24 novembre 2009 (MoviSol) - Parlando alla scuola centrale del Partito Comunista Cinese il 20 novembre, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha dichiarato che la crisi non è finita e che una vera soluzione può venire solo da un trattato internazionale tra i governi, che egli ha chiamato una nuova Bretton Woods.
Tremonti ha spiegato: "Io, dopo il disastro, ritenevo che andassero salvate solo le banche che finanziavano le famiglie e le imprese. Invece, sono state salvate tutte. In questo modo abbiamo guadagnato tempo, ma non abbiamo risolto il problema. E così il rischio di una nuova crisi è sempre incombente".
Le borse finanziarie "sono tornate ai livelli pre-crisi e i derivati sono tornati a crescere ad una velocità spaventosa". "In tutto il mondo i governi sono intervenuti usando due mani. Con una hanno immesso un'enorme massa di liquidità nel sistema. Con l'altra hanno trasformato debito privato in debito pubblico." Tali interventi hanno migliorato i bilanci delle grandi banche d'affari, ma non quelli dello stato, e "una parte enorme di questo denaro è rimasto dentro le banche stesse, che oggi con quei soldi stanno facendo profitti contraendo prestiti all'un per cento e reinvestendo in strumenti finanziari che danno rendimenti del 5 o 6 per cento".
"Alla fine degli anni '90, di fatto si è consegnato il potere di battere moneta, che era un potere degli stati sovrani, nelle mani delle banche e del mercato", permettendo alle grandi banche di contare più dei governi. Nonostante la crisi abbia "riportato gli Stati al centro di tutto, tuttavia c'è ancora un'enorme messa di finanza che sta nelle banche, fuori dal controllo degli stati stessi ma adesso bisogna fare qualcosa di completamente nuovo".
"Non possiamo certo pensare di risolvere i problemi emersi dalla crisi con una serie di nuove regole tecniche scritte dai banchieri", ha affermato Tremonti, riscuotendo l'applauso del pubblico. "Oggi abbiamo bisogno di uno sforzo politico collettivo per definire il nuovo ordine, un trattato internazionale per definire una nuova Bretton Woods, che deve essere il frutto di uno sforzo multilaterale, non solo nella partecipazione ma anche nella sua stesura", ha detto il ministro italiano. "Ho l'onore di depositare qui una prima bozza del mio trattato. Non avrei potuto immaginare una sede migliore".
Nel corso della sua permanenza a Pechino, Tremonti ha anche incontrato esponenti del governo. Con Cao Xiqing, direttore generale della China Investment Corporation, Tremonti ha discusso la possibilità che il fondo investa in Italia in progetti di "comune interesse". Egli ha anche incontrato il vicepresidente Xi Jinping, che ha accettato un invito a visitare l'Italia nel 2010.
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