BERNASCONI

Gli uccelli si avventurano sul ghiaccio sottile che dovrebbe reggere il loro peso ridotto. Ieri gli indici azionari sono caduti dopo i parziali nuovi massimi annuali del giorno precedente. I mercati restano in un'equilibrio instabile minato da un dollaro forte. Il trend positivo dovrebbe reggere fino a gennaio dell'anno prossimo ma attenzione - il ghiaccio é sottile...

Ieri sono state le prese di beneficio a dominare gli avvenimenti. Il dollaro forte e le difficoltà di Citigroup a raccogliere capitali hanno spinto gli investitori a vendite sporadiche. In vicinanza della scadenza odierna di opzioni e futures é logico che la volatilità aumenti e molte transazioni siano causate solo da aspetti tecnici piuttosto che da riflessioni fondamentali. Il risultato é stato un calo generale degli indici di circa l'1%. Peccato poiché dopo i nuovi massimi del giorno precedente avremmo sperato in una conferma del trend positivo sotto forma di un'accelerazione al rialzo. Tendenzialmente restiamo positivi e conoscete le nostre ragioni: "In mancanza di segnali decisamente negativi é quindi più probabile che il trend rialzista iniziato a marzo trovi un completamente con un breve balzo verso la fine dell'anno." e "Al momento attuale però l'analisi grafica non ci offre nessuno spunto per una previsione attendibile e dobbiamo aspettare che una rottura nell'una o nell'altra direzione ci indichi la via da seguire. L'alternativa sarebbe un miglioramento o un deterioramento della situazione strutturale - per ora non si delinea nessuna delle due variati. L'ultimo aspetto da considerare é quello stagionale. In un'anno come questo, statisticamente le ultime settimane di contrattazioni e la prima settimana di gennaio si concludono positivamente. Un rally di fine d'anno é più probabile che una correzione." Il problema restano le borse americane che non mostrano nessuna intenzione di voler uscire dal trading range delle ultime settimane. Ieri abbiamo avuto un'ulteriore calo generale dell'1% con il settore bancario (indice BKX) graficamente a rischio di ribasso. L'S&P500 ha chiuso a 1096 punti (-1.18%) scendendo sotto la barriera psicologica dei 1100 punti e nella parte inferiore del trading range 1085 - 1120. Malgrado ciò i rapporti NH e NL restano costruttivi. A 20 giorni abbiamo 596 nuovi massimi contro 721 nuovi minimi - considerando che adesso l'indice é a 10 punti del supporto l'espansione dei nuovi minimi é limitata. Ripetiamo la considerazione conclusiva di ieri che si rivela finora corretta: "Naturalmente se l'S&P500 non riesce a superare i 1120 punti é impossibile che il rialzo europeo continui. Crediamo però che questa volta siano i mercati europei a mostrare la strada giusta e l'America seguirà. Non aspettiamoci molto. Il nostro obiettivo si situa a 1140-1150 punti di S&P500 per la prima settimana di gennaio 2010. Questo corrisponde a circa 3000 punti sull'Eurostoxx50." Oggi é una giornata da dimenticare. Gli avvenimenti saranno dominati dalle scadenze tecniche dei derivati - prevediamo volatilità ma per saldo pochi cambiamenti sostanziali.

Ieri l'USD Index é balzato a 77.69 punti (+0.91%) con un massimo a 77.94. Il cambio EUR/USD stamattina é sceso a 1.4380. Nella fase di rialzo delle borse il dollaro era strettamente correlato agli indici azionari. Dollaro debole corrispondeva a borse forti. Ora l'USD Index ha superato di slancio la forte ed importante resistenza a 76.50-77 punti confermando che il trend sul dollaro é cambiato e la moneta americana ha iniziato l'attesa fase di rivalutazione. Questo fatto non é però al momento in grado di scatenare una correzione sulle borse. Per ora il rialzo degli indici azionari americani si é bloccato ma la correlazione dollaro-borse non sembra funzionare bene nella direzione opposta. Abbiamo invece l'impressione che le borse europee potrebbero approfittare della debolezza dell'Euro. L'oro é logicamente caduto fino a 1095 USD/oncia per recuperare stamattina a 1106 USD/l'oncia - la correzione dai massimi continua ed ha il potenziale di far ridiscendere il valore del metallo giallo sotto i 1000 USD. Per quel che riguarda la correlazione tra USD e borse leggete il nostro articolo d'analisi fondamentale dal titolo "Carry Trade".

Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) sui singoli mercati.

L'S&P500 (-1.18% a 1096 punti) é nuovamente caduto sotto la barriera dei 1100 USD. Preoccupa la mancanza di reazione durante la seduta e la chiusura sul minimo. L'indice rimane bloccato nel conosciuto trading range 1085-1120 ed ora potrebbe seguire un serio test del supporto. Il massimo discendente di inizio settimana costituisce una struttura grafica preoccupante ma fino a quando non vediamo un tentativo verso il basso preferiamo non esternare pessimismo. Lunedì abbiamo concluso con questa frase: "Fino a quando l'indice non esce (o fa un serio tentativo in questo senso) da questo range non é possibile dire in quale direzione si svilupperà." Malgrado il calo di ieri, dovuto forse a fattori tecnici legati alle scadenze odierne, manteniamo quindi l'ottimismo: "L'indice sale verso la resistenza e sembra sostenuto da trasporti e aziende elettriche (utilities). Il dollaro non vuole frenare il movimento. A questo punto abbiamo l'impressione che nelle prossime settimane un nuovo massimo marginale é possibile (1140-1150 punti) - non abbiamo però ancora nessuna conferma tecnica."

Il Nasdaq100 (-1.25% a 1778 punti) é stato respinto verso il basso dopo che ieri aveva toccato nuovamente la resistenza e massimo annuale a 1815 punti. Conoscete la nostra valutazione: "Un superamento dell'ovvia resistenza a 1815 punti aprirebbe la strada ad una continuazione moderata del rialzo. Un ritorno sotto i 1740 punti unito ad un'ulteriore rafforzamento dell'USD potrebbe far ridiscendere l'indice sui 1650 punti." Ripetiamo la nostra previsione di inizio settimana: "Finora eravamo piuttosto negativi basandoci su considerazioni legate al dollaro. Ora però pensiamo che l'aspetto stagionale diventa più importante e prevediamo che per fine anno un nuovo massimo annuale sia possibile." A corto termine il trend é rialzista ma ora la fascia di supporto a 1740-1760 punti diventa molto importante. A questo livello si riuniscono il supporto statico a 1740, la linea di trend e la media mobile a 50 giorni.

L'Eurostoxx50 (-1.19% a 2891 punti) ha perso il guadagno del giorno precedente tornando tristemente sotto i 2900 punti. Speravamo in un'accelerazione al rialzo ed in un'attacco del massimo annuale ma così siamo ritornati indietro di alcuni giorni: "Tecnicamente non vediamo ragioni per un forte movimento in una o nell'altra direzione (trading range tra i 2800 ed i 2900 punti). Viste le nostre considerazioni riguardanti gli indici americani e la buona reazione di ieri é però possibile che nelle prossime settimane l'Eurostoxx50 riesca a muoversi sopra il massimo annuale a 2962 punti e toccare i 3000 punti." Stamattina l'Eurostoxx50 riparte da 2895 punti. Speriamo in una chiusura sui 2900 punti e mantenamo lo scenario rialzista: "....fino alla prima settimana di gennaio il trend dovrebbe rimanere positivo ma non aspettatevi troppo (obiettivo a 3000 punti)."

Il DAX (-1.00% a 5844 punti) é stato respinto verso il basso dopo il nuovo massimo annuale del giorno precedente (5903). L'indice é rimasto sopra i 5820 punti e tecnicamente in una posizione forte. Vi ricordiamo a questo proposito quanto scritto alcuni giorni fà: "L'indice oscilla da settimane tra i 5600 ed i 5800 (5820) punti senza una tendenza e senza che rialzisti o ribassisti riescano definitivamente ad imporsi. (...) se riuscisse finalmente ad allontanarsi verso l'alto da questo livello, il massimo annuale a 5888 punti potrebbe venir raggiunto e superato nel corso della settimana." Stamattina l'indice apre leggermente meglio sui 5854 punti. Manteniamo la nostra opinione positiva: "Pensiamo però che adesso il trend dovrebbe restare rialzista fino alla prima settimana di gennaio 2010 - ovvio obiettivo a 6000 punti."

L'SMI (-0.66% a 6489 punti) ha perso meno che gli altri indici europei ma é tornato sotto i 6500 punti lasciando aperta la possibilità di una falsa rottura al rialzo. Non scartiamo quindi ancora lo scenario che ci segue ormai da settimane: "Cominciamo a sentirci ridicoli a dover parlare di ribasso o rialzo guardando il grafico di un'indice che praticamente non si muove da due mesi. Fino a quando l'SMI non esce con decisione dal range 6200 - 6470 (6505) preferiamo stare zitti e lasciare l'indice oscillare lateralmente senza tendenza." Manteniamo la nostra opinione costruttiva malgado la mancanzo di conferme tecniche: "Come per le altre piazze finanziarie prevediamo ora un test della resistenza - nuovi massimi per fine anno, rispettivamente per la tradizionalmente positiva prima settimana di gennaio sono possibili."

Scenario fine 2009 - 2010 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione. Il minimo a 666 punti di S&P500 raggiunti il 6 di marzo deve essere confermato. Un nuovo minimo sotto questo livello é ormai da escludere. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso dell'anno prossimo un minimo ascendente tra i 740 ed i 820 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1100 punti di S&P500 raggiunti a novembre corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.

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