Tra le questioni più scandalose che investono la nostra società -questioni puntualmente ignorate non solo dai mass media ufficiali, il che non stupisce, ma spesso anche dalla cosiddetta controinformazione, tanto scandalizzata e affacendata in un vuoto quanto sterile moralismo- vi è quella dell'usura bancaria, ossia dei tassi di interesse eccedenti il limite di legge, pretesi dalle banche nei confronti di comuni cittadini, soprattutto piccoli imprenditori e titolari di mutui, che sono costretti quasi sempre a pagare con il sequestro dell'impresa o della casa.
Tuttavia qualcosa timidamente sta cambiando. Dal 1997 infatti si può applicare anche al sistema bancario la normativa anti-usura, e nei vari tribunali italiani si leggono infatti sempre più di frequente notizie di indagini e di inchieste verso amministratori, dirigenti e funzionari di banche per interessi sproporzionati applicati a cittadini e imprese. In tutta Italia sono ormai decine gli amministratori e centinaia i funzionari sotto processo per usura esercitata da parte di banche di ogni dimensione, dai colossi nazionali fino alle piccole banche di credito cooperativo e alle finanziarie. Nel solo 2009, da nord a sud sono attivi una ventina di processi contro banche implicate in fallimenti di imprenditori, vittime di tassi spropositati. Ma vi sono anche casi assai più gravi di usura nei confronti di comuni cittadini: dai tassi dei mutui, fino ai prestiti al consumo e all’usura riscontrata addirittura nei conti correnti di semplici commercianti!
Ma come è possibile che interessi che eccedono i limiti imposti dalla legge vengano applicati in modo così frequente -le denunce che portano ai processi rappresentano soltanto la punta dell'iceberg- spesso senza che qualcuno se ne accorga? In fondo, gli interessi delle banche vengono dichiarati pubblicamente...In realtà, ciò che porta ai tassi usurai non sono i tassi ufficiali -ovviamente allineati alla legge- ma tutti quei trucchi contabili e di calcolo che, in modo nascosto, portano il tasso effettivo a livelli ben superiori rispetto a quello nominale.
Tali trucchi sono stati accertati dai periti del tribunale e dalla guardia di finanza. Essi si basano in primis sulla capitalizzazione indebita degli interessi -il cosiddetto anatocismo- ma anche sui tempi di acquisizione della valuta, sulle molteplici piccole spese di gestione ecc. Va a finire quindi che i reali interessi pagati sul capitale prestato sono spesso assai maggiori di quelli che il cliente crede di pagare. Nonostante questi stratagemmi spesso siano apertamente illegali (come quasi sempre l'anatocismo) le banche -spesso anche le cosiddette Banche etiche- li hanno sempre utilizzati, agevolate anche dall’assenza di qualsiasi tipo di sanzione, portando l'acquisizione illegale di denaro dei cittadini da parte delle banche -secondo alcune stime- a circa settanta/ottanta miliardi di euro all’anno!! Praticamente almeno un paio di finanziarie, mica bruscolini...
E' bene sapere che il codice civile prevede che se il tasso complessivo è considerato usuraio e gli interessi non debbono essere pagati, nel caso siano già corrisposti, debbono essere restituiti in toto. Si tratta ovviamente di pura teoria, la realtà è ben diversa...La propaganda verso l’opinione pubblica infatti è molto attiva: l’usura sarebbe possibile solo fuori del sistema legale di credito, mentre le operazioni fatte con loro sarebbero sempre legali. In effetti questo è quello che pensa l'uomo comune, che difficilmente arriva a credere di avere a che fare con un vero e proprio sistema criminale organizzato, che poco si differenzia da quello mafioso...
Certamente non si differenzia per la capacità di coinvolgere la magistratura nella difesa dei propri affari: il 90% dei giudici -vuoi per complicità, vuoi forse anche per paura- tiene nel cassetto le denunce di usura contro le banche o le archivia, e se si arriva al processo, spesso le banche finiscono per essere assolte anche se colpevoli. Ancora pochi sono i giudici che si impegnano in questa direzione. Vista la gravità sociale -e anche l'entità- del problema, vogliamo credere di essere solo agli inizi.
Massimiliano Viviani
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