La notizia risale al mese scorso (non che ciò la renda "vecchia"), ma a me pare attualissima visti i fatti di cronaca che in Italia hanno riportato la mafia sulle prime pagine.
Ecco cosa raccontava a Dicembre il Washington Post:
(In Messico) i trafficanti di droga, usando sofisticate tecniche di perforazione, chilometri di tubi in gomma ed un'intera flotta di autocisterne rubate, hanno prelevato oltre 1 miliardo di dollari di petrolio dagli oleodotti messicani negli scorsi due anni.
Cosa ne hanno fatto? Lo hanno rivenduto oltreconfine a compagnie statunitensi che, pur conoscendone la provenienza illecita, sono state ben felici di risparmiare sul prezzo del greggio. Secondo il governo messicano, i cartelli della droga stanno spostando il loro interesse sul petrolio e rappresentano una minaccia crescente per i già evanescenti introiti petroliferi del Messico.
Sappiamo che non è una novità che il petrolio venga rubato. Succede ogni giorno in Iraq, dove tali traffici sono consentiti dalla situazione di caos perenne; in Nigeria, dove la povertà della popolazione è tale che si spilla petrolio dagli oleodotti per cucinare o scaldarsi. Ma che la delinquenza organizzata si risolva ad investire grandi somme per trafficare petrolio è forse una novità che lascia molto capire della vera situazione.
Dice un governatore locale:
Gli Zetas (un cartello molto potente) rappresentano un governo parallelo. In pratica, sono i proprietari di vasti tratti di oleodotti, dalle autostrade fino alla porta delle compagnie petrolifere.
Certo in Italia non si produce petrolio. Ma a pensarci bene, non si producono neanche cocaina o oppio: eppure, le mafie nostrane ne hanno fatto un business globale. Ci sono molti modi di investire illegalmente nel greggio. Inoltre, non è sufficiente che il petrolio salga occasionalmente di prezzo, per attrarre l'attenzione della mafia al punto da investirci su: occorre che le prospettive di guadagno, come per la droga o le armi, siano buone anche per un futuro a medio e lungo termine.
Persino i mafiosi, allora, sanno qualcosa che noi non sappiamo.
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