Usa, crack Lehman: accuse a dirigenti, altre banche e società di servizi

Usa, crack Lehman: accuse a dirigenti, altre banche e società di servizi JPMorgan Chase e Citigroup hanno favorito il collasso di Lehman Brothers. Ad affermarlo è, questa mattina, Anton Valukas, esperto incaricato dalla giustizia americana di studiare le cause del clamoroso crack...

JPMorgan Chase e Citigroup hanno favorito il collasso di Lehman Brothers. Ad affermarlo è, questa mattina, Anton Valukas, esperto incaricato dalla giustizia americana di studiare le cause del clamoroso crack. L’analista, in un rapporto di 2.200 pagine che è stato reso pubblico dalla corte federale di Manhattan, spiega come chiedendo più collaterali e rivedendo gli accordi per l'offerta di garanzie, i due istituti di credito abbiano contribuito in modo decisivo a far precipitare la crisi di liquidità della banca.

Il rapporto tira anche in ballo numerosi ex dirigenti di Lehman, a partire dall’amministratore delegato Richard Fuld («il cui comportamento è stato per lo meno ampiamente negligente», si legge nel documento), per proseguire con i direttori finanziari Christopher O'Meara, Erin Callan e Ian Lowitt, che avrebbero avallato comunicati fuorvianti sullo stato del colosso bancario. In particolare, si sarebbe effettuata un’ampia manovra contabile che ha permesso «di sgravare il bilancio di 500 miliardi di dollari» nei primi sei mesi del 2008, al fine di mascherare l’ampiezza reale dell’indebitamento di Lehman.

Nel frattempo, arrivano le prime prese di posizione degli altri istituti coinvolti: Danielle Romero-Apsilos, una portavoce di Citigroup, ha spiegato che il rapporto è ancora al vaglio degli esperti del gruppo, ma che ad un primo sguardo «non è stato ravvisato alcun comportamento sbagliato da parte nostra».

Valukas - che ha impiegato un anno di tempo e 38 milioni di dollari per produrre il report, intervistando oltre 100 persone, compresi il segretario al Tesoro Timothy Geithner e il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke - ha poi puntato il dito contro l’inglese Barclays, per le modalità di acquisizione di parte delle attività di Lehman successivamente al collasso, considerate in parte «improprie». Niente sconti, infine, anche alla società di servizi Ernst & Young, «per, tra le altre cose, la sua incapacità di mettere in discussione» le dichiarazioni dei dirigenti della banca.

http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=2137

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