Quando fuori é brutto tempo e c'é poco da fare meglio aspettare, rilassarsi e bere un bel té caldo. I mercati azionari rimangono in un largo trading range senza fornire indicazioni sulla direzione futura. Meglio non sviluppare scenari campati in aria ed attendere tranquillamente lo sviluppo della situazione.
Ieri gli indici azionari si sono generalmente rafforzati. Poiché il giorno prima non erano riusciti ad uscire dal trading range verso il basso, ora logicamente ritornano verso l'alto. Martedì l'S&P500 era sceso fino al supporto a 1085 punti che aveva retto e rispedito l'indice nella direzione opposta per una chiusura leggermente in positivo. Ieri l'Europa ha seguito ed il movimento verso l'alto é nuovamente continuato in America. L'S&P500 é oscillato in un range ristretto (1098-1106 punti) passando gran parte della giornata sui 1103 punti. Al termine si é fermato a 1102.35 punti (+0.58%) perfettamente in mezzo al trading range 1085 - 1120 che da settimane blocca qualsiasi tentativo di ribasso o di rialzo. I volumi di titoli trattati restano moderati, il rapporto advances/declines a 6 contro 4 rispetta la giornata positiva ma non entusiasmante. Tecnologia e Russell2000 (-0.44%) hanno sottoperformato. Interessanti invece sono i numeri riguardanti i nuovi massimi e minimi. A 20 giorni siamo a 955 contro 457 mentre a 65 giorni il rapporto é 453 a 186. I nuovi minimi sono nettamente meno dei nuovi massimi e non si espandono - non c'é quindi nessuna pressione di vendita e questo si riflette anche nell'analisi settoriale. Tranne le banche non vediamo grafici con costellazioni chiaramente negative. Conosceta la nostra opinione di base: "In questa situazione una momentanea continuazione del movimento laterale che caratterizza l'andamento delle borse delle ultime tre settimana é probabile. Tendenzialmente favoriamo poi una rottura al ribasso." Questa opinione negativa é data sopratutto dalle nostre attese sul dollaro. Al momento attuale però l'analisi grafica non ci offre nessuno spunto per una previsione attendibile mentre l'analisi strutturale ci mostra un lento miglioramento della situazione ed un possibile ritorno del trend rialzista. Nell'incertezza manteniamo vivo lo scenario presentato dieci giorni fà: "Nelle ultime due settimane l'S&P500 é rimasto in una stretta fascia di circa il 3% con un supporto sui 1085 punti ed una resistenza a 1115 punti. È ora che si muova e tecnicamente vediamo la molla compressa. Manteniamo la nostra opinione e prevediamo una rottura al ribasso per una necessaria ma (a questo punto) sorprendente correzione. Gli investitori si preparano al rally natalizio ed una cambiamento di trend sarebbe la classica sorpresa. Tenete d'occhio il dollaro americano ed in particolare l'USD Dollar Index...!" Oggi potrebbe essere essere una giornata decisiva con la pubblicazione in America dei dati sulle vendite al dettaglio. Con la chiusura settimanale cercheremo poi di fare delle previsioni attendibili sul prossimo futuro. Oscilliamo tra rialzo e ribasso ma al momento non succede niente.
Nel caso che la correzione indotta dalla forza del dollaro si concretizzasse vi ricordiamo gli obiettivi definiti due settimane fà: "...dobbiamo ora avere un calo del -3 fino ad un -5% a seconda dell'indice. Per l'S&P500 abbiamo un'obiettivo a 1050 punti mentre l'Eurostoxx50 dovrebbe ridiscendere sui 2700-2750 punti."
Il trend rialzista sugli indici azionari é strettamente correlato alla debolezza del dollaro americano. Questo a sua volta influenza i prezzi delle materie prime e dell'oro. Noi siamo convinti che il dollaro stia terminando questa fase di debolezza e stia iniziando, contro le indicazioni fornite dall'analisi fondamentale, un perido di rivalutazione. Se questa nostra teoria é corretta e l'USD Index sta formando un bottom, é probabile che gli indici azionari stiano formando un largo top a medio termine. Sembra però che questa fase prenda più tempo e sia più complessa del previsto. Ieri l'USD Index si é bloccato a 76.04. Il cambio EUR/USD é stabile a 1.4735. Il rally si é momentaneamente bloccato sotto la resistenza a 76.50 punti. Il comportamento del dollaro americano é cruciale e decide la differenza tra continuazione del rialzo e correzione sui mercati azionari. Per scatenere un ribasso sostenibile e di ampie proporzioni sui mercati azionari l'USD Index deve superare la forte ed importante resistenza a 76.50-77 punti. L'oro settimana scorsa ha toccato un massimo storico a 1226 USD/l'oncia. Tra venerdì e mercoledì é crollato finoa a 1116 USD in quello che é stato un cambiamento di tendenza e l'inizio di una sostanziale correzione. Ora si é stabilizzato sui 1138 USD/oncia. Per quel che riguarda la stretta correlazione tra USD e borse leggete il nostro nuovo articolo d'analisi fondamentale dal titolo "Carry Trade".
Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) sui singoli mercati.
L'S&P500 (+0.58% a 1102 punti) é tornato sopra i 1100 punti e nel mezzo del conosciuto trading range 1085-1120. A questo punto é difficile fare previsioni attendibili anche se noi ovviamente favoriamo un test del supporto: "L'indice é bloccato da due settimane nel trading range 1085 - 1115. È ora che ne esca. Noi, basandoci sull'improvvisa forza del dollaro americano, speculiamo su una rottura del supporto..." Fino a quando l'indice non esce (o fa un serio tentativo in questo senso) da questo range non é possibile dire in quale direzione si svilupperà. Vediamo un miglioramento strutturale che potrebbe anche aprire la strada verso l'alto ma mancano assolutamente conferme.
Il Nasdaq100 (+0.54% a 1799 punti) é tornato a ridosso dei 1800 punti. Fino a prova contraria crediamo ancora che la variante negativa delle nostre previsioni sia quella più probabile: "Nei prossimi giorni si decide l'andamento dell'indice fino a fine anno. Un superamento dell'ovvia resistenza a 1815 punti aprirebbe la strada ad una continuazione moderata del rialzo. Un ritorno sotto i 1740 punti unito ad un'ulteriore rafforzamento dell'USD potrebbe far ridiscendere l'indice sui 1650 punti."
L'Eurostoxx50 (+1.18% a 2851 punti) ha ribaltato il risultato del giorno precedente ritornando nel mezzo del range 2800-2900 punti che da settimane blocca ogni tentativo di rialzisti e ribassisti. Il movimento laterale appiattisce gli indicatori che mandano solo segnali confusi e contradittori. Manteniamo ancora il nostro scenario moderatamente negativo: "Si sta formando una testa e spalla ribassista che verrebbe confermata dalla rottura del minimo di novembre sui 2700 punti. Strutturalmente non vediamo molta debolezza e quindi ci aspettiamo ora una lenta ed irregolare discesa fino a questo supporto che dovrebbe reggere."
Il DAX (+1.08% a 5709 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. L'indice oscilla da settimane tra i 5600 ed i 5800 punti senza una tendenza e senza che rialzisti o ribassisti riescano ad imporsi. A questo punto evitiamo ulteriori previsioni senza supporto di evidenze tecniche ma manteniamo lo scenario negativo basato sul dollaro: "Prevediamo quindi una discesa almeno a testare il supporto a 5580-5600 punti. Una continuazione della correzione sotto questo livello dipende dal cambio EUR/USD."
L'SMI (+0.93% a 6410 punti) ha recuperato le perdite del giorno precedente. Il nostro scenario per questo indice é invariato da settimane: "Cominciamo a sentirci ridicoli a dover parlare di ribasso o rialzo guardando il grafico di un'indice che praticamente non si muove da due mesi. Fino a quando l'SMI non esce con decisione dal range 6200 - 6470 preferiamo stare zitti e lasciare l'indice oscillare lateralmente senza tendenza." Prendiamo nota che il trading range si é ampliato a 6200 - 6500 punti grazie al nuovo massimo annuale di settimana scorsa (6506) ma tendenzialmente l'indice é ancora in un movimento laterale.
Scenario fine 2009 - 2010 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione. Il minimo a 666 punti di S&P500 raggiunti il 6 di marzo deve essere confermato. Un nuovo minimo sotto questo livello é ormai da escludere. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso dell'anno prossimo un minimo ascendente tra i 740 ed i 820 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1100 punti di S&P500 raggiunti a novembre corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.
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