Disoccupazione record. Ecco la crescita promessa dal governo?

Economiadi Pietro Salvato
pubblicato il 1 marzo 2010 alle 13:42 dallo stesso autore - torna alla home

Numeri, freddi e glaciali come il clima invernale. Mentre l’Istat certifica il crollo nel 2009 del nostro Pil a -5%, nuove rilevazioni statistiche misurano come l’unica cosa in crescita nel nostro paese è la disoccupazione.

A gennaio il tasso “ufficiale” della disoccupazione nel nostro Paese è cresciuto ancora. Secondo l’Istat il numero dei disoccupati è salito di quasi un punto e mezzo, l’1,3% per la precisione, rispetto allo scorso gennaio 2009. Particolarmente colpiti dalla “crisi“, che c’è e continua a mietere le sue “vittime”, risultano essere i giovani con un tasso “medio” di disoccupazione par al 26,8%. Quest’ultimo dato rilevato in aumento sia rispetto al mese di dicembre (+0,3%) sia rispetto al gennaio del 2009 con un aumento, addirittura, del +2,6%.

disoccupazione3 medium Disoccupazione record. Ecco la crescita promessa dal governo?I NUMERI DICONO CHE - In particolare, il numero dei cosiddetti “inattivi” con età compresa tra 15 e 64 anni è pari a quasi 15 milioni. L’Istat li certifica a 14 milioni 871mila unità, con un aumento di ben 28mila unità rispetto a dicembre 2009 e dell’1,2% ossia +172mila unità rispetto a gennaio 2009. Il tasso di inattività pari al 37,7% risulta invece in aumento di 0,3 punti percentuale rispetto a gennaio 2009. Il numero di occupati a gennaio 2010, considerando il dato destagionalizzato, è risultato invece di 22 milioni 904mila unità, con un calo dell’1,3%, vale a dire -307mila unità lavorative, rispetto a gennaio 2009. Il tasso di occupazione, pertanto, è fermo ormai da tempo ben sotto l’asticella del 60% (parametro minimo previsto nel trattato di Lisbona) e risulta inchiodato al 57%, un punto percentuale in meno rispetto a gennaio 2009. Sempre secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio scorso è risultato pari a 2 milioni 144mila unità, in crescita dello 0,2%, ovvero +5mila unità, rispetto al mese precedente e del 18,5%, che in valore assoluto significa +334mila unità, rispetto a gennaio 2009. Nelle grandi imprese il calo degli occupati è stato misurato nell’ordine dell’-1,5%. In termini di crescita, nel triennio 2008-2010 l’Italia segnerà il ben poco lusinghiero record di calo del suo prodotto interno lordo. Il nostro Paese, infatti, la crescita è calata più dei paesi dell’euro: -2,6%, e dei paesi Ocse: -2,2%. Nel suo complesso l’Europa ha fatto peggio, molto peggio, degli Stati Uniti, che pure sono stati l’epicentro della crisi: +0,4 rispetto a -2,6; indice del fatto che le politiche espansive e di contrasto della crisi poste in atto in America sono state molto più consistenti ed efficaci di quelle europee, non coordinate, insufficienti, o come nel caso italiano del tutto assenti.

disoccupazioneLA DISOCCUPAZIONE “REALE” È OLTRE IL 10% – Va ricordato poi come l’Istat considera “in cerca di occupazione” (ovvero disoccupato) chi ha compiuto almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni precedenti l’intervista. E’ invece classificato come “inattivo” chi non fa parte delle forze di lavoro, ovvero chi non è occupato o in cerca di occupazione. Nel nostro Paese, con la crisi, una quota rilevante di lavoratori ha abbandonato la ricerca attiva di occupazione, gonfiando lo stock degli inattivi e non quello dei disoccupati. Senza l’effetto “scoraggiamento” la disoccupazione sarebbe aumentata molto di più. Infatti, tenendo conto di questi importanti valori, la Banca d’Italia ha dimostrato nel suo bollettino economico numero 59 dello scorso gennaio, come la disoccupazione “reale” nel nostro paese è superiore al 10%. Dato che, secondo gli esperti, continuerà a crescere nel 2010.

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