Il peggio è alle spalle? I deboli segnali di ripresa rappresentano già di per sè una ripresa sostenibile? Faccio il punto della situazione dell'economia statunitense ricorrendo all'analisi dei miei consulenti finanziari preferiti, quelli di Comstock che, come al solito, non si uniscono al coro degli ottimisti di professione e con i quali mi trovo il più delle volte, come in questa occasione, perfettamente in sintonia.
La risposta di Comstock a quelle due domande è che la ripresa economica è ricoverata in rianimazione e con prognosi riservata. Condizioni molto sfavorevoli in tre settori chiave - case, immobili commerciali e spesa dei consumatori - rendono altamente probabile che la crescita economica sarà estremamente debole o cadrà in un' altra recessione.
Circa il 25% di tutte le case con mutui sono underwater (cioè con il valore della casa inferiore al valore del mutuo rimanente), con circa la metà di queste oltre il 20% underwater. L'esperienza indica che un gran numero di questi mutui finiranno in default se non l'hanno già fatto. Anche adesso il 14% di tutte le case con mutui sono in default o in procedura esecutiva. I prezzi delle case sono saliti leggermente rispetto ai mesi passati solo a seguito dello sconto fiscale concesso dal governo agli acquirenti di prima casa e il fatto che i pignoramenti sono stati temporaneamente sospesi per il tempo necessario agli istituti erogatori di verificare quali casi sono suscettibili di modifiche. Non appena questo processo sarà completato quelli non qualificati verranno messi in procedura esecutiva. Inoltre siamo anche di fronte ad un altro round di revisione dei tassi che porterà ancora più default e pignoramenti nel prossimo periodo. Quando ciò accadrà i prezzi delle case riprenderanno il loro declino, mettendo underwater molti più mutui di ora. Non dimentichiamo che la crescente disoccupazione e la mancanza di nuove assunzioni si tradurrà in più famiglie che non riescono a mantenere i loro pagamenti.
Quello degli immobili commerciali - Commercial real estate (CRE) - è un altro settore che esporrà le istituzioni finanziarie e l'economia a ulteriori rischi. I prezzi degli immobili commerciali sono già in calo del 33% nel 2009 e del 45% dal loro picco con una stima dal 55% al 65% a prezzi inferiori al valore dei loro mutui. Circa 1,5 trilioni in dollari di mutui CRE andranno a scadenza nei prossimi anni, e un numero consistente di essi non potrà beneficiare di rifinanziamento a meno che le già indebolite istituzioni finanziarie non mettano a segno insperati risultati. Un gran numero di mutui sono in carico a piccole-medie banche locali. Questa è un'altra ragione per cui le banche sono così restie a concedere nuovi prestiti alle piccole imprese.
La terza gamba del traballante sgabello dell'economia sono le diminuite prospettive per la spesa dei consumatori. I consumatori stanno riducendo il debito e aumentando il loro tasso di risparmio, un processo che è appena iniziato. Il debito delle famiglie / PIL è ancora circa il 100% rispetto ad una media di 57 anni del 57%. Mentre il tasso di risparmio delle famiglie è aumentato al 4,4% da un valore vicino allo zero, con una media generalmente tra l'8% e il 9% nei decenni precedenti al 1992. Ma mentre un maggiore tasso di risparmio ha benefici effetti sull'economia nel lungo termine, esso tende a frenare la spesa dei consumatori quando il processo è in corso. Inoltre il freno alla spesa dei consumatori è la causa per cui i salari sono diminuiti del 5% rispetto a un anno fa, la disoccupazione è ancora in aumento, le nuove assunzioni sono ancora in calo, il reddito netto è precipitato e il credito al consumo è molto ridotto. Il credito al consumo è sceso del 4,3% rispetto all'anno passato, il massimo in almeno 44 anni. Il reddito netto delle famiglie è diminuito del 12%, anno su anno, il massimo calo in 57 anni.
In conclusione, le condizioni estremamente negative in materia di case, immobili commerciali e la situazione finanziaria dei consumatori sono totalmente in contrasto con la visione che l'economia stia sperimentando il tipo di recupero che ha caratterizzato il periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Gli analisti di Comstock ritengono pertanto che il mercato azionario è pesantemente sopravalutato e destinato ad un importante calo.
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