Spesso si concentra lo sguardo su un'oggetto vicino. Il sentiero che porta alla meta resta invece sfuocato nello sfondo. Gli investitori non sembrano valutare correttamente la situazione congiunturale e le sue implicazioni per le borse. L'ottimo analista americano John Hussmann parla di miopia. L'amico Andrea Mazzalai di Icebergfinanza ci offre uno splendido post con una traduzione ed i suoi commenti. Leggetelo!
Ieri le borse hanno fatto un tentativo di rialzo ma poi sono tornate alla casella di partenza. L'S&P500 é salito fino ad un nuovo massimo annuale a 1115.58 punti per poi chiudere invariato a 1109 punti. Malgrado il nuovo record annuale il numero dei nuovi massimi a 20 giorni é salito solo a 1216, insufficiente a scatenare una nuova gamba di rialzo. Un vento nuovo spira in Giappone. La banca centrale BoJ pompa disperatamente liquidità nel sistema per evitare la deflazione e la borsa reagisce. Il Nikkei sale stamattina a 9977 punti (+3.84%) completando uno spettacolare rialzo di 900 punti in cinque sedute. Anche lo Yen perde di valore a causa di questa nuova manipolazione dei mercati da parte delle autorità monetarie. Il rialzo asiatico provoca stamattina un'apertura forte in Europa ma non c'è ragione di essere euforici. Per ora manteniamo l'atteggiamento prudenziale anche se tecnicamente vediamo segnali di una ritrovata forza e tonicità dei mercati azionari. Manteniamo, fino a prova contraria, l'opinione espressa ad inizio settimana: "Per il momento manteniamo il nostro scenario moderatamente negativo che prevede una correzione per l'S&P500 con obiettivo i 1050 punti. Ora però compratori e venditori sembrano in equilibrio e fino a quando non vedremo accelerazioni sopra o sotto i minimi e massimi delle ultime due settimane non osiamo fare grandi previsioni. In generale vediamo maggiori rischi verso il basso che potenziale verso l'alto." È probabile che ora gli indici azionari vengano respinti verso il basso e rientrino nel trading range delle ultime due settimane.
A questo punto vi ricordiamo anche il nostro scenario e previsioni formulati una decina di giorni fà: "In generale sembra che i mercati hanno nuovamente raggiunto la cresta di un'onda di rialzo ed ora devono ritracciare per una decina di giorni. Se così fosse il caso e lo svolgimento segue quello delle tre precedenti occasioni registrate da agosto, dobbiamo ora avere un calo del -3 fino ad un -5% a seconda dell'indice. Per l'S&P500 abbiamo un'obiettivo a 1050 punti mentre l'Eurostoxx50 dovrebbe ridiscendere sui 2700-2750 punti. È probabile che in questa fase il trend di base resti rialzista e lasci intatte le possibilità per un rally natalizio. Vediamo però numerose costellazioni tecniche di tipo distributivo (testa e spalle in Europa, cuneo ascendente in America, triplo massimo sul Transportation) che potrebbero sfociare in un ribasso ed ampliare la correzione." Non pensiamo che lo scenario correttivo sia già da eliminare ma piuttosto che si sposti nel tempo. Siamo consci del fatto che questa teoria non viene supportata al momento dai grafici ma confidiamo nell'esattezza dell'analisi strutturale. Questa ci dice che la via verso l'alto é (ancora) sbarrata.
Il trend rialzista sugli indici azionari é strettamente correlato alla debolezza del dollaro americano. Questo a sua volta influenza i prezzi delle materie prime e dell'oro. Noi siamo convinti che il dollaro stia terminando questa fase di debolezza e stia iniziando, contro le indicazioni fornite dall'analisi fondamentale, un perido di rivalutazione. Se questa nostra teoria é corretta e l'USD Index sta formando un bottom, é probabile che gli indici azionari stiano formando un largo top a medio termine. Sembra però che questa fase prenda più tempo e sia più complessa del previsto. Ieri l'USD Index é salito a 74.67. Il cambio EUR/USD é fermo a 1.5090. Continuiamo a seguire il dollaro con attenzione in cerca di segnali e conferme di un cambiamento di una tendenza che al momento é ancora ribassista. Il comportamento del dollaro americano é cruciale e decide la differenza tra continuazione del rialzo e correzione sui mercati azionari. Per scatenere un ribasso sostenibile e di ampie proporzioni sui mercati azionari l'USD Index deve superare la forte ed importante resistenza a 76.50-77 punti. L'oro é esploso al rialzo toccando un massimo storico a 1226 USD/l'oncia. Ora si trova a 1217 USD/oncia. Crediamo che l'oro stia compiendo un'accelerazione finale di tipo esaustivo per formare un top ma come per il dollaro abbiamo bisogno di conferme.
Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) sui singoli mercati.
L'S&P500 (+0.03% a 1109 punti) é salito fino ad un nuovo massimo a 1115 punti ma poi sono mancati i compratori e l'indice é stato nuovamente respinto verso il basso. Non pensiamo che l'indice sia pronto ad accelerare al rialzo. La partecipazione é troppo bassa. L'indice restando sopra i 1100 punti sta formando una base per attaccare l'obiettivo a 1121 punti (ritracciamento Fibonacci del 50% del bear market) ma non pensiamo che il potenziale di rialzo sia superiore. Di conseguenza prevediamo che l'indice resti bloccato nel trading range delle ultime due settimane e manteniamo vivo il nostro conosciuto scenario correttivo: "Prevediamo ora una fase di debolezza ed un calo dell'S&P500 fino ai 1050 punti. Questo ritracciamento dovrebbe seguire l'esempio dei tre precedenti e lasciare intatta la linea di trend ascendente dal minimo di agosto."
Il Nasdaq100 (+0.42% a 1790 punti) si é rafforzato per la seconda giornata consecutiva sotto la spinta degli ottimi semiconduttori. Fino a quando l'indice non riesce a superare la resistenza a 1800 punti manteniamo vivo lo scenario negativo di dieci giorni fà: "L'indice sembra aver iniziato un sano ritracciamento e dovrebbe ridiscendere sui 1650-1700 punti." Malgrado i miglioramenti delle ultime sedute non vediamo ancora abbastanza forza per una decisiva accelerazione sopra il massimo annuale e resistenza a 1814 punti e l'inizio di una ulteriore gamba di rialzo.
L'Eurostoxx50 (+0.22% a 2877 punti) ha terminato una seduta volatile con una minima plusvalenza. Non pensavamo che l'indice potesse salire sopra la barriera psicologica dei 2900 punti ma vediamo che stamattina l'apertura é prevista a 2912 punti. Una chiusura stasera su questo livello dovrebbe farci rivedere il nostro scenario negativo: "Si sta formando una testa e spalla ribassista che verrebbe confermata dalla rottura del minimo di novembre sui 2700 punti. Strutturalmente non vediamo molta debolezza e quindi ci aspettiamo ora una lenta ed irregolare discesa fino a questo supporto che dovrebbe reggere."
Il DAX (+0.09% a 5781 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. Anche per il DAX pensavamo che la resistenza psicologica a 5800 punti avrebbe retto ma l'apertura stamattina é prevista a 5845 punti. Una chiusura su questo livello cancellerebbe lo scenario di una testa e spalle ribassista e spianerebbe la strada ad un'attacco del massimo annuale a 5888 punti.
L'SMI (+0.23% a 6386 punti) ieri si é leggermente rafforzato e stamattina dovrebbe superare i 6400 punti e muoversi verso la parte superiore del trading range. Il nostro scenario per l'SMI é invariato da tempo: "Cominciamo a sentirci ridicoli a dover parlare di ribasso o rialzo guardando il grafico di un'indice che praticamente non si muove da due mesi. Fino a quando l'SMI non esce con decisione dal range 6200 - 6470 preferiamo stare zitti e lasciare l'indice oscillare lateralmente senza tendenza."
Scenario 2009 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione. Il minimo a 666 punti di S&P500 raggiunti il 6 di marzo deve essere confermato. Un nuovo minimo sotto questo livello é ormai da escludere. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso dell'anno prossimo un minimo ascendente tra i 740 ed i 820 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1100 punti di S&P500 raggiunti a novembre corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.
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