aggiungono Spagna e Portogallo, l’esposizione delle banche francesi salirebbe ad un ammontare di 306 miliardi di dollari, un vero e proprio suicidio se si abbandonassero questi paesi alla loro sorte. L’unica soluzione si trova nella creazione di una struttura che metta in atto delle condizioni risolutive e che consenta di sanare i crediti a rischio, un’Agenzia Europea del Tesoro che presti in nome dell’ Europa, come ho annunciato nel mio articolo Crisi Sistemica: le soluzioni ( n° 1 : l’Euro)
Un Cers, comitato europeo del rischio sistemico, verrà presto messo in opera, così come un Fondo Monetario Europeo (FME), associato ad un sistema europeo di sorveglianza finanziaria. (SESF). (1) Per convincersene, basta leggere le recenti dichiarazioni dei maggiori protagonisti di questa crisi sistemica. Eccone qui una lista:
- Dominique Strauss-Kahn direttore generale del FMI nel marzo 2010:
«Necessitiamo di un’autorità europea per la risoluzione delle crisi, dotata di potere e di strumenti per gestire nel miglior modo il caso di cedimenti di banche transfrontaliere».
- Jacques Attali nel suo articolo « Dirigeants de l’Europe, agissez ! » il 4 maggio 2010:
« Deve essere decisa, già da domani, la creazione di un’Agenzia europea del Tesoro, immediatamente autorizzata al prestito in nome dell’Unione, e di un fondo budgetario che abbia mandato di controllo sulle spese dei paesi il cui debito supera l’ 80% del PIL» (L'Express)
- Philippe Chalmin professore di economia a Paris Dauphine, membro del Consiglio di analisi economica per il Primo Ministro il giorno 8 Maggio 2010 :
« Ai fautori della sovranità che tentano di ammannire la loro zuppa antieuropea in occasione della crisi finanziaria, bisogna rispondere che oggi occorre più Europa e non meno Europa. Fin dall’inizio sono mancati all’Europa un’effettiva governance politica e gli strumenti che ne derivano per fare di essa un’ entità efficace. L’Europa deve avere il proprio budget, la propria imposta, per intervenire direttamente sui problemi europei. Jean Claude Trichet, il presidente della Banca centrale europea, fa quello che può, ma per esempio ancora non disponiamo di un segretario al Tesoro europeo. » (2)
Il ministro dell’economia tedesco Rainer Brüderle in un articolo del 10 marzo 2010 su Reuters:
« Qualsiasi fondo europeo che fosse creato per salvare economie in difficoltà dell’area euro, non dovrebbe intervenire che nel caso in cui fosse l’intera regione ad essere minacciata dal rischio insolvibilità di uno Stato membro»
In una lettera datata 8 Marzo indirizzata al ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, Rainer Brüderl spiega che « un eventuale Fondo Monetario Europeo ( FME) dovrebbe venire in aiuto di quei paesi dell’area euro che abbiano problemi di deficit pubblico e solamente in caso di rischio insolvenza». Tuttavia, è necessario rammentarlo, il problema economico attuale supera il quadro del debito degli stati. In uno dei miei articoli scrivevo:
Siamo infatti di fronte ad una crisi del debito, come illustrato dalle diverse fasi dell’attuale crac :
- Debiti dei singoli e dei “ poveri” che non possono più rimborsare i loro crediti: caso suprime. Più di 12000 case vengono confiscate ogni giorno negli Stati Uniti.
- Debito degli stati che iniettano migliaia di miliardi nelle banche e nell’ economia per mantenere a galla il sistema
Secondo il Fmi la Grecia sarà indebitata per il 123 % del suo PIL nel 2010, la Spagna per il 68%, il Portogallo per il 91 %, e l’ Italia per il 130%. Vista l’evoluzione dei tassi queste cifre sono destinate ad esplodere.Occorrerà andare a cercare il denaro altrove, in una struttura sovranazionale, il FMI con i suoi piccoli futuri satelliti ( FME). Avete dunque compreso che per risolvere il problema del debito verrà creata una montagna di altri debiti. Una gigantesca fuga in avanti, visto che l’ attuale sistema economico funziona sulla base di un trittico privo di senso: debito= consumo= lavoro. Bisognerebbe precisare inoltre che il consumo distrugge la nostra biosfera….( leggere « I presupposti della crisi greca »)
Peggio di ogni altra cosa, ad essere spezzato è il patto sociale, perché è il popolo che sta per passare alla cassa, per una crisi causata dal gotha della finanza. Ammortizzatori ed aiuti sociali si riducono al minimo, le pensioni non saranno più che un ricordo, mentre aumenta in modo esponenziale il numero di persone che perde il proprio impiego. La creazione di un Fondo Monetario Europeo, FME, un CERS, o qualsiasi altro organismo, non potrà che ritardare una scadenza che si rivelerà fatale, e la disoccupazione, in qualsiasi modo venga affrontata, seguirà il modello della Spagna, che ha superato attualmente il 20 % (dato ufficiale) di disoccupati. (3)
Lo scrittore Frédéric Rotolo, in una delle sue mail, parlandomi della crisi greca, scriveva :
" Lei ha certamente visto i Greci ieri mentre tentavano di entrare in parlamento….come ci verrà da loro l’ idea di Repubblica, di rivoluzione? Anche se riuscissero ad entrare nella loro assemblea, o al ministero delle finanze, dovranno accorgersi allora che non è nemmeno da quei luoghi che si controlla l’economia mondiale….che i loro governanti, nel migliore dei casi, sono degli esecutori della grande finanza, dei burattini, dei fusibili. Le macchine del trading quantico sono più potenti di loro. Cosí la volontà umana tende sempre a sfuggire allo stato di natura, a negarlo poiché mette in discussione la sua potenzialità, e si ritrova a stagnare in un mondo, ovvero in un’economia, tutto affatto illusoria”.
Quale sarà la reazione dei popoli quando comprenderanno che il potere è smaterializzato, virtuale, forse intoccabile?
Il patto sociale, il legame che unisce il padrone allo schiavo, è in effetti spezzato, perché le nostre élites sono ormai incapaci di garantire il minimo, vale a dire dare lavoro. Le leggi si stanno inasprendo ovunque, e la democrazia è oggi in pericolo. Le sommosse in Grecia sono solo il segnale d´inizio degli sconvolgimenti a venire.
Albert Camus affermava : « Cosa preferisci, chi ti vuole privare del pane in nome della libertà o quello che vuole la tua libertà per garantirti il pane ? »
Oggi possiamo rispondere né l´uno né l´altro, perché la libertà non è un regalo che si riceve ma un tesoro che bisogna prendersi.
Gilles Bonafi
Fonte: http://gillesbonafi.skyrock.com
Link: http://gillesbonafi.skyrock.com/2856856466-Crise-systemique-vers-une-dette-europeenne.html
8.05.2010
Traduzione a cura di SASCHA CORSINI per www.comedonchisciotte.org
(1) Per quelli che vogliono dettagli, http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=6996
(2http://www.ladepeche.fr/article/2010/05/08/831580-Faut-il-revenir-au-franc.html
(3) http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5gj3FHr2Vv6Z9ES3WQIigwbDTcqvQ
CRISI SISTEMICA, VERSO UN ALTRO DEBITO EUROPEO !
Data: Giovedì, 13 maggio @ 21:15:00 CDT
Argomento: Economia
DI GILLES BONAFI
gillesbonafi.skyrock.com
Qua e là si sentono voci che sostengono che l’Europa imploderà e che la Grecia, nonostante l’adozione del piano di austerità, sarà la prima a cadere, seguita da Spagna, Portogallo e Italia. Ciò non accadrà perché tutti i paesi europei sono legati fra loro in un immenso domino finanziario di debiti. Difatti, il fallimento di uno innescherebbe una caduta a catena degli altri. Per dimostrare ciò, niente di più utile del grafico qui sotto, che illustra la connessione europea della rete di debito. Inoltre, le grandi banche europee si trovano direttamente esposte in Grecia, come ad esempio il Crédit Agricole, che, secondo il Wall Street Job Report, è la banca più colpita dalla crisi.
Nell’agosto 2006, infatti, il Crédit Agricole aveva assunto il controllo del 72% della banca Emporiki (terza per numero di sportelli e quinta per gli attivi in Grecia) per due miliardi di euro. Emporiki aveva poi generato, secondo Reuters, una perdita netta di 582,6 milioni di euro nel 2009, dunque: guai all’orizzonte!
Nella foto: Dominique Strauss-Kahn direttore generale del FMI
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