Quando ho scritto della fine delle competenze ho ottenuto una certa risonanza, ma credo che sia avvenuto tutto perche’ non ho detto proprio tutto quel che penso del fenomeno della precarizzazione del lavoro. Del resto, anche la lettera di Celli al figlio e’ ipocrita, ma ancora piu’ ipocrita e’ la risposta di Napolitano, che SA benissimo da dove venga questa “necessita”‘ di precarizzare il lavoro in Italia.
Come potrete intuire dal titolo, personalmente accuso di questo la UE. La accuso di voler imitare coscientemente il NAFTA, e di voler individuare alcune zone dallo schiavismo facile , nel caso europeo Italia e altri, le quali zone sono state destinate alla produzione di una gioventu’ disperata che lavori a basso costo.
Innanzitutto, ci sono alcune superstizioni da sfatare. Un agenda politica risponde di cio’ che contiene e di cio’ che non contiene. La scelta di inserire O MENO qualcosa in un calendario politico e’ una scelta politica a tutti gli effetti, e il semplice fatto che la UE non si occupi di qualcosa e dica “sono questioni dei governi nazionali” e’ una scelta POLITICA.
Nell’aprire i confini alle merci, ci si e’ preoccupati prima di dare stabilita’ alle monete con lo SME prima e con l’ Euro dopo. Senza lo SME non c’erano, per scelta politica, “le condizioni per dare via libera alla circolazione libera delle merci”. Il che e’ interessante, perche’ evidentemente si e’ messo in agenda il problema della circolazione delle merci.
Sia chiaro, che non era obbligatorio: il WTO, per esempio, non si cura minimamente di armonizzare una cippa: le merci devono circolare, punto. In UE, e questa e’ una SCELTA politica, si e’ deciso di preoccuparsi. Si e’ messa nell’agenda la stabilita’ dei sistemi produttivi e si e’ DECISO di armonizzare il valore delle singole valute e di alcuni balzelli come l’ IVA prima di procedere.
Stranamente, non ci si e’ posto lo stesso problema quando si e’ deciso di liberalizzare la circolazione di “risorse umane”. Si e’ deciso di permettere ad un italiano di lavorare in Germania ben sapendo che gli stipendi tedeschi siano piu’ alti di quelli italiani. Non e’ stata una scelta obbligatoria: si e’ DECISO di fare questo. In alcuni casi si e’ deciso di armonizzare, in altri no.
Non ci sono scuse valide per questo. Si e’ detto che se non avessimo ridotto le tutele ai lavoratori l’industria cinese avrebbe prevalso, ma contemporaneamente si sono vietati aiuti di stato alle industrie europee. Se davvero si temeva l’industria cinese , perche’ non iniziare un massiccio programma di aiuti pubblici, con i quali si sarebbe contrastata l’industria cinese? La risposta e’ : perche’ in sede POLITICA si e’ scelto che combattere i cinesi sulla pelle dei lavoratori va bene, mentre dare aiuti di stato all’industria no.
Anche questa scelta non e’ obbligatoria; si sarebbe potuto scegliere diversamente. Non si e’ voluto, perche’ si e’ scelto in sede politica. Solo che non si vogliono chiamare i politici che hanno deciso a rispondere della loro decisione, perche’ si dice che fossero “scelte obbligate” o che fosse “necessario”. No, si potevano combattere i cinesi con altri strumenti, gli stessi che peraltro i cinesi usano, cioe’ la svalutazione pesantissima della moneta e una politica di massicci aiuti statali alle aziende cinesi.
Allo stesso modo, l’unione europea entra nel merito di moltissimi settori della produzione: dall’abolizione di tecniche e di sostanze che non si vogliono piu’ usare, alla nomenclatura dei prodotti, alle dispute commerciali. La UE non si fa problemi a legiferare in materia di sicurezza dei lavoratori, non si fa problemi a pontificare sulla percentuale di donne sui posti di lavoro, eccetera.
Non si occupa, pero’, di salari e di retribuzioni, ne ha una definita idea sociale. Ma solo in questo campo, perche’ in moltissimi campi invece l’idea ce l’ha eccome. Se da un lato non si fa NULLA per armonizzare i redditi (magari al rialzo) , dall’altro il referendum svizzero (che , sia chiaro, e’ un atto politico extra-UE) ha avuto tutta una serie di reazioni fortissime . Perche’ ci si occupa di minareti e non di stipendi?
La verita’ e’ che la UE e’ un ente con le stesse finalita’ del NAFTA: intende garantire dei “serbatoi” di risorse materiali e dei “serbatoi” di risorse umane a disposizione dei paesi forti, e come il NAFTA ha come obiettivo esplicito il profitto di una precisa classe di industriali. Come il NAFTA , ha scelto alcune aree analoghe al Messico , e ha scelto che quelle forniranno gli schiavi ai paesi ricchi.
Oh, certo, la retribuzione che gli italiani trovano in UE sembra una favola. Per ora. Finche’ ne emigrano 90.000 l’anno, va tutto bene. Aspettate che la moda di emigrare all’estero, come desidera Celli, cresca di dimensioni verso una UE che ha la disoccupazione all’ 8% medio, e vedrete che i lavoratori italiani saranno un’arma di ricatto in quei paesi, come Francia e Germania, che offrono stipendi piu’ alti e hanno mercati saturi.
Si dira’ che una misura simile sarebbe impopolare e andrebbe contro molti interessi. Ma questo non e’ stato un problema della UE quando si facevano le quote. Non lo e’ stato quando si e’ demolita l’industria locale degli acciai in Italia. Non lo e’ stato quando si e’ fatto l’Euro. Eppure, si e’ trattato di azioni estremamente invasive, che nessuno mi racconti di un euro “poco invasivo”, di “quote poco invasive” o di “direttive poco invasive”. Moltissime direttive UE sono tremendamente invasive, e nessuno se ne preoccupa. Cosi’ come moltissime direttive sono tremendamente impopolari, e nessuno se n’e’ preoccupato.
La verita’ e’ che non c’entra ne’ la concorrenza dei cinesi ne’ la popolarita’, ne’ l’invasivita’: se la UE non si occupa di armonizzare i mercati del lavoro proibendo leggi infami come quella sul precariato e’ perche’ si e’ scelto in sede politica di operare in questo modo. La scelta e’ POLITICA, e non e’ obbligatoria.
L’europa Unita ha le idee molto chiare su molte cose, e probabilmente ha le idee molto chiare anche sui lavoratori italiani: gli vanno bene schiavi.
Del resto, c’e’ una evidente contraddizione tra queste politiche del lavoro e la proibizione di dare aiuti statali alle industrie locali: da un lato lo stato non puo’ direttamente erogare soldi ad un’industria, dall’altro puo’ semplicemente peggiorare le condizioni di lavoro e di retribuzione, fino a sgravare le imprese di costi.
Qual’e’ la differenza tra le due cose? Non si tratta sempre di una politica che attinge a risorse locali per produrre una competitivita’ artificiale? Perche’ non posso relagare all’industria dieci miliardi di euro in un assegno e glieli posso regalare creando una serie di lavoratori che consumeranno servizi sociali (ospedali, trasporti, polizia, tribunali, formazione scolastica etc) ma non pagheranno le stesse tasse?
Allo stato una categoria di lavoratori sottopagati COSTA. Costa perche’ la persona consuma gli stessi servizi pubblici ma non ritorna pressione fiscale. Questo costo puo’ essere, diciamo , di dieci miliardi di euro l’anno. Adesso supponiamo che anziche’ precarizzare si fossero presi questi dieci miliardi di euro l’anno e si fosse fatto un programma di aiuti all’industria. Che differenza ci sarebbe stata? Nessuna.
Ma la prima delle due cose si puo’ fare, la seconda NO. Questa non e’ una scelta obbligata e NON ci sono ragioni “tecniche” per non farlo: e’ una scelta politica, ovvero la scelta di permettere qualcosa e non l’altra.
Nel precarizzare i giovani e nella politica discendente dei redditi, lo stato italiano sostiene dei costi, cioe’ delle mancate entrate. E queste mancate entrate sono, di fatto corrispondenti a maggiori entrate nelle aziende sotto forma di mancato prelievo fiscale alla fonte. Morale: nel precariato STIAMO dando aiuti pubblici alle industrie. Solo che li stiamo dando sotto una forma che la UE tollera. Per decisione, e per decisione politica.
Da questo punto di vista, quindi, la politica europea c’e', ed e’ chiarissima: se si definisse con chiarezza che qualsiasi politica del lavoro che produca una riduzione della tassazione in volume (e non in percentuale) sia un aiuto di stato all’industria , verrebbe punito il social dumping pianificato. Ma non si fa; e non si fa per scelta politica.
Quindi mi spiace, ma quando “emigrate nel resto dell’europa” in realta’ non state fuggendo alla politica italiana, come credete, ma state seguendo gli interessi e la volonta’ di una precisa politica europea. Non e’ il destino cinico e baro ad aver voluto questo, non e’ la politica italiana; e’ semplicemente una precisa scelta in sede UE; di vietare la tal cosa ma non la talaltra, di vietare gli aiuti all’industria ma NON se consistono nella distruzione del reddito dei lavoratori, che pure e’ un costo per l’erario: formare quei laureati e’ costato dei soldi dello stato, e se poi non tornano tasse sono problemi di bilancio.
Finora l’universita’ pubblica si era giustificata nei costi perche’ i laureati avevano un reddito piu’ alto e quindi l’investimento ritornava sotto forma di tasse. Ma oggi non e’ piu’ cosi’, e i nuovi laureati sono carne da macello , roba da 500 euro al mese lorde in alcune zone del paese. Come giustifichiamo questa spesa? Non sono aiuti alle imprese?
E qualora a fronte di questi costi ne benefici l’erario di un altro paese, ove il nostro laureato emigra, non e’ ancora un costo per lo stato? Che differenza c’e', allora, nel dare aiuti di stato all’impresa?
Allora, lo ripeto: in sede europea si sono fatte scelte precise. Una volta VIETATO che lo stato aiuti le imprese ed una volta VIETATA la svalutazione della moneta , l’unica alternativa per sostenere la concorrenza rimaneva quella di schiavizzare un’intera generazione. Cosa che, guarda caso, NON e’ vietata da nessuna norma UE.
Non si tratta di un caso ne’ del destino cinico e’ baro: la politica NON poteva certo dire “schiavizzateli”, cosi’ ha fatto una cosa diversa. Ha proibito tutte le altre alternative. Proibita la svalutazione, proibita l’inflazione (e cosi’ ogni forma di scala mobile) proibiti gli aiuti di stato, rimangono solo le ultime generazioni da schiavizzare.
Si e’ trattata una scelta politica: se io chiudo qualcuno in una stanza con quattro porte e ne chiudo a chiave tre, non posso dire che non c’entro nulla se la persona passa per l’unica aperta. Certo, “io non mi sono mai occupato di quella porta aperta, non l’ho certo aperta io”. Con questa scusa “noi non abbiamo mai costretto nessuno a togliere diritti ai lavoratori” si giustificano in UE. Ma guarda caso, tutte le altre porte sono state chiuse. Cosi’ come ogni altra politica di rilancio dell’industria e’ stata proibita.
Se alcuni paesi di Europa ancora si sta meglio e’ perche’ si partiva da una situazione piu’ favorevole ancora, e se a noi le cose sembrano migliori, gli abitanti hanno vissuto un peggioramento netto. Certo, c’e’ chi scrive sui blog di quanto si stia bene in confronto in GErmania. Oh, certo. Peccato che non sappiano quanto si stesse bene PRIMA, in Germania, quando l’azienda ti pagava anche dentista e oculista, e contribuiva gli studi dei figli fino all’universita’ se tu eri laureato. Fantascienza? No, e’ stato cosi’ fino a Schroeder.
Quindi, in definitiva il peggioramento e’ avvenuto ovunque: chi aveva di piu’ prima ha, nel confronto, di piu’ oggi, ma TUTTI CI HANNO RIMESSO. E non ci hanno rimesso perche’ lo voleva il destino cinico e baro o perche’ c’erano delle scelte obbligate; ci si e’ rimesso perche’ si e’ SCELTO in sede politica.
Quindi, e’ inutile continuare ad assolvere la UE ed a accusare i governi locali: anche se in alcuni posti si sta ancora meglio, si sta comunque peggio di prima e questo peggioramento e’ dovuto esplicitamente al fatto che si sono VIETATE tutte le operazioni diverse dal peggioramento dei redditi dei lavoratori. A TUTTI i paesi dell’area e’ stato VIETATO di svalutare la moneta, e a TUTTI i paesi e’ stato vietato sostenere la propria industria, ovviamente non rimane che cercare competitivita’ agendo sulle condizioni del lavoro, cosa che si e’ scelto di NON vietare. Risultato: TUTTI i paesi europei hanno i lavoratori in caduta libera : chi cadeva da piu’ in alto ci sembra piu’ fortunato perche’ e’ ancora ad una quota maggiore, ma PRIMA STAVANO MEGLIO TUTTI.
Quindi, signori, invece di credere alla storiella che “sono i governi locali”, sarebbe meglio iniziare a dare ai responsabili di questo le colpe e le punizioni che meritano: se ti occupi di industria non puoi dire che tu vieti gli aiuti di stato ma te ne fotti del mondo del lavoro perche’ e’ questione dei governi locali; o te ne occupi o non te ne occupi, e se te ne occupi sono tutti cavoli tuoi produrre una politica armoniosa. Stranamente, pero’, non si sono vietati gli aiuti di stato alla finanza: se dieci industrie europee rischiano di fallire le si lascia fallire, se dieci banche europee rischiano di fallire le si aiuta: questa non e’ un’incoerenza, in politica non ci sono incoerenze, e’ una SCELTA precisa.
LA SCELTA CHE VI HA RESI PRECARI.
Cosi’, signori, il vostro precariato e’ questo: il risultato di un’europa che ha ingessato l’azione dei governi, ha ingessato l’azione valutaria (1) , con la scusa di combattere una Cina che queste politiche LE FA ECCOME, e adesso l’unica strada aperta sono i costi del lavoro. Si sono chiuse tutte le porte tranne una, e quando gli industriali imboccano l’unica aperta si dice “ma non e’ colpa nostra, noi quella porta non l’abbiamo toccata”. Certo, avete chiuso tutte le altre, tutto qui.
Cosi’, e’ necessario che qualcuno si presenti in UE con precise proposte:
- Se si possono aiutare le banche, si possono autare le industrie. Oppure, neanche le banche..
- Anche il crollo delle retribuzioni e’ un aiuto di stato perche’ e’ un costo dello stato. Se non si possono dare aiuti di stato, non si puo’ peggiorare lo stato dei lavoratori.
- Se un paese come la Cina puo’ svalutare per vendere, la maniera di vincere e’ di farlo a nostra volta. Salire sul ring con le mani legate non ha senso.
E questa, signori, e’ POLITICA: sono proposte politiche che vanno contro le idee politiche della UE, quelle che vogliono una seconda NAFTA, fatte a spese dei soliti sfigati latinos, quelli che nella gerarchia culturale delle razze , molto diffusa negli ambienti nordici, sono catalogate come “cheap slaves”. Italiani compresi.
E quando il “Partito del times” vi suggerisce di lasciare l’italia, vi sta solo dicendo di realizzare, infine, il disegno politico che si e’ scelto.
note
(1) I cinesi di investimenti governativi ne fanno ECCOME, e la moneta la svalutano ECCOME. Perche’ noi non possiamo usare le stesse armi, giustificandoci proprio con la LORO concorrenza?