Islanda, l’esodo figlio della crisi

Islanda, l’esodo  figlio della crisi Islanda, l’esodo figlio della crisi Quello che si sta verificando in Islanda è un vero e proprio esodo. Un esodo “finanziario”. Ma a partire non sono trader né manager, bensì gente comune...

Quello che si sta verificando in Islanda è un vero e proprio esodo. Un esodo “finanziario”. Ma a partire non sono trader né manager, bensì gente comune, impaurita dal crollo dell’economia domestica provocato dall’esplosione della bolla subprime. E, soprattutto, scoraggiata dalle prospettive future.

L’agenzia France-Presse racconta la storia di Anna Margret Bjarnadottir, ragazza madre di 46 anni che ha preso ormai la sua decisione: lascerà il Paese d’origine per trasferirsi in Norvegia. Una donna in più in un flusso di migranti che nell’isola di ghiaccio ha raggiunto le cifre più alte degli ultimi due secoli. «Non ho più un avvenire qui. Non c’è un futuro per questo Paese nei prossimi venti anni», ha spiegato la donna, che porterà con sé sua figlia. «Controvoglia e costretta», abbandonerà la sua casa a Mosfellsbaer, quindici chilometri da Reykjavik, dove viveva dal 2004.

Il crollo finanziario personale di Anna Margret è identico a quello di numerosi suoi connazionali, ed è legato ad un prestito in valuta estera (in yen e franchi svizzeri) consigliatole dalla banca nella quale aveva depositato i suoi risparmi , che è “esploso” a causa del crack della corona islandese. «Le mie rate sono raddoppiate, e non cesseranno di aumentare. Sono costretta a cercare fortuna altrove anche perché sono disoccupata da più di sei mesi - ha spiegato, sventolando i documenti bancari -. Non credo di poter offrire un futuro a mia figlia Olavia qui in Islanda».

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=2103

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