4 marzo 2010 (MoviSol) - Atene vuole - qualcuno dice "deve" - adottare misure che potremmo definire spartane, nei termini della sua storia, o naziste, nei termini di una storia più recente.
È il genere di misure che un nemico approva, se intende assistere alla nostra disfatta ed entrare trionfante in città senza perdere i propri uomini.
È il genere di misure che l'usuraio più scaltro preferisce adottare per la sua vittima. Il vero usuraio, al saldo del dovuto, preferisce rimanere creditore a lungo.
Così Atene sembra pronta a per gettare dalla rupe per primi gli anziani e i pensionati, con un "pacchetto di misure aggiuntive" apprezzato dal Fondo Monetario Internazionale (il quale, d'altra parte, ne ha imposti tanti a Paesi in bancarotta morale, prima che economica), dalla Banca Centrale Europea e dall'agenzia di rating Moody's, quindi da Bruxelles e da Berlino.
La riduzione degli stipendi e dei sussidi che si profila ha già qualche precedente recente in qualche angolo di questa Europa dannata, ma i veri precedenti sono quelli, parlando dell'Italia, del regime di Mussolini.
Anche allora, qualcuno più in alto pretese il recupero di crediti in una forma che avrebbe allargato la voragine del debito. Lo schema è lo stesso. Si spera che la risposta non sia già quella sussurrata sull'Aventino, ma una concepita sull'Acropoli, con la potenza intellettuale di un Platone e il coraggio di un Franklin Delano Roosevelt.
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