Se l'elefante decide di utilizzare la strada per i suoi spostamenti il resto del traffico deve adattarsi. È meglio evitare di disturbarlo. Bisogna invece esaminare con attenzione i suoi movimenti e cercare di anticiparli per evitare di restare schiacciati. Gli indici azionari europei hanno riguadagnato terreno pur restando in un trend ribassista. È però importante osservare il comportamento del peso massimo S&P500 che non ha la minima voglia di scendere ulteriormente. Attenzione quindi ad insistere con strategie short. Si potrebbe restare schiacciati.
Venerdì le borse europee hanno recuperato terreno dopo che dall'America sono giunti segnali incoraggianti. Per il secondo giorno consecutivo l'S&P500 é rimasto sopra i 1100 punti e tutti gli attacchi dei ribassisti sono stati facilmente rintuzzati. Ora i ribassisisti sembrano stanchi e scoraggiati mentre i dati sui nuovi massimi lasciano scorgere un certo potere d'acquisto. È quindi possibile che questa settimana vedremo ancora alcune sedute in negativo in maniera da completare il ribasso a medio termine con un minimo ascendente il 6 di marzo. I minimi toccati il 5-8 febbraio da questo ribasso iniziato a gennaio potrebbero però essere definitivi ed il resto del periodo fino al 6 di marzo rivelarsi un movimento laterale. Se questo movimento laterale si rivela come pensiamo un'accumulazione, é probabile che dalla seconda settimana di marzo si sviluppi un rialzo a medio termine. Riassumendo la settimana entrante potrebbe ancora concludersi con una performance negativa. Sconsigliamo però short poiché il prossimo sostanziale movimento si profila al rialzo. I mercati europei, con l'eccezione della Svizzera, continuano a sottoperformare l'America (settimana scorsa l'Eurostoxx50 ha perso il -2.32% mentre l'S&P500 é sceso del -0.42%). Questo effetto é legato al problema dell'indebitamento di numerosi paesi (PIGS) e dovrebbe perdurare nel futuro. Il cambio EUR/USD é risalito a 1.3620. Il rialzo del dollaro dovrebbe nei prossimi mesi continuare in direzione del nostro obiettivo a 1.30 ma per ora sembra voler fare una pausa. Un rimbalzo verso gli 1.40 in concomitanza con un rally delle borse é possibile. L'oro é risalito a 1117 USD/oncia. Per ora continua ad oscillare intorno ai 1100 USD. Sul lungo termine siamo positivi mentre nelle prossime settimane questo andamento altalenante dovrebbe continuare.
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Passiamo ora ad esaminare la situazione (charts a sei mesi) dell'S&P500.
L'S&P500 (+0.14% a 1104 punti) ha avuto una seduta tranquilla mantenendosi agiatamente sopra i 1100 punti. I ribassisti non riescono ad imporsi e pian pianino riemergono i compratori. L'indice potrebbe avere ancora alcune deboli sedute e ridiscende sui 1085 punti. Prevediamo un minimo intorno al 6 di marzo e quindi queste dovrebbero essere le ultime possibilità per coprire short e preparare long prima dell'inizio di una nuova fase rialzista. Sembra che il nostro obiettivo a 1030 punti sia da dimenticare e dobbiamo accontentarci in questo ribasso dei 1044 punti toccati il 5 di febbraio. L'ultimo mese di contrattazioni dovrebbe rivelarsi un movimento laterale di tipo accumulativo. La prossima fase ha il potenziale di far risalire l'indice sui 1150 punti per un doppio massimo e top. Un'estensione fino ai 1170 punti é possibile.
Scenario 2010 Per i prossimi mesi prevediamo una sostanziale correzione delle borse dopo il rally di marzo - dicembre 2009. Probabilmento l'S&P500 toccherà nel corso di quest'anno un minimo tra i 740 ed i 820 punti. La performance annuale dovrebbe essere negativa e l'S&P500 dovrebbe terminare il 2010 intorno ai 900 punti. Gli analisti fondamentali stanno continuamente rivedendo le stime degli utili delle società. Ad un certo momento erano scesi fin sotto i 30 USD. Ora che la recessione sembra alle nostre spalle, le stime ufficiali per il 2009 (al 3 novembre 2009) sono risalite a 56.22 USD. Quelle per il 2010 sono addirittura al'incredibile livello di 74.99 USD. Capitalizzando gli utili 2009 con un P/E normale di 15/16 si arriva ad un valore teorico dell'S&P500 di 900 punti. In questi dati é però scontato un recupero marcato dell'economia ed un forte aumento degli utili delle imprese. Ricordiamoci che gli utili operativi 2008 delle società dell'S&P500 sono stati di 15.09 USD. Debitiamo inoltre che i dati relativi al 2010 siano realistici. Di conseguenze stimare ora correttamente gli utili delle società e determinare un giusto rapporto P/E per capitalizzare questo valore é un'impresa ardua. Troppe sono le variabili e le incognite. Se gli utili risalissero solo a 50 USD e la ripresa fosse anemica (come ritiene una buona parte degli economisti), un P/E di 12 sarebbe più adeguato portando il valore teorico dell'S&P500 a 600 USD. Riassumendo, tecnicamente e fondamentalmente i 1115 punti di S&P500 raggiunti a fine 2009 corrispondono secondo noi ad una sopravalutazione del mercato. La prossima dovuta sostanziale correzione ci dirà a quale punto si trova la congiuntura mondiale.
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