Obama tassa le banche: e gli istituti stranieri tremano…

15 gennaio 2010
Obama tassa le banche: e gli istituti stranieri tremano…A dover pagare la “tassa sulla crisi” non saranno solo gli istituti di credito americani ma anche le sussidiarie statunitensi delle grandi banche europee

A dover pagare la “tassa sulla crisi” non saranno solo gli istituti di credito americani ma anche le sussidiarie statunitensi delle grandi banche europee. Lo ha segnalato il Wall Street Journal.

I primi dettagli sulla tassazione sono stati resi noti dal presidente Obama in un discorso pubblico durato appena sei minuti. La tassa dovrebbe colpire le istituzioni finanziarie con assets superiori ai 50 miliardi di dollari. Obiettivo della manovra è il recupero di una quota (si parla di 90 miliardi in dieci anni) della somma stanziata per il cosiddetto Tarp (Troubled Assets Relief Program), il piano di sostegno alle major di Wall Street. Secondo quanto reso noto dalle autorità statunitensi da 10 a 15 banche straniere dovrebbero essere chiamate a versare un’imposta dello 0,15% sulle passività a patto, s’intende, che il piano proposto dal presidente Obama riceva l’approvazione del Congresso. Tra gli istituti in predicato di subire la tassazione ci sono i britannici Barclays, Hsbc Holdings Plc e Royal Bank of Scotland, le tedesche Deutsche Bank e Commerzbank Ag, le svizzere Credit Suisse e Ubs, la francese Bnp Paribas e le spagnole Banco Santander e Banco Bilbao Vizcaya.

A patire le conseguenze peggiori dovrebbero essere le banche britanniche i cui bonus superiori alle 25 mila sterline sono già tassati in patria del 50%. Barclays potrebbe essere chiamata a sborsare oltre mezzo miliardo di dollari l’anno contro i 400 milioni di Hsbc e i 90 di Royal Bank of Scotland.

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=1936

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