Battaglioni Media all’attacco. E’ “Merkel’s nightmare” - “per la Germania la crisi della zona euro è un incubo” - titola il Financial Times. “Ora i membri dell’area euro litigano fra loro” commentano gli anglosassoni finto-soddisfatti. E aggiungono: “l’unica soluzione è che i Paesi non competitivi svalutino la propria valuta corrente”. Naturalmente. L’ “Effetto Domino” del quale da settimane andiamo trattando nella più completa indifferenza - o nella più stolida malafede - di certe analisi della stampa italiana, si è già iniziato. Sappiamo dell’Islanda (che si è però rifiutata, con l’orrore della City e del n. 10 di Downing St., di pagare gli interessi sugli interessi imposti dal Fmi); sappiamo della Grecia - strangolata dalla Goldman&Sachs ai tempi della gestione europea di Draghi - costretta a pietire elemosine Ue penalizzate da altre multe e nuovi interventi del famigerato Fmi; sappiamo del Portogallo, nuovo tassello del domino: il suo suicidio “lacrime e sangue” è già in corso... E sappiamo che questo attacco alle economie più deboli della zona euro è stato pianificato tra le due coste dell’Atlantico per difendere il dollaro e gli investimenti-scommessa (i “derivati”, gli “hedge funds”) della grande finanza speculativa internazionale. Soprattutto, come Vi descriviamo, nelle pagine centrali di questo numero di Rinascita, che la nuova crisi americana è alle porte e che questi sono i colpi di coda inventati per evitare un nuovo crack delle banche d’affari e degli speculatori-filantropi, gli amici di Prodi, come Georges Soros. Vi abbiamo anche svelato, fin dalla sua nascita, il significato dell’acronimo inglese “P.I.G.S.”, che identificava in Portogallo, Italia (o Islanda, o Irlanda), Grecia e Spagna, i “maiali” da colpire con gli attacchi speculativi. Noi di più non possiamo fare. La nostra voce è piccola e censurata da ogni rassegna, da ogni dibattito stampa, radio o televisivo (...non era certo così quando questo stesso giornale portava un altro titolo: ma questa è un’altra storia). Non vogliamo nemmeno invitarVi a mettere una firma in calce ad una qualche “petizione”: sappiamo bene dove sono finite le migliaia di firme inviate a Ciampi “presidente della Repubblica” del tempo di consenso al nostro appello per fermare l’intervento italiano alle guerre “umanitarie” di Serbia o di Iraq. Senza riscontro, ritenute carta igienica e giù archiviate con lo sciacquone... Ma qui ne va della vita di tutti, del nostro popolo. Possibile che non ci sia nessuno, proprio nessuno, dei Lorsignori, che abbia il coraggio di svegliarsi e di fare il bene del Paese? Sarebbe, per ora, sufficiente bloccare il crack prossimo venturo con una leggina piccola piccola che tassi le vergognose scommesse sul crollo dell’economia italiana... Una leggina piccola piccola, suvvia... Ministro Tremonti: dai libri, dalle belle parole, passi per una volta ai fatti.
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