“MacPensiero” per pupazzi

 

Conoscevo un brasiliano arrivato in italia con una borsa di studio in “scienze forestali” o cosa simile.
Poiché con l’assegno borsistico riusciva a malapena a coprire il costo di affitto e bollette dell’appartamento, stava veramente nelle ambasce. Nonostante, se non rammento male, dal Ccl avesse ottenuto un’integrazione alla retta.
Ricordo che spesso saltava il pranzo.
Tuttalpiù prendeva qualcosa alle “macchinette” in facoltà.
Andava in giro su una bicicletta malconcia che qualcuno gli doveva avere regalato. Talmente in cattivo stato che una volta, mentre stava pedalando, si staccò la ruota anteriore che per poco non ci si ammazzava.
Lui era sempre fuori a cena.
Nel senso che faceva il giro “agli aperitivi” di bar e locali frequentati da studenti a piluccare “stuzzichini”, patatine, pizzette, pistacchi vari.
Quello era spesso il suo pasto serale.
Espansivo come ogni “brasilero” che si rispetti, conosceva tutti, quindi era un gran “presenzialista” a ogni “serata Erasmus”, di solito il giovedì, e alle feste di laurea, immancabilmente tenute di venerdì o sabato, in cui poteva mangiare più a dovere.
I primi giorni della settimana per lui erano grigi, pieni di lezioni, talvolta vuoti di stomaco.
Mi è venuta questa reminiscenza leggendo della “sparata” del ministro Rotondi sull’abolizione della “pausa pranzo” (1).
Che la pausa pranzo sia un “danno per il lavoro” è un’emerita sciocchezza, affermazione per la quale non ci sono giustificazioni.
O no?
Il ministro per l’attuazione del programma che di nome fa Gianfranco, è un avellinese eletto in Lombardia, ha affermato che bisognerebbe eliminare la pausa pranzo, come in altri paesi, e anche in parlamento.
In effetti, non mangiare a mezzogiorno è impraticabile ai più.
Più facile immaginare che dietro vi sia un “germe” globalizzante, come sempre.
Costui si riferisce, supponiamo, alla soppressione dell’intervallo “lungo” di 90-120 minuti da sostituire con una semplice mezzoretta in cui staccare per buttare giù un boccone e farsi una sigaretta, per chi fuma.
Con tutta probabilità per “altri paesi” egli intende gli Stati Uniti.
E come funzionano le cose laggiù?
Premesso che in America vi è la brutale liberalizzazione di ogni orario e turno di lavoro, comunemente si lavora dalle 9 alle 17 orario continuato (con una breve pausa centrale per il pasto).
Fecero anche un film con questo titolo.
Quale sarebbe la conseguenza da noi di avere così poco tempo per pranzare?
Che NON si potrebbe tornare a casa a meno di non risiedere dirimpetto al luogo di lavoro. Occorrerebbe quindi mangiare fuori o portarsi qualcosa. Perché con il precariato diffuso, la delocalizzazione le mense aziendali diventano rare come i televisori in bianco e nero e i PC con Windows 95.
Più semplice andare in un vicino McDonald’s a ingerire schifezze per pochi euro.
Ovvio l’intento promotore del “fast food” che fa difficoltà ad attecchire in un paese come questo dove si mangia immensamente meglio che nella patria del “cibo veloce”.
Si può sospettare altro, in ogni modo.
Molti dei miei ex compagni di università ora mendicano in giro impieghi “atipici” a tempo determinato, impegnati 9-10 ore quotidiane, anche fino alle otto di sera.
Non vorrei che questa novità, intendendo ridurre la pausa di mezza giornata, fosse intesa per allungare ulteriormente l’orario lavorativo. A sostanziale parità di remunerazione, beninteso
Leggo che Rotondi ha “esternato” in un’intervista a Klaus Davi.
Ma chi disamine è Klaus Davi?
Svolgo una rapida ricerca su Wikipedia (2).
Svizzero, nato nel 1973, è laureato in Filosofia alla Statale di Milano.
Copio e incollo da Wikipedia: “Nel 1994 crea l'agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. Tra i clienti della sua società di consulenza figurano Fiat Auto, MSC Crociere. Tra i brand da lui lanciati ci sono H3G; Casio, Campari, Martini & Rossi, Superga, Fiat 500, Wonderbra, Lancia Ypsilon, Banca delle Marche, Molinari, Ferrero.”
Uno che all’età di 21 anni mette su una società di tale “appeal” deve avere le “spalle coperte”. Infatti, apprendo da un’informativa, che egli è un guideo-finocchio e questo spiega molto.
Abbinamento ideale per salire le scale del successo.
Davi ha tutta l’aria di “pasturare” nello stesso ambiente nichilistico-dissolutorio dei Flores d’Arcais, Ripa di Meana, degli Agnelli, gli Elkan, De Benedetti e altri che mi sfuggono. La cricca che si specchia nel giornale il Fatto.
Quei “radical-chic” strapotenti che stanno in Zona 1 a Milano e nei quartieri-bene di Roma. Miliardari, politicamente filosionisti e filoatlantici, quando si presentano a qualsivoglia competizione elettore in genere fanno incetta dei voti dei coglioni di sinistra.
E basta guardare l’intervista in ginocchio di Davi a Licio Gelli per inquadrare il personaggio. Pappagallescamente balbettante che “la massoneria non potrebbe fare cadere un consiglio comunale”. Quando è il Venerato Maestro stesso che, verso la fine del filmato, dice esistenti “svariate logge” esoteriche (“una filosofia”) sopra la P2 che era (è) solo una loggia “operativa” (3, 4).
Non banalizziamo l’affermazione del pupazzo Rotondi “bollandola” come una battuta estemporanea.
Anche la riforma del TFR, ricordiamocelo, cominciò con qualche dichiarazione fuori luogo, passata quasi inosservata sul momento, ed è finita come sapete. Con i lavoratori del settore privato senza liquidazione.
Quanto al mio amico brasiliano.
Finito il master è tornato a casa, al sud del suo paese.
Vive in una grande abitazione cinta da una staccionata bianca che somiglia idealmente a quella della casa della zia Polly in Tom Sawyer.
Credo abbia sposato ormai la sua ragazza, piuttosto carina, a giudicare dalle foto che mi aveva spedito via e-mail. Mi mandò anche immagini di grigliate di carne e pesce, tutte di enormi bistecche e pescioni pescati dal fiume che scorre dietro il suo appezzamento.
Invece qui, nell’italia terminale, i cassaintegrati devono attendere mesi prima di vedersi recapitare l’assegno. La pausa pranzo la stanno abolendo spontaneamente sicché non hanno di che mettere sotto i denti!
I licenziati col sussidio di disoccupazione, chi ce l'ha, neppure tengono i soldi per recarsi la domenica al rinomato ristorante “da McDonald’s”.
Probabilmente il ministro con i suoi 20mila euro mensili, almeno il “fast food”, lui se lo può permettere. In compagnia di Klaus Davi.
F. Maurizio Blondet
1 ) http://www.leggonline.it/articolo.php?id=35293
2 ) http://it.wikipedia.org/wiki/Klaus_Davi
3 ) http://www.youtube.com/watch?v=AK0JGgcPdEk&feature=related
4 ) Tra l’altro Gelli “en passant” ci spiga anche perché Berlusconi non può cadere: http://www.youtube.com/watch?v=69TdT99sefc&feature=related

 

http://falsoblondet.blogspot.com/2009/11/macpensiero-per-pupazzi.html

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo col ministro.
Sostituzione pausa pranzo con flebo a cannula moltooo lunga(per chi non stà ad una scrivania),introduzione di catetere,così evitiamo anche altre pause.Nel tempo occorrente per cambiare la sacca del catetere ascolto obbligato per 15 minuti di "menomale che silvio c'è.