Scoppia la bolla di Dubai. Anche noi a rischio?

Economiadi Pietro Salvato

 

pubblicato il 27 novembre 2009 alle 08:35 dallo stesso autore - torna alla home

Un nuovo grave default della finanza sarebbe alle porte. Questa volta “la bolla del mattone” potrebbe esplodere a Dubai, ma l’onda d’urto rischia di travolgere banche ed investitori di mezzo mondo. Tra cui moltissimi vip

Dubai World potrebbe assurgere alla cronaca finanziaria (e non) come la nuova Lehman Brothers, ovvero il nuovo epicentro di un’imminente grave crisi finanziaria che potrebbe abbattersi sui mercati mondiali. La potente holding pubblica degli Emirati Arabi Uniti (EAU), che controlla anche i colossi delle costruzioni e dell’energia, presenta una fortissima passività che ammonta a ben 59 miliardi di dollari, pari a circa il 70% dell’intero debito pubblico del ricchissimo stato mediorientale. Dubai World ha perciò chiesto ai suoi creditori una moratoria di almeno sei mesi sul debito, nonché la possibilità di rinegoziare le sue esposizioni a cominciare da un bond (un’obbligazione, in sostanza) da 3,52 miliardi di dollari di una società controllata, la Nakheel, che scade a metà dicembre. Secondo gli esperti di finanza una simile riorganizzazione, di fatto, prefigura un “default”, poiché il rischio di insolvenza appare piuttosto concreto. Il governo di Dubai potrebbe vedersi costretto a vendere, o meglio a svendere, la sua immobiliare internazionale per far fronte alla grave situazione. Dubai World, o meglio le sue proprietà, fanno gola a molti potenziali acquirenti sparsi per il mondo.

VENDERE SUBITO! – James Lewis, membro del “Gulf capital markets team” ha dichiarato, esplicitamente: “Noi ci aspettiamo che il governo di Dubai, al fine di raccogliere capitali, promuova a breve la vendita di immobili e, in particolare, le vendite delle loro attività italiane e britanniche”. Tra gli immobili nel “portafoglio” del gruppo, rivestono particolare valore i grandiosi edifici nei pressi di Trafalgar Square di Londra, l’hotel Mandarin Oriental a New York e il complesso Victoria & Albert Waterfront a Città del Capo, in Sud Africa. Acquisti costosissimi che hanno finito per esporre sensibilmente la società araba. Il cambio del dollaro favorevole, sui tassi di cambio della sterlina, tuttavia, potrebbe anche incoraggiare il governo di Dubai alla disperata ricerca di liquidità, a cedere entro breve tempo almeno le proprietà nel Regno Unito.

IL SOLE NON TRAMONTA MAI A DUBAI? - Il problema, che apparentemente può sembrare un’importante ma tutto sommato circoscritto episodio, limitato per lo più al piccolo Emirato sul Golfo persico, diventa “crisi finanziaria globale” nel momento in cui si considera che con Dubai World sono esposte molte banche mondiali e moltissimi investitori stranieri, sparsi per il globo. Infatti, le borse mondiali stanno cominciando ad avere perdite ingenti. Secondo Ian Standard, l’esperto di strategia monetaria di BNP Paribas: “Ci sono preoccupazioni per quanto riguarda l’entità della esposizione delle banche del Regno Unito a Dubai. La sterlina è ormai sotto pressione, da molte settimane”. Ha poi aggiunto: “ I banchieri di mezzo mondo sono molto preoccupati”. L’economia dell’ emirato del Golfo è stata duramente colpita già nel corso dell’anno passato. La crisi globale del credito, quella esplosa negli Usa, ha posto fine ad un boom che durava da ben sei anni nella regione ed ha colpito pesantemente il fiorente settore immobiliare. Molte banche nel tentativo di tranquillizzare i loro azionisti ed il mercato hanno comunicato che la loro esposizione è trascurabile. Ma gli operatori non sembra vogliano fidarsi. HSBC, RBS, Lloyds Banking Group PLC, ING Groep, Credit Agricole, Calyon, come pure Bank of Tokyo-Mitsubishi, Sumitomo Mitsui Banking Corporation, Emirates Bank e Mashreq Bank sono solo alcuni dei colossi bancari che hanno finanziato il prestito da 5,5 miliardi di dollari a DW. Impossibile, a detta degli esperti, che queste banche non risultino esposte.

ALLARME ROSSO! – Sui mercati finanziari è scattato subito l’allarme rosso, a causa dei timori per il coinvolgimento delle grandi banche proprio sulla base di una esposizione al debito dell’emirato. Rispetto a questo tema, è intervenuta Standard & Poor’s che ha messo sotto Credit Watch negativo alcuni importanti istituti finanziari della zona. La notizia shock che sta facendo tremare gli investitori di tutto il mondo, è arrivata mercoledì sera attraverso una nota ufficiale del gruppo, senza che vi fossero commenti, né del presidente Ahmed bin Sulayem né dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, presidente della compagnia aerea Emirates, celebre non solo per il suo motto: “The Sun never sets on Dubai World” (il Sole non tramonta mai su Dubai World) ma anche per avere manifestato di recente interesse per l’acquisto di grandi club di calcio, nell’ordine: Liverpool, Roma e, si dice, anche il Milan di Silvio Berlusconi, oltre al già sponsorizzato Arsenal. Dubai World attraverso Nakheel è il gruppo che sta costruendo la famosa isola artificiale delle tre palme e che con il fondo Limitless, lo scorso anno, è stata vicina ad acquistare da Risanamento l’ex area Falck di Sesto San Giovanni. Il governo dell’emirato sta pagando un prezzo altissimo alla crisi e in particolare a quella del settore immobiliare: aveva già annunciato in passato di avere un debito di 80 miliardi di dollari, di cui 70 miliardi originato dalle aziende pubbliche, in buona parte attive nel settore immobiliare. Per tamponare la falla, il governo del Dubai aveva annunciato ad inizio anno un vasto programma di emissioni obbligazionarie da 20 miliardi, ma adesso la situazione sembra essere diventata più che drammatica. Adesso, con ogni probabilità, dovrà vendere al miglior offerente tutti i suoi preziosi immobili.

GET ME OUT OF DUBAI! - A fidarsi degli arabi, non sono stati solo i grandi istituti bancari. Tra gli investitori di Nakheel troviamo persino molte star del cinema, della musica e del mondo del calcio tra cui: i calciatori David Beckham, Michael Owen, Joe Cole. Gli attori Brad Pitt ed Angelina Jolie e Denzel Washington. Lo scomparso re della pop music Michael Jackson e persino la modella glamour Naomi Campbell. In queste ore, il loro grido di dolore, strillato nelle orecchie dei loro manager e promotori finanziari, sembra sia eloquente: “Get me out of Dubai!” (Tiratemi fuori da Dubai)!

http://www.giornalettismo.com/archives/43068/scoppia-la-bolla-di-dubai-anche-noi-a-rischio/

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