E’ in atto da tempo nel mondo una campagna per togliere dalla circolazione le famigerate cluster bombs (bombe a frammentazione) che tanto devastanti si sono rivelate sino ad oggi per le vite umane e in particolare per i civili indifesi. In effetti, la grande maggioranza delle persone colpite da tali ordigni lo sono mentre attendono alle loro ordinarie occupazioni quotidiane. Si prevede che milioni di persone saranno per lo meno ferite nei prossimi anni dallo scoppio delle decine di milioni di tali bombe che sono state lanciate e non sono ancora esplose e si trovano ancora sui terreni di molti paesi.
Tali ordigni sono stati usati di recente, tra l’altro, dalla Georgia e dalla Russia durante la, per fortuna, brevissima guerra combattuta per il possesso dell’Ossezia del Sud, nonché dagli israeliani durante la guerra in Libano di tre anni fa. Essi sono stati anche utilizzati dagli americani durante l’invasione dell’Iraq e dell’Afganistan. Un articolo del Guardian di fine ottobre ci aggiorna su alcuni sviluppi politici e finanziari recenti della questione. Intanto nel dicembre del 2008 ben 90 paesi si sono impegnati, con una convenzione, a bandire tale tipo di bombe a partire dal prossimo anno; ma gli Stati Uniti - tra gli altri - non hanno purtroppo sottoscritto tale impegno. Peraltro soltanto 23 paesi avevano ratificato la convenzione, anche se molti altri si dichiaravano pronti a farlo.
Sul fronte finanziario, intanto, i fondi pensione di alcuni paesi, della Nuova Zelanda, dell’Irlanda, dell’Olanda, si sono sbarazzati delle azioni in loro possesso relative ad imprese che producono tali armi letali. Nonostante tali lodevoli sforzi, comunque sul fronte delle banche la situazione appare in generale molto meno rosea. Il commercio internazionale di tale tipo di ordigni è, in effetti, ancora oggi finanziato in maniera molto importante da diverse tra le più grandi banche del mondo.
La britannica HSBC, che è pure guidata da un prete anglicano, appare in testa nella non eccitante classifica di tali istituti “armati”. Essa ha così ottenuto commissioni per un importo di circa 660 milioni di sterline assistendo, nell’emissione sul mercato di azioni e di obbligazioni, il gruppo statunitense Textron, che afferma nei suoi messaggi pubblicitari che i suoi prodotti lasciano alla fine un campo di battaglia “pulito”. Seguono a ruota la Goldman Sachs e la JP Morgan, considerate le due più “brillanti” banche statunitensi – che sono anche tra le più redditive- e che hanno finanziato diversi produttori di morte e poi un altro grande istituto britannico, la Barclays.
Questa speciale classifica si trova in un rapporto (qui in pdf) preparato di recente da un’ organizzazione belga e da una olandese e precisamente da IKV Pax Christy e da Network Vlaanderen.
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