di Tonguessy
Cos'è una scatola nera (Black Box)? E' un aggeggio misterioso che contiene dei dati importanti solo per chi sa decifrarli, mentre per chiunque altro rimane solo una scatola nera. Negli aerei la Black Box trascrive tutti i parametri di volo e risulta essenziale per comprendere le cause di un disastro, ad esempio. La condizione rimane di saperne decifrare i contenuti.
La Black Box Economics (BBE) non differisce molto da qualsiasi altra Black Box. Si tratta di una serie di meccanismi che registrano eventi ma che ha subìto un sostanziale “miglioramento”: oltre a registrare modifica pure. La BBE è interattiva. Come certe strumentazioni ad uso scientifico non solo è programmata per registrare gli avvenimenti che superino una certa soglia ma decide cosa fare “on the fly” ovvero mentre l'avvenimento stesso è ancora in corso.
Uno degli aspetti più “semplici” della BBE è l'High Frequency Trading (HFT), ovvero la contrattazione dei titoli sul filo dei millisecondi. Ad esempio sembra che la Goldman Sachs sia risorta dalle proprie ceneri proprio grazie alle transazioni superveloci, che hanno fatto incassare guadagni stratosferici alla società. Ci sono state, è vero, accuse contro un programmatore della Goldman Sachs di avere rubato i codici di alcuni computer di Wall Street, ma anche senza questi sotterfugi oltre il limite del legale è ormai tutta la contrattazione borsistica che sta assumendo connotati sempre meno umani e sempre più da cyberspazio. Lo stato attuale è che una manciata di High Frequency Traders (HFT) muove capitali per quasi la metà degli scambi. I loro computer entrano in borsa, muovono grossi capitali in una manciata di secondi e spariscono. Si parla di 21 miliardi di dollari guadagnati lo scorso anno.[1]
Sono 41,8 miliardi di dollari investiti in HFT e si stima che gli investimenti continueranno a un tasso medio del 9,8% l'anno.
Purtroppo mentre gli scambi in HFT aumentano vertiginosamente, la verifica dei dati passa tragicamente in secondo piano. Ian Berriman, addetto ai sistemi finanziari per Pa Consulting Group sottolinea che «sarebbe auspicabile un controllo umano all'interno del processo innescato dagli algoritmi, ma non è praticabile. Le Borse cercano di aumentare la velocità di esecuzione e ridurre la latenza per mantenere la loro posizione, ma non hanno investito allo stesso modo nei meccanismi di controllo per intervenire prima che gli algoritmi vadano fuori controllo.”
«In certi casi l'innovazione porta a un'automazione incontrollata», rincara la dose Andrew White, capo del risk management di Reuters. [2]
Questo significa una cosa sola: che alla speculazione non interessa la solidità dei mercati da cui pure dipendono. Chi fa funzionare quei computer ha un solo scopo: garantire sempre maggiori guadagni fregandosene del buon senso secondo cui la crescita infinita non può esistere.
Diane Coyle, economista inglese, afferma che “dove buon senso ed economia entrano in collisione, lì il buon senso ha torto”. Sigh….
Intanto l'algo-trading (sinonimo di HFT) oggi regola già il 40% degli scambi borsistici USA, con Londra che segue a ruota ed i mercati asiatici che stanno convertendosi a ritmi infernali.
Uno dei rischi è che ci siano massicce vendite sequenziali, tutte eseguite in frazioni di secondo tramite HFT. Sarebbe il crollo dei mercati, e nessuno potrebbe fermarlo perchè avverrebbe in tempi troppo brevi per effettuare una qualsiasi contromisura (che come abbiamo visto sono comunque considerate poco importanti).
Ma la supervelocità è solo un aspetto della BBE. Probabilmente l'aspetto più sconcertante è l'innesto di vari strumenti finanziari al punto che non si capisce più cosa sia cosa. Differentemente dai mattoni costituenti l'economia tradizionale (fabbriche, lavoratori, salari, azioni, società etc..) la nuova finanza ha risorse e metodi sempre più difficili da analizzare, in apparente contraddizione con l'immenso volume di affari relativo, molto maggiore del PIL mondiale.
La rincorsa a derivati annidati a configurazione di scatole cinesi non può che lasciare controllori e legislatori senza speranza di intervento ed il sistema finanziario mondiale (grazie agli strumenti finanziari creati dagli Hedge Funds e dalle Investment Banks) è diventato così opaco e aggrovigliato che molti esperti sono costretti a confessare di non capire più come funzioni.[3]
La scala e la complessità di queste nuove strutture finanziarie non soltanto si pongono al di là delle leggi dell'economia tradizionale, ma le cambiano: dato che il capitale oggigiorno è posizionato in queste nuove strutture, gli strumenti di verifica e controllo che in altri tempi permisero di evitare seri disastri oggi potrebbero non funzionare più.
“Molta innovazione finanziaria è progettata per schivare le regole esistenti” dice Richard Sylla, professore di economia alla NYU's Stern School of Business. “Lo scopo è fare più soldi, e si possono fare più soldi se non si vincolano i capitali agli investimenti”.
Sembra una frase di Winnie, la protagonista di “Giorni felici” di Beckett.
Per esempio: alcuni strumenti finanziari sono fatti di due o più tipi di asset diversi e mettono assieme settori economici che non si muovono in sincronia. Con lo scopo di creare nuovi allettanti prodotti che attirano investitori aggressivi in cerca di alti utili, una banca può creare un CDO (Collateralized Debt Obligation) di mutui subprime assieme a dei corporate bond. Pur essendo cose diverse ma essendo legati dal valore dello strumento, nel caso in cui uno dei due avesse problemi affosserebbe anche l'altro. Una sola mela marcia e tutto il carico di mele è da buttare.
E nessuno necessariamente conosce la composizione di queste securities strutturate. Non si chiama Black Box Economics per nulla.
Ormai la macchina ha superato le capacità di interazione del macchinista: perfino gli esperti confessano di non riuscire più a seguire come la macchina stia reagendo agli stimoli del mercato borsistico. Sarebbe un po' come se voi andaste dal meccanico per fare sistemare la macchina e questo vi dicesse che le ultime autovetture sono così complicate da non capirci più nulla. Ve la tenete così com'è nella speranza che vada. Il giorno in cui si fermerà la dovrete buttare, con la piccola differenza che non ce ne sarà un'altra. Il mondo sta diventando sempre più virtuale, e lo si capisce sempre di meno. Wall Street non fa eccezione. Un solo dato tra molti che serve a far capire la dimensione del fenomeno: i derivati hanno un controvalore di circa 13 volte il PIL mondiale. Come dire che avete 100€ in tasca ma ne scommettete 1300. E se perdete?
[1]http://www.nytimes.com/2009/07/24/business/24trading.html
[2] http://www.novaonline.ilsole24ore.com/converging-technologies/2008/05/01/4_C.php
[3] http://www.boston.com/bostonglobe/ideas/articles/2008/01/27/the_black_box_economy/
Nessun commento:
Posta un commento