OCCUPAZIONE: UNA FORESTA PIETRIFICATA!

"Foresta pietrificata" non poteva esserci miglior similitudine con la situazione attuale dell'occupazione americana e mondiale, una foresta pietrificata che come abbiamo più volte visto vede all'opera un vero e proprio cambiamento strutturale nel mercato del lavoro dei paesi occidentali.

Molto difficilmente l'occupazione potrà rivedere i livelli antecedenti alla madre di tutte le crisi, probabilmente occorrerà un decennio, sempre che non sia l'ennesimo decennio perduto. Ricordo a tutti che in America il decennio perduto nell'occupazione è stato un decennio di crescita zero. Secondo i dati del BLS alla fine del 1999 si contavano 1,2 milioni di lavoratori in più di oggi, nel settore privato. Si tratta di un declino del 1,4 % da mettere a confronto con una crescita demografica di almeno il 9,8 %.

Credo che non ci sia da aggiungere alcun'altra considerazione.

Avevo previsto un aumento del tasso di disoccupazione, in seguito alla speranza offerta da un dato, quello di novembre, rivisto a più 4000 nuovi posti, ai milioni di disoccupati, che inevitabilmente uscivano dalla condizione di disoccupati scoraggiati aumentando il tasso di disoccupazione.

Si la favola di novembre e dei suoi 4000 posti creati, dovrà passare altre revisioni, tra un mese, tra un trimestre, tra un anno quando tutto sarà dimenticato e solo allora chissà, la sorpresa non sarà poi tanto grande. ll paradosso americano ci dice che chi non ha cercato un lavoro nelle quattro settimane antecedenti all'indagine non vengono considerato.

In realtà questo non è avvenuto. Ben 661.000 anime sono uscite dal radar del BLS, dalla forza lavoro, se non fosse stato per loro il tasso di disoccupazione sarebbe schizzato ben oltre l'immaginazione del mercato. Dal luglio di quest'anno oltre 1,3 milioni di americani hanno lasciato la forza lavoro, ecco perchè il tasso di disoccupazione ufficiale non è ben oltre il 10,5 %.

Quando avverrà, quando questo fiume di anime deciderà di tornare alla ricerca di un lavoro, non mancherà di tenere elevato il tasso di disoccupazione per molto tempo.

Nel frattempo il lavoro temporaneo aggiunge ulteriori 47.000 posti di lavoro, lavoro decisamente temporaneo come temporanea sarà l'illusione dei nuovi assunti per il censimento generale 2010. Questo è il quinto mese consecutivo che si aggiungono posti di lavoro temporanei.

Ripresa statistica, ripresa una tantum, lavori temporanei, disoccupati scoraggiati, uomini e donne che escono in massa dalla forza lavoro, chi non cerca lavora da almeno quattro settimane non viene più considerato, in fondo le statistiche sono solo un'opinione.

Il prossimo mese, come ho più volte sottolineato, il 5 febbraio, avremo una nuova realtà quella di una revisione che, al momento, come anticipato dal BLS, vedrà un aumento di 824.000 posti persi nei dodici mesi antecedenti al mese di marzo 2009.

Ecco quanto comunicato in ottobre dal BLS:

" The Labor Department today also published its preliminary estimate for the annual benchmark revisions to payrolls that will be issued in February. They showed the economy may have lost an additional 824,000 jobs in the 12 months ended March 2009. The data currently show a 4.8 million drop in employment during that time. The projected decrease was three times larger than the historical average, the Labor Department said. Most of the drop occurred in the first quarter of this year, probably due to an increase in business closings, the government said. "

Aumento che corrisponde in sintesi all'aggiunta di posti di lavoro operata dal modellino statistic/stagionale CES/NET BIRTH/DEATH sul quale per chi si fosse imbarcato su Icebergfinanza da poco potrete trovare maggiori informazioni in QUESTO post.

Anche a dicembre il modello in questione ha aggiunto bel 59.000 posti di lavoro, riproponendo tale e quale la situazione del dicembre 2008 ( 60.000 ). Ecco perchè questo modello non è assolutamente in grado di individuare non tanto le variazioni stagionali, ma quelle cicliche. Non è possibile alcuna similitudine tra la situazione di dicembre 2008 e quella attuale. Il mese di gennaio vedrà una delle revisioni annuali e non mancherà di esercitare una notevole pressione al ribasso sulla realtà.

Inoltre mi attendo che come ha amplficato la realtà nell'attuale ciclo economico, quando nella realtà vi sarà anche una parvenza di ripresa, non mancherà di ammortizzarla negativamente.

Oltre due milioni di anime senza lavoro non sono conteggiati come disoccupati. Settori quali l'industria manifatturiera e edile continuano nella loro dinamica negativa. Aumentano significativamente le perdite nel settore governativo, mentre istruzione, servizi sanitari e professionali costituiscono la dinamica positiva.

Nulla cambia nel computo delle ore settimanali lavorate, ma non possiamo dimenticare che prima di assumere le aziende reintegreranno i lavorati a part-time, dinamica invariata che vede ormai 9,2 milioni di lavoratori a tempo parziale. Sottolineo non per scelta ma per le mutate condizioni del ciclo economico.

Quindicimilioni e trecentomila disoccupari ormai quasi il doppio dai 7,7 milioni del dicembre 2007, mese di inizio ufficiale della Grande Recessione, con un tasso di disoccupazione al 5 %.

Nella Table A-12. Alternative measures of labor underutilization ovvero le misure alternative per evidenziare nono solo la disoccupazione ma anche la sottoutilizzazione avete uno scorcio più reale della dinamica del mercato del lavoro americano.

Se non vi sarà una ripresa reale dei consumi, se la finanza ed in particolare il sistema bancario continuerà ad alimentare inflazione da trading sulle materie prime, alle imprese per mantenere i margini non resterà che continuare a ridurre l'occupazione, tagliare investimenti e costi. In fondo questo è il dogma odierno, utili a qualunque costo.

Proprio venerdi mentre il mercato festeggiava i dati di una grande azienda americana come UPS, la stessa comunicava l'intenzione di licenziare ulteriori 1800 anime nel 2010.

Ma il dogma del breve termine, della massimizzazione del profitto, è un tarlo che piano, piano distrugge, il futuro.

Secondo la Household Data, almeno 843.000 anime non sono più nella forza lavoro.

Mal comune mezzo gaudio si direbbe, ma la situazione europea ed italiana, ci consegna una situazione giovanile allarmante e una disoccupazione che è arrivata sino al 10%.

Come scrive il grande John Mauldin nel suo ultimo post, ricordando il mitico Pau Simon in The Boxer...un uomo ascolta ciò che vuole sentire e trascura tutto il resto.

Probabilmente è quello che sta accadendo nelle mie analisi, in quelle di alcuni analisti di frontiera, decisamente controcorrente, probabilmente sto seguendo solo la rotta che voglio seguire, rischiando di trascurare tutto il resto.

Questa non è una rotta superficiale, passo notti e qualche giorno a cercare di scavare nelle profondità della realtà macroeconomica. Prima o poi la Verità è figlia del Tempo, ma come dice John, se siete alla ricerca di un motivo per essere ottimisti, vi sono tutte le ragioni per esserlo, basta non esaminare in profondità i dati sottostanti.

Come mi ha ricordato il caro Gianluca Bocchi riportando alcuni passi dell'ultimo libro di Armando Massareti, "Il filosofo tascabile" ... per cercare la verità, si può procedere solamente a partire dalla confutazione dell'apparenza, a partire dalla confutazione logica di ciò che illogico, a partire dalla dimostrazione delle contraddizioni. Camminare sulla strada della verità significa confrontarsi dialetticamente con l'apparente illusione dei sensi ed utilizzare la logica. (...) Camminare sulla strada della verità significa utilizzare la regione nello smascheramento dell'apparenza. Ma cercare la verità non è conoscerla.(...)

Nessuno ha oggi convenienza ad osservare in profondità i dati macroeconomici, perchè potrebbero rivelare una realtà difficile da accettare. Noi invece continuamo a farlo, perchè non ci affascinano le sirene del mercato e perchè sino ad ora la realtà fondamentale ci ha dato ragione, dalla depressione finanziaria a quella immobiliare, dalla grande recessione alla deflazione dell'economia reale.

Si deflazione, perchè senza voler continuare a fare discussioni accademiche che lasciano il tempo che trovano, una depressione immobiliare, associata ad una depressione finanziaria, con un crollo della capacità produttiva, un crollo dei consumi, dei redditi, degli investimenti, un aumento del risparmio e un congelamento del credito non possono provocare che deflazione, una imponente deflazione da debiti correlata.

Certo, contemporaneamente si sta cercando di inflazionare le materie prime, di avviare svalutazioni competitive, di reflazionare come ai vecchi tempi, ma non appena l'inflazione da materie prime raggiungerà i prezzi al consumo, allora la deflazione si farà ancora più violenta, perchè se qualcuno crede che con il petrolio a 100 dollari al barile l'economia non ritorni in recessione a fatto male i suoi conti. Sarà interessante osservare quanti rivenditori o produttori avranno il coraggio di trasferire il costo delle materie prime al consumatore finale, disintegrando una ripresa effimera.

Lasciamo perdere quanto avviene in Italia, terra di monopoli, cartelli e dominio assoluto di una filiera della distribuzione che erode il potere di acquisto di un popolo che non si accorge di quanto in realtà avviene.

La settimana scorsa è stato comunicato che il credito al consumo è crollato ai minimi storici, un collasso da 17,5 miliardi di dollari quando il solito consensus se ne aspetta solo 5, il peggior dato dal dopoguerra. Dieci mesi consecutivi di rifiuto del debito, perchè se qualcuno non l'ha ancora capito non si tratta solo di congelamento del credito, ma anche di rifiuto del debito, di debitofobia.

E questo crollo è avvenuto nel mese principe dell'economia mondiale, in dicembre, ma vedrete le vendite al dettaglio sono volate, la fantasia non ha limite, nei paese dei balocchi.

Come ha ricordato Mauldin, possono raccontare la favola di qualunque magia dei consumi, ma le imposte sulle vendite, quella che in Italia chiamiamo IVA racconta un'altra realtà. Quando le imposte aumentano allora i consumi sono in aumento e allora per quale motivo, gli stati americani denunciano un crollo delle imposte sui consumi, non solo sui redditi, ma sopratutto sui consumi.

Per quanto riguarda i sussidi, infine la realtà è un'altra. Nei primi giorni del 2010, navigando nell'oceano di internet, tra i siti di Zero Hedge e Barry Ritholtz, ho intravisto che il tasso di esaurimento delle indennità di disoccupazione, è aumentato al punto massimo del 53,78 % a partire dal 30 novembre dello scorso anno, un nuovo massimo storico. ( Ritholtz.com/blog ) Nella settimana conclusa al 19 dicembre, 10,42 milioni di americani ricevono sussidi di disoccupazione. 5,44 milioni, una loro estensione e 4,9 milioni di sussidi continuativi.

Ma come spesso accade, tra le cifre di questa crisi, i NSA jobless claim mostrano una storia estremamente diversa. I dati non destagionalizzati, quelli che non tengono in considerazione la volatilità dei dati dei sussidi durante le feste di natale e fine anno, sono stati pari a 645.571 unità con un incremento di 88.000 unità al 2 gennaio, mentre il dato ufficiale comunicata un sostanziale nulla di fatto con un aumento di 1000 unità.

Una'ltra realtà è data dai sussidi realmente pagati ( Initial, Continuing e EUC claims ) Emergency Unemployment Compensation (EUC al nuovo record di 11,268 milioni che hanno raggiunto il loro nuovo record storico. Massive Jump In Emergency Unemployment Compensation (EUC) Benefits - Up 43% In One Month!

(...) Camminare sulla strada della verità significa utilizzare la regione nello smascheramento dell'apparenza. Ma cercare la verità non è conoscerla.(...)

E ora una storia affascinante alla First Fed Financial, prima banca fallita del 2010, affascinante in quanto è riuscita a sopravvivere sino ad oggi in condizioni di portafoglio e patrimonialità a dir poco incredibili. Vi ricordate i famigerati mutui "njnia" no job, no income, no asset, un esplosione di demenzialità pura, nessun lavoro, nessuno reddito, nessun patrimonio, nulla di nulla!

Ma siccome tutto ciò non bastava ecco che le concessioni di mutuo era decisamente ad "negative amortization" ovvero ammortamento negativo, non solo non paghi la quota capitale, ma ti lasciamo scegliere la percentuale di quota interesse che intendi pagare. Risultato finale, il mutuo residuo aumenta e il valore della casa crolla! Ebbene, il 68,4 % del loro portafoglio era decisamente ad ammortamento negativo rispetto al 1,3 % del 2004. Affascinante decisamente, affascinante.

Domani vedremo insieme un'altra storia, la storia di un granellino di sabbia, che è finito negli ingranaggi della madre di tutte le crisi. La Banca dei Regolamenti Internazionali, se ne è accorta, come in alcune versioni, se ne era accorta ben prima dell'inizio della crisi epocale e strutturale in atto e ha chiamato a raccolta tutti i monelli che continuano a scorazzare liberamente nelle piazze e nelle vie dell'economia reale, giocando con le fionde della leva finanziaria, esplodendo petardi che fanno trasalire i mercati, tradando l'impossibile e l'incredibile. Sembra che i capi banda della Goldman Sachs e di JPMorgan, abbiano deciso di declinare l'invito. In fondo si sa loro, in particolare Goldman, lavorano per Dio, ma questa è un'altra storia che vedremo insieme domani, un'altro iceberg, come quelli che abbiamo visto insieme nel post dal titolo la " Quiete prima della Tempesta!".

Inoltre non dimenticatevi di dare un'occhiata qui sotto, cliccando sul banner, perchè per molti giovani laureati e lavoratori, potrebbe essere l'occasione per esplorare una reale alternativa di lavoro futuro, in un settore che con il tempo assumerà sempre più un'importanza strategica nella vita del nostro paese, ovvero quello dei servizi alla persona, nella reciprocità e nella prossimità, quotidiana

Per sostenere ICEBERGFINANZA clicca qui sotto

Icebergfinanza come un cantastorie che si esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!

La "filosofia" di Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!

Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ..........

Postato da: icebergfinanza a gennaio 11, 2010 06:41 | link | commenti (6)

banca regolamenti internazionali, mercato del lavoro occupazione, jobless claim sussidi disoccupaz

http://icebergfinanza.splinder.com/post/22028027/OCCUPAZIONE%3A+UNA+FORESTA+PIETR

Nessun commento: