È arrivato l'inverno. Con questo freddo ci si preoccupa del proprio benessere e si presta meno attenzione agli avvenimenti del mondo circostante. Questa scimmia non sembra molto felice ed attiva - é bloccata dal gelo.
Ieri le borse europee si sono rafforzate ma non sembrano in grado di involarsi. Gli investitori sono unicamente scossi da singoli avvenimenti. I mercati sono bloccati in un trading range e non sembrano aver voglia di iniziare una nuova gamba di rialzo od un trend sostenibile.
Ieri gli indici azionari europei si sono decisamente rafforzati e l'America ha seguito. L'S&P500 ha chiuso a 1108 punti in rialzo del +1.21%. Malgrado che il massimo giornaliero a 1112 punti sia stato solo ad un punto dal massimo annuale, non abbiamo l'impressione che gli indici siano pronti ad accelerare al rialzo ed iniziare un rally natalizio. Ieri sera i nuovi massimi a 20 giorni hanno raggiunto i 1135 (contro 546 nuovi minimi) mostrando che la partecipazione é insufficiente per scatenere una nuova gamba di rialzo.
La nostra osservazione del mattino é ancora valida: "Per il momento manteniamo il nostro scenario moderatamente negativo che prevede una correzione per l'S&P500 con obiettivo i 1050 punti. Ora però compratori e venditori sembrano in equilibrio e fino a quando non vedremo accelerazioni sopra o sotto i minimi e massimi delle ultime due settimane non osiamo fare grandi previsioni. In generale vediamo maggiori rischi verso il basso che potenziale verso l'alto."
È probabile che ora gli indici azionari vengano respinti verso il basso e rientrino nel trading range delle ultime due settimane.
A questo punto vi ricordiamo anche il nostro scenario e previsioni formulati una decina di giorni fà: "In generale sembra che i mercati hanno nuovamente raggiunto la cresta di un'onda di rialzo ed ora devono ritracciare per una decina di giorni. Se così fosse il caso e lo svolgimento segue quello delle tre precedenti occasioni registrate da agosto, dobbiamo ora avere un calo del -3 fino ad un -5% a seconda dell'indice. Per l'S&P500 abbiamo un'obiettivo a 1050 punti mentre l'Eurostoxx50 dovrebbe ridiscendere sui 2700-2750 punti. È probabile che in questa fase il trend di base resti rialzista e lasci intatte le possibilità per un rally natalizio. Vediamo però numerose costellazioni tecniche di tipo distributivo (testa e spalle in Europa, cuneo ascendente in America, triplo massimo sul Transportation) che potrebbero sfociare in un ribasso ed ampliare la correzione."
Non pensiamo che lo scenario correttivo sia già da eliminare ma piuttosto che si sposti nel tempo. Siamo consci del fatto che questa teoria non viene supportata al momento dai grafici ma confidiamo nell'esattezza dell'analisi strutturale. Questa ci dice che la via verso l'alto é (ancora) sbarrata.
Il trend rialzista sugli indici azionari é strettamente correlato alla debolezza del dollaro americano. Questo a sua volta influenza i prezzi delle materie prime e dell'oro. Noi siamo convinti che il dollaro stia terminando questa fase di debolezza e stia iniziando, contro le indicazioni fornite dall'analisi fondamentale, un perido di rivalutazione. Se questa nostra teoria é corretta e l'USD Index sta formando un bottom, é probabile che gli indici azionari stiano formando un largo top a medio termine. Sembra però che questa fase prenda più tempo e sia più complessa del previsto.
Ieri l'USD Index é sceso a 74.37 senza toccare il minimo annuale a 74.17. Il cambio EUR/USD é tornato sopra gli 1.50 (1.5090). Continuiamo a seguire il dollaro con attenzione in cerca di segnali e conferme di un cambiamento di una tendenza che al momento é ancora ribassista. Il comportamento del dollaro americano é cruciale e decide la differenza tra continuazione del rialzo e correzione sui mercati azionari. Per scatenere un ribasso sostenibile e di ampie proporzioni sui mercati azionari l'USD Index deve superare la forte ed importante resistenza a 76.50-77 punti.
L'oro é esploso al rialzo toccando i 1213 USD/l'oncia. Crediamo che l'oro stia compiendo un'accelerazione finale di tipo esaustivo (obiettivo teorico a 1200 USD/oncia raggiunto!)) per formare un top ma come per il dollaro abbiamo bisogno di conferme.
Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) sui singoli mercati.
L'S&P500 (+1.21% a 1108 punti) ha superato di slancio la barriera dei 1100 punti ed ha avvicinato il massimo annuale a 1113 punti. Malgrado questa buona performance ottenuta con volumi in aumento, non pensiamo che l'indice sia pronto ad accelerare al rialzo. La partecipazione (advances/declines e nuovi massimi) é troppo bassa. Di conseguenza prevediamo che l'indice resti bloccato nel trading range delle ultime due settimane e manteniamo vivo il nostro conosciuto scenario correttivo: "Prevediamo ora una fase di debolezza ed un calo dell'S&P500 fino ai 1050 punti. Questo ritracciamento dovrebbe seguire l'esempio dei tre precedenti e lasciare intatta la linea di trend ascendente dal minimo di agosto. A livello grafico abbiamo un cuneo ascendente che in due casi su tre si tramuta in un ribasso. La conferma arriverebbe solo con una rottura del minimo di novembre a 1029 punti, cosa che per ora non sembra possibile."
Il Nasdaq100 (+1.15% a 1787 punti) ha terminato la giornata con una performance positiva ma sui livelli dell'apertura. Fino a quando l'indice non riesce a superare la resistenza a 1800 punti manteniamo vivo lo scenario negativo di dieci giorni fà: "L'indice sembra aver iniziato un sano ritracciamento e dovrebbe ridiscendere sui 1650-1700 punti. Questa discesa potrebbe trasformarsi in un ribasso nel caso che l'indice rompesse il supporto a 1650 punti toccando un minimo discendente. Le probabilità non sembrano però molto alte e teniamo quindi questo scenario molto negativo in riserva."
L'Eurostoxx50 (+2.66% a 2871 punti) ha avuto un'ottima seduta spazzando via le preoccupazioni del caso Dubai. L'indice é tornato su quei 2870 punti che hanno contraddistinto molte aperture e chiusure nelle ultime due settimane. Non abbiamo l'impressione che l'indice voglia continuare a salire e pensiamo che la barriera psicologica dei 2900 punti dovrebbe reggere. L'indice dovrebbe quindi continuare a muoversi lateralmente e noi manteniamo lo scenario negativo presentato dieci giorni fà come possibile alternativa: "Si sta formando una testa e spalla ribassista che verrebbe confermata dalla rottura del minimo di novembre sui 2700 punti. Strutturalmente non vediamo molta debolezza e quindi ci aspettiamo ora una lenta ed irregolare discesa fino a questo supporto che dovrebbe reggere."
Il DAX (+2.68% a 5776 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. Malgrado la buona prestazione non abbiamo l'impressione che l'indice possa superare la resistenza a 5800 punti e dovrebbe quindi venir respinto verso il basso. Vediamo un certo equilibrio tra compratori e venditori e non abbiamo chiare attese per il prossimo futuro. Poiché la via del rialzo sembra bloccata manteniamo la possibilità della correzzione presentata dieci giorni fà: "Vediamo la formazione di una testa e spalle ribassiste ma pensiamo che l'indice non dovrebbe crollare ma scivolare nei prossimi dieci giorni solo verso il supporto a 5350-5400 punti."
Non siamo più così negativi - un solido supporto sembra essere già sui 5580 punti.
L'SMI (+1.77% a 6372 punti) si é rafforzato tornando al centro del trading range.
Il nostro scenario per l'SMI é invariato da tempo: "Cominciamo a sentirci ridicoli a dover parlare di ribasso o rialzo guardando il grafico di un'indice che praticamente non si muove da due mesi. Fino a quando l'SMI non esce con decisione dal range 6200 - 6470 preferiamo stare zitti e lasciare l'indice oscillare lateralmente senza tendenza."
Scenario 2009
Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione. Il minimo a 666 punti di S&P500 raggiunti il 6 di marzo deve essere confermato. Un nuovo minimo sotto questo livello é ormai da escludere. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso dell'anno prossimo un minimo ascendente tra i 740 ed i 820 punti.
Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD.
Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1100 punti di S&P500 raggiunti a novembre corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.
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