INFLAZIONE O DEFLAZIONE: UN CONCORSO DI BELLEZZA!



John Maynerd Keynes amava riportare la metafora del concorso di bellezza, per spiegare l'arte della speculazione, ovvero la necessità di indovinare non tanto quale ragazza vincerà alla fine il concorso di bellezza, in quanto spesso le nostre sensazioni, le nostre emozioni poco contano, ma di comprendere come avrebbe votato la maggior parte dei giurati.
In realtà, nella scelta tra inflazione e deflazione, oggi non conta tanto quello che pensano i giurati, in fondo ben pochi hanno saputo comprendere la "bellezza" della madre di tutte le crisi, ma quale dei due fenomeni monetari riceverà nel tempo lo scettro di "dittatura" sull'economia.
Sandra Pianalto, governatrice della Federal Reserve di Cleveland, lo scorso anno, in un suo intervento, condivise la sua umiliazione per non aver saputo comprendere la devastante e terribile "bellezza" della madre di tutte le crisi...(The financial crisis of the past two years has been a humbling experience for me as a Federal Reserve policymaker.)
I giurati della Federal Reserve, con il loro presidente Bernanke, hanno premiato erroneamente la bellezza della fondamentale solidità del sistema finanziario, immobiliare ed economico americano. Nei prossimi anni, lo stesso presidente di giuria, con il suo ideale fondamentalista di bellezza economica, fondato sull'anoressia della politica monetaria, deciderà chi potrà ambire al trono di "strega" dell'economia, tra inflazione e deflazione, anche se oggi la realtà è evidente e le conseguenze no tarderanno a rivelarsi.
Ieri Obama, circondato dal fallimento di una riforma finanziaria latente ed evanescente, circondato dai fantasmi di un sistema finanziario corrotto e autoreverenziale, figlio di un'esaltazione senza limite, fratello d eccessi esponenziali, ha minacciato il sistema finanziario americano...vogliamo indietro i nostri soldi e gli avremo sino all'ultimo centesimo.
Al di la del necessario populismo, in una situazione sociale al limite dell'implosione, le grandi firme della finanza, coloro che si sono trovate "involontariamente" nel bel mezzo della tempesta perfetta, come ha sostenuto il ceo di Goldman, Blankfein, ricordano di aver restituito quasi tutto sino all'ultimo centesimo a differenza del settore automobilistico e assicurativo. Nella peggiore delle ipotesi, saranno costrette a diminuire l'erogazione del credito, una minaccia che lascia il tempo che trova.
Se qualcuno avesse l'occasione, sarebbe interessante far capire loro, che probabilmente non si tratta solo di credito non disponibile, ma di vera e proprio creditofobia, l'economia reale non necessita necessariamente di nuovo credito, ma di una lunga fase di deleveraging, necessaria per assorbire una lunga stagione di eccessi.
Proprio il riferimento agli aiuti al sistema assicurativo ed in particolare ad AIG, mi fa ricordare la monumentale metafora usata dal presidente della commissione di inchiesta federale sulle cause e sulle responsabilità della crisi, Phil Angelides, riportata da Mario Platero, in riferimento alla speculazione messa in atto da Goldman Sachs, che prevedeva operazioni simultanee di collocamento e contestuale vendita a breve sul mercato, di pacchetti di titoli tossici.
«Perdoni la franchezza, ma a me questa sembra la storia di uno che vende un'auto sapendo che è guasta e poi fa un assicurazione a suo vantaggio sulla vita del guidatore che l'ha compra " 
Meravigliosa, anche se il banchiere di Dio, ha risposto che i  compratori non erano degli sprovveduti, erano i più grandi professionisti sul mercato: " Vendiamo dei prodotti, ma non possiamo garantire il profitto, il mercato non funziona così. "
Oltre alla risposta magistrale dello stesso presidente della commissione che rispondeva di conoscere perfettamente il funzionamento del mercato, peccato che chi comprava erano i fondi pensione dei poliziotti della sua stessa provincia, sarebbe interessante chiedere a Blankfein se oltre ad aver stipulato una polizza a proprio vantaggio sulla vita di coloro che compravano quelle meravigliose auto da corsa, magari non avesse mandato in giro meccanici travestiti da legali per accelerare l'usura del motore del sistema immobiliare, o meglio la sua dinamica di pignoramento.
Se date un'occhiata al campo dei miracoli capiterete di cosa sto parlando, in quanto secondo una indagine pubblicata su Mcclatchydc.com , sarebbero stati inviati avvocati in tutto il paese, per rientrare in possesso delle abitazioni in seguito a fallimento, magari accelerandone la dinamica, molti dei quali senza reddito o credito, ma comunque in possesso di mutui subprime, perchè Wall Street aveva permesso a loro di qualificarsi per tali mutui.
Tralascio volutamente la vicenda AIG della quale abbiamo già sviscerato ogni angolo nascosto, anche se sembra che anche in questo caso, le polizze assicurative stipulate sulla presunta dipartita del gigante assicurativo americano, venivano trattate sulla base di informazioni riservate, rifilandole a coloro che vivevano terrorizzati la possibilità di implosione.
Ma tornando a noi e al nostro concorso di bellezza, non sempre diventa importante l'ideale di bellezza, e allora, ascoltando Keynes, indipendentemente da ciò che in realtà accadrà, ovvero dalla presenza di una persistente deflazione, diventa interessante cercare di comprendere come voteranno i giurati della Federal Reserve.
Sia Dundley, della Fed di New York, che Evans, il quale non avrà diritto di voto nei prossimi FOMC, incontri della stessa Fed, per decidere le politiche di manovra monetaria, hanno sussurrato l'impegno a tenere i tassi fermi per un determinato periodo di tempo, minimo sei mesi, ma Dundley, con diritto di voto permanente, ha sottolineato come potrebbero restare bassi per almeno uno o due anni, ripercorrendo un recente discorso di Bullard ( St. Louis ) nuovo entrato con diritto di voto per il 2010.
Certo altri come Plosser e Hoenig, hanno espresso posizioni differenti, grandi timori per un'inflazione ectoplasma, per le sue aspettative, ma più che crederci realmente, secondo me, continuano a volerle alimentare, ma non da oggi, ormai dal lontano 2007.
NEW YORK (Reuters) - La Federal Reserve dovrà aumentare i tassi di interesse in quanto l'economia migliora o rischiare di perdere la fiducia del pubblico nel suo impegno a mantenere l'inflazione bassa e stabile, un top Federal Reserve policy maker ha detto Martedì.
Plosser ha sostenuto che le aspettative sono ben ancorate ma che vi è una notevole incertezza tra i due e i cinque anni. Un passo alla volta mister Plosser!
Plosser è da sempre un falco antinflazione, una sorta di giapponese su un'isola deserta che continua a combattere una guerra finita, al momento, e ha ribadito che la Fed deve essere preventiva.
Se non riesce a farlo, le aspettative di inflazione in aumento potrebbe spingere i lavoratori a chiedere salari più alti e le imprese a chiedere prezzi più alti per scongiurare la prospettiva di maggiori costi, dandocosì via a una raffica di inflazione".
Per un bel po di tempo, nessuno avrà il coraggio di alzare i prezzi e nessuno avrà il coraggio di richiedere un aumento dello stipendio in un mare di disoccupazione.
Alcuni funzionari della Fed hanno suggerito di continuare o ampliare gli acquisti di titoli MBS, ovvero con sottostante immobiliare, al di la della scadenza di marzo, per sostenere una debole ripresa e prevenire l'interruzione della riprsa dei mercati immobiliari. Per Plosser ciò non deve avvenire, il programma di sostegno deve finire e in fondo non ha tutti i torti, vediamo se il sistema sta in piedi da solo, ma la risposta la sappiamo già, siamo nella parte finale dell'occhio del ciclone di una autentica depressione.
" Credo che sia importante che lo facciamo, e che riduciamo la nostra partecipazione in questo mercato, in modo che il mercato privato, può nuovamente riprendere un ruolo significativo. Esso non può farlo finché la Fed è l'operatore dominante", ha detto.
Ineccepibile, ma la realtà ha dimostrato ( vedesi il crollo dell'indice Pending Home o la fine delle rottamazioni...) che non appena si toglie il sostegno si rischia una depressione, per totale mancanza di fiducia nel futuro.
Plosser,che  sarà membro votante nel 2011, si aspetta una crescita del 3/3,5 % nei prossimi due anni, esercitando pressione sull'inflazione. Pura illusione. Per lui l'aumento deve avvenire prima che il tasso di disoccupazione ricominci a scendere, in caso contrario, tassi troppo bassi, seminano i semi di una nuova crisi e possono essere potenzialmente distorsivi per i mercati.  Perfettamente d'accordo, ma era meglio pensarci prima, prima di continuare a seminare bolle per tutto il decennio.
Plosser ha anche affermato che i prezzi del mercato immobiliare sembrano stabilizzarsi e che i consumi, dimostrano una incoraggiante ripresa, al di la della distorsione del petrolio e del fattore benzina. Chissà di quali dati parlava, visto le vendite al dettaglio di ieri, visto che il mercato immobiliare vivrà, molto probabilmente,  una sorta di nuova recessione, nell'ordine di altri 10 punti percentuali di perdita, prima che sia finita l'onda delle reimpostazioni dei mutui ARMs e Alt-a.
Era il 17 aprile del 2007, quasi un secolo fa, quando Plosser a Cherry Hill nel New Jersey dichiarava come riportato dal Sole 24 Ore : " E' importante che la Riserva Federale mantenga tutta la sua attenzione sull'inflazione'. Ques'ultima continua a muoversi a 'livelli spiacevolmente elevati'. Alle incertezze sulla congiuntura Usa contribuisce anche il  settore immobiliare che e' comunque piu' stabile rispetto a tre-quattro mesi fa. "

Contestualizzate il tutto e avete la capacità di previsione di uno dei tanti governatori della Fed, stiamo parlando di aprile 2007. Ma se tutto ciò non basta, andiamo direttamente al 22 luglio del 2008 e precisamente a Washington, non dimenticando che due mesi più tardi falliva Lehman Brothers, ma i segnali di crisi e l'inizio della recessione era già stata ufficializzata, mentre la disoccupazione continuava a salire:

" La politica monetaria  statunitense, e' ancora molto accomodante e mantenere questo orientamento per troppo tempo peggiora il problema dell'inflazione che e' gia' troppo elevata e lontana dal nostro target di stabilita' dei prezzi. Una stretta si rendera' necessaria, per evitare ulteriori danni all'economia e un'ascesa delle attese di inflazione. La banca centrale deve tenere d'occhio sia l'andamento della crescita sia quello dell'inflazione e quest'ultima e' in aumento, ha aggiunto Plosser, secondo il quale, tuttavia, la situazione e' molto diversa da quella degli anni '70 e gli Usa non corrono, quindi, il rischio di stagflazione. Il momento piu' adeguato per cambiare il corso di politica monetaria dipende da come si evolve l'economia, ma credo che sara' meglio muoversi prima piuttosto che troppo tardi e anche prima che il mercato del lavoro e i mercati finanziari si siano definitivamente ripresi." (Sole 24 Ore)
Ora tralasciando per un istante il fondamentalismo monetarista del capo supremo della Federal Reserve, Bernanke, non ci resta che esplorare il pensiero di coloro che nel 2010 avranno diritto di voto nei vari FOMC che decideranno la politica monetaria.
Federalreserve.gov   prevede che oltre ai cinque componenti del Board of Governors, ovvero Bernanke, Kohn il vice, la Duke, Warsh e Tarullo, ( che ben difficilmente potrebbero contrastare il fondamentalismo monetarista di Bernanke e anche del suo vice che ha già ribadito il concetto di tassi bassi per lungo tempo) e alla presenza fissa della Fed di New York con il governatore Dudley, la rotazione tra i quattro diversi  rappresentanti delle varie Fed regionali. Nel 2010, quindi toccherà a Bullard ( St.Louis ) Hoenig (Kansas) Pianalto (Cleveland ) e
Rosengren (Boston). Come potete vedere qui sotto, nel 2011 toccherà invece a Chicago, Philadelphia, Dallas e Minneapolis.
 


Il meccanismo di voto all'interno del FOMC

                                                     
                |        2009        |        2010       |        2011       
  --------------+-------------------+-------------------+-------------------
                      
Members    |  New York         |  New York          |  New York         
                |  Chicago           |  Cleveland         |  Chicago          
                |  Richmond         |  Boston             |  Philadelphia     
                |  Atlanta            |  St. Louis          |  Dallas           
                |  San Francisco    |  Kansas City      |  Minneapolis      
                                                                            

Sentiamo il recente pensiero dei nuovi quattro governatori con diritto di voto per il 2010:


Bullard:  " La Federal Reserve dovrebbe prolungare il programma di acquisto di titoli cartolarizzati (Mbs) oltre la scadenza prestabilita di marzo. Lo ha detto James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, intervenendo ad un forum a Shanghai. La Fed, che detiene attualmente 909 miliardi di dollari di Mbs, dovrebbe continuare gli acquisti e quindi le iniezioni di liquidità nel sistema, "inizialmente a livelli bassi" e, successivamente, controllare attentamente le condizioni dell'economia e del mercato, ha precisato Bullard. La questione verrà affrontata al prossimo Fomc di gennaio. Bullard, considerato un falco della Fed, ha sottolineato l'importanza dei provvedimenti di tipo quantitativo, come il programma di acquisto titoli, lamentando l'incapacità degli investitori di comprendere quanto sia allenata la politica della Fed. "E' deludente vedere quanto il mercato sia focalizzato solo sui tassi di interesse", ha detto Bullard secondo cui c'è "ancora la convinzione che la politica monetaria sia strettamente legata all'andamento dei tassi di interesse, e questo nonostante il successo dei provvedimenti di tipo quantitativo adottati l'anno scorso". Bullard ha ribadito che i tassi Usa "resteranno bassi ancora per un certo tempo". Parlando dei deludenti dati occupazionali Usa di dicembre, Bullard ha sottolineato che "non erano cosi' diversi dalle attese da indurre a un cambio di politica". Non mancano comunque i segnali incoraggianti come la stabilizzazione dei consumi e del mercato immobiliare Usa, la riduzione degli spread creditizi e il continuo miglioramento dei mercati finanziari.
( Italia Oggi )


Hoenig: (ASCA-MarketNews) - Kansas City, 7 gen - Moderato ottimismo sul futuro dell'economia Usa da parte di Thomas Hoenig, presidente della Federal Reserve di Kansas City, uno dei falchi della banca centrale Usa. In un suo intervento odierno a Kansas City, Hoenig ha ammonito sui rischi ''di mantenere per troppo tempo'' una politica monetaria troppo espansiva: non solo rischi di inflazione e di errata allocazione delle risorse, ma anche impedimenti a una vera ripresa economica e finanziaria.

Hoenig ha ribadito la sua convinzione per un ritorno a una politica monetaria ''piu' equilibrata'' meglio ''farlo prima che dopo''. Una posizione sostenuta dalle previsioni economiche sull'economia Usa: nel 2010 ci sono ''buone chance che il Pil cresca ben al di sopra del 3%, forse piu' vicino al 4%'', ha spiegato il banchiere centrale.


Rosengren: in un recente discorso ad Hatford nel Connecticut, Rosengren ha sottolineato come la crescita di posti di lavoro sarà probabilmente lenta e la disoccupazione rimarrà elevata il che giustifica bassi tassi di interesse. " Employment growth “will not likely be rapid enough to put a large dent in the unemployment rate,” Rosengren said in a speech today in Hartford, Connecticut. “This should allow for accommodative monetary policy to continue to support the economy until the underlying demand of consumers and businesses becomes self-sustaining.” "Questo dovrebbe consentire una politica monetaria accomodante, che continui a sostenere
l'economia finché la domanda di fondo dei consumatori e delle imprese si autoalimenta".


Pianalto: Per quando riguarda Sandra Pianalto, non vi sono recenti dichiarazioni ma se andiamo sul sito della Fed di
Clevelandfed nei primi giorni di ottobre2009 dichiarò in una riflessione dal titolo " Emerging from Recession: Implications for Growth, Inflation, and Monetary Policy " che data la sua aspettativa di una ripresa graduale e data l'enorme quantità di debolezza per l'economia, ci si potrebbe aspettare di concludere che l'inflazione non è affatto un rischio, o addirittura che siamo a rischio di un'ulteriore disinflazione. ( ...a differenza dellaYelen, la Pianalto non vuole usare la parola deflazione! )
Tuttavia, alcune persone credono ancora l'inflazione è un grave rischio sulla base del deficit degli Stati Uniti in espansione fiscale e le azioni senza precedenti prese dalla Federal Reserve.  Questi punti critici fanno riferimento alle grandi dimensioni del vilancio della Federal Reserve ai rischi per il suo equilibrio e mettono in discussione la volontà del FOMC ad alzare i tassi, quando arriverà il momento di farlo. Essi citano anche le preoccupazioni, che la Federal Reserve dovrà cedere alle pressioni politiche, e monetizzare il debito federale."  Devo dire che io non condivido questi punti di vista.  Come i verbali delle ultime riunioni del FOMC rivelano, una varietà di strumenti sono stati sviluppati per garantire la possibilità di ritirare senza intoppi e al momento opportuno tutta la liquidità. "

Come già sottolineato spesso, ora abbiamo il pensiero dei principali giurati per l'anno 2010 e credo che sulla base di questa rapida analisi non vedremo alcun aumento di tasso in nessuna parte dell'anno. Quello che deciderà il mercato è un'altra storia, ma secondo la mia opinione, sarà pura illusione.
Se qualcuno vuole esplorare un nuovo contributo suggerisco di leggersi questo pezzo su Naked Capitalism,  “Why Bernanke’s Defense of Super Low Interest Rates Does Not Hold Up”, un contributo decisamente accademico per scoprire il pensiero del presidente dei giurati. Ciò non vuole assolutamente dire che il suo ideale di bellezza sia quello, giusto, Voi tutti conoscete il mio punto di vista su Bernanke e sulla sua ideologia, ma se le decisioni di politica monetaria prossime passeranno sempre dalla sua persona, è importante cercare di comprenderne l'ideologia e il fondamentalismo monetarista.
Abbiamo sviscerato in lungo e in largo le motivazioni per le quali non vi sarà ombra di inflazione reale nei prossimi anni, ( non confondiamo il tutto con l'inflazione da monopolio, da cartello, da mancanza di concorrenza che esiste tuttora in Italia...), e la perfetta fusione tra il Minsky Moment, punto di massima espansiione di ogni eccesso finanziario e la "Debt Deflation " di Irving Fisher, che descrive in maniera esemplare quanto è accaduto in questa crisi, in quella della Grande Depressione e nella " Lost decade" giapponese, sono la nostra stella polare per eccellenza, per comprendere quanto è in realtà avvenuto.
Martin Wolf in un recente intervento sul Financial Times, tradotto su il  SOLE24ORE riportando le parole di Richard Koo, grande esperto di "Lost Decade" della Nomura Research, ci dice che ...
" (...) Secondo Koo, un'economia dove chi è troppo indebitato dedica i propri sforzi a saldare il debito ha le seguenti tre caratteristiche: l'offerta di credito e di liquidità bancaria cessa di crescere, non perché le banche non siano disposte a prestare, ma perché le aziende e le famiglie non vogliono prendere soldi in prestito; la politica monetaria convenzionale è in gran parte inefficace; e il desiderio del settore privato di migliorare la propria situazione patrimoniale fa emergere lo stato come prestatore di ultima istanza.

Il risultato è che tutti gli sforzi di "normalizzare" la politica monetaria e di bilancio falliscono, fino a quando l'aggiustamento patrimoniale del settore privato non è completato.

Non avrei potuto trovare migliori parole per farvi comprendere quanto sta avvenendo sintetizzandole in due righe, certo ci sarà sempre quello che dirà che la storia del Giappone è tritta e ritritta, aria fritta, che noi siamo diversi, che i giapponesi non spenderebbero un centesimo comunque e che invece gli americani venderebbero l'anima per continuare a consumare, magari ancora a debito, ma si tratta come spesso accade di visioni superficiali, che lasciano il tempo che trovano, suggerite da coloro che non amano analizzare in profondità.
Come ho già sottolineato ad Assisi, non sempre deflazione significa depressione, o viceversa, esiste anche la deflazione buona, positiva, anche se forse non sembra questo il caso.
Ma forse.... è qualcosa che e' dentro me  ma nella mente tua non c'e'. Capire tu non puoi  ( o forse non vuoi ) tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni...o forse se vuoi tu chiamala deflazione!
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Postato da: icebergfinanza a gennaio 15, 2010 07:08 | link | commenti (14)

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