Euro-lacci e moneta sovrana

di incontro pubblico - 11/02/2010 Fonte: Associazione Triskelion EURO-LACCI E MONETA SOVRANAConvegno a Perugia dell’Associazione Triskelion

Perugia, venerdì 12 febbraio, ore 17.30, Sala della partecipazione, Piazza Italia

Negli ultimi tempi continuano ad affiorare, grazie soprattutto all’ausilio delle nuove tecnologie, quelle notizie e quei temi solitamente oscurati, censurati o manipolati dai media convenzionali. Tra quelli piu’ accuratamente evitati dai soliti canali di informazione vi e’ senza dubbio il cosiddetto “signoraggio bancario”. Per signoraggio bancario si intende una vera e propria forma di usura legalizzata praticata dalle banche il cui successo, finora, si e’ fondato di massima su tre fattori: la sua relativa semplicita’, la complicita’ delle classi politiche che la tollerano, l’ignoranza in cui sono tenute le popolazioni circa tutto questo. Persino su Wikipedia, il portale enciclopedico della Rete, si fa’ pero’ menzione del termine ‘signoraggio’ e viene riportata le seguente approssimativa definizione: “Il signoraggio e’ l’insieme dei redditi derivante dall’emissione di moneta. Gli economisti intendono per signoraggio i redditi che una banca centrale ed uno stato ottengono grazie alla possibilita’ di creare base monetaria in condizione di monopolio. Negli stati moderni, solitamente, una banca centrale stampa le banconote mentre lo stato conia le monete, ed entrambi hanno un reddito da signoraggio.” Con una differenza, pero’, e di non poco conto: mentre gli Stati, oggi, prelevano il loro irrisorio signoraggio dal conio di monete di scarso valore (fino a due euro, nell’UE), la Banca Centrale Europea, ente privato che emette i nostri soldi, stampando carta moneta a un costo tipografico risibile (trenta centesimi per una banconota di cento euro), e imprestandola poi agli Stati, ottiene da questi il pagamento non delle spese tipografiche sostenute dalla BCE, come sarebbe logico, bensi’ il rimborso del valore nominale della banconota impresso sulla facciata! Ora, il 92% di questo reddito creato dal nulla (una media di 150 milioni di euro al giorno!) va a Bankitalia, che e’ un ente parimenti privato che ripartisce gli utili tra i propri azionisti, i quali sono costituiti per il 95% da banche e assicurazioni.Uno degli esiti nefasti di questo perverso meccanismo e’ il debito pubblico, ossia il debito che lo Stato contrae con le banche per coprire i costi - truccati- dell’emissione della moneta e che noi paghiamo con le tasse: il debito pubblico e’ un debito per sua natura inestinguibile e aumenta ogni anno: cosi’ che i popoli saranno costretti a lavorare come schiavi senza ottenere in cambio nulla. Ma e’ anche vero che il debito pubbico e’ un inaccettabile minaccia alla sovranita’ di qualsiasi Paese, dato che ogni governo nazionale potra’ essere minacciato dall’oligarchia bancaria se non dovessere rispettare i cosiddetti parametri e non tagliasse ulteriormente la spesa sociale. Aveva ragione Ezra Pound, il piu’ grande poeta americano del XX secolo, ad inveire con profetica determinazione contro l’usurocrazia bancaria e con lui, in tempi piu’ recenti, Giacinto Auriti, docente di Teoria generale del diritto ed eminente studioso del tema monetario. In questo scorcio di inizio del nuovo millennio dominato dall’ oscurita’, ma percorso da fremiti inequivocabili di tensioni sane, occorre dare luogo a profondi cambiamenti nell’interiorita’ degli uomini che giungano a ridimensionare il ruolo della avidita’ mercantile che prende corpo nella speculazione finanziaria, secondo una visione della vita che ponga la dimensione spirituale e intellettuale dell’uomo come primaria e inalienabile. Di cosa sia il signoraggio bancario e dei modi per abolirlo se ne parlera’ a Perugia Venerdi 12 Febbraio alle ore 17. 30 presso la sala della Partecipazione della Provincia di Perugia. Ad intervenire, invitati dalla neonata Associazione Triskelion, saranno una battagliera giornalista, Nicoletta Forcheri, acuta analista di vicende italiane, e il brillante saggista e ricercatore Marco Saba, autore di Bankenstein e di O la banca o la vita.
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