Come c'era da aspettarsi, il dato della crescita nel terzo trimestre negli Stati Uniti è stato rivisto al ribasso, e non di poco. Alla fine di ottobre il Bureau of Economic Analysis (BEA), aveva dato il Pil americano in crescita del 3,5%, ma oggi ci fanno sapere che avevano scherzato: la crescita è del 2,8%. Magra consolazione, gli economisti avevano previsto un 2,7%, così, tanto per poter dire che la revisione è al di sopra delle attese.
Quali le cause della prevedibile defaillance? Un più ampio deficit commerciale e una più bassa spesa dei consumatori rispetto a quanto precedentemente previsto. Ormai l'argomento è trito e ritrito ed io non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto scritto qui e soprattutto qui: quale ripresa se aumentano i disoccupati, diminuiscono i consumi e la crescita si basa in massima parte sugli stimoli del governo?
Quando venne fuori il precedente dato del 3,5%, accolto dall'entusiasmo scomposto degli inguaribili ottimisti, Paul Krugman ammonì che anche se la crescita fosse continuata a quel tasso non avremmo visto niente di simile alla piena occupazione se non alla fine del secondo mandato di Sarah Palin.... Con i nuovi numeri, dice oggi Krugman, la data alla quale potremo vedere il ritorno della piena occupazione è... mai.
Intanto Wall Street piange lacrime di coccodrillo, ma vedrete che domani, digerito l'amaro boccone, riprenderà a correre come se niente fosse. Tanto ci sarà sempre qualche dato al di sopra delle attese da propagandare per continuare a gonfiare la bolla.
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