Bamboccioni e neo-mamme chiedono aiuto al governo

Economiadi Andrea Orritos
pubblicato il 30 dicembre 2009 alle 13:00 dallo stesso autore - torna alla home

Ieri l’Istat ha pubblicato un rapporto che mette in evidenza la difficoltà dei giovani italiani ad uscire dalla casa dei genitori e le criticità che incontrano le giovani mamme nei loro percorsi di vita.

sexy poster Bamboccioni e neo mamme chiedono aiuto al governo L’accusa di essere dei “bamboccioni”, lanciata ai giovani italiani dall’ex-ministro dell’economia Padoa Schioppa, sembra ormai essersi consolidata anche negli studi dell’istituto nazionale di statistica. Infatti ieri l’ISTAT ha pubblicato un’analisi in cui vengono messi in evidenza due fra i temi più critici che dovrebbero affrontare i nostri governanti: la prolungata permanenza dei giovani nella famiglia d’origine e le difficoltà lavorative e assistenziali a cui vanno incontro le neo-mamme italiane dopo la nascita del primo figlio. Il rapporto, pubblicato il 28 dicembre, si riferisce ad un campione di 10000 persone fra i 18 e i 64 anni, monitorate dall’ISTAT dal 2003 al 2007 in modo da rendere possibile un raffronto fra le intenzioni e le speranze sul futuro espresse durante la prima intervista e la condizione effettiva della rilevazione più recente.

GIOVANI SVOGLIATI? - Il primo tema che l’ISTAT mette in evidenza è la permanenza dei giovani nelle famiglie d’origine: fra il 2003 e il 2007, nella fascia d’età fra i 18 e i 39 anni, solo il 20% degli intervistati ha lasciato effettivamente la famiglia d’origine, a fronte di una dichiarata intenzione di lasciare l’innominabile condizione di “bamboccione”. Non si può proprio definire una “forzata permanenza”, infatti se il 47% degli intervistati ritiene che i problemi economici siano l’ostacolo più grande alla ricerca di una indipendenza abitativa, ben il 44% sostiene invece di rimanere nella casa dei genitori perché “sta bene così e mantiene comunque la sua libertà”. Anche i meno giovani sembrano amare la casa dei genitori, infatti fra gli intervistati ultra trentaquattrenni si riscontra l’intenzione più bassa ad abbandonare l’attuale condizione abitativa: questo fa ritenere ai ricercatori che se la decisione di rendersi indipendenti non matura entro una certa età subentra la rinuncia, con il conseguente risultato di individui quarantenni che vivono ancora con papà e mamma.

MAMME POCO ATTIVE? - Anche la condizione delle giovani mamme non è delle migliori, a giudicare dal rapportobamboccioni thumb Bamboccioni e neo mamme chiedono aiuto al governo dell’istituto di statistica. Le donne italiane sembrano non riuscire a conciliare bene il lavoro con la nascita di un figlio: fra le donne occupate nel 2003 che hanno avuto un figlio nei tre anni successivi, ben il 20% ha infatti perso il posto di lavoro diventando casalinga a tempo pieno. Ma la causa della perdita del posto non è da ricercarsi nella scarsa forza di volontà delle giovani mamme: la difficoltà a mantenersi attive pare invece da ricondursi all’elevata mobilità del mercato del lavoro e alla scarsa attenzione dei nostri governi per le politiche sociali. Fra il 2003 e il 2007 infatti ben il 48% delle neo-mamme dichiara di non aver ricevuto per il nuovo nato un aiuto da parte delle istituzioni, né di averlo richiesto a delle strutture private.

IL MONITO - Il rapporto dell’ISTAT pare quasi un monito a chi ci governa: che il partito dell’amore e quello dell’odio collaborino per rendere meno ardua la strada che conduce i giovani italiani a diventare adulti, attivando in tempi brevi delle politiche sociali che rendano un po’ più roseo il loro sguardo verso il futuro.

http://www.giornalettismo.com/archives/45560/bamboccioni-neo-mamme-chiedono/

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