Il carbone sta finendo....

Il treno é lanciato a tutto vapore e malgrado la neve i binari sono sgombri. Niente sembra in grado di fermarlo. Venersì gli indici azionari si sono ancora rafforzati terminando una settimana giocata tutta al rialzo. La via per salire a nuovi massimi annuali sembra libera. L'unico problema é che il carbone sta finendo....

Venerdì le borse europee hanno iniziato male dopo l'aumento a sorpresa da parte della FED del tasso di sconto. Il colpo negativo é stato però ben incassato e prontamente sono riapparsi i compratori. Le plusvalenze a fine giornata tra il +0.5% ed il +0.7% non sono entusiasmanti ma viste le premesse sono buone. In America é successo poco - l'S&P500 ha confermato la rottura della resistenza a 1100-1004 punti chiudendo a 1109 (+0.22). La via sembra sgombra e gli indici potrebbero ora salire per marzo su nuovi massimi annuali. Lo svizzero SMI c'é già riuscito! L'unico problema é che strutturalmente il mercato sembra fragile e la partecipazione al rialzo é insufficiente per salire sostenibilmente dal livello attuale. Di conseguenza la nuova settimana deve iniziare con un consolidamento o con una sorpresa negativa. Se l'accelerazione di settimana scorsa é stata una bull trap o una falsa rottura al rialzo nei prossimi giorni vedremo riapparire debolezza. Malgrado che il trend rialzista a corto termine é forte, il ribasso a medio termine non é ancora morto. Il dollaro americano é risalito a 1.3590 dopo che giovedì era sceso fino a 1.3445. Dovremmo ora avere alcuni giorni di consolidamento prima che il dollaro riprenda a rafforzarsi ed il cambio con l'Euro scendere verso l'obiettivo a 1.30. L'oro continua a fare balzi disordinati di ca. 20 Euro ed é risalito a 1118 USD/oncia. Questa volatilità dell'oro é strana e mal si combina con la calma che regna in Borsa. Noi avevamo previsto una correzione fino a 1000 USD all'interno di un bull market secolare. Forse questa correzione é già terminata con il minimo a 1043 USD/oncia il 5 febbraio.

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Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) dell'S&P500.

L'S&P500 (+0.22% a 1109 punti) ha guadagnato ancora alcuni punti confermando il superamento della resistenza a 1100-1104 punti. Teoricamente la tendenza ribassista a medio termine é stata annullata. Strutturalmente questo movimento sembra una falsa rottura al rialzo e di conseguenza, prima di gettarci ad occhi chiusi per seguire questo giovane trend rialzista, attendiamo conferme. Abbiamo scenari diversi da quello classico seguito dalla maggioranza degli analisti tecnici che prevede ora una salita a 1150-1170 punti per il 6 di marzo.

Scenario 2010 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione delle borse dopo il rally di marzo - dicembre 2009. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso di quest'anno un minimo tra i 740 ed i 820 punti. La performance annuale dovrebbe essere negativa e l'S&P500 dovrebbe terminare il 2010 intorno ai 900 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1115 punti di S&P500 raggiunti a fine 2009 corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.

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