BERNASCONI

Il canguro continua saltare ed avanzare. Non sembra che abbia voglia di fermarsi anche se noi sappiamo che é stanco. Gli indici azionari continuano a salire malgrado un'evidente situazione di ipercomperato ed eccessivo ottimismo degli investitori. Una pericolosa situazione che deve sfociare in una correzione.

Ieri le borse europee si sono ulteriormente rafforzate. La situazione di ipercomperato é giunta agli estremi e numerosi indicatori tecnici mostrano un forte bisogno del mercato di correggere. Difficile dire dove e quando lo slancio dei rialzisti si fermerà. In teoria i 1170 punti dell'S&P500 toccati ieri sera sul massimo dovrebbero essere sufficienti. Vediamo se nei prossimi giorni appare debolezza. Le nostre previsioni di settimana scorsa sono invariate: "La tendenza a medio termine é rialzista e l'indice dovrebbe essere in grado di superare la resistenza a 1150 punti e salire sul prossimo obiettivo a 1170. I progressi tecnici sono però talmente buoni l'S&P500 potrebbe in aprile salire fino sui 1200 punti. A corto termine l'indice é però ipercomperato, gli investitori troppo euforici e la partecipazione é in diminuzione. Prevediamo quindi nella prossima settimana un sano ritracciamento di un 3% (1120 punti) prima della ripresa del rialzo. Le borse europee seguiranno e si comporteranno di conseguenza. L'Eurostoxx50 potrebbe ridiscendere sui 2820 punti." La correzione dovrebbe quindi avvenire con una settimana di ritardo e da livelli marginalmente superiori al previsto. Il cambio EUR/USD é sceso stamattina a 1.3680. Ieri il cambio ha toccato ieri un massimo a 1.3820 e potrebbe aver completato il rimbalzo verso gli 1.38-1.40. Il rialzo del dollaro dovrebbe, nei prossimi mesi, continuare in direzione del nostro obiettivo a 1.30. L'oro oscilla senza trend a corto termine ed é sceso marginalmente a 1122 USD/oncia. Il Nikkei stamattina perde il -0.95%. I futures americani scendono del -0.15%. L'Eurostoxx50 esordisce invece sui 2925 punti, in calo del -0.2%. Forse il rialzo é finito ed inizia l'attesa correzione. Attendiamo conferme.

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Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) dell'S&P500.

L'S&P500 (+0.58% 1166 punti) é salito sullo slancio fino all'obiettivo a 1170 punti per poi essere respinto verso il basso. La nostra previsione dsi é avverata con due giorni di anticipo: "Eventualmente l'indice potrebbe salire fino a venerdì, giornata di scadenza di futures ed opzioni e toccare i 1170 punti." Malgrado il ritardo e l'estensione del movimento noi manteniamo il nostro conosciuto scenario correttivo a corto termine e positivo sul medio termine: "La tendenza a medio termine é rialzista (...). Prevediamo una pausa ed un ritracciamento fin verso i 1120 punti. Il rafforzamento degli indicatori a medio termine mostrano però un potenziale di salita dell'S&P500 nei prossimi mesi fino ai 1200 punti."

Scenario 2010 (aggiornato a marzo 2010) Nel corso del 2010 ed al termine di alcuni mesi di distribuzione prevediamo una sostanziale correzione delle borse dopo il rally di marzo 2009 - gennaio 2010. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso di quest'anno un minimo tra i 740 ed i 820 punti. La performance annuale dovrebbe essere negativa e l'S&P500 dovrebbe terminare il 2010 intorno ai 900 punti. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per per gli utili operativi 2009 (al 3 novembre 2009) delle societâ dell'S&P500 sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. In America si differenzia tra Operating Earnings (i guadagni ripuliti da tutti quelli che il Management definisce perdite o guadagni straordinari) e i Reported Earnings (che sono i soldi guadagnati o persi dalla società indipendentemente dalla loro provenienza o causa). Fino all'inizio del 2000 tra questi due valori le differenze erano trascurabili. Poi é arrivata la moda di definire tutte le grandi perdite come eventi straordinari che non vengono più attribuiti alla normale attività della società. Il risultato é una sovrastima sistematica dei guadagni. Una prova? Le stime ufficiali per i Reported Earnings 2010 per l'S&P500 sono a 45.50 USD (contro i 74.99 USD di Operating Earnings). La capacità delle società di generare profitti viene sistematicamente gonfiata. Se un giorno gli investitori aprissero gli occhi si renderebbero conto che una oggettiva valutazione dell'S&P500 con i tassi d'interesse sul USTB a 10 anni al 3.70% (stato ad inizio marzo 2010) é sui 790 punti (nostro calcolo). Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse aumentassero! Ammettiamo che stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. La nostra valutazione tecnica e fondamentale é però che i 1150 punti di S&P500 raggiunti a gennaio 2010 corrispondono ad una sopravalutazione. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.

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